· Città del Vaticano · Questo contenuto è riservato agli abbonati Sei già abbonato?Accedi All’opposto Calvesi, teso esageratamente a recuperare contro Longhi il senso cristiano delle opere del pittore, si soffermò sulla figura di Pietro, aggiunta solo successivamente da Caravaggio al dipinto, perché — egli ipotizzava — la committenza avrebbe voluto nell’opera un richiamo al papato, poiché il re di Francia era ritornato in quegli anni alla fede cattolica. Insomma, da un estremo all’altro, da chi sottraeva il significato della tela a chi lo esagerava. Molto più correttamente Papa Francesco commentava invece: «Quel dito di Gesù così… verso Matteo. Così sono io. Così mi sento». Perché la potenza della pittura del Merisi non sta semplicemente nel suo realismo o nel suo simbolismo — entrambi sempre presenti — ma in quel contrasto dei due. Veramente quel mondo lì raffigurato è denso di tenebre e di morte e non vi alberga la vita, ma in esso penetra una luce che non proviene dall’uomo: lì, proprio lì, si fanno strada la grazia e la misericordia. Chi pretende di capire Caravaggio — e anche Papa Francesco — a partire esclusivamente dal suo realismo o, all’opposto, solo dal suo rimandare a Cristo, fallisce il bersaglio. Il mondo — e così quel mondo che è su quella tela — è oscuro eppure illuminato, denso di peccato eppure perdonato, senza che in terra sia possibile eliminare nessuna delle due forze che si combattono. Per apprezzare quanto poco sia stato ingenuo Caravaggio, basta levare gli occhi in alto, sulla volta, dove è l’affresco del Cavalier d’Arpino, solo di pochissimi anni precedente, che il Merisi cita. Lì lo stesso una luce accompagna l’incedere questa volta dell’apostolo in una stanza dove egli sta compiendo il miracolo di guarire la figlia del re d’Etiopia, dove è giunto per evangelizzarla. Ma quanto debole è quel contrasto di luci. Potentissimo è il contrasto, invece, che disegna Caravaggio a campi invertiti, con la luce non più in basso, ma in alto, senza indicazione della sua sorgente, a caratterizzarla insomma come divina. Come potente è stata la parola della predicazione del Papa rispetto a tante parole melliflue. Ma certo in entrambe le opere pittoriche è la grazia a regnare. Papa Francesco ha indicato la via a una teologia che intenda uscire da un’astrazione troppo intellettualistica e da relazioni lette a tavolino in cui talvolta si è rinchiusa, per un amore anche alle persone semplici delle nostre parrocchie, anche a quelle che vi passano solo occasionalmente, perché anch’esse appartengono al popolo santo di Dio e hanno bisogno di lui. Ma il suo richiamo a Caravaggio illumina anche quella necessità di studi profondi e carichi di passione, che egli sperimentò quando si trovò ad insegnare letteratura in Argentina, a Santa Fe, riuscendo ad invitare per una settimana anche Borges perché tenesse lezione ai suoi studenti. Quell’esperienza di docente lo segnò per sempre, poiché continuò a ripetere che preti asini — burros ebbe a dire — non ne voleva: il cristianesimo popolare necessitava che essi avessero amore allo studio e alla letteratura, a Dostoevskij ad esempio, per penetrare nei cuori delle persone. Oltre alla misericordia è così sottolineato anche l’altro membro dell’endiadi misericordiando atque eligendo: il Signore ha misericordia proprio perché al contempo “elegge” il peccatore a una missione, lo ritiene nobile e degno di servire. Matteo non è lasciato al tavolo delle imposte, a marcire nel peccato, ma è chiamato non solo ad uscirne, ma addirittura a diventare protagonista della stessa missione di annunciare il Cristo. Non si dimentichi mai tale elemento della misericordia — l’eligendo — che non lascia mai qualcuno nel suo stato, ma giunge a elevarlo. Non lascia i giovani, ad esempio — quante volte il papa lo ha ripetuto — a balconear, a stare al balcone a osservare da lontano, ma li chiama a essere protagonisti della missione stessa della Chiesa. Matteo è chiamato, ma certo egli diviene a sua volta qualcuno che chiama al Cristo. Il Merisi non rappresenta, come era uso in altri cicli consimili, Matteo-Levi a tavola con prostitute e pubblicani, ma nel cuore della sua missione, lontano dal luogo della sua primitiva chiamata, in Etiopia dove si è recato a salvare altri. Lì il suo martirio è testimonianza, sottolineata dagli astanti che osservano — con il Merisi stesso che si autoritrae — e con un angelo che gli porge la palma del testimone ucciso per il Vangelo. Meravigliosa è poi la pala dall’altare con l’evangelista che scrive, ispirato dall’alto. Non un rifiuto — è ormai certo che il primo San Matteo e l’angelo era di dimensioni minori, probabilmente commissionato dal marchese Giustiniani, e al limite fu solo un bozzetto preparatorio. La Contarelli appare insomma oggi non più come la cappella del rifiuto del Merisi — come una falsa critica aveva teso a insinuare inopportunamente — bensì il luogo della consacrazione del pittore, che ebbe da lì in poi tutte le sue più importanti commissioni per le chiese romane. Per tornare alla Vocazione, l’aggiunta di Pietro — ignota ai critici antichi e apparsa solo con le radiografie —, attesta come il pittore non lavorasse di getto e in maniera ingenua, ma come preparasse e raffinasse via via le sue opere, con interventi successivi. Fu un altro Papa, Paolo v — proprio quello che realizzò la Cappella Paolina dove è la Salus Populi Romani tanto amata da Papa Francesco, vicino alla quale è ora la sua tomba —, ad autorizzare l’ammissione di Caravaggio come Cavaliere in Malta, come dimostrano i documenti. Paolo v intese aiutarlo così, in Malta, in attesa che egli giungesse alla “pace” con la famiglia Tomassoni e potesse quindi ricevere la grazia pontificia. Tutte storie di peccatori, storie di Papi, storie di uomini e della luce della grazia che si insinua nella storia e nei cuori. L'Osservatore Romano00120 Città del Vaticano.Tutti i diritti riservati AccediGiovani morti per niente "Quello di portare l’opera intera di Caravaggio di Bigonzetti in Italia era un sogno che accarezzavo da tempo. Sono felice di esserci finalmente riuscito e ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato", ha detto Bolle. Robin Srl Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif Dal 15 al 21 maggio 2025 arriva per la prima volta in Italia al Teatro degli Arcimboldi di Milano (viale dell'Innovazione 20) il balletto Caravaggio di Mauro Bigonzetti interpretato dall'étoile scaligera Roberto Bolle ambasciatore della cultura italiana nel mondo e portavoce della diffusione del balletto come forma d’arte accessibile e dedicata a tutti alcuni tra i migliori danzatori solisti di caratura internazionale insieme ad un corpo di ballo creato per l’occasione tramite audizione che comprende circa 30 giovani ballerini liberi professionisti L'opera - creata nel 2008 per lo Staatsballett Berlin diretto da Vladimir Malakhov - è stata creata dall'acclamato coreografo italiano Mauro Bigonzetti su musica del compositore e direttore d’orchestra Bruno Moretti che ha dato una nuova orchestrazione sinfonica a brani di Claudio Monteverdi tratti dall’Orfeo (dal Combattimento di Tancredi e Clorinda dall’Incoronazione di Poppea e dal Settimo libro dei madrigali) © Andrej Uspenski Potente e memorabile il balletto si ispira alle opere del pittore italiano Caravaggio di cui Bigonzetti mette in risalto la complessità della figura celebrandone gli aspetti che compongono l’uomo e l’artista Da un lato il suo travagliato mondo interiore mosso da un animo particolarmente inquieto e dall’altro il racconto attraverso l’espressione della sua arte seguendo l’interrelazione di questi due aspetti diventa pertanto un balletto psicologico e drammatico che dal punto di vista drammaturgico ha le sue note ricorrenti nel solo inframmezzati da scene corali che allentano la tensione e imprimono il moto ad un’azione sostanzialmente incentrata sull’io caravaggesco Grazie all’essenziale arredo scenografico e disegno luci creati da Carlo Cerri l’unione tra i due mondi si ramifica esaltando il pensiero coreografico e valorizzando il movimento dei corpi Orari: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì alle 21.00; sabato alle 16.00 e alle 21.00; domenica alle 17.00; lunedì riposo. Biglietti (esclusi diritti di prevendita): platea bassa gold 125 euro; platea bassa 98 euro; platea alta 70 euro; prima galleria 49 euro; seconda galleria 35 euro. Per ulteriori informazioni è possibile contattare via email la biglietteria del Teatro degli Arcimboldi Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Milano e dintorni Mentelocale Web Srl - Piazza della Vittoria 6/6 - Genova Testata giornalistica registrata al Tribunale di Genova nr Iscrizione al Registro delle Imprese di Genova n.02437210996 - R.E.A di Genova: 486190 - Codice Fiscale / P.Iva 02437210996 Copyright © 2023 (V3) - Tutti i diritti riservati La nostra azienda nel corso del 2022 a fronte della domanda di agevolazione presentata in data 05/08/2020 a valere sull’Azione 3.1.1 "Covid19" del POR FESR 2014-2020 ha ricevuto il sostegno finanziario dell’Unione Europea per la realizzazione di un programma di investimenti in macchinari impianti e beni intangibili e accompagnamento dei processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale "Covid19 – Adeguamento processi produttivi delle PMI" La notte tra 30 e 31 ottobre del 1975 tre persone suo marito Domenico Santangelo e Angela Santangelo la figlia che l’uomo aveva avuto da un precedente matrimonio furono uccise in un appartamento di via Caravaggio Le nuove puntate di Indagini raccontano come le attenzioni della procura si concentrarono su un parente della vittima che fu prima condannato all’ergastolo e poi assolto dopo aver trascorso cinque anni in carcere e sei mesi agli arresti domiciliari Altre piste investigative non vennero prese in considerazione Dopo molti anni vennero analizzati alcuni reperti e fu isolato un DNA compatibile con quello di Zarrelli che però era stato già assolto in via definitiva Ma ci furono molti dubbi su come quei reperti erano stati conservati e su come erano stati confrontati con quello della persona già giudicata cioè dell’impossibilità secondo la legge di processare due volte una persona per lo stesso fatto I reperti poi scomparvero: si disse che erano stati distrutti Non più di tanto, scrive il New York Times: trasportano molti batteri, ma non più di quelli che si trovano su altri oggetti con cui entriamo in contatto ogni giorno Dopo un secolo e mezzo, un gruppo di ricerca ha risolto in parte il mistero dell'intricatissima rete di terminazioni nervose che contribuiscono all'erezione e alle contrazioni vaginali Che cosa dice la scienza di uno dei gesti più diffusi al mondo e allo stesso tempo più socialmente condannati La qualità dell'aria è migliorata, e si sente, ma nelle acque e nei terreni circostanti le cose sono peggiorate Il sindacato interno dice che sono stati inseriti troppi dipendenti poco competenti e senza concorso Riccardo Claris è stato accoltellato durante una rissa nata da una lite sul calcio: è stato arrestato un tifoso dell'Inter Ha riaperto tra molte proteste da poco più di un mese è c’è già stata una rivolta, su cui però non vengono date informazioni Chi SiamoPrivacyGestisci le preferenzeCondizioni d'usoPubblicitàIl Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980 Milano Post Un confronto inedito tra due visioni della natura morta prende vita alla Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano dall’8 maggio la celebre Canestra di frutta di Caravaggio un’immagine vivida che racchiude in sé il ricordo della vita e la sua intrinseca caducità ma una fredda e inquietante “accozzaglia di oggetti” votati a un unico scopo: uccidere Jago e Caravaggio: due sguardi sulla caducità della vita” mette in dialogo passato e presente attraverso questo singolare accostamento classe 1987 e attualmente ospite del padiglione Italia a Expo Osaka 2025 con l’opera Apparato Circolatorio L’idea di questo confronto espositivo è nata quasi per caso come racconta Jago in un’intervista all’ANSA: “Non avrei osato avere una conversazione di questo tipo Avevo progettato quest’opera e parlandone con Iole Siena di Arthemisia che collaborerà al catalogo edito da Moebius lei ha intercettato l’interesse della Veneranda Biblioteca Ambrosiana Ne abbiamo discusso con i responsabili ed è nata la mostra” Ma perché sostituire la frutta con le armi spiega: “La natura morta come soggetto pittorico rappresenta l’emancipazione dell’artista dal racconto narrativo Sono talmente disgustato e afflitto da ciò che mi circonda in quest’era di comunicazione da non riuscire a produrre un racconto Produrre un’immagine era la forma espressiva più vicina al mio sentire Se pensiamo che ‘Natura morta’ in inglese si traduce con ‘Still life’ comprendiamo come la vita sia insita nelle parole stesse Nella Canestra di Caravaggio quasi percepiamo il sapore della mela è un’immagine radicata nella nostra memoria che evoca la caducità ma anche la persistenza della vita” nella mia opera – prosegue lo scultore – dov’è l’arte Questi oggetti non sono una mia invenzione ho semplicemente realizzato una composizione per esprimere qualcosa di indicibile I veri artefici sono i criminali di guerra che ogni giorno causano innumerevoli vittime Io non ho creato quegli strumenti di morte il cesto colmo di armi in marmo bianco diviene “l’immagine dell’inutilità della creatività umana asservita all’insensatezza di scopi antitetici alla vita È un’accozzaglia – chiarisce l’artista – che testimonia lo spreco l’incapacità di dare priorità alla comunicazione a tutto ciò che la storia avrebbe dovuto insegnarci Ma evidentemente la storia non viene studiata: siamo condannati a ripetere Jago sottolinea la dicotomia arte-non arte alla base del suo dialogo con il maestro lombardo: “Non credo ci sia arte nella mia Natura morta Attribuisco la realizzazione dell’opera a chi ha ideato e utilizzato quegli strumenti È come una tavola rotonda dove i partecipanti condividono solo l’intento di offendere Quelli siamo noi; posso scegliere di alzare lo sguardo e ammirare Caravaggio lì dentro c’è un po’ di vita” La reinterpretazione della tradizione è una costante nel suo lavoro: “Ragiono in termini di linguaggio Quello della tradizione non è una lingua morta Gli argomenti non sono esauriti e continuano a raccontarci cose meravigliose probabilmente in modo più efficace di quanto riusciamo a fare noi oggi perché portano con sé la saggezza di un tempo vi sono vicine; ho scelto questa via perché mi riguarda profondamente Non ha a che vedere con il sistema dell’arte con lo studiare come ottenere un risultato facendo determinate cose non c’è quel tipo di costruzione dell’io artistico: esprimo chi sono e cosa amo realmente cosa rimane se tolgo tutte le sovrastrutture In merito alla sua partecipazione all’Expo di Osaka con il tema “L’Arte Rigenera la Vita” Jago presenta Apparato Circolatorio: “In quel caso l’opera è precedente risale a un periodo in cui sperimentavo con un materiale solido ma fragile come la ceramica; sono 30 cuori scolpiti che poi diventano 30 fotogrammi in un video di un secondo Con Apparato Circolatorio ho voluto dimostrare come anche un materiale solido e apparentemente immobile possa arrivare a muoversi e a pulsare trasformandosi in un battito eterno” Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato Il tuo commento non apparirà immediatamente Δdocument.getElementById( "ak_js_1" ).setAttribute( "value" This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed. Un incontro per raccontare il Maestro e annunciare un progetto innovativo dedicato all’arte e alla cultura Antonello Di Pinto svelerà anche un nuovo progetto culturale di ampio respiro realizzato in collaborazione con Stefano Colucci Presidente della XVII Commissione Arte dell’Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo del Sud offrendo un approccio innovativo allo studio e alla valorizzazione del patrimonio artistico redazione@sciscianonotizie.it Utilizzare i pulsanti per aumentare o ridurre la dimensione del carattere: Area Marketing Territoriale, Cultura, Turismo, Agricoltura e Sport Direzione Beni, Attività Culturali e Sport giovane nelle botteghe e il ritrarre come teatroMostre A Roma Maria Cristina Terzaghi e Thomas Clement Salomon L’esposizione giubilare focalizza su due questioni cruciali: via catalogo i primi tempi di Merisi a Roma; in un confronto in sala SalvaRegalaLinkCondividiScaricaMostre A Roma Giuseppe FrangiROMACon Caravaggio accade che più tasselli vengano ad aggiungersi alla sua conoscenza e più s’accresce il numero di quelli mancanti Il titolo dell’importante mostra organizzata a Roma in coincidenza con il Giubileo (papa Francesco aveva più volte manifestato la sua predilezione per il grande artista lombardo) in qualche modo è una tacita e doverosa ammissione che il Caravaggio 2025 cioè il Caravaggio allo stato attuali degli studi è un pittore attorno al quale i lavori sono più che mai in corso (a cura di Francesca Cappelletti In occasione della mostra romana vengono messe sul tappeto almeno due questioni cruciali: quella del suo primissimo periodo a Roma dove era arrivato con ogni probabilità nel 1595 documentato da tantissime fonti ma di cui si conoscono solo quattro testimonianze certe A tutto questo si associa la presentazione in Italia dell’ultimo quadro che si è aggiunto l’Ecce Homo intercettato a un’asta madrilena nel 2021 acquistato da un collezionista britannico che non potendolo portare fuori dai confini spagnoli lo ha lasciato in deposito al Prado Sul Caravaggio ventiquattrenne che arriva a Roma sicuramente già forgiato dagli anni trascorsi in bottega da Simone Peterzano e da un’esperienza in proprio a Milano fa il punto in modo esemplare il saggio in catalogo di Maria Cristina Terzaghi Le testimonianze di quei mesi sono tante e quasi sempre coerenti tra di loro anche se talora è difficile metterle nella corretta sequenza Seguendo Caravaggio nelle sue frenetiche frequentazioni di tante botteghe si può ricostruire il contesto del distretto di produzione artistica che aveva il suo centro in via della Scrofa «È faticosamente uscito dalla povertà mediante il lavoro assiduo tutto afferrando e accettando con accorgimento e ardire» testimonia il pittore Karel van Mander intorno al 1603 «Nella mattina veniva lavorando con Tarquinio et alla sera nelle botteghe Si parte da costui lavorando vien con Pandolfo» Tarquinio era il pittore di origini viterbesi Tarquinio Ligustri mentre Pandolfo era il monsignor Pucci presso il quale l’artista aveva trovato alloggio Tramite Ligustri Caravaggio era entrato in contatto con Prospero Orsi figura cruciale per questa prima stagione romana verosimilmente in società con Costantino Spada “rivenditore di quadri a San Luigi dei Francesi”» in sostanza «fu quello che oggi definiremmo il suo primo (e forse unico) gallerista» Su via della Scrofa si affacciava la bottega del siciliano Lorenzo Carli specializzato nella produzione di icone mariane si era portato via una tela con una Madonna orante tela che di lì a poco avrebbe usato per dipingere la Buona ventura dei Musei capitolini L’attività nelle botteghe era legata soprattutto alla produzione di teste di personaggi celebri richiestissime dal mercato altro artista posizionato su via della Scrofa Il giovane Merisi aveva lavorato anche presso di lui lasciando un tale segno talmente da convertire lo stesso Antiveduto in uno dei caravaggeschi della prima ora Quanto al capitolo delle «teste» dipinte a raffica in quei mesi Per questo la mostra prende avvio dalla produzione immediatamente successiva quando Caravaggio aveva iniziato ad affrancarsi da quella macchina di produzione seriale e si era messo a lavorare in proprio usando se stesso come modello e Prospero Orsi come suo promotore Con il Mondafrutto proveniente da Hampton Court e con il Bacchino malato della Borghese In mostra questa apparizione manca però di una contestualizzazione utile per capire il senso della presenza di quelle due opere Tra l’altro è una stagione di Caravaggio che potrebbe presto arricchirsi di una nuova riemersione annunciata da Terzaghi in una nota del suo saggio: è Il giovane con una caraffa di rose opera conosciuta sinora in quattro versioni Una quinta rintracciata in una collezione privata in Francia per la studiosa potrebbe essere quella autografa e sarà materia di una prossima pubblicazione Uno degli snodi più convincenti della mostra è quello dedicato al Ritratto di Maffeo Barberini capolavoro reso noto da Roberto Longhi nel 1963 rimasto blindato nella collezione privata fiorentina per decenni e presentato nei mesi scorsi in questa stessa sede in un’esposizione ad personam (vedi «Alias Domenica» Ora il ritratto è affiancato a quello dello stesso Barberini in veste di protonatario apostolico e quindi precedente come datazione la cui paternità era stata drasticamente negata da Longhi In mostra viene presentato con la dicitura «attribuito»; invece nel saggio in catalogo Gianni Papi si dice convinto dell’autografia Il confronto ravvicinato tra i due quadri con Maffeo Barberini è utile a fornire ulteriori elementi di valutazione sul tema «Caravaggio ritrattista» Certamente tra il primo e il secondo diipinto si assiste a un salto di qualità in particolare nell’impostazione d’assieme e nel modo con cui i ritrattati prendono possesso dello spazio intorno Il primo fa i conti con una rigidità che non si sa quanto possa essere spiegata scalando la datazione all’indietro che Caravaggio si era affermato come ritrattista già negli anni milanesi si assiste a un dominio totale e quasi implacabile dello spazio pittorico C’è davvero da augurarsi che lo Stato lo riesca ad acquisirlo e a garantirlo alle raccolte di Palazzo Barberini Altro sicuro motivo di interesse della mostra è l’Ecce Homo madrileno Il quadro ha i suoi punti di forza nell’impaginazione serratissima con tre piani che scalano dal Pilato che sopravanza la balaustra sino all’aguzzino che sbuca dalla penombra con la bocca semispalancata meraviglioso spaccato di realtà in presa diretta Nel mezzo c’è la figura di Cristo umiliato a testa leggermente inclinata e sguardo abbassato il cui incarnato è reso con una pittura che sembra intrisa della sua stessa sofferenza L’Ecce Homo è esposto a fianco della grande Flagellazione di Napoli: una scelta che è anche una proposta di datazione per la tela ritrovata che potrebbe risalire al primo soggiorno sotto il Vesuvio ma che un po’ la «schiaccia» nel confronto anche semplicemente dimensionale con il capolavoro dipinto per San Domenico L’accostamento però suggerisce uno spunto determinante per capire Caravaggio: le due tele custodiscono memorie molto precise della sua formazione lombarda in quanto si rifanno chiaramente a due prototipi immagazzinati in quegli anni per lui decisivi L’Ecce Homo nella postura di Cristo si appoggia a un’opera di Giampietrino ripresa anche da un altro artista milanese avvicinato a Simone Peterzano (Terzaghi) l’immagine di Cristo alla colonna dello stendardo processionale di Girolamo Romanino oggi custodito al Metropolitan di New York (Keith Christiansen nell’introduzione al catalogo) Questo filo diretto mantenuto ad anni di distanza con i suoi «precedenti» resta una chiave decisiva per spiegare la radicale e appassionante novità della pittura di Caravaggio Regala questo articolo Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento Virtus Ciserano Bergamo – Bassano 3-2 Virtus Ciserano Bergamo (3-5-2): Cavalieri; Oppizzi Marrone (45’ st Caron); Gian; Ongaro (23’ st Cecchin) Arbitro: Balducci di Empoli (Giannetti di Firenzi – Poneti di Firenze) CISERANO – Ci si aspettava una partita senza motivazioni La Virtus Ciserano Bergamo ospita il Bassano che ha raggiunto ormai da diverse partite la salvezza matematica per i rossoblù invece il risultato conta fino ad una certa infatti la vittoria non basta a superare il Caravaggio Si parte subito con un tiro di Visinoni da fuori che manda di poco alto grazie alla leggera deviazione di Cavalieri Poco più tardi Sbrissa si inserisce verso il fondo mette una palla in area che Forte colpisce con un diagonale pericoloso sventato dalla respinta di Cavalieri Bubas dalla destra mette un pallone forte e teso in area per la girata al volo di Caporali che si infila e manda avanti i suoi quando Bubas ruba il pallone nella propria metà campo e imbuca per Caraffa Il compagno poi serve Bubas in area che sbaglia clamorosamente il raddoppio Dopo appena 2’ Visinoni colpisce in area rossoblù e impegna Cavalieri che respinge bene poi Sbrissa spreca sulla ribattuta e manda a lato da buona posizione Ancora Bassano con Gian che salta tre uomini e arriva al tiro Bubas con la spizzata all’indietro riesce a mandare in porta Tosi Termina quindi sul risultato di uno a zero per la Virtus il primo tempo ma che Ondei non legge e alle sue spalle sbuca Visinoni che insacca per il pari All’8’ Bubas serve in profondità il taglio di Caraffa nessun dubbio per Balducci che assegna il rigore ai padroni di casa Caraffa incrocia e porta nuovamente avanti la Virtus Ciserano Bergamo al 20’ Bubas trova la sponda di tacco per Caraffa che manda alto 5 minuti più tardi Visinoni si libera bene e serve Marrone in fascia Doppio passo del numero 3 e palla dentro con Viviani che sfrutta questo pallone al meglio per il sinistro a giro che riporta gli ospiti sul pari l’attaccante rossoblù sfrutta il cross di Alessandro Viscardi dalla destra per calciare in rete il vantaggio e il suo decimo gol stagionale Nel finale Mioni costringe Cavalieri a una super parata da una punizione dal limite e il triplice fischio regala la vittoria ai virtusini incoraggiante in vista di domenica prossima Vittorio Sgarbi ci conduce nelle vite e nelle opere rivoluzionarie di due personaggi distanti nel tempo ma vicini per destino: Michelangelo Merisi detto il Caravaggio e Pier Paolo Pasolini Vittorio Sgarbi con “Pasolini e Caravaggio Nuovo appuntamento con Vittorio Sgarbi: Pasolini e Caravaggio registrato al Teatro Puccini di Firenze e prodotto dalla Betty Wrong di Elisabetta Sgarbi l’autore guida il pubblico attraverso le vite e le opere rivoluzionarie di Michelangelo Merisi Sgarbi mette in luce quanto le attività artistiche e intellettuali di questi due maestri abbiano rappresentato un dono necessario pagando con la vita la difesa della loro libertà espressiva Caravaggio è “doppiamente contemporaneo”: lo è per la vitalità delle sue opere e per il significato che il Novecento ha saputo restituirgli paure e stupori che lo rendono ancora vicino a noi È su questa riflessione che si innesta l’inedito parallelismo con Pasolini furono protagonisti di roventi polemiche e interpreti di nuove realtà spesso incomprese dai contemporanei e dai posteri si fanno oggi testimonianza viva e attuale Il montaggio dello spettacolo è curato da Ludovico Polignano ed Elisabetta Sgarbi 2025 Copyright LA7 S.p.A - P.IVA 12391010159 Licenza SIAE 3344/I/3215 Ufficio stampa Luparense FC – Alberto Penazzi Registrati al Sito premi Invio per cercare o ESC per chiudere di un appuntamento speciale alle Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini di Roma dove si svolge la mostra-evento “Caravaggio 2025” In concomitanza con le celebrazioni del Giubileo 2025 la mostra dà a tutti coloro che giungono nella Capitale da ogni parte del mondo il privilegio unico di godere dei tanti capolavori caravaggeschi - tra dipinti autografi e autentiche rarità - grazie a un percorso espositivo ampio e dalle infinite suggestioni artistiche fra i più completi mai realizzati su un genio che non finisce mai di stupire e sconvolgere con i suoi rivoluzionari tratti pittorici qual è stato Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571-1610) Madrid (ES) ©Museo Nacional Thyssen-Bornemisza Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Claudio Giusti Il progetto si avvale di prestiti giunti da alcuni dei più importanti musei del mondo come l’Ecce Homo dal Museo del Prado di Madrid la Santa Caterina dal Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid Marta e Maddalena dal Detroit Institute of Arts (per la prima volta esposto accanto al Giuditta realizzato dal Merisi ispirandosi alla stessa modella) il San Giovanni Battista dal Nelson-Atkins Museum di Kansas City il San Francesco in estasi dal Wadsworth Atheneum of Art di Hartford i Bari del Kimbell dall’Art Museum di Fort Worth Tra i capolavori assoluti del maestro presenti nell’occasione a Palazzo Barberini concluso poco prima della sua morte e facente parte della collezione Intesa Sanpaolo “Caravaggio 2025” è realizzata in collaborazione con Galleria Borghese con il supporto della Direzione Generale Musei Ecco alcune iniziative per la valorizzazione dei patrimoni d'arte di storia e di cultura della banca e del Paese What TV programs dedicated to art will we see from May 5 to 11 Let’s find out with our dedicated column.On Rai 5 on Wednesday there will be an episode of Art Night about the ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione) On Sky Arte from Monday to Friday at 11:30 a.m two repeats of Masterpiece - Art Unveiled will be aired a repeat of The Square - Space for Culture (replayed Wednesday at 11:55 a.m.) we will see Operation Caravaggio (replayed Tuesday at 1:10 p.m.) and an Art Crimes marathon (replayed Tuesday starting at 2:05 p.m.) starts a marathon of Invisible Italies (replayed Wednesday starting at 2:25 p.m.) begins a marathon of the first season of Grand Masters (which returns Friday starting at 12:35 p.m.) Il Castello Superiore di Marostica ospiterà dal 28 marzo al 4 maggio 2025 la mostra immersiva “CARAVAGGIO TRA LUCE E OMBRA” Un progetto di Mario Guderzo e Maurizio Panici,  organizzata dall’Associazione Teatris con il patrocinio della Città di Marostica e il sostegno del Teatro Argot di Roma,  per raccontare la vita e le opere del grande artista attraverso un percorso immersivo ed emozionale con video L’apertura è in programma venerdì 28 marzo ore 15.00 nelle Sale Espositive del Castello Superiore di Marostica Sabato e domenica: 10.00-13.00 e 15.00-18.00 Biglietti € 8 - ridotto € 6: soci Info: 327 5820846 ore 15-19 - associazioneteatris@gmail.com Marostica (VI) - 36063 - Marostica Codice Fiscale: 82000830248 Partita IVA: 00255650244 Codice Univoco ufficio fatturazione elettronica: UF7TUY PEC: protocollo.comune.marostica.vi@pecveneto.itCentralino Unico: 0424/479200 Le donne celebri e le modelle anonime che hanno ispirato le opere di Caravaggio sono caratterizzate da uno spiccato naturalismo Nella mostra «Caravaggio 2025» organizzata in occasione del Giubileo dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica in collaborazione con la Galleria Borghese e con il patrocinio della Direzione Generale dei Musei e del Ministero della Cultura vediamo donne combattive e pellegrine silenziose Mentre il Giuditta e Oloferne ha il tratto distintivo della battaglia dei sessi e mentre la zingara astuta con il giovane del Buona ventura allude alla polarità del conflitto sociale la mostra introduce i visitatori a una visione completamente nuova dell’universo femminile Nel Santa Caterina il dramma della morte e la violenza del martirio non sono direttamente percepibili dallo sguardo La santa non è spiritualizzata e non vi si riconoscono segni del cielo È come se ella si ponesse in ascolto nell’istante in cui l’asse trafigge la sua veste e ne viola l’anima e descrive non una nobile accettazione della sofferenza ma un “dialogo” con lo strumento che prepara l’estremo sacrificio L’ultimo dipinto realizzato da Caravaggio poco prima della sua morte mostra Sant’Orsola che espia il rifiuto di sposare il re degli Unni La scena è ridotta a un’immagine priva di spazio e di metafisica ove il dramma dei corpi non legittima il pellegrinaggio Nell’atto con cui la santa china lo sguardo e tocca la ferita Caravaggio oppone la disperazione della morte e il mancato superamento della violenza all’interiorità ed enfatizza lo sguardo introspettivo La trascendenza è racchiusa nell’immagine della freccia che non le permette più di percepire ciò che la circonda La spiritualizzazione dello sguardo vuole significare un pellegrinaggio interiore Queste donne diventano pellegrine di speranza a vantaggio di coloro che oggi ne contemplano l’eroismo e l’audacia il Kiran Nadar Museum of Art espone l’opera ritrovata in collezione privata olandese nel 2014 e attribuita a Caravaggio da Mina Gregori Ma l’iniziativa è frutto di una più ampia operazione di soft power per rafforzare i legami tra Italia e India Si potrebbe definire una riuscita operazione di soft power, e in effetti ancora una volta l’Italia si propone di rafforzare le sue relazioni internazionali attraverso l’arte. Così è maturata l’operazione che per la prima volta porta in India un’opera di Caravaggio seppur mai attribuita univocamente all’artista lombardo esposta all’Istituto Italiano di Cultura di Nuova Delhi dal 12 al 15 aprile – e visitata per l’occasione anche dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani – è da qualche giorno esposta al Kiran Nadar Museum of Art (KNMA) di Nuova Delhi dove resterà in mostra fino al prossimo 18 maggio.È dunque Michelangelo Merisi nel frattempo protagonista di un’antologica nella Roma giubilare il campione scelto per raccontare l’Italia e la sua identità culturale al mondo Presente anche all’Expo di Osaka – dove la Deposizione realizzata all’inizio del Seicento è fulcro visivo e concettuale del padiglione della Santa Sede ospitato all’interno di quello italiano – Caravaggio è in questo caso al centro di un progetto itinerante che nel maggio 2024 aveva portato la Maddalena in estasi in Mongolia fino alla tappa indiana presso il museo amministrato dalla Shiv Nadar Foundation primo istituzione privata dedicata all’arte moderna e contemporanea in India Δdocument.getElementById( "ak_js_1" ).setAttribute( "value" Δdocument.getElementById( "ak_js_2" ).setAttribute( "value" L’esposizione dell’opera è supportata dalla proiezione di una serie di documentari e da un’esperienza di realtà virtuale che offre ai visitatori l’opportunità di immergersi nel mondo di Caravaggio in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Nuova Delhi un ciclo di dibattiti e approfondimenti didattici per facilitare la comprensione dell’eredità artistica del Merisi e il suo impatto sulla storia dell’arte globale attribuendolo con certezza all’artista si conoscevano altri otto esemplari (come il quadro firmato dal caravaggesco fiammingo Louis Finson nel 1612 oggi al Musée des Beaux Arts di Marsiglia o la replica che fu nella collezione Carvalho del Castello di Villandry nella Loira) evidentemente copie dall’originale ritenuto perduto tra cui una versione accreditata di essere autografa: la cosiddetta Maddalena Klain (dal nome dei penultimi proprietari) conservata in collezione privata romana L’attribuzione di Gregori arrivava a scombinare le carte: “La Maddalena Klain rappresenta una donna non più giovinetta quella rappresentata nel dipinto ritrovato raffigura una giovane poco più che adolescente la stessa che riprende poi Finson nella sua copia a Napoli E un’altra differenza è nelle pieghe lunghe della camicia spiegava la storica dell’arte cremonese – non nuova ad attribuire a Caravaggio opere di cui è stata confermata la paternità – a seguito della scoperta Un’attribuzione rinsaldata dal rinvenimento di un biglietto tra la tela di rifodero e la tela originale con la scritta in grafia seicentesca: “Madalena reversa di Caravaggio a Chiaia ivi da servare pel beneficio del Cardinale Borghese di Roma” Nel 2018 – dopo che analisi condotte presso l’Opificio delle Pietre Dure avevano riabilitato l’ipotesi di autografia della versione Klain – le due Maddalene furono anche oggetto di un confronto diretto messo in scena al museo Jacquemart-André di Parigi nella mostra Caravage à Rome curata da Francesca Cappelletti con Pierre Curie e Cristina Terzaghi in arrivo da collezione privata londinese e in mostra al Mart di Rovereto nel 2021 è stata attribuita al Merisi da Vittorio Sgarbi.Di certo con la sua interpretazione della Maddalena in estasi Caravaggio impose un precedente iconografico di grande successo per il trattamento delle sante in meditazione o in estasi (e anche per la novità della composizione probabilmente il dipinto fu tanto copiato) durante la sosta del pittore in fuga da Roma nei feudi dei Colonna Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati Δdocument.getElementById( "ak_js_3" ).setAttribute( "value" Δdocument.getElementById( "ak_js_4" ).setAttribute( "value" Use Google to translate the web site.We take no responsibility for the accuracy of the translation Vocazione di Matteo è il tema della conferenza-dibattito che Il 15 aprile ore 16  in concomitanza con la grande mostra “Caravaggio 2025” in corso presso Palazzo Barberini avrà luogo nella Sala Alessandrina dell'Archivio di Stato.  Dipinta da Michelangelo Merisi per la cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi è con il Martirio di san Matteo la sua prima opera destinata a una chiesa romana Ultimata nell’anno del Giubileo 1600 la Vocazione suscitò da subito reazioni contrastanti e ha stimolato fino a oggi animate discussioni tra gli studiosi a partire dall’individuazione della figura di Matteo Studiosi e pubblico discuteranno le letture emerse negli ultimi anni sulla Vocazione attorno alla quale rimangono tuttora aperti molti quesiti L'ingresso è libero fino a esaurimento dei posti Per ulteriori INFO e DETTAGLI. gallerie e luoghi espositivi potrebbero essere temporaneamente chiusi al pubblico Vedi tutte le notizie > ARTE.it è una testata giornalistica online iscritta al Registro della Stampa presso il Tribunale di Roma al n 292/2012 | Direttore Responsabile Luca Muscarà | © 2025 ARTE.it | Tutti i diritti sono riservati Luogo: Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia Orari: dal lunedì al giovedì dalle 16:00 alle 19:00 e il sabato e la domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00 È richiesta la prenotazione per la visita alla sola opera di Caravaggio tramite il link https://bit.ly/lapresadicristocaravaggio e per la visita al percorso espositivo “GORITHIA Tra le pieghe del tempo 1001-2025” inclusa l'opera di Caravaggio Conduce Riccardo Giagni: con Cristina Acidini per la mostra "Caravaggio e il Novecento Anna Banti" a Firenze | Novità discografica: "Chopin un viaggio alla riscoperta della coppia che riunì artisti e intellettuali che plasmarono il Novecento italiano Anna Banti” di Fondazione CR Firenze e Fondazione Roberto Longhi sarà ospitata a Villa Bardini dal 27 marzo al 20 luglio 2025 Curata da Cristina Acidini e Claudio Paolini l’esposizione rappresenta molto più di una tradizionale mostra d’arte: offre un percorso culturale completo attraverso la vita e l’opera di una delle coppie più influenti del panorama intellettuale italiano del XX secolo che si snoda attraverso dodici sale occupando tutti gli ambienti della villa presenta un’importante collezione di opere d’arte documenti d’archivio e materiali multimediali Tra i capolavori esposti spiccano il “Ragazzo morso da un ramarro” di Caravaggio gli “Apostoli” di Jusepe de Ribera e una preziosa raccolta di dieci opere di Giorgio Morandi donate personalmente dall’artista bolognese a Roberto Longhi e Anna Banti La mostra riunisce complessivamente 40 dipinti oltre a significativi nuclei di fotografie originali e documenti che testimoniano i rapporti della coppia con figure di primo piano della cultura italiana ad artisti del calibro di Filippo de Pisis L’esposizione celebra il ruolo fondamentale che Longhi e Banti ebbero nella riscoperta di Caravaggio e del Seicento italiano Particolarmente significativa fu la mostra che Longhi dedicò a Caravaggio nel 1951 a Palazzo Reale di Milano un evento che attirò oltre 400.000 visitatori e riportò l’attenzione internazionale su questo maestro per lungo tempo dimenticato La mostra evidenzia anche l’impegno della coppia nella divulgazione dell’arte attraverso vari media dai settimanali popolari alla televisione e alla radio I visitatori potranno visionare due documentari realizzati da Longhi dedicati rispettivamente a Carpaccio e a Carlo Carrà “Caravaggio e il Novecento” rappresenta una celebrazione dell’eredità che Roberto Longhi e Anna Banti hanno lasciato alla cultura italiana e alla storia dell’arte una narrazione unica che valorizza il patrimonio della Fondazione Roberto Longhi Posta Elettronica Certificata Sportelli al Cittadino - URP Amministrazione Trasparente I dati personali pubblicati sono riutilizzabili solo alle condizioni previste dalla direttiva comunitaria 2003/98/CE e dal d.lgs Albo Pretorio Firenze Patrimonio Mondiale - Centro storico di Firenze patrimonio dell’Umanità Caravaggio a Roma: storia di una rivoluzione è il documentario prodotto dalla Galleria Borghese con il contributo del Dipartimento per la Valorizzazione Culturale e della Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura che andrà in onda in prima serata mercoledì 26 marzo alle 21.15 su Rai 5 all’interno del programma ArtNight condotto da Neri Marcoré La regia del documentario è affidata a Luca Criscenti e vede la partecipazione di Francesca Cappelletti Professore ordinario di Storia dell’arte moderna presso l’Università Roma Tre – entrambe curatrici della Mostra Caravaggio 2025 – dello storico Michele Di Sivo e dell’ex Rettore di San Luigi dei Francesi Patrick Valdrini Il documentario muove da un momento cruciale per tutta la storia della pittura europea: il ciclo delle storie di San Matteo nella Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi È il luglio del 1600 quando le tele vengono mostrate al pubblico: è il debutto di Caravaggio in società Al centro del racconto dunque la genesi di questa rivoluzione e la sua esplosione in quei pochi anni romani seguendo l’artista dagli anni della formazione al lavoro nelle botteghe romane dalle prime opere al trionfo delle scene sacre della chiesa dei Francesi Un percorso che comincia con l’Autoritratto in veste di Bacco (Bacchino malato) passa per il Ragazzo morso da un ramarro della National Gallery di Londra la Canestra di frutta della Biblioteca Ambrosiana di Milano il Concerto del Metropolitan Museum di New York la Santa Caterina d’Alessandria del Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid la Giuditta e Oloferne della Galleria Nazionale d’Arte Antica che fanno emergere il carattere dell’artista e il contesto in cui Caravaggio si muove le osterie e i palazzi dei suoi primi committenti: il Cardinal del Monte Per visualizzare i dettagli degli atti amministrativi, clicca qui Progetti ammessi al finanziamento - aggiornamento marzo 2025 Martedì 15 aprile una giornata di festa che apre ai bambini e chiude alle auto come già avvenuto in via Omero Dopo la prova di pedonalizzazione avvenuta lo scorso 13 dicembre in via Omero anche via Caravaggio si trasformerà in un'area pedonale per un pomeriggio all'insegna della sicurezza stradale e della mobilità sostenibile Succederà martedì 15 aprile 2025 dalle 13:30 alle 18:00 In caso di pioggia l’evento sarà rinviato a mercoledì 16 con gli stessi orari promossa dal Comune di Monza in collaborazione con l'Istituto Comprensivo Koinè coinvolgerà gli alunni della scuola primaria Zara e offrirà a bambini ragazzi e famiglie un'opportunità di gioco Un pomeriggio di festa e sensibilizzazione educative e creative coinvolgeranno i partecipanti durante l’evento in un percorso che li porterà a riflettere sull'importanza di spazi urbani più sicuri e accessibili Saranno allestiti laboratori didattici sulla mobilità sostenibile con la partecipazione attiva di esperti della Polizia Locale e di associazioni del territorio La chiusura temporanea al traffico di Via Caravaggio rappresenta un'opportunità concreta per sperimentare i benefici di una strada scolastica ovvero uno spazio che limita il transito delle auto per garantire maggiore sicurezza agli studenti e promuovere forme di mobilità attive e sostenibili L'iniziativa rientra nel piano di sviluppo della strategia SUS di Regione Lombardia finanziata con fondi europei e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-2027 Questo progetto punta a migliorare la mobilità e la sostenibilità urbana accompagnando interventi strutturali con azioni di sensibilizzazione e partecipazione attiva da parte dei cittadini Per consentire lo svolgimento dell'evento in sicurezza martedì 15 aprile 2025 sarà vietato il transito e la sosta in Via Caravaggio Sarà possibile accedere alla via solo fino alle 9:30 del mattino e nuovamente dopo le 19:00 “Ridurre la presenza di veicoli in prossimità delle scuole – osserva l’Assessore alla Partecipazione - significa favorire l'autonomia dei bambini negli spostamenti quotidiani creare un ambiente urbano più vivibile per tutti e migliorare la qualità dell'aria a cui mira la strategia SUS per il quartiere di San Rocco” Comune di Monza Piazza Trento e Trieste - 20900 Monza Codice Fiscale: 02030880153 Partita IVA: 00728830969PEC: monza@pec.comune.monza.it Centralino Unico: 03923721 Cinema Astra, Piazza Cesare Beccaria 9, Firenze (T 340 4551859 – attivo negli orari di apertura del cinema) Un quadro appeso per tanti anni in un salotto di Madrid si rivela essere una delle opere dormienti più ricercate al mondo Destinato all’asta per appena €1500 i mondi dell’arte e del commercio si animano mentre iniziano gli accertamenti per verificarne l’autenticità Vai al calendario >>> Per informazioni sulle nostra programmazione e sulle varie attività iscriviti alla newsletter di Stensen.  Uffici: V.le Don Minzoni 25/G - 50129 - Firenze FI Cinema: V.le Don Minzoni 25/C - 50129 - Firenze FI Tel +39 055 576551 | Fax +39 055 582029 Copyright © 2025 Istituto Niels Stensen | Fondazione Culturale. All rights reserved. Privacy policy Preferenze di tracciamento Italiano | Inglese Luogo: Gallerie Nazionali di Arte Antica - Palazzo Barberini E-Mail info: gan-aar.comunicazione@cultura.gov.it Sito ufficiale: http://www.barberinicorsini.org Cosa c’entra il genio pittorico del Caravaggio con il XX secolo e la cultura artistica italiana del ‘900 La domanda viene spontanea dinanzi al titolo della avvincente mostra (“Caravaggio e il Novecento”) che occupa le sale di Villa Bardini a Firenze fino al prossimo 20 Luglio se si pensa che il grande pittore venne riscoperto nel secolo scorso dalla mente indagatrice di Roberto Longhi uno dei maggiori storici dell’arte del XX secolo che in decenni di studi individuò opere inedite del Caravaggio rilanciando lo stile realista e naturale del maestro lombardo trapiantato nella Roma della riforma cattolica accompagnata da una altrettanto partecipe religiosità Dopo lungo oblìo nel 1951 il Longhi allestiva una memorabile mostra del Caravaggio a Milano presentandolo come anticipatore dello sguardo naturalista moderno attento alla narrazione del mondo reale quale scenario della verità evangelica Longhi aveva dedicato già nel 1911 la sua tesi di laurea al Caravaggio ed aveva contribuito alla studio acquistando una versione del giovanile “Ragazzo morso da un ramarro” da lui stesso scoperta e poi donata allo stato italiano con tutta la sua straordinaria collezione preziosa fu la collaborazione di sua moglie studiosa e autrice del romanzo-biografia su Artemisia Gentileschi anch’essa protagonista della pittura nella Roma barocca Sullo sfondo di questo recupero filologico c’è il clima culturale italiano del secondo dopoguerra l’ attenzione per il realismo e il neo-realismo che si specchiò nel “naturalismo” caravaggesco così che la storia dell’arte veniva inserita e divulgata nell’attualità sociale grazie al ruolo di Longhi e della Banti sul piano divulgativo tra riviste illustrate cercò di essere il più possibile “naturale” e “comprensibile” tratteggia il ritratto di una stagione effervescente e mostra le continuità di spirito e di stile che legava Caravaggio ai grandi innovatori della pittura francese A dialogare visivamente con il “Ragazzo morso da un ramarro” perciò i visitatori troveranno a Vialla Bardini non solo opere coeve come quelle dello spagnolo De Ribera ma anche una sequenza di dipinti di Morandi rispecchiando il gusto e la inclinazione critica di un protagonista della critica d’arte moderns italiana testimone delle relazioni e affinità spirituali della coppia Longhi-Banti con scrittori e poeti di primo piano (Ungaretti a Villa Bardini viene messa in scena “una grande mostra d’arte e di più” che valorizza l’esperienza di un eccezionale cenacolo di artisti e intellettuali che hanno determinato la fisionomia culturale del ‘900 in Italia e non solo non c’è cosa migliore che riprendere in mano i classici del pensiero liberale SOLO PER GLI ABBONATI E' una delle figure più controverse e affascinanti della Chiesa cattolica del Novecento © 2001 - 2025 Conquiste del Lavoro - Tutti i diritti riservati - Via Po E-mail: conquiste@cqdl.it - E-mail PEC: conquistedellavorosrl@postecert.it capolavoro delle collezioni di Intesa Sanpaolo è stato concesso in prestito alla mostra “CARAVAGGIO 2025” uno dei più importanti e ambiziosi progetti espositivi mai dedicati all’opera di Michelangelo Merisi realizzato in occasione del Giubileo 2025 e di cui Intesa Sanpaolo è main partner L’opera è solitamente esposta presso le Gallerie d’Italia – Napoli museo di Intesa Sanpaolo nella città partenopea Il capolavoro è stato oggetto di un importante lavoro di ripulitura che ha portato alla luce tre nuove figure sparite nel tempo: tre teste sono infatti ricomparse in quello che è considerato l’ultimo dipinto di Merisi ha riportato all’originaria nitidezza e brillantezza colori e forme I lavori sono stati realizzati dalle restauratrici Laura Cibrario e Fabiola Jatta presso le Gallerie d’Italia di Napoli Con l’occasione è stata inoltre sostituita la cornice con una secentesca dotata della moderna tecnologia climaframe per una conservazione di avanguardia Il Martirio di sant'Orsola è un dipinto a olio su tela (143 × 180 cm) eseguito nel 1610 da Caravaggio e conservato presso le Galleria d’Italia-Palazzo Zevallos Stigliano L'opera è di fatto l'ultima pittura del Merisi essendo stata realizzata poco più di un mese prima della sua morte Commissionato dal principe Marcantonio Doria (la cui famiglia aveva per protettrice proprio Sant'Orsola) il dipinto fu eseguito dal Caravaggio con molta rapidità probabilmente perché questi era in procinto di partire per Porto Ercole ove avrebbe dovuto compiere le formalità per essere graziato dal bando capitale È ben noto che durante quel viaggio il pittore trovò la morte La fretta fu tale che la tela uscì dallo studio del pittore ancora fresca di vernice e non essendo perfettamente asciutta alla consegna circostanza che fu all’origine della sua sofferta conservazione L’opera fece ritorno a Napoli nella prima metà dell’Ottocento pervenendo per via ereditaria al ramo Doria dei principi d’Angri e successivamente la reale paternità dell’opera e la sua fondamentale posizione storica saranno definitivamente chiarite soltanto nel 1980 di una lettera scritta a Napoli il 1º maggio 1610 da Lanfranco Massa cittadino genovese e procuratore nella capitale partenopea della famiglia Doria figlio del Doge Agostino: "Pensavo di mandarle il quadro di Sant' Orzola questa settimana però per assicurarmi di mandarlo ben asciuttato che più presto ha fatto revenir la vernice che asciugatole per darcela il Caravaggio assai grossa: voglio di nuovo esser da detto Caravaggio per pigliar suo parere come si ha da fare perché non si guasti" Ai travagli patiti nei secoli dalla tela – guasti che ne avevano profondamente alterato la leggibilità e la chiarezza iconografica – ha posto finalmente rimedio l’importante restauro promosso dalla Banca e condotto tra il 2003 e il 2004 presso l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro di Roma che ha ripristinato l’originaria coerenza dell’immagine ora più fedele e prossima alle intenzioni dell’autore Tra le principali novità apportate da questo complesso intervento nella lettura del dipinto occorre segnalare il recupero del braccio e della mano tesa di un personaggio che tenta invano – con forte accentuazione nella carica drammatica della scena – di arrestare la freccia scoccata dal carnefice; inoltre la presenza che suggerisce un’ambientazione nell’accampamento del re unno; infine le sagome di un paio di teste dietro il piano della santa il Caravaggio si discosta dall'iconografia tradizionale di Sant'Orsola generalmente ritratta coi soli simboli del martirio e in compagnia di una o più vergini sue compagne; sceglie invece di raffigurare il momento stesso in cui la santa avendo rifiutato di concedersi al tiranno Attila caricando la scena di un tono squisitamente drammatico Il dipinto è ambientato nella tenda di Attila appena discernibile grazie al drappeggio sullo sfondo come consuetudine nei dipinti caravaggeschi è permeato da un complesso gioco di luci e ombre che tuttavia in quest'ultimo dipinto dell'artista sembra dar vantaggio più alle seconde che le prime: è uno specchio del travagliato periodo che l'autore stava vivendo nella parte finale della sua vita Il primo personaggio a sinistra è lo stesso Attila raffigurato con abiti secenteschi; il barbaro ha appena scagliato la freccia e sembra essersi già pentito del suo gesto: sembra quasi allentare la presa sull'arco e il suo volto è contratto in una smorfia di dolore quasi a dire "che cosa ho fatto?" trafitta dalla freccia appena visibile sul suo seno: ella sta piegando la testa in quella direzione e con le mani sta spingendo indietro il petto come per meglio vedere lo strumento del suo martirio piuttosto una disinteressata rassegnazione ma il suo volto e le mani bianchissime rispetto a quelli degli altri personaggi preludono alla sua immediata morte anch'essi in abiti moderni (uno indossa addirittura un'armatura di ferro) stanno accorrendo a sorreggere Sant'Orsola ed essi stessi sembrano increduli di fronte al gesto repentino e impulsivo del loro capo Nelle fattezze di quello di loro che si trova alle immediate spalle della santa Caravaggio ha raffigurato se stesso con la bocca dischiusa e l'espressione dolorante: egli sembra ricevere la trafittura insieme a lei “CARAVAGGIO 2025” ospita ventiquattro dipinti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private offrendo un percorso tra opere difficilmente visibili e nuovi accostamenti in uno dei luoghi simbolo della connessione tra l’artista e i suoi mecenati Curatori: Cristina Acidini e Claudio Paolini Costo del biglietto: Intero 10 euro; Ridotto 5 euro per: Gruppi superiori a 10 persone possessori del biglietto intero dei Giardini Boboli-Bardini possessori Firenze Card; classi scolastiche incluso due insegnanti con prenotazione Telefono per informazioni: +39 055 2989816 Sito ufficiale: http://www.villabardini.it La mostra Caravaggio 2025 a Palazzo Barberini Michelangelo Merisi detto Caravaggio I musici 1595 ca. Image copyright The Metropolitan Museum of Art/Art Resource/Scala, Firenze Caravaggio, I bari c. 1595, Kimbell Art Museum, Fort Worth, Texas Michelangelo Merisi detto Caravaggio La conversione delle Maddalene Olio su tela Detroit Institute of Arts, USA / Photo © Detroit Institute of Arts/ Bridgeman Images L'allestimento della mostra Caravaggio 2025 a Roma Tra le varie formule che Italo Calvino ha attribuito ai classici una per tutte potrebbe ben rispecchiare la lunga gittata che l’ombra di Caravaggio proietta fin nel cuore del Novecento e oltre facendo di quest’artista un punto di riferimento immancabile finanche un’icona di cui si sono appropriati Scrive Calvino: «I classici sono libri che esercitano un’influenza particolare sia quando s’impongono come indimenticabili sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale» A partire dagli studi di Longhi e poi di Calvesi e Mina Gregori fino ai contributi più recenti (ricordo il bel volume di Alessandro Zuccari la figura di Merisi si è venuta sempre più «imponendo» nel corso del Novecento assestandosi tra i vertici della storia della pittura da un lato dall’altro dando origine a una bibliografia ormai amplissima anche in virtù delle nuove scoperte e attribuzioni che non poco hanno contribuito a una problematizzazione filologica con questioni che restano tuttora sul tavolo degli esperti Caravaggio è talmente consustanziale alla nostra contemporaneità da essere un classico ormai sedimentato nel nostro inconscio e nel nostro immaginario Per questo ogni evento che lo riguardi riscuote quell’attenzione e quel riscontro riservati solo ai grandi protagonisti di una scena artistica che non si esaurisce certo con la sua vicenda biografica o espressiva: i suoi dipinti non finiscono mai di dire quel che hanno da dire e sembrano davvero scrollarsi di dosso il denso «pulviscolo di discorsi critici su di sé» Non si sottrae a quest’onda di successo, considerato il numero altissimo di prenotazioni, anche la mostra appena inaugurata a Roma a Palazzo Barberini, Caravaggio 2025 esito di una partnership davvero straordinaria che ha coinvolto istituzioni museali Thomas Clement Salomon (le prime due responsabili anche del catalogo pubblicato da Marsilio Arte) squadra che ha dato vita a un’esposizione invero unica sia per la ricchezza sia per la rarità di alcune tele accanto ad altre ben note anche al grande pubblico È notevole che siano presentate per la prima volta ben ventiquattro opere e che la mostra attuale possa rendere conto di un ampio tracciato che spazia dal Bacchino fino al Martirio di Sant’Orsola dipinto un mese prima della scomparsa di Caravaggio L’osservatore ha a disposizione una rappresentanza pressoché unica che può completarsi con la visita nelle chiese romane dov’era più corretto lasciare le tele nel contesto originario voluto specie nell’anno giubilare; sola eccezione recuperata dal patrimonio ecclesiastico è la Flagellazione di Cristo in cui la figura martoriata del protagonista si mostra in un’inedita leggerezza quasi danzante come il passo della Madonna dei Pellegrini conservata nella chiesa di Sant’Agostino riassume e stimola quanto della filologia si è finora speso su temi ancora dibattuti a proposito di datazioni e attribuzioni ma questo è un percorso obbligato per tutti gli studiosi di questo maestro potrebbe risultare più coinvolgente una visione più contemporanea multimediale o meglio transmediale di Caravaggio soprattutto alla luce dei restauri più recenti che non potranno mancare in un investimento di tale importanza ci si augura che possano aprirsi spazi di riflessione e di discussione sulla più autentica portata odierna di Merisi fecondamente sviluppatosi nei suoi immediati dintorni ma anche nell’ambito della pittura novecentesca e post-novecentesca Caravaggio si è offerto anche come personaggio se da un lato supera i confini dell’imitazione e dell’emulazione per farsi omaggio dall’altro finisce per comprendere dimensioni espressive che non possono essere trascurate o marginalizzate ai fini di una più efficace ricostruzione dei processi di ricezione intorno a un momento capitale della nostra pittura Non starò a richiamare come Caravaggio agisca sulla letteratura sul teatro (mi limito a ricordare il titolo di un libro del poeta Cesare Viviani proprio con il pensiero alla sua ultima opera per restare tra le pellicole di maggiore impatto la settima arte non si è certo lasciata sfuggire l’occasione di ricreare una vicenda esistenziale e creativa già romanzesca di suo; quanto alla narrativa o alle biografie romanzate a romanzi come La luce e il lutto di Giuseppe Conte o Il colore del sole dove Andrea Camilleri immagina un diario segreto del pittore il discorso si fa più complesso e intrigante Proprio dall’osservatorio di quest’arte il confronto diviene più interessante anche per illuminare poetica e tecnica (e quindi l’interpretazione) di Caravaggio Il dipinto che conclude la mostra e la cronologia delle opere conservato a Napoli presso le Gallerie di Intesa San Paolo è stato oggetto di un recente e accuratissimo restauro che ha coinvolto anche nuove tecnologie grazie alle quali è stato possibile ottenere nelle parole della restauratrice Laura Cibrario Sono così riapparsi dettagli che rendono la rappresentazione ben più affollata e movimentata una vera e propria fotografia dell’istante in cui la martire osserva sorpresa quanto le sta accadendo e il suo carnefice Attila si mostra «quasi inebetito» A far partire lo scatto è proprio l’osservatore Caravaggio che pare aver colto l’istante cruciale di una scena a cui si trova ad assistere casualmente come un reporter che si aggiri per le strade in attesa di poter fissare un evento così come possiamo ammirarlo in questa esposizione che rappresenta forse la vera sorpresa di Caravaggio 2025 Apparso nel 2021 in asta in Spagna con un riferimento l’opera ha avviato fin da subito un dibattito sulla sua effettiva paternità accompagnato da una serie di analisi scientifiche ha confermato l’autografia caravaggesca soprattutto grazie agli interventi di una delle curatrici che lo portò con sé al suo ritorno in patria il dipinto figura in effetti nell’inventario dei beni dei conti Castrillo sebbene i problemi di datazione e di collocazione nel percorso di Caravaggio siano tuttora discussi Notevole è l’approccio psicologico al personaggio di Pilato che davvero espone alla folla esterna il Cristo martoriato alzandone i lembi del mantello come a farlo riconoscere nella sua spoglia rispondendo così al noto quesito evangelico Le soluzioni spaziali offrono non solo la giusta prospettiva d’osservazione ma suggeriscono anche confronti e percorsi più trasversali ritrattistica e gestualità (proprio ai ritratti è dedicato il saggio in catalogo di Gianni Papi che insieme agli altri contributi fa di questo volume qualcosa che trascende uno strumento di accompagnamento alla mostra di fatto comprendendo una folta e aggiornata bibliografia e sintetizzando studi passati ma aprendo anche a nuove esplorazioni sullo status quaestionis) si conserva la versione di Simon Vouet risalente al 1617 dipinta invece tra il 1596 e il 1597 per il suo grande sostenitore il cardinal Del Monte e di cui esiste una variante raffigura una zingara nell’atto della chiromanzia e dell’inganno (sta sfilando l’anello dalla mano del giovane) ciò che rende il titolo antifrastico e beffardo Il dipinto dà origine a tutta un filone “zingaresco” ben attestato nella sua impostazione scenica decisamente teatrale ma essenziale: gesti e significati si contengono nello spazio occupato dai due personaggi laddove Vouet amplia la scena a una terza figura il tema centrale dell’ingenuità si stempera in quello della distrazione (è la terza figura che gli sottrae denari) e il sorriso sapiente e sornione della zingara che in Caravaggio provoca timore e perplessità delegando alla nuova figura il sorriso come di complicità rivolto all’osservatore esterno Così l’aver movimentato la scena dà vita in Vouet a un teatrino fin troppo esplicito ben lontano dal più sottile scavo psicologico di Caravaggio che poggia proprio sull’ingenuità della gioventù mentre Vouet fa del derubato un uomo adulto sebbene in questo caso indiretta e ispirata al sacro di evidenziare la presenza di un’unica modella (solitamente identificata nella cortigiana Fillide Melandroni anche se il saggio in catalogo di Francesca Curti mina tale ipotesi) nelle tele che rappresentano Santa Caterina d’Alessandria segna il momento in cui la modulazione della luce diviene un fattore essenziale del tratto caravaggesco contribuendo alla determinazione di spazi e volumi Questo punto di svolta pare testimoniato anche nella consapevolezza che traspare dal volto della santa il cui sguardo traverso allude al martirio rappresentato dalla ruota a cui si appoggia e dalla spada insanguinata ma nello stesso tempo asseconda l’andamento della luce che lascia in risalto sia la spada che l’ha decollata sia la ruota con cui invano si è tentata la tortura fatale La regalità della figura si riconosce anche nelle altre due tele dove Maddalena regge uno specchio convesso strumento attestato nella pratica pittorica di Caravaggio Il contrasto con il volto austero di Marta evidenzia qui il momento drammatico della conversione; gli emblemi della vanità risultano corrosi dall’illuminarsi di una nuova e diversa bellezza alla cui dolcezza si oppone con decisione il piglio l’esattezza del gesto di Giuditta mentre decapita Oloferne Sono solo alcune delle molteplici suggestioni che Caravaggio 2025 induce nel visitatore che ne esce confermato nella sua ammirazione e nello stesso tempo provocato dalle novità inesauribili di un maestro che davvero non finisce di dire quel che ha da dire © 2011-2025 doppiozero - ISSN 2239-6004 - [privacy/cookie] - P.Iva: 07505190962 - Codice destinatario per fatturazione elettronica (SDI): USAL8PV il dipinto era stato esposto soltanto nel 1951 alla mostra su Caravaggio curata da Roberto Longhi fanno sapere gli organizzatori della mostra dopo l’esposizione tornerà in un caveau rimanendo inaccessibile al pubblico fino al 2027 Il Presidente della Fondazione Casa di Risparmio di Gorizia ha definito l’evento espositivo come “sicuramente eccezionale per gli sforzi che ha richiesto ma anche per la squadra che si è creata Ha inoltre evidenziato che “quest’opera non era previsto arrivasse a Gorizia prima della pausa che la Sovrintendenza aveva stabilito dovesse trascorrere in un caveau per la sua tutela” rendendo la sua presenza un’opportunità ancora più significativa e una “responsabilità in più” colta da Gorizia in quanto Capitale Europea della Cultura 2025 insieme a Nova Gorica “La nostra Fondazione - ha concluso Bergamin – ha inteso regalare questa occasione al territorio Lunedi 20 gennaio la Galleria Borghese propone un’apertura straordinaria dalle 17.00 alle 19.00 (ultimo ingresso ore 17.45) per visitare la mostra attualmente in corso: Poesia e pittura nel Seicento Giovan Battista Marino e la meravigliosa passione In questa occasione sarà possibile per il pubblico partecipare all’incontro dal titolo Caravaggio e Giovan Battista Marino in cui attraverso la lettura di alcuni testi la direttrice del museo Francesca Cappelletti approfondirà il rapporto tra i due che benché le testimonianze in tal senso siano poche e non sempre attendibili furono “amicissimi” come ci riferisce Giovan Pietro Bellori Indiscussa la stima e l’ammirazione che il poeta prova nei confronti dell’artista I componimenti a lui dedicati contenuti ne La Galeria un sonetto in lode di un ritratto di Marino (Ritratti e un madrigale per il celebre tondo con la testa di Medusa e il poemetto Il Tempio e nell’Adone L’incontro si svolge presso il portico del museo La partecipazione è gratuita e compresa nel biglietto ordinario di ingresso del museo La prenotazione del biglietto è obbligatoria su questa pagina oppure chiamando lo 06 32810 un dipinto attribuito a Caravaggio è esposto in India La discussa Maddalena in estasi è infatti al centro di una mostra al Kiran Nadar Museum of Art (KNMA) di Nuova Delhi inaugurata l’11 aprile 2025 alla presenza del ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani riscoperta nel 2014 in una collezione privata europea e attribuita al maestro lombardo dalla storica dell’arte Mina Gregori (e per tal ragione è nota anche come la “Maddalena Gregori”) è stata oggetto di dibattito tra gli studiosi riguardo alla sua autografia La Maddalena in estasi è stata esposta inizialmente all’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi dal 12 al 15 aprile La mostra è parte di un progetto di circuitazione internazionale che ha visto l’opera esposta in Mongolia nel maggio 2024 e successivamente in due tappe in Cina L’iniziativa mira a promuovere la conoscenza reciproca tra Italia e India attraverso il patrimonio artistico L’opera raffigura Maria Maddalena in un momento di estasi mistica con la testa reclinata all’indietro e gli occhi chiusi immersa in una luce intensa che ne esalta l’espressione emotiva Maria Maddalena si ritirò in una grotta nel sud della Francia dove veniva trasportata sette volte al giorno dagli angeli alla presenza di Dio Mercoledì 2 aprile a Gorizia nello spazio espositivo “Smart Space” della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia (via Carducci 2) è stata inaugurata la mostra del celebre dipinto di Caravaggio proveniente dalla Collezione Ruffo e da oggi parte integrante dei percorsi espositivi “Gorithia L’evento ha rappresentato un momento di grande importanza culturale per la città e il territorio come sottolineato dal Presidente della Fondazione Casa di Risparmio di Gorizia Il Presidente ha definito l’evento espositivo come “sicuramente eccezionale per gli sforzi che ha richiesto Ha inoltre evidenziato che “quest’opera non era previsto arrivasse a Gorizia prima della pausa che la Sovrintendenza aveva stabilito dovesse trascorrere in un caveau per la sua tutela” rendendo la sua presenza un’opportunità ancora più significativa e una “responsabilità in più” colta da Gorizia in quanto Capitale Europea della Cultura insieme a Nova Gorica Bergamin ha quindi precisato che “l’opera resterà esposta fino al 30 di giugno È quindi un’occasione unica per il pubblico di poterla ammirare La nostra Fondazione – ha concluso Bergamin – ha inteso regalare questa occasione al territorio perché crediamo profondamente nel valore della cultura come elemento di coesione delle comunità Voglio ringraziare il proprietario della meravigliosa tela ha espresso grande entusiasmo per l’iniziativa più che un insieme di nozioni acquisite asetticamente deve essere una personale e soggettiva rielaborazione di esperienze da condividere con gli altri Qui in sede della Fondazione Carigo c’è l’opportunità per tutti i nostri cittadini di vivere un’esperienza straordinaria le emozioni che questa opera d’arte straordinaria sono in grado di trasmettere davvero faranno parte poi dei migliori ricordi delle persone” Alla cerimonia ha preso parte anche l’Assessore Regionale al Demanio e ai Servizi informativi Sebastiano Callari il quale ha evidenziato “la potenza emotiva straordinaria dell’opera esposta e il suo valore simbolico come uno dei punti più alti del percorso culturale che proietta GO il cui simbolo è l’aquila – come per il Friuli Venezia Giulia – consente di tracciare un significativo parallelismo con l’azione di promozione culturale avviata nell’ambito della Capitale europea della cultura” Entrambi gli esponenti della Giunta regionale hanno espresso un sentito ringraziamento alla Fondazione Carigo per l’impegno e la visione dimostrati in questa occasione di straordinaria rilevanza culturale All’inaugurazione hanno partecipato anche il Prefetto e l’Assessore alla Cultura di Gorizia Fabrizio Oreti entrambi hanno sottolineato come la presenza dell’opera di Caravaggio a Gorizia sia la “ciliegina sulla torta” di Gorizia 2025 qualificando Gorizia anche come capitale europea delle esposizioni ha rivolto un plauso allo spazio espositivo della Fondazione Carigo lo spazio che ne rappresenta tutta la storia” Presidente della Fondazione Meeting del Mare C.R.E.A ha offerto una profonda riflessione sul significato dell’opera evidenziando come la presenza di questo capolavoro a Gorizia confermi ancora una volta lo straordinario potere dell’arte di unire: “Gorizia 2025 è una grande porta d’Europa e della civiltà d ’Europa scenario perfetto per questo dipinto che è un varco verso una cultura e una mentalità dell’incontro e dell’amicizia tra tutte le genti” Don Gianni Citro ha poi descritto il tema del dipinto che “nel suo carattere espressionista e fortemente drammatico ritrae la cattura di Cristo nell’orto degli ulivi” Citro ha invitato inoltre a soffermarsi sull’autoritratto dello stesso Caravaggio “che compare tra i personaggi ritratti reggendo una lanterna in quella che è e sul volto di Cristo “che sembra quasi già presagire il proprio destino” In concomitanza con l’esposizione del capolavoro di Caravaggio è stata inaugurata anche una sezione dedicata ai Codici del Tesoro di Aquileia allestita in collaborazione con la Biblioteca del Seminario Teologico di Gorizia dove saranno esposti a rotazione tredici libri liturgici di grande valore storico decorati con iniziali miniate e ornamenti floreali di cui la Fondazione Carigo ha finanziato il restauro e la digitalizzazione operazione illustrata dal responsabile del procedimento dott Questi Codici Miniati rappresentano un’importante testimonianza delle radici culturali e religiose del territorio Fino al 4 maggio sarà possibile ammirare anche una pergamena manoscritta databile al IX secolo che costituisce una delle più antiche testimonianze scritte di natura libraria conservate in Friuli Venezia Giulia Le visite aperte al pubblico prenderanno il via il 3 aprile e si svolgeranno con ingresso gratuito Gli orari di visita sono dal lunedì al giovedì dalle 16:00 alle 19:00 e il sabato e la domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00 È consigliata la prenotazione per la visita alla sola opera di Caravaggio tramite il link https://bit.ly/lapresadicristocaravaggio e per la visita al percorso espositivo “GORITHIA Tra le pieghe del tempo 1001-2025” inclusa l’opera di Caravaggio Le visite all’opera di Caravaggio avverranno per gruppi di massimo dieci persone alla volta La rivoluzione di Caravaggio nel panorama artistico attraverso gli studi e le riflessioni critiche più recenti è protagonista della mostra evento allestita nell'anno del Giubileo alle Gallerie Nazionali di Arte Antica a Palazzo Barberini di Roma Eccezionale il numero di dipinti autografi dei quali è costituita l'esposizione “Caravaggio 2025” Maria Cistina Terzaghi e Thomas Clement Salomon Dialogano per la prima volta tra loro capolavori di Michelangelo Merisi finora mai accostati: da quelli più noti provenienti dalle più prestigiose istituzioni museali del mondo a quelli incredibilmente scoperti in tempi più recenti A pochi giorni dal taglio del nastro incontriamo Francesca Cappelletti direttrice della Galleria Borghese: “I visitatori - spiega - vedranno ciò che noi sappiamo di Caravaggio nel 2025 Questo è il senso della mostra e questo è il senso anche del titolo che è così essenziale: presentare esclusivamente il pittore presentarlo in una prospettiva molto contemporanea di studi e di acquisizioni che sono avvenuti negli ultimi tempi" "La mostra ad esempio - prosegue - rimette nel contesto cronologico culturale e creativo di Caravaggio il ritratto di Maffeo Barberini che già da qualche tempo è ritornato a Palazzo Barberini sotto gli occhi del pubblico dopo moltissimi decenni in cui non se ne sapeva più nulla E poi rimette nel contesto delle opere di Michelangelo Merisi anche l'Ecce Homo ritrovato a Madrid qualche anno fa: per la prima volta quest'opera lascia la Spagna e viene vista in Italia soprattutto nell'ambito delle opere napoletane Sarà finalmente l'occasione per discutere sulla sua datazione accanto ad altri quadri" Alla riscoperta dell'Ecce Homo è dedicato il documentario diretto da Àlvaro Longoria e intitolato “Il Caravaggio perduto” Sarà nei cinema in concomitanza con l'inaugurazione della mostra il 10 l'11 e il 12 marzo e svela le incredibili recenti vicende del dipinto che si è rivelato essere un'opera d'arte unica al mondo Significativa la scelta di Palazzo Barberini come sede espositiva di Caravaggio 2025 Professoressa Cappelletti possiamo definire questa operazione come una “riconnessione” tra Caravaggio e il contesto in cui ha operato?  una riconnessione con il contesto del collezionismo dei primi del Seicento ma anche dei passaggi avvenuti tra le collezioni Avremo la possibilità di vedere a Palazzo Barberini per la prima volta dipinti che in antico facevano parte della collezione Barberini In gran parte arrivarono attraverso l'acquisto delle opere del cardinale Francesco Maria del Monte Quest'ultimo era uno dei più grandi mecenati di Caravaggio un personaggio che fu in grado di accorgersi del talento e delle novità di questo giovane pittore Lombardo a Roma e fin dal 1597 divenne una delle figure di riferimento per Caravaggio nell'Urbe Quindi rivedremo insieme i dipinti che facevano parte della collezione del cardinale del Monte: la meravigliosa Santa Caterina che viene dalla collezione Thyssen-Bornemisza di Madrid o i Bari del Kimbell Art Museum di Fort Worth Sono quadri che parlano allo stesso tempo della collezione Barberini ma anche del rapporto intenso di Caravaggio con questo mecenate Per la prima volta alcuni capolavori di Caravaggio saranno esposti l'uno accanto all'altro Non è accaduto neanche ai tempi di Michelangelo Merisi In alcuni casi non è accaduto neanche ai tempi di Caravaggio perché avremo accostati la Santa Caterina con il Giuditta e Oloferne di Palazzo Barberini Quest'ultima opera apparteneva alla collezione di Ottavio Costa banchiere e collezionista genovese che fu accanto a Caravaggio fin dagli esordi e che non lo abbandonerà mai anche durante il momento della fuga da Roma Erano quadri che ai tempi di Caravaggio si trovavano in palazzi diversi ma risalgono allo stesso momento creativo del pittore durante il quale egli si riferì probabilmente anche alla stessa modella Ai visitatori all'interno del percorso della mostra sarà offerta l'esperienza di poter ricostruire l'orizzonte visivo di Caravaggio: ciò che lui aveva davanti quando dipingeva con l'esempio del modello vivente 11 e 12 marzo sarà nelle sale cinematografiche il documentario sulla riscoperta in Spagna dell'Ecce Homo Possiamo dire che ci attendono una serie di giornate significative nel segno di Caravaggio dedicate a Caravaggio e al suo percorso a Roma Ci sarà anche un altro documentario su Caravaggio a Roma che verrà presentato il 17 marzo Quindi direi un racconto fatto anche con vari mezzi espressivi sulla biografia di Caravaggio e sulle peripezie delle opere Anche le opere infatti hanno una loro vita hanno una loro storia ed è importante raccontarla Lo studio rinnovato di questi capolavori in occasione della mostra ha condotto voi curatori a nuove scoperte e riflessioni su Caravaggio Io direi che Caravaggio è un campo di studi inesauribile Oggi rispetto a ieri sono cambiati gli interrogativi su Caravaggio Innanzitutto ci chiediamo se saremo in grado di ritrovare altri dipinti citati dalle fonti ma che al momento non conosciamo Ci sono aspetti del suo percorso sui quali la ricerca è impegnatissima negli ultimi anni Mi riferisco ad esempio all'arrivo di Caravaggio a Roma: il problema degli esordi In che anno è arrivato nella Città Eterna Questo è un nodo critico essenziale sul quale ci sono molte ipotesi anche contrastanti Cosa è successo dal momento in cui lo troviamo collocato nella bottega di Simone Peterzano a Milano Lo ritroviamo a Roma con i primi dipinti: il “Bacchino malato” o il “Ragazzo con la canestra di frutta” Abbiamo scelto di iniziare il percorso della mostra proprio dal “Bacchino malato” un dipinto della Galleria Borghese che è arrivato nelle collezioni di Scipione Borghese dalla bottega del Cavalier D'Arpino presso il quale Caravaggio era stato qualche mese prima del 1597 È un'opera che ci fa interrogare sugli esordi di questo pittore Innegabile il carattere spirituale delle opere di Caravaggio A Roma tanti pellegrini stanno giungendo in quest'anno in occasione del Giubileo Noi ci auguriamo che questa mostra possa invitare i visitatori a proseguire il percorso nelle chiese di Roma Non abbiamo chiesto in prestito nessuna opera dalle chiese romane proprio perché il Caravaggio religioso il Caravaggio delle grandi storie religiose va visto Abbiamo invece prodotto una piccola guida che ci porta negli altri luoghi di Caravaggio a Roma Va ricordato che Caravaggio ha avuto un'importanza straordinaria per un modo completamente nuovo di impostare la pala d'altare e di studiare la composizione del racconto religioso Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui SPECIALE HOME STORIES COME SFRUTTARE PICCOLI SPAZI DESIGN TOUR INTORNO AL MONDO La newsletter di Living:stili e tendenze per la tua casa L’incredibile storia del Caravaggio perduto Prima era in un salotto. Poi, dopo un trasloco, avvolto nel pluriball e portato in una casa d’aste di Madrid, stava per essere venduto a 1500 euro. Tra i 24 dipinti esposti nella grande mostra di Palazzo Barberini Caravaggio 2025 c’è anche l’Ecce Homo il dipinto riscoperto nella capitale spagnola che torna in Italia dopo quattro secoli Il quadro verrà poi acquistato da un misterioso compratore per 36 milioni di euro La sua incredibile storia è ripercorsa nel docu-thriller Il Caravaggio perduto per la regia di Àlvaro Longoria nelle sale il 10 alla scoperta dell’intera parabola artistica di Michelangelo Merisi coprendo un arco cronologico di 15 anni dall’arrivo a Roma nel 1595 fino alla morte a Porto Ercole nel 1610 – in un ospedale (e non su una spiaggia come racconta il mito) fatto di ombre e chiaroscuri per poter vivere al meglio le opere vi sono anche il Ritratto di Maffeo Barberini attribuito all’artista dal critico Roberto Longhi nel 1963 e mai esposto al pubblico fino alla fine del 2024 e la prima versione di Saulo della cappella Cerasi poco accessibile perché conservata in una dimora privata «Caravaggio 2025 offre la possibilità di ammirare capolavori del maestro in collezione privata come l’Ecce Homo da pochissimo riscoperto a Madrid» spiega la co-curatrice Maria Cristina Terzaghi che è stata la prima a vedere il quadro sfidando le restrizioni del Covid in tempi di pandemia «Quando l’ho visto per la prima volta l’ho subito collegato al mio museo interiore Ci ho messo pochissimo a riconoscere la mano di Caravaggio L’Ecce Homo brilla qui per la prima volta in mezzo alle altre opere di Caravaggio in particolare quelle del primo e secondo soggiorno napoletano svelando ancora una volta la sostanza della poetica del maestro: vero e umano» Aperta al pubblico per tutta la durata della mostra sarà inoltre un’altra perla rarissima: il murale con Giove continua Maria Cristina Terzaghi «è inoltre possibile seguire tutti gli snodi della carriera dell’artista: il cambiamento umano e stilistico sorprende sostanzialmente a ogni quadro con momenti altissimi offerti dall’accostamento di opere che nacquero probabilmente a distanza di giorni o settimane nello studio del maestro e da allora non si sono mai più viste insieme della Giuditta della Galleria Barberini e della Marta e Maddalena di Detroit dove la stessa modella veste i panni di diverse sante ed eroine documentando mirabilmente il processo creativo del pittore» Da ascoltare in questi giorni anche un podcast: Una Stanza tutta per lui in cui la direttrice della galleria Borghese Francesca Cappelletti racconta le opere oggi conservate nella Galleria e prestate alla mostra: Bacchino malato l’artista ribelle che trasformò il trauma in visioni oniriche A Forte dei Marmi una mostra racconta il tempo e il suo fluire Redazione Abbonamenti Pubblicità Sitemap Cookie, Policy e Privacy Dichiarazione di Accessibilità Preferenze Community Policy Naviga il sito di Living con pubblicità profilata e senza abbonarti Un’ordinanza del Comando della Polizia locale dispone modifiche alla viabilità in via Caravaggio tra l’intersezione di via Hayez e quella della SR 245 Il provvedimento è stato adottato a seguito di un sopralluogo di Veritas Spa dal quale è risultato uno stato di pericolo per l’incolumità per la presenza di voragini e vuoti sotto il manto stradale Fino alla messa in sicurezza dell’area è disposta l’interdizione alla circolazione veicolare sulla corsia est nel tratto di strada tra l’intersezione con via Hayez e la SR 245 Nello stesso tratto è predisposto un senso unico alternato L'area di cantiere sarà appositamente segnalata e illuminata in orario notturno Il testo dell’ordinanza Tra gli interventi previsti: nuove aree gioco arredi urbani e la creazione di piazzole per attività ed eventi nel tratto tra viale Ancona e la rotonda Bonomi L'investimento per questi interventi è di 210.373,84 euro Gli agenti hanno riscontrato diverse irregolarità A inizio maggio gli Stati Generali della Città sulla mobilità acquea e il moto ondoso Il fermo è avvenuto nel pomeriggio di martedì 25 marzo Dal generale Carmine Lopez al generale Giuseppe Gerli Il responsabile individuato grazie all’analisi dei filmati della videosorveglianza comunale il Comune di Venezia ha assicurato il proprio supporto in occasione delle gravi alluvioni che hanno che hanno interessato l'Emilia Romagna negli ultimi due anni Le domande possono essere presentate entro le ore 12 del 29 marzo Divieto di vendita di bevande nell'area della stazione ferroviaria di Mestre Via libera della Giunta alla concessione di un locale alla Regione per l'installazione del nuovo sistema che potenzierà il segnale radio sull'isola manifestazioni ed eventi nell'ambito della celebrazione ufficiale del Carnevale A seguito del sopralluogo dei Vigili del Fuoco Firenze si prepara a ospitare Caravaggio e il Novecento trasformerà Villa Bardini in un crocevia di storia dell’arte l’esposizione è promossa dalla Fondazione CR Firenze in collaborazione con la Fondazione Longhi La rassegna vuole essere un viaggio nella vita di Roberto Longhi e Anna Banti, coppia che ha lasciato un segno indelebile nella cultura del Novecento. Lui, storico dell’arte e raffinato critico, ha riscoperto il Caravaggio e i maestri del Seicento italiano. Lei, scrittrice e traduttrice, ha dato voce alle artiste dimenticate, prima fra tutte Artemisia Gentileschi Insieme hanno animato un cenacolo di intellettuali che ha plasmato il panorama culturale italiano e internazionale La mostra occupa tutti gli spazi di Villa Bardini: il percorso espositivo si sviluppa in 12 sale, dense di materiali rari e spesso inediti. Tra i pezzi forti, spiccano capolavori come il Ragazzo morso da un ramarro di Caravaggio, gli Apostoli di Jusepe de Ribera e una preziosa sequenza di 10 opere di Giorgio Morandi Ma l’esposizione non si limita ai dipinti L’allestimento include documenti d’archivio che raccontano la rete di amicizie e influenze della coppia Longhi e Banti dialogavano con personalità come Ungaretti mentre tra gli artisti che frequentavan[...] ROMA – Un dipinto appeso per decenni nel soggiorno di una casa madrilena, considerato un’opera ordinaria, si rivela un capolavoro di inestimabile valore. Il Caravaggio Perduto, documentario diretto da Álvaro Longoria, racconta la sorprendente storia dell’Ecce Homo attribuito a Michelangelo Merisi da Caravaggio restauro e immissione nel mercato dell’arte si sviluppa come un thriller che intreccia realtà portando alla luce non solo la storia di un dipinto riscoperto ma anche le dinamiche spesso oscure del mondo dell’arte e del collezionismo Il documentario si muove attraverso diverse città europee e italiane ripercorrendo il contesto storico e artistico di Caravaggio e mostrando alcune delle sue opere più celebri La regia costruisce un racconto che non si limita alla storia dell’Ecce Homo esplorando il mondo dei cosiddetti “dormienti”: dipinti di straordinario valore che Guidato dal mercante d’arte Jorge Coll e dai suoi soci il team del documentario ha seguito per tre anni il percorso dell’opera: dalla sua comparsa in un’asta madrilena fino all’intervento delle istituzioni dal restauro meticoloso all’attenta analisi degli esperti L’accesso esclusivo a queste fasi consente di rivelare aspetti solitamente nascosti: gli scambi riservati tra collezionisti il ruolo delle gallerie e delle case d’asta propone una riflessione più ampia sul mondo dell’arte L’estetica del documentario si ispira direttamente all’opera di Caravaggio: luci e ombre dominano la fotografia del film creando un parallelismo tra la poetica dell’artista e le zone d’ombra che ancora caratterizzano il mercato dell’arte L’autenticazione di un’opera attribuita a un maestro del passato è un processo complesso ricerche archivistiche e valutazioni scientifiche gli esperti raccontano il percorso che porta a riconoscere la mano di Caravaggio illustrando gli elementi distintivi della sua pittura dalla drammaticità del chiaroscuro alla potenza espressiva dei volti Ma il film esplora anche il lato più oscuro del mercato dell’arte: le speculazioni che si attivano attorno a un’opera di valore inestimabile la competizione tra musei e collezionisti privati Chi ha il potere di stabilire il valore di un’opera Quali sono i criteri con cui un dipinto viene attribuito o declassato Il Caravaggio Perduto solleva interrogativi che vanno oltre il singolo caso dell’Ecce Homo svelando un sistema regolato da dinamiche spesso invisibili La vicenda dell’Ecce Homo si inserisce in una lunga tradizione di scoperte e attribuzioni che hanno segnato la storia dell’arte Con un ritmo incalzante e una narrazione che alterna analisi storiche a testimonianze dirette il documentario restituisce il senso di un’indagine che ha richiesto tempo FANDANGO Una mostra-archivio che ripercorre cinque anni di progettualità diffusa e radicata nei territori Cento artisti e cento borghi per un’indagine… ROMA – Uno sguardo di troppo può diventare una ferita lo capisce chiunque attraversi le sale del Palazzo delle Esposizioni… C’è tempo fino al 30 giugno 2025 per partecipare alla prima edizione del Premio Meridiana iniziativa ideata dalla Fondazione Donnaregina… Carlo Scarpa intervenne due volte negli spazi del Museo Correr FIRENZE – Il tempo a Sammezzano sembrava essersi fermato non per incanto Chi siamo Archivio {"type":"video","object":{"title":"Caravaggio a Roma  Ventiquattro opere autografe di Caravaggio racchiuse in un'unica mostra dal titolo eloquente "Caravaggio 2025" Un'esposizione-evento che riesce ancora a presentare il grande artista italiano in modo originale Thomas Clement Salomon ed è organizzata in occasione del Giubileo Un percorso nella rivoluzionaria pittura di uno degli artisti che hanno segnato di più la storia dell'arte e l'immaginario collettivo arrivando al grande pubblico con i suoi chiaroscuri Capolavori straordinariamente concessi in prestito da prestigiosi musei nazionali e internazionali uno dei più importanti e ambiziosi progetti espositivi mai dedicati all'opera del Merisi e contenente numerose sorprese Tra i punti forti della mostra il Ritratto di Maffeo Barberini e l'Ecce Homo riscoperto a Madrid nel 2021 curatrice della mostra: "Sono stata una degli storici dell'arte che ha visto il quadro fin dall'inizio e ha subito pensato potesse trattarsi di Caravaggio Non c'è stato un grosso dibattito critico perché è stata unanimemente accolta l'attribuzione; c'è più un dibattito sulla cronologia cioè il momento in cui Caravaggio avrebbe eseguito questo quadro Devo dire che qui nella mostra abbiamo una grossa occasione per sciogliere questo dubbio perché l'abbiamo proprio esposto accanto alle opere napoletane; il dibattito è se sia stato eseguito nel primo o nel secondo soggiorno e quindi qui ci possiamo rendere molto meglio conto di questa cosa" Tra i capolavori che "tornano a casa": i Bari i Musici e la Santa Caterina d'Alessandria guida il pubblico alla scoperta dell'intera parabola artistica del Merisi coprendo un arco cronologico di circa quindici anni dall'arrivo a Roma intorno al 1595 alla morte a Porto Ercole nel 1610 direttore Gallerie Barberini Corsini: "La particolarità è di avere 24 capolavori di Caravaggio ci vorrà qualche decennio per poter vedere una mostra del genere: dipinti che erano nelle collezioni Barberini che tornano qui a Palazzo Barberini dipinti che non si vedevano in Italia da secoli come il di Maffeo Barberini che abbiamo presentato in questi mesi che per la prima volta sarà qui esposto insieme ad altri ritratti di Caravaggio Tra le opere in prestito dalla collezione Intesa Sanpaolo il 'Martirio di sant'Orsola ubicato solitamente presso le Gallerie di Italia a Napoli proprio in occasione della mostra 'Caravaggio 2025' sono venute alla luce tre nuove figure scomparse nel tempo: un soldato a destra di Attila un probabile pellegrino e un armigero di cui si vede l'elmo con la fessura per gli occhi è considerato l'ultimo dipinto di Michelangelo Merisi ROMA – Ogni opera di Caravaggio è un campo di tensioni di bagliori improvvisi che squarciano il buio di gesti congelati in una drammaticità che ancora oggi ci interroga e ci sfida di istanti sospesi tra il reale e il simbolico Caravaggio 2025 la grande mostra in programma dal 7 marzo al 6 luglio a Palazzo Barberini si pone l’ambizioso obiettivo di restituire tutta la complessità di Michelangelo Merisi attraverso un percorso di ventiquattro dipinti straordinari alcuni dei quali raramente esposti al pubblico Un viaggio nelle inquietudini e nelle invenzioni di un artista che ha scardinato le convenzioni e ridisegnato il volto della pittura europea La mostra riunisce opere provenienti da collezioni pubbliche e private in un dialogo serrato che getta nuova luce sulla parabola artistica del Merisi Spiccano presenze eccezionali come il Ritratto di Maffeo Barberini pubblicato da Roberto Longhi nel 1963 ma esposto per la prima volta solo pochi mesi fa l’Ecce Homo riscoperto nel 2021 e tornato in Italia dopo secoli e la prima versione della Conversione di Saulo normalmente inaccessibile perché custodita in una dimora privata A questi si affiancano le opere storicamente legate a Palazzo Barberini: I Musici I Bari e la Santa Caterina d’Alessandria un tempo nelle raccolte Barberini e ora di nuovo esposte tra le sale che le videro protagoniste Completano il percorso alcuni dei dipinti più celebri del Merisi la Giuditta e Oloferne e il San Giovanni Battista parte della collezione permanente delle Gallerie Nazionali di Arte Antica ciascuna dedicata a un momento cruciale della carriera dell’artista: “Caravaggio fu l’artista del suo tempo mise in crisi equilibri e maniere ereditate dal Rinascimento per offrire una pittura nuova che fu la scintilla per una generazione di radicale rinnovamento emergendo in filigrana nella pittura di grandi maestri come David e Picasso fino alla riscoperta pubblica con la mostra milanese del 1951 che trasformò l’immagine del pittore facendone la voce di una contemporaneità che si specchia nella passione della sua pittura e della sua inquieta parabola umana Caravaggio oggi è più vivo che mai e nelle sale di Palazzo Barberini centro irradiante della cultura seicentesca tornano per la prima volta alcune sue opere un tempo esposte nella collezione principesca con nuove attribuzioni che arricchiscono il catalogo del pittore lombardo“.  Direttore delle Gallerie Nazionali di Arte Antica evidenzia la portata della mostra: “Sono rare le mostre dedicate ai titani della storia dell’arte che possono vantare ben due dipinti da poco riscoperti ed esposti per la prima volta all’interno di un cospicuo numero di opere autografe Artista centrale della cultura figurativa europea la cui rivoluzione pittorica e la cui travolgente umanità hanno assunto i caratteri del mito attraverso l’azione ha saputo raccontare l’animo dell’uomo nelle sue sfaccettature più profonde a placare questa accelerazione del tempo in cui viviamo“ Direttrice della Galleria Borghese e curatrice della mostra si sofferma su alcuni dettagli chiave dell’esposizione: “Il percorso della mostra è stato costruito attorno a momenti decisivi della vita del Merisi L’Ecce Homo ritrovato a Madrid sarà determinante per mettere a fuoco gli anni napoletani mentre il Ritratto di Maffeo Barberini ci permette di affrontare il tema della ritrattistica di Caravaggio nel momento in cui il suo linguaggio era in piena trasformazione” sottolinea l’eccezionalità di alcuni prestiti: “Con il Maffeo si affronta per la prima volta davanti a un capolavoro il tema di Caravaggio e il ritratto intorno al 1598 quindi alle soglie della cappella Contarelli; l’Ecce homo sarà fondamentale in questa mostra per mettere a fuoco gli anni napoletani Ma soffermiamoci per un momento sulla fine del Cinquecento e l’inizio del secolo successivo: c’è del materiale incredibile nella mostra per farlo: la Conversione di Saulo Odescalchi nella quale si vede la tavolozza ricca direi quasi lussureggiante di un pittore che quando già ha dato una svolta notevole al suo uso del chiaroscuro nella cappella Contarelli si concede ancora di attingere al repertorio lombardo: gialli e rossi accesi nelle vesti di Saulo a terra dorate e verdi, nel paesaggio retrostante Anche la Santa Caterina è un trionfo di colori spessi e senza risparmio: ancora blu e oro per l’abito, e un cuscino rosa acceso per la spada…I prestiti dalla Galleria Borghese sono i perni della cronologia nel resto di questo percorso: il Bacchino malato per gli esordi il Davide con la testa di Golia per rilanciare la discussione sui soggiorni napoletani e il San Giovanni Battista del 1610 straordinario compagno della Sant’Orsola nella fase più tarda dell’attività del pittore“.  La mostra costruisce un’esperienza che si completa con l’apertura eccezionale del Giove conservato nel Casino dell’Aurora di Villa Ludovisi che aggiunge un ulteriore tassello alla comprensione dell’universo caravaggesco Caravaggio 2025 è resa possibile anche grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo che conferma il proprio impegno nella valorizzazione del patrimonio culturale Il progetto ha visto il coinvolgimento di esperti per la conservazione e lo studio delle opere esposte recentemente rientrata a Napoli dopo un restauro che ne ha rivelato nuovi dettagli La collaborazione con le principali istituzioni museali nazionali rafforza una rete dedicata alla tutela e promozione dell’arte italiana il catalogo edito da Marsilio Arte raccoglie contributi critici di studiosi internazionali offrendo nuove prospettive sull’opera di Caravaggio Keith Christiansen introduce la parabola artistica del maestro mentre Maria Cristina Terzaghi e Francesca Cappelletti approfondiscono il suo arrivo a Roma e il collezionismo delle sue opere Altri saggi esplorano il legame tra Caravaggio e la spiritualità le figure femminili ritratte dall’artista e la sua fortuna critica fino all’analisi della sua tecnica esecutiva Le schede delle ventiquattro opere in mostra completano il volume mettendo in luce questioni attributive ancora aperte Gallerie Nazionali di Arte Antica – Palazzo Barberini barberinicorsini.org Alla mostra Caravaggio 2025 inaugurata a Roma a Palazzo Barberini è esposta anche l’ultima opera del Merisi capolavoro appartenente alle collezioni di Intesa Sanpaolo e custodito nella sede napoletana Proprio in occasione del progetto espositivo tra i più importanti e ambiziosi mai dedicati a Caravaggio l’opera è stata sottoposta a un meticoloso intervento di pulitura compiuto dalle restauratrici Laura Cibrario e Fabiola Jatta Questo intervento ha riportato alla luce tre figure che con il tempo erano scomparse Sono infatti riemerse tre teste: a destra di Attila è comparsa la punta del naso di un soldato e il perimetro del suo elmo Il restauro conservativo ha inoltre restituito alla tela realizzata da Caravaggio nel 1610 poco prima della sua morte esaltandone la brillantezza e la nitidezza il dipinto è stato dotato anche di una nuova cornice secentesca sistema progettato per garantirne la conservazione ottimale nel tempo “La responsabilità di avere in collezione l’ultimo dipinto di Caravaggio impone il coinv[...] Stando al “2025” nel titolo della mostra romana l’intenzione è stata fin da subito quella di mettere al centro dell’attenzione le novità caravaggesche Una breve premessa per chi potrebbe trovare troppo severo quanto segue Io la stragrande maggioranza delle mostre (di arte antica) che si fanno oggi non la farei Nulla contro il formato mostra in sé che anzi può essere molto utile per comunicare l’arte al pubblico con la sua caratteristica di imbastire una narrazione lineare Le ragioni che mi portano a dissentire dall’attuale proliferazione di eventi espositivi temporanei sono piuttosto di ordine pratico e molteplici: qui mi limito a richiamarne una ossia che trovo inammissibile il fatto che il personale scientifico dei musei sia continuamente assorbito dall’incessante frenetica organizzazione di mostre proprie e altrui che necessariamente va a detrimento di quelle attività che prima di tutto dovrebbero caratterizzare un museo quali la catalogazione e lo studio dei pezzi esposti e nei depositi la riflessione sugli allestimenti e le trasformazioni che ne derivano il miglioramento degli aspetti legati alla comunicazione all’interno e all’esterno del percorso espositivo Per cui probabilmente non avrei fatto nemmeno la rassegna caravaggesca che si è appena aperta a Palazzo Barberini (ma ecco magari sono io che sono un po’ ‘talebano’…) forse l’avrei fatta come gli stessi curatori devono averla immaginata in un primo momento.Come fa capire il “2025” che segue il nome con cui Michelangelo Merisi è universalmente noto l’intenzione è stata fin da subito quella di mettere al centro dell’attenzione le novità caravaggesche fare il punto su quelle che sono le più recenti acquisizioni sul pittore allargare al vasto pubblico un dibattito che ha visto confrontarsi in maniera accesa gli studiosi con pochi pezzi del maestro (naturalmente l’Ecce Homo spagnolo eventualmente accostato a quello di Genova magari affiancati da dipinti di altri autori a meglio inquadrare i “quesiti caravaggeschi” che si volevano sottoporre all’attenzione dei visitatori in Sant’Agostino (benché sempre più spesso si assista talvolta con la motivazione o il pretesto di un restauro al trasporto in mostra di pale che sono temporaneamente sottratte agli altari per i quali furono dipinte cosa che tendenzialmente si dovrebbe evitare di fare; che poi il discorso non è così semplice e univoco dato che in mostra le pale si possono vedere molto meglio di quanto ma non è il caso di diffondersi ulteriormente qui su questo punto) Tenuto presente tutto quel che si è detto sinora, e rimarcando come molti dei dipinti esposti si trovino già a Palazzo Barberini o a Palazzo Corsini e in altri musei romani occorre altresì sottolineare come diversi siano i momenti di assoluto rilievo della rassegna: dal famoso Ecce Homo di fronte al quale gli “intendenti” pigolano compiaciuti al giovanile Mondafrutto prestato da re Carlo d’Inghilterra che sembra finalmente quello autografo (dipinto non esaltante ma Caravaggio non nasce ‘imparato’); dal bellissimo confronto tra i due ritratti di Maffeo Barberini (più incerto il più antico dei due che forse diverrà a breve – speriamo – di proprietà statale) alla prima versione su tavola della Conversione di Saulo (che sarebbe meraviglioso vedere acquisita al patrimonio pubblico) stupefacente la Cattura di Cristo dublinese (per me problematica ma in ogni caso uno dei più bei quadri di tutto il Seicento) Vi è poi tutta una serie di quadri importanti che vengono dagli Stati Uniti che più difficilmente si ha l’opportunità di visitare: il San Francesco in estasi di Hartford Un’ottima occasione di vederli tutti assieme Un progetto tra i più importanti e ambiziosi dedicati a Michelangelo Merisi detto Caravaggio (1571-1610) con un eccezionale numero di dipinti autografi e un percorso… Fabrizio Federici ha compiuto studi di storia dell’arte all’Università di Pisa e alla Scuola Normale Superiore dove ha conseguito il diploma di perfezionamento discutendo una tesi sul collezionista seicentesco Francesco Gualdi I suoi interessi comprendono temi di storia sociale dell’arte…