Il caso era venuto fuori nell'estate del 2024
Il giudice ha inflitto all'imputato - si tratta di un ventenne - una serie di sanzioni accessorie
tra cui l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualsiasi incarico nelle scuole
L'imputato dovrà pagare 60 mila euro di provvisionale immediatamente esecutiva. Il processo si è svolto col rito abbreviato, che dà diritto a uno sconto di pena di un terzo. Gli abusi furono scoperti dopo la denuncia della madre e dei medici dell'ospedale pediatrico di Palermo: era stata la bambina, in lacrime, a dire alla mamma di essere stata toccata nelle parti intime. La famiglia era parte civile, con l'assistenza dell'avvocato Carmelo Genovese.
Il gup del tribunale di Palermo Marco Gaeta ha condannato a 10 anni e otto mesi un giovane di vent'anni accusato di aver abusato della cugina, oggi di nove anni, quando lei ne aveva otto. Il caso era venuto fuori nell'estate del 2024 e avvenne nella borgata palermitana di Ciaculli. Il giudice ha inflitto all'imputato una serie di sanzioni accessorie, tra cui l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualsiasi incarico nelle scuole.
la fine della guerra e la mafia che si inabissaSentenza Ordinanza Pietro Torretta + 120
8 maggio 196505 dicembre 2024 • 19:00Dopo il 30 giugno 1963 l’ondata di criminalità che aveva insanguinato Palermo subì un netto arresto
dovuto all’azione energica intrapresa contro la mafia
Con questo non si deve affatto pensare che essa sia sgominata
come già altre volte in passato è accaduto
in attesa di riconquistare le posizioni perdute e di riprendere a svolgere la sua azione cancerosa
Su Domani prosegue il Blog mafie, da un’idea di Attilio Bolzoni e curato insieme a Francesco Trotta. Potete seguirlo a questa pagina
approfondito con un nuovo contenuto al giorno in collaborazione con l’associazione Cosa vostra
Da oggi – per circa un mese – pubblichiamo sul Blog mafie l’ordinanza di rinvio a giudizio “Torretta+120”
che ricostruisce dinamiche e omicidi della mafia di Palermo
L’episodio culminante e più grave della lotta impegnata tra le varie fazioni della mafia palermitana è costituito dalla tragica esplosione delle due automobili “Giulietta” avvenuta a Villabate
verso le ore 1 del 30 giugno 1963 e a Villa Sirena
in cui trovarono orrenda morte Cannizzaro Pietro e Tesauro Giuseppe a Villabate
il maresciallo dei Carabinieri Vaccaro Calogero
il maresciallo d’artiglieria Nuccio Pasquale
i Carabinieri Altomare Eugenio e Fardella Marino ed il soldato Ciacci Giorgio
La prima Giulietta fu fatta esplodere contro l’autorimessa di Di Peri Giovanni
mentre la seconda abbandonata su una stradella in località fondo Sirena e rinvenuta verso le ore 11,30
in seguito ad una telefonata pervenuta ai carabinieri della Stazione Roccella da parte di Prestifilippo Francesco
padre degli imputati Prestifilippo Giovanni e Salvatore
esplodeva poche ore dopo mentre gli artificieri chiamati sul posto cercavano di disattivarla
Secondo la narrazione fatta dal brigadiere Muzzupappa Giuseppe
l’esplosione si verificò nel momento in cui qualcuno tentò di aprire il cofano posteriore
che era imbottito di sostanze esplosive ad azione di rompente
secondo quanto é emerso dalla perizia balistica a chimica
analoghe per quantità e tipo a quelle impiegate per lo scoppio di Villabate
Non c’è dubbio che il primo attentato era diretto
elemento di rilievo della cosca di Salvatore Greco
certamente preparata dagli stessi che avevano preparato la prima
come si desume dalle risultanze della perizia chimico-balistica sulle caratteristiche comuni ai due attentati
è da ritenere che essa era destinata alla casa dei Prestifilippo o a quella dei Greco nella vicina borgata Ciaculli
Questa tesi è avvalorata dal fatto che il veicolo venne abbandonato lungo la stradella
che costeggia la casa dei Prestifilippo e che collega la strada Palermo-Ciaculli-Belmonte Mezzagno con i paesi vicini
notata verso le ore 7,30 dal vecchio Prestifilippo Salvatore uscito per ma passeggiata
fu trovata con la ruota posteriore afflosciata e con una lunga miccia in parte bruciacchiata collegata sul sedile posteriore vicino ad una bombola di gas liquido
Ciò dimostra che i criminali attentatori mentre si spostavano di notte
verso lo stradale Palermo-Ciaculli-Belmonte furono costretti a fermarsi e ad abbandonare l’automobile
a causa di una foratura di gomme e che cercarono
prima di abbandonare l’automobile di farla saltare in aria con l’impiego di una miccia
L’approssimarsi del giorno ed il timore di essere sorpresi li indusse ad allontanarsi
L’identità di coloro che curarono la sistemazione dell’esplosivo
la messa a punto del congegno di scoppio e condussero le automobili verso gli obiettivi designati è rimasta avvolta nel mistero ed i sospetti formulati dagli organi di Polizia sul conto degli imputati Di Dia Salvatore
Alberti Gerlando e Cavataio Michele non hanno trovato conferma o riscontro nelle indagini compiute
I dubbi particolarmente gravi nei confronti di Maiorana Francesco
per la possibilità che aveva di fornire l’esplosivo
in relazione al viaggio effettuato in Sicilia verso la fine di giugno 1963 (viaggio ammesso dall’imputato che negò
di essere venuto a Palermo) sono rilevanti come prova della loro partecipazione all’associazione ma non della loro responsabilità in merito alle stragi del 30 giugno 1963
Tutti i predetti devono pertanto essere prosciolti dai reati di cui alle lettere q) ed r) e da quelli connessi di cui alle lettere s),t)
Diversa è la posizione di Pietro Torretta e Buscetta Tommaso capi della cosca mafiosa avversaria di quella capeggiata da Greco Salvatore e di cui fanno parte Di Peri Giovanni
Indubbiamente l’esecuzione degli attentati del 30 giugno 1963 non può attribuirsi alla iniziativa di singoli elementi
perché l’approntamento e la preparazione dei mezzi usati
l’impiego di molti uomini per condurre e scortare le due Alfa Giulietta
presuppongono necessariamente una complessa organizzazione
attuabile soltanto con il diretto e decisivo intervento dei capi dell’associazione
indipendentemente dalla personale partecipazione di Pietro Torretta e Tommaso Buscetta
furono dai predetti imputati ideate e volute
essere rinviati a giudizio per rispondere dei reati di strage loro ascritti alle lettere q) ed r) e dei reati connessi di cui alle lettere s),t) e u) dell’epigrafe
Nei fatti commessi il 30 giugno 1963 si integrano
in considerazione delle modalità di esecuzione e del mezzo distruttivo usato
gli estremi del delitto di strage previsto nell’articolo 422 cp
dato il pericolo alla pubblica incolumità insito nell’impiego di potenti esplosivi per arrecare danno a persone e a cose
Vero è che il secondo attentato non era diretto contro le forze di Polizia né in particolare contro gli ufficiali ed agenti rimasti uccisi
d’altro canto ciò non attenua la grave responsabilità degli autori del mostruoso crimine
essi intendevano sopprimere delle vite umane
Dopo il 30 giugno 1963 l’ondata di criminalità che aveva insanguinato Palermo subì un netto arresto
dovuto all’azione energica intrapresa contro la delinquenza associata o
Con questo non si deve affatto pensare che la mafia sia sgominata
come già altre volte in passato é accaduto
la lotta intrapresa dev’essere condotta ancora a lungo in tutti i campi e l’opera di prevenzione e repressione delle manifestazioni mafiose
svolta dalla competente Autorità Giudiziaria e dagli Organi di Polizia
deve necessariamente essere accompagnata da una idonea politica legislativa
dal risanamento morale e sociale degli strati più arretrati della popolazione
dalla bonifica di quei settori della vita pubblica inquinati e corrotti
dal miglioramento delle condizioni generali di vita in modo da ridurre ed eliminare quelle condizioni di miseria
ignoranza e malcostume che costituiscono il terreno fertile in cui la mafia alligna e prospera
Solo quando la mafia non costituirà più un problema grave ed assillante e la odiosa figura del mafioso sarà scomparsa dal nostro ambiente
soltanto allora si potrà dire che le vittime di Ciaculli non sono morte invano a che il loro sacrificio
si é risolto in un contributo decisivo alla lotta per la epurazione della nostra società dal male che la insidia
soltanto allora si potrà dire che la mafia é stata finalmente debellata
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"La situazione climatica estremamente avversa ha messo a dura prova la capacità produttiva delle aziende in molte aree agrumicole siciliane"
presidente del Consorzio 'Il Tardivo di Ciaculli'
"Oltre a patire una tremenda siccità estiva
il nostro territorio ha subito una serie di grandinate che hanno limitato la produzione
cosa per noi fondamentale dati i rapporti con la Grande distribuzione organizzata
la nostra passione e la professionalità delle nostre maestranze hanno permesso di superare egregiamente il momento difficile
permettendoci di offrire ai nostri clienti una produzione sempre al massimo della qualità"
Finora sono stati evasi ordini per 3.000 tonnellate di mandarini sia della varietà Avana di Ciaculli sia di quella Tardivo di Ciaculli
Il Consorzio prevede di lavorare un totale di circa 3.500 tonnellate
destinando una quota del 25% al sistema industriale che apprezza notevolmente il mandarino tardivo di Ciaculli sia per l'eccezionalità dell'olio essenziale sia per il suo succo unico
la campagna è in pieno svolgimento e si prevede di effettuare le ultime raccolte entro la prima settimana di aprile
Siamo fornitori diretti delle principali catene di distribuzione organizzata da oltre 20 anni – sottolinea D'Agati – Un elemento chiave del nostro successo è il rapporto di fiducia e collaborazione che abbiamo costruito
Quando la distribuzione riesce a fidelizzare non solo i clienti
si crea una relazione solida e vantaggiosa per tutti"
"Un solido legame con la Gdo assicura stabilità
continuità nella produzione e sicurezza economica
elementi essenziali per lo sviluppo di un'azienda
specialmente in un settore delicato come quello ortofrutticolo – afferma il presidente del Consorzio – È fondamentale che il prezzo di un prodotto rispecchi l'impegno e l'attenzione dedicati alla sua realizzazione
Non si può mirare alla qualità cercando costantemente di abbattere i costi"
un fenomeno che dovrebbe verificarsi ad aprile
è fondamentale anche che la Gdo privilegi i prodotti nazionali
sugli scaffali troviamo troppi prodotti esteri
Non siamo forse in grado di garantire standard di alta qualità
Non si tratta di fare guerra ai prodotti stranieri
ma di riscoprire l'importanza dei frutti di stagione nazionali"
Per maggiori informazioni:Consorzio "Il Tardivo di Ciaculli"www.tardivodiciaculli.net
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L'unico modo per non perderti nulla sulle novità gastronomiche suggerite da Cibotoday
la grande area agricola che circonda Palermo
cresce un mandarino originato da una mutazione spontanea
Matura in ritardo rispetto agli altri e ha gusto e caratteristiche particolari che si prestano benissimo ai dolci
non risplende soltanto sugli incredibili mosaici bizantini
ma anche nelle campagne che abbracciano la città
limoni e anche una varietà di mandarino particolare
che è pronta in ritardo rispetto alle altre
ma per le sue caratteristiche organolettiche è sempre più richiesta anche dai pasticcieri
nonché gli usi in cucina del mandarino tardivo di Ciaculli
I viaggiatori stranieri del Grand Tour che dopo le principali città d’arte visitavano la Sicilia restavano impressionati dalle bellezze di Palermo e dei suoi dintorni
L’area conosciuta come la Conca d’Oro
una pianura che si allarga sui rilievi fino a 300 metri
nel momento della sua massima estensione sfiorava i 15mila ettari
Un continuo agrumeto che si arrampicava sui terrazzamenti di muretti a secco
con un sistema di pozzi e pompe che permetteva l’approvvigionamento idrico
La Palermo urbana nel tempo si è allargata, rosicchiando aree contadine e sottraendole all’agricoltura, mantenendo però intatta la zona tra le borgate di Ciaculli e Croceverde-Giardina. Per preservarne la vocazione è stato costituito il Parco Agricolo di Palermo
con i suoi 850 ettari ridotti quasi dell’80% dai tempi antichi ma ancora intensamente coltivati
Un polmone verde importante per il capoluogo
dove si trovano filiere agroalimentari interessanti
Gli agricoltori l’hanno chiamato marzuddu in riferimento alla maturazione nel mese di marzo
in ragione anche del cambiamento climatico
il mandarino tardivo si coglie già a febbraio (quando non
Si tratta di una cultivar endemica generata da una mutazione spontanea gemmaria del mandarino Avena negli Anni ’40
che si è cominciata a diffondere per via delle sue caratteristiche distintive
sia necessario attendere un po’ di più
Oggi il Tardivo di Ciaculli non è solo un presidio Slow Food, ma è al centro dell’attività del Consorzio dedicato
fondato nel 1999 e unico ente a sua tutela
danno frutti di forma tondeggiante e leggermente schiacciata ai poli
la polpa dolce e molto saporita grazie all’alto contenuto di zuccheri
Un prodotto buono non solo da mangiare — o da trasformare in dolci
come diremo — ma la cui coltivazione è altresì funzionale alla difesa del territorio
Viene coltivato su pendii anche a 250-300 metri
la cui manutenzione allontana il rischio di dissesto geografico
possibilità di lavoro nel settore agricolo proprio all’interno di Palermo
fiordilatte alla mandorla e pasta sfoglia al grano duro
l’‘Ispirazione al mandarino’ con base biscotto al cioccolato e crema al tardivo
nonché il sorbetto racchiuso in guscio di mandarino
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si trovava in sella a un Honda Sh che si è scontrato con una Volkswagen Golf guidata da un 26enne
Sulla dinamica indaga l'Infortunistica della polizia municipale
Violento scontro frontale tra uno scooter e un'auto a Ciaculli
Sono ore d'angoscia per i familiari di un ragazzo di 17 anni che ieri sera è stato ricoverato in gravi condizioni al pronto soccorso del Buccheri La Ferla in seguito a un incidente avvenuto nel primo tratto di via Ciaculli
Sulla dinamica indagano gli agenti dell'Infortunistica della polizia municipale
Secondo una prima ricostruzione il diciassettenne M
si è scontrato con la Volkswagen Golf guidata da un 26enne che viaggiava verso viale Regione
i due mezzi si sono scontrati frontalmente
Ad avere la peggio è stato il più giovane
trasferito nel reparto di Chirurgia generale
mentre l'automobilista è rimasto pressoché illeso
non potendo fare affidamento su alcun impianto di videosorveglianza installato nei paraggi
hanno effettuato i rilievi per ricostruire i contorni dell'incidente in attesa di capire se ci siano eventuali testimoni oculari
Dagli accertamenti effettuati è emerso che il mezzo non era coperto da polizza assicurativa che il giovane non aveva la patente di guida
Gli agenti sono intervenuti in via Antonio Raccuglia e hanno perquisito anche uno sgabuzzino dentro cui c'erano anche materiale per il confezionamento e altre piccole quantità di droga
In manette un 27enne portato al Pagliarelli in attesa dell'udienza di convalida
Mentre gli agenti stavano per entrare in casa
qualcuno avrebbe provato a sbarazzarsi di un grosso pacco lanciandolo dalla finestra: dentro c’erano cinque chili di hashish
La polizia ha arrestato ieri a Ciaculli un ragazzo di 27 anni
accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti
è stato portato al Pagliarelli in attesa dell’udienza di convalida
Secondo una prima ricostruzione i poliziotti delle volanti del commissariato Brancaccio
sospettando forse che qualcuno nascondesse droga
hanno perquisito un appartamento di via Antonio Raccuglia all'interno del quale c'era un odore acre e pungente
Mentre si trovavano in casa gli agenti avrebbero sentito un tonfo e sarebbero andati a controllare cosa avesse generato quel rumore: sul tetto di un'abitazione vicina c'era un pacco avvolto con il cellophane
Sul posto è stato richiesto l’intervento delle unità cinofile dell'Ufficio prevenzione generale per una verifica più completa
Il cane antidroga ha ispezionato uno sgabuzzino riconducibile al 27enne dove sarebbero stati trovati materiale per il confezionamento e altre modiche quantità di sostanza stupefacente
Alla luce di quanto rinvenuto il giovane è stato arrestato e portato negli uffici di polizia prima di essere accompagnato al Pagliarelli dove resterà sino all'interrogatorio di garanzia al termine del quale il giudice stabilirà se applicare o meno una misura cautelare
Gli agenti del commissariato Brancaccio hanno tolto dal mercato fuochi artificiali confezionati artigianalmente con un totale di circa 20 chili di massa attiva
Il Nucleo artificieri antisabotaggio ha catalogato il materiale e lo ha portato al sicuro in un magazzino
Un box condominiale trasformato in una santabarbara piena di botti illegali che sarebbero stati esplosi durante le prossime giornate di festa
La polizia ha eseguito a Ciaculli il primo sequestro natalizio di fuochi artificiali per un totale di circa 20 chili di massa attiva
All'interno del garage è stato sorpreso e denunciato un uomo di 34 anni "che ha subito ammesso - spiegano dalla questura - di avere acquistato la gran quantità di botti con l’idea di rivenderli al dettaglio sulle piazze cittadine in previsione delle imminenti festività"
Gli agenti del commissariato Brancaccio si trovavano in via Ciaculli quando hanno notato una saracinesca socchiusa dietro la quale si scorgeva una vistosa catasta di giochi pirotecnici
Per effettuare la perquisizione i poliziotti hanno chiesto supporto a una pattuglia del commissariato San Lorenzo e
data la natura del materiale da sequestrare
anche al Nucleo artificieri antisabotaggio
Il personale specializzato ha dunque analizzato il contenuto di alcune scatole di cartone dentro cui c'era il materiale esplodente "confezionato in modo artigianale" e "di origine sconosciuta"
I botti illegali sono portati in alcuni locali appartenenti alla polizia idonei alla conservazione in attesa di ulteriori accertamenti per cercare di chiarire chi avesse confezionato e nascosto lì il materiale poi sequestrato
Il 34enne è stato denunciato per il reato di commercio e detenzione di materiale esplodente senza autorizzazione
trattandosi di materiale il altamente sensibili al calore
agli urti ed alle scariche elettrostatiche
costituisce un pericolo per l’incolumità pubblica"
La sentenza è stata emessa nel processo nato dal blitz "Stirpe" di luglio 2020
con cui erano stati contestati ben 46 episodi estorsivi
finite a loro volta alla sbarra per favoreggiamento
tra cui Giuseppe Greco ritenuto a capo della cosca
e ribaltato il verdetto per l'unico assolto in primo grado
Un'assoluzione che diventa condanna, ma anche una serie di piccoli sconti di pena alla maggior parte degli imputati. E' questa la decisione della quarta sezione della Corte d'Appello, presieduta da Vittorio Anania, per il processo in abbreviato nato dall'operazione "Stirpe" del 20 luglio del 2021
che aveva colpito le cosche di Brancaccio e Ciaculli
i giudici hanno ribaltato il verdetto di primo grado per Giuseppe Giuliano
che era stato del tutto scagionato e a cui oggi sono stati invece inflitti 13 anni e 4 mesi di carcere
Le condanne sono state poi in piccola parte ridotte (anche per via del riconoscimento della continuazione con precedenti verdetti) a Rosario Montalbano
che passa da 11 anni e 8 mesi a 9 anni e 10 mesi, Maurizio Di Fede da 20 anni a 18 anni e 2 mesi
a Girolamo "Jimmy" Celesia da 16 anni a 14 anni e 2 mesi
Giovanni Di Lisciandro da 14 anni a 13 anni 11 mesi e 20 giorni, Gaspare Sanseverino
da 9 anni a 8 anni e 10 mesi, Giuseppe Ciresi da 8 anni e mezzo a 8 anni e 2 mesi
Stefano Nolano da 12 anni e 4 mesi a 12 anni, Giuseppe Greco da 16 anni a 12 anni 10 mesi (difeso dall'avvocato Jimy D'Azzò) e a Angelo Vitrano da 14 anni a 12 anni 7 mesi e 10 giorni
Confermate invece integralmente le condanne già inflitte a Raffaele Favaloro (5 anni e 4 mesi)
Onofrio Claudio Palma (10 anni) e a Salvatore Gucciardi (13 anni e 4 mesi)
era stato sventato praticamente in diretta il tentativo di ricostituire la Commissione provinciale di Cosa nostra
Sono stati contestati in tutto ben 46 episodi estorsivi
che era a capo della famiglia mafiosa di Ciaculli e che aveva lavorato alacremente alla ricostituzione della Cupola
a prendere il suo posto sarebbe stato uno dei principali imputati del processo che si è chiuso oggi in appello
Sarebbe stato lui a prendere le redini della cosca un tempo guidata da Michele Greco
già condannato tre volte per mafia e tornato libero neanche troppo tempo fa
a prendere le redini della cosca di Ciaculli: Gaetano Savoca
è stato nuovamente arrestato stamattina
in seguito alle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Francesca Mazzoco e Francesca Dessì
guidata dal "Papa" di Cosa nostra
e poi passata in mano a suo nipote Leandro
finito in cella con l'operazione "Cupola 2.0" nel 2019
negli ultimi tempi avrebbe avuto Savoca al vertice
Secondo la ricostruzione degli investigatori
il boss avrebbe anche gestito delle assunzioni in una cooperativa attiva nei cantieri delle ferrovie
Gli investigatori hanno ricostruito una serie di incontri riservati tra Savoca e altri sodali
legati anche alla gestione delle estorsioni e del traffico di droga
E' proprio nel contesto in cui avrebbe operato l'indagato
che erano maturati anche l'omicidio di Gianfranco Romano e il tentativo di omicidio del suo braccio destro
Un giovane è stato arrestato con l'accusa di aver abusato della piccola in casa
i primi interrogatori e le indagini della squadra mobile
il giudice ha firmato un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell'indagato
Avrebbe abusato della cugina di 8 anni che
ha raccontato tutto alla madre facendolo arrestare
Un diciannovenne è stato portato ieri nel carcere Pagliarelli al termine di tre giorni di indagini condotte dagli agenti della squadra mobile della polizia che hanno raccolto una segnalazione fatta direttamente dall’ospedale Di Cristina
è stata sottoposta ad alcuni accertamenti necessari per verificare la presenza di segni che potessero confermare la violenza
La bambina è stata ricoverata mercoledì sera al pronto soccorso di via dei Benedettini accompagnata dalla mamma che
ha chiarito le ragioni della visita e i suoi sospetti
i medici hanno deciso di contattare la polizia riferendo di un possibile caso di violenza sessuale
In pochi minuti alcune pattuglie sono andate in ospedale mentre le altre si sono fermate davanti all'abitazione dove sono stati registrati alcuni momenti di tensione in cui sono state coinvolte le due famiglie e altra gente del quartiere
A raccontare a PalermoToday quanto accaduto è la madre della stessa presunta vittima: "Ha toccato la mia bambina e ora deve pagarla davanti alla giustizia
L’ho cresciuto come un figlio e si è permesso di fare questo"
e come spesso accadeva mia figlia mi ha chiesto di salire per mangiare dai cugini che abitano al piano sopra
Mezz'ora dopo è tornata piangendo
e aveva qualche macchia di sangue addosso”
si è chiusa nel silenzio ed è stata sottoposta a esami da parte del personale sanitario che avrebbero evidenziato alcune lesioni sospette
Gli investigatori della squadra mobile hanno ascoltato il diciannovenne che
nelle more delle prima fase investigativa e per ragioni di sicurezza
è andato a stare in casa della sorella
Anche la bambina è stata ascoltata durante un’audizione protetta davanti al magistrato e a uno psicologo nella speranza che confidasse loro quanto successo
Alla luce delle risultanze investigative il giudice per le indagini preliminari ha firmato un'ordinanza d'arresto nei confronti del giovane indagato e l'applicazione della misura cautelare in carcere dove resterà sino a nuove disposizioni
Nella Seconda e Terza Circoscrizione di Palermo si festeggia il Carnevale
Nello specifico il 22 e 23 febbraio due lunghi cortei carnevaleschi con tantissimi bambini in maschera hanno attraversato i quartieri di Santa Maria di Gesù e Villagrazia
Le prossime tappe saranno all’interno del plesso elementare Bixio nel quartiere Ciaculli
con un evento aperto a tutta la cittadinanza.
Il tema del carro di quest’anno ha voluto simboleggiare in un periodo di grande conflitto e inquietudine
l’importanza dell’unione tra gli uomini
con due grosse mani che avvolgono il mondo e i popoli che lo abitano e le bandiere di tante nazioni con un cuore al centro sotto un’unica bandiera
all’interno della scuola Bixio a cui aderiscono i tre plessi della direzione didattica dell'Istituto comprensivo statale Padre Pino Pulisi
spara bolle e spara coriandoli e si esibirà anche un mago per regalare ai piccoli uno spettacolo di magia indimenticabile.
Sabato 1 marzo invece il carro stazionerà nella villetta di via Bazzano e dalle ore 15 si svolgerà una grande festa aperta a tutti gli abitanti del quartiere
un trenino festoso girerà per le vie del quartiere permettendo ai piccoli di conoscere i siti di maggiore interesse della circoscrizione tra cui la casa-museo di Padre Pino Puglisi
la chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi e per gli amanti della street-art potranno immergersi tra i murales dello Sperone
La festa verrà arricchita da dolci carnevaleschi generosamente offerti dal panificio Lo Voi di via Sampolo e seguirà una premiazione per tutti i partecipanti
Gli abiti più originali verranno premiati con delle coppe per il primo
tutti i partecipanti riceveranno in dono una medaglia come ricordo del carnevale 2025
“L'iniziativa è promossa dall'associazione Nuova Vitalis Onlus che ormai da anni si impegna per portare avanti il carnevale nelle periferie di Palermo - spiega la consigliera comunale Teresa Leto e prosegue - siamo felici di sostenere manifestazioni di questa importanza per tutti i bambini e le famiglie creando momenti di grande partecipazione e legame sociale insieme ai rappresentanti delle circoscrizioni Giuseppe Marcianò
Giovanni Colletti e il Presidente del Comitato Monte Grifone Francesco Pilo
Ringrazio per la collaborazione le meravigliose realtà presenti nei territori: l’associazione Oratorio Don Orione Cerchi nell’Acqua
l’associazione Sorriso e il Panificio di via Sampolo”
La guardia di finanza ha arrestato un uomo di 40 anni trovato in possesso di 14 tra pistole e fucili
caricatori e materiale per la lavorazione e la modifica di armi di ogni tipo
Numerosi gli interventi dei vigili del fuoco soprattutto nella zona di Ciaculli e di San Martino delle Scale
Vento forte e pioggia hanno causato disagi la notte scorsa tra Palermo e la provincia
dove sono dovuti intervenire i vigili del fuoco
soprattutto per rimuovere alberi abbattuti
alcune piante sono cadute per strada nella zona di Ciaculli
mentre al porto il vento ha danneggiato una tensostruttura
i vigili del fuoco sono intervenuti a San Martino delle Scale
dove la strada di accesso da Palermo è rimasta bloccata sempre per la presenza di alberi in strada
che hanno trascinato anche delle piante - come riporta il sito Ansa.it - si sono verificate lungo la provinciale 57
La Polizia di Stato ha tratto in arresto Gaetano Savoca
ritenuto il nuovo capo del mandamento mafioso di Ciaculli
storico leader dell’organizzazione che ha avuto figure di spicco come Michele Greco
è accusato di associazione per delinquere di stampo mafioso
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Palermo e dalla Direzione Investigativa Antimafia (Dda)
sotto la guida del procuratore Maurizio de Lucia
hanno portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Savoca
L'uomo avrebbe assunto il controllo delle famiglie mafiose del mandamento
dirigendone le attività illecite con incontri riservati e impartendo direttive soprattutto nei settori delle estorsioni e del traffico di stupefacenti
legato anche da vincoli familiari con altre figure di spicco della mafia
tra cui i cognati Andrea Adamo e Benedetto Lo Verde
aveva scelto nel 2011 di scontare la sorveglianza speciale a Cesenatico
ma ciò non ha frenato le sue attività
Nel febbraio 2018 è tornato a Palermo e
ha partecipato attivamente a summit con altri boss
talvolta mascherati da normali riunioni in locali pubblici come il bar Oceania
evidenziano il perdurare delle funzioni tradizionali della mafia: non solo il controllo delle attività criminali
come quella tra ex coniugi gestita con Michele Micalizzi
Le intercettazioni raccolte dai magistrati della Dda
tra cui la procuratrice aggiunta Marzia Sabella
hanno rivelato uno spaccato della vita interna a Cosa nostra
Savoca avrebbe sospeso un esattore del pizzo giudicato non affidabile e affrontato questioni relative al mantenimento delle famiglie dei detenuti
Persino il cosiddetto "welfare mafioso" mostrava segni di cedimento
con tensioni interne che solo l'intervento di Savoca poteva risolvere
L’indagine che ha portato all’arresto di Savoca si è intensificata dopo l’omicidio di Giancarlo Romano
uomo d’onore in ascesa nella famiglia di Corso dei Mille
aveva espresso con enfasi gli “ideali” mafiosi
scagliandosi contro lo Stato e i giornalisti
mentre tentava di dipingere Cosa nostra come una “mafia buona”
le autorità hanno inflitto un duro colpo al mandamento di Ciaculli
ribadendo l’impegno nella lotta contro un’organizzazione che
cerca di riorganizzarsi e mantenere il controllo del territorio
Un pensionato riceve una bolletta della luce da quasi 1500 euro
e non riesce a capire da dove salti fuori quella cifra
presso il casolare “Peppino Impastato” di Cinisi
si terrà l’iniziativa pubblica per l’affidamento ufficiale del bene alle Associazioni della..
i paramenti sacri rivestono un ruolo di primaria importanza
associazione Onlus impegnata da anni nella promozione dei valori civili e della legalità
organizza la XII edizione del Torneo della Legalità – Memorial Antonio Zanda
Siglato a Pantelleria l’accordo con cui l’azienda locale Il Gelato di Ulisse produrrà gelato al mandarino di Ciaculli con la frutta fornita dall’associazione rotariana Francesca Morvillo Onlus
L’accordo è stato sottoscritto dai rappresentanti dell’associazione Francesca Morvillo Onlus
dalla presidente in carica del Rotary Club Pantelleria Domenica Panzarella
e il titolare della gelateria Il Gelato di Ulisse
intitolata alla moglie del giudice Giovanni Falcone vittima insieme al marito e agli agenti di scorta nella strage di Capaci
ha avuto in comodato gratuito da un rotariano
un agrumeto coltivato con il mandarino tardivo di Ciaculli
L’associazione porta avanti diversi progetti attivi nel sociale ed ha organizzato
utilizzando il progetto “Instradare i disagiati
cambiare vite” opportunità di lavoro a tanti soggetti svantaggiati per un giusto reinserimento nel mondo lavorativo
Nella stagione 2020-2021 l’agrumeto è stato coltivato e sono stati raccolti circa 4000 chili di mandarini che sono stati trasformati in marmellate
che hanno permesso all’associazione di coprire le spese di produzione
La gelateria Il Gelato di Ulisse dell’isola di Pantelleria
metterà in commercio il “Gelato Artigianale al Mandarino tardivo di Ciaculli” di cui detiene la ricetta originale
allegando alla vendita un pieghevole illustrativo del progetto sociale e versando il ricavato all’associazione
L’idea di impiegare persone con disagio sociale nella coltivazione dei mandarini tardivo di Ciaculli nasce tra Giovanni Palermo e Giancarlo Grassi
decide di dare in comodato d’uso il mandarineto che la sua famiglia possiede a Ciaculli all’associazione rotariana Francesca Morvillo Onlus di cui è presidente Giancarlo Grassi
che bisogna considerare di applicare ad altri soggetti sfruttando aree abbandonate o sottoutilizzate
Progetti che hanno anche il merito di creare profitto senza gravare nelle casse pubbliche
Il Teatro Apparte ospita venerdì 9 maggio alle 21:00 uno degli spettacoli più originali e imprevedibili della stagione: “Vegeta è
Per presentare le domande di contributo per iniziative di turismo esperenziale
ci sarà un’ulteriore finestra temporale di 14 giorni
su ddl budget salute mentale con rappresentanti associazioni per la salute mentale
Presentata a Palermo nei locali dell’Hotel Joli il nuovo soggetto politico di ispirazione cattolica “Libertà è Democrazia”
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Segnalo che all'ingresso di via Ciaculli
si è aperta una buca molto profonda pericolosa per auto e moto
Oggi con la pioggia si è riempita d acqua e diventa ancora più pericolosa perché non si riesce a capire la profondità
Inoltre la curva del ponte Giafar da ambo le parti è piena di buche
I carabinieri hanno trovato gli uomini in un terreno al confine con Ciaculli
Alla vista delle pattuglie sono scappati per rifugiarsi in un appartamento dove i militari li hanno bloccati e identificati
Indagini in corso per chiarire la provenienza della refurtiva
In quel terreno c'erano loro tre e mille chili di cavi da cui stavano rimuovendo la guaina per ricavarne il rame
I carabinieri della Compagnia di Misilmeri hanno denunciato alcune sere fa un 44enne
un 32enne e un 21enne sorpresi vicino a diversi cumuli di fili e intere bobine in legno ancora da lavorare
Alla vista delle pattuglie i tre, approfittando del buio
sono scappati cercando di far perdere le proprie tracce
I militari dell'Arma però li hanno raggiunti all'interno di un'abitazione
dove sono stati identificati e denunciati per ricettazione
Al momento resta ignota la provenienza di quei mille chili di cavi in rame su cui sono in corso gli accertamenti da parte degli inverstigatori. Pochi giorni fa, a Palermo, un ladro acrobata si era arrampicato in un condominio per rubare una grondaia in rame
Era finita peggio a due fratelli di 24 e 20 anni che, a maggio scorso, sono stati ricoverati dopo aver provato a rubare il rame da una cabina dell'Enel. Durante il furto entrambi sono rimasti folgorati da una potente scarica elettrica e hanno riportato rispettivamente ustioni sul 35% e 45% del corpo
A Palermo la Polizia ha arrestato Gaetano Savoca
presunto reggente del mandamento di Brancaccio – Ciaculli
E’ indagato di associazione per delinquere di stampo mafioso con funzioni di direzione e coordinamento delle famiglie mafiose che compongono il mandamento
coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia
già lo scorso 3 marzo sono stati arrestati altri 8 presunti affiliati allo stesso clan al quale si addebitano diverse ipotesi di reato tra
traffico di stupefacenti e detenzione illegale di armi
Savoca avrebbe riunito gli affiliati e impartito disposizioni e direttive sulle modalità attuative delle attività illecite
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Acqua di Parma celebra gli agrumi siciliani con le sue fragranze
C’è chi fa della valorizzazione dell’agroalimentare Made in Italy una parte importante della propria strategia di marketing: è il caso di Acqua di Parma che
con la sua linea di profumi Blu Mediterraneo
promuove le eccellenze e i territori del sud Italia
talvolta realizzandoci anche fragranze in edizione limitata.Mandarino
limone e bergamotto sono le note olfattive di testa che ritroviamo per esempio nella fragranza Mandarino di Sicilia
presentata in occasione del Fuori Salone 2024
Il mandarino tardivo di Ciaculli è il protagonista della fragranza di Acqua di Parma “Mandarino Millesimato” prodotto in limited edition e commercializzato con una targhetta dorata che ne celebra l’esclusività e la preziosità
Con una produzione di soli 2022 pezzi numerati
questa fragranza è un inno alla calda estate assolata del 2022
che ha reso il mandarino tardivo di Ciaculli
particolarmente intenso per gusto e olfatto e succoso
Il raccolto anticipato del mese di ottobre 2022 preserva il profilo fresco e rivitalizzante del mandarino
donando alla fragranza un carattere vivace e deciso
come si apprende dal sito web del brand.Questi sono solo alcuni esempi di valorizzazione del territorio nazionale su cui l'azienda basa la propria strategia di marketing
si conferma perfetta non solo per essere consumata a tavola ma anche per evocare emozioni e sensazioni attraverso i suoi profumi
Fonte immagini: pagina Instagram Acquadiparma (gc)
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Crock e Le Monoporzioni “Buonissime in estate”
Momento strategico per le principali campagne commerciali
Presente nella collettiva della Regione Sicilia
Fortunato: obiettivo principale restano i mercati interdetti
Mele sempre fresche grazie a tecnologia e logistica
Appuntamento presso lo stand di Assomela al Padiglione B3 Stand 037
Un fitoregolatore a base di CPPU che migliora il calibro
Una strategia mirata per valorizzare le caratteristiche qualitative della produzione
Il brand di Agribologna sale sul podio con i Mix di Frutta Fresca con Albicocca
Novità assoluta al salone di Milano: la nuova linea ‘2 sono meglio di uno!’
Per le albicocche è un dramma: perdite fino al 90% del prodotto
Le autorità turche hanno paragonato la situazione a quella tragica del 2014
Una nuova cultura della patata tra filiera
L'azienda si troverà nel Padiglione D5 – Stand 033
La principale cooperativa ortofrutticola e vitivinicola nazionale durante la kermesse sarà protagonista a fianco di partner strategici
innovazione e sostenibilità del settore mele
Le tre cooperative condivideranno lo stand B3-37 con un progetto condiviso di filiera
La Joint Venture tra Orsero e famiglia Molari guarda al futuro
Il plauso dei presidenti Gardini e Drei per l'approvazione della misura da parte del Governo
Le agevolazioni contributive vengono estese alle aziende di medie-grandi dimensioni delle aree danneggiate
Focus sulla gamma dei Wrap Kit e sulle Insalatone Golose
Protagonista assoluta l’Arancia di Ribera Dop
L'azienda siciliana sarà presente al Padiglione B1 – Stand 197
I retroscena dell'inchiesta con cui è finito di nuovo in carcere "il biondo"
Avrebbe incontrato un rappresentante dei lavoratori per imporre delle assunzioni in un cantiere alla stazione
ma sarebbe pure intervenuto in una controversia economica dopo la separazione tra un affiliato e la moglie
Intercettato anche un summit al quale aveva preso parte pure Giancarlo Romano
Leggi le domande frequenti dei nostri utenti
I carabinieri sono intervenuti dopo aver sentito un boato proveniente da piazza Vittorio Emanuele Orlando
L'uomo dovrà rispondere del reato di esplosione pericolosa
Fuochi d’artificio esplosi davanti al tribunale in pieno giorno
Un uomo di 30 anni questa mattina è stato denunciato a piede libero dai carabinieri che sono intervenuti in piazza Vittorio Emanuele Orlando dopo aver sentito un boato riecheggiare a pochi passi dal palazzo di giustizia
Non è chiaro se il trentenne stesse facendo delle “prove tecniche” per il Capodanno o se avesse fatto scoppiare i botti proprio lì per qualche motivo preciso
La scorsa settimana la polizia ha sequestrato venti chili di fuochi d'artificio illegali custoditi all'interno di un garage di via Ciaculli
Gli agenti del commissariato Brancaccio hanno visto qualcosa di sospetto attraverso una saracinesca socchiusa e sono intervenuti
All'interno del box c'era un 34enne che ha ammesso di aver acquistato i grossi petardi con l'idea di rivenderli in previsione delle imminenti festività
La sentenza della Corte d'Appello ha ribaltato in parte il verdetto di primo grado del processo derivante dall'operazione "Stirpe"
I giudici hanno inflitto condanne significative a diversi imputati
ora condannato a 13 anni e 4 mesi di carcere
sono stati comunque condannati per reati legati alla riorganizzazione delle cosche e al pizzo imposto in vari settori commerciali
Ad esempio, Rosario Montalbano ha visto la sua pena ridursi da 11 anni e 8 mesi a 9 anni e 10 mesi
ha ricevuto una condanna a 12 anni e 10 mesi
seppur la sua posizione sia stata centrale nella riorganizzazione della "Cupola"
Le accuse principali nel processo riguardavano l’imposizione di un sistema di estorsioni che coinvolgeva numerosi commercianti
Nonostante molti abbiano negato di aver pagato il pizzo
ben 31 persone sono state processate per favoreggiamento
La sentenza ha anche confermato le condanne inflitte a Raffaele Favaloro, Onofrio Claudio Palma e Salvatore Gucciardi
Il processo si è concluso con la partecipazione delle parti civili
tra cui il Comune di Palermo e diverse associazioni antiracket
che hanno difeso gli interessi di chi ha subito danni dal sistema mafioso
Il caso segna un'importante svolta nell'azione contro la criminalità organizzata
ma sottolinea anche la difficoltà di combattere un fenomeno così radicato e diffuso.Foto © Paolo Bassani
ANTIMAFIADuemilaAssociazione Culturale Falcone e Borsellino Via Molino I°, 1824 - 63811 Sant'Elpidio a Mare (FM) - P. iva 01734340449Testata giornalistica iscritta presso il Tribunale di Fermo n.032000 del 15/03/2000Privacy e Cookie policy
Nuova edizione de L’Inchiesta Sicilia – fondata nel Luglio del 1996 da un gruppo di giornalisti indipendenti
una telefonata anonima alla questura avvisa che c’è un’auto abbandonata a Ciaculli
Gli artificieri estraggono una bombola di gas dall’abitacolo e la mettono in sicurezza
Balzerà agli onori della cronaca come “La strage di Ciaculli”
Un romanzo che racconta di vite sospese tra quotidianità di abnegazione e spirito di servizio, in un contesto di violenza e coercizione. Un crescendo di vendette, agguati, sparatorie ed esplosioni. dietro alle quali c’è la strage di Caculli
una guerra violentissima tra famiglie di Cosa Nostra
scatenata dalla distribuzione degli appalti dietro ai quali c’è la Palermo di Salvo Lima e Vito Ciancimino
S’intitola “Avevo già deciso” il libro di Mariaelena Porzio
che verrà presentato alle 10.30 di venerdì 28 giugno nella Sala 99 di Palazzo Branciforte
A dialogare con l’autrice saranno: Vito Lo Monaco
presidente emerito del Centro Studi Pio La Torre; il giornalista Franco Nicastro; lo scrittore Domenico Cogliandro
Lo stesso parterre sarà ospite della seconda edizione del “D’Accia Book”
alle 17 di lunedì 1 luglio nella Sala comunale
In entrambe le occasioni un pezzo di storia come quello a cui appartiene la “strage di Ciaculli” prende vita con tutta la sua ferocia
Entrambe le presentazioni si svolgono in collaborazione con il Centro Studi Pio La Torre
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Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei Diritti umani
ricordano alcuni tragici episodi che riguardarono la provincia Palermo
impressi nella memoria collettiva: la morte del panettiere Giuseppe Tesauro e del custode del garage Pietro Cannizzaro
nota per essere il primo atto compiuto contro le forze dell’ordine da parte delle cosche ed episodio conclusivo della cosiddetta Prima guerra di mafia
e l’assassinio del brigadiere Antonino Burrafato
verificatosi nel pomeriggio del 29 giugno del 1982
Il ricordo avviene attraverso gli scritti di due giovani studenti
Carla Le Rose e Gabriele Scilimpa della classe III sezione C del liceo scientifico Filolao di Crotone
“Negli anni 60 la faida palermitana aveva come metodo di vendetta l'utilizzo di autobombe
Sono anni in cui a distanza di un solo giorno accaddero due gravi episodi: la strage di Villabate
in cui un’autobomba indirizzata al boss mafioso Giovanni Di Pieri provocò la morte di due cittadini onesti
a causa di un ordigno esplosivo nascosto in un’Alfa Romeo Giulietta
morirono sette fedeli servitori dello Stato: il tenente dei carabinieri Mario Malausa
il maresciallo di pubblica sicurezza Silvio Corrao
il maresciallo dei carabinieri Calogero Vaccaro
gli appuntati Eugenio Altomare e Marino Fardelli
il maresciallo dell'Esercito Pasquale Nuccio
"Entrambi i fatti sconvolsero l’opinione pubblica
nell'attesa che il forno raggiungesse la temperatura ideale
usciva fuori per respirare un po’ d'aria fresca
del fumo proveniente da un’automobile cattura l’attenzione di Giuseppe e di un altro panettiere Giuseppe Castello
L’auto era parcheggiata di fronte a un garage chiamato 'Gatto verde'
dunque Tesauro andò ad avvertire il proprietario
I due cercarono di spegnere le fiamme ma appena si avvicinarono per aprire la portiera
questa scoppiò poiché piena di tritolo
tutto nella totale indifferenza di un paese
dell’Italia che forse vuole dimenticare
ma non si può dimenticare la criminalità organizzata
che ogni giorno toglie la vita a persone innocenti"
L' iniziativa proposta dal Cnddu e portata avanti con gli studenti del liceo scientifico Filolao vuole ricordare ogni singola vittima per continuare con determinazione
a diffondere tra i giovani i valori della legalità e spronare le nuove generazioni a costruire una società più equa e soprattutto libera dalla corruzione e violenza
“Antonino Burrafato è stato un poliziotto italiano
vicebrigadiere in servizio nel carcere Cavallacci di Termini Imerese
Morì il 29 Giugno 1982 mentre si stava recando presso il penitenziario
L' omicidio fu la vendetta del boss Leoluca Bagarella
che inviò un commando di 4 uomini armati di pistole che lo ferirono gravemente; infatti poco dopo morì all’ospedale di Cimino di Termini Imerese"
"Il boss volle vendicarsi perché non gli era stato concesso di andare al funerale del padre
Le indagini durarono a lungo e si conclusero solo quando un killer facente parte del commando si pentì e confessò l’omicidio
La commemorazione di Antonino Burrafato è vitale perché pur sapendo i rischi che correva a sfidare la mafia
non si sporcò mai le mani e la coscienza scegliendo di rispettare la legge
onorare il suo posto di lavoro e di rimanere fedele al giuramento fatto nel momento in cui era entrato a far parte delle forze dell’ordine
Dunque il 29 Giugno 1982 venne a mancare un uomo onesto
che deve essere un esempio da ammirare in quanto non ci pensò due volte a mettere a repentaglio la sua vita per lottare contro l’illegalità”
"Prendendo spunto dalle commoventi parole scritte da alcuni famigliari è giusto ricordare tutte le vittime innocenti
prestando particolare attenzione proprio a chi per vari motivi non è stato adeguatamente ricordato
Oggi più che mai le parole dei giovani studenti del Filolao di Crotone non lasciano cadere nell’oblio collettivo chi ha perso la vita senza motivo alcuno
Una lezione di umanità e di rispetto per tutti
Parte proprio dalla scuola oggi un segnale importante per tutti coloro che hanno sofferto per la perdita dei propri cari
Il Coordinamento nazionale di docenti della disciplina dei Diritti umani intende ricordare le vittime e il loro sacrificio come viatico per un approccio diverso alla conoscenza della mafia
oggi fenomeno sempre più mutante e pervasivo nelle istituzioni della società civile"
La caserma dei carabinieri di Naro è stata intitolata stamani
Ecco il testo integrale del comunicato stampa diffuso dal comando provinciale dell’Arma per illustrare l’iniziativa
“Ha avuto inizio alle ore 11.00 di oggi
la cerimonia di intitolazione della locale Stazione dei Carabinieri al Maresciallo Capo M.O.M.C
“alla memoria” Calogero VACCARO
ucciso il 30 giugno del 1963 in Ciaculli
Calogero Vaccaro è un nome che merita di essere ricordato con profonda gratitudine e rispetto
Questo valoroso Maresciallo Capo dei Carabinieri
insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile “alla memoria”
massima onorificenza conferita dalla Repubblica Italiana a coloro che si sono distinti per atti di eroismo in circostanze eccezionali
ha sacrificato la propria vita nella lotta contro la mafia
diventando un simbolo della legalità
“Con eccezionale coraggio ed esemplare iniziativa
nonostante il clima di forte tensione per il rischio di possibili attentati mafiosi
non esitava unitamente ad altri colleghi a ispezionare un’autovettura abbandonata al cui interno un ordigno era stato disinnescato dai militari artificieri
venendo mortalmente investito dalla violenta deflagrazione di un ulteriore ordigno proditoriamente occultato nel vano portabagagli
Chiaro esempio di elette virtù civiche ed altissimo senso del dovere
spinti fino all’estremo sacrificio.”Palermo
Un uomo al servizio dello Stato; nato a Naro il 16 ottobre 1919
Vaccaro si distinse per il suo senso del dovere e la sua dedizione alla giustizia
operò in un contesto particolarmente difficile
caratterizzato da omertà e criminalità organizzata
Nonostante le minacce e le difficoltà
il Maresciallo Vaccaro non si tirò mai indietro
impegnandosi a fondo in complesse indagini per identificare e arrestare i responsabili di omicidi e atti intimidatori
La figura del Maresciallo Vaccaro rappresenta un esempio luminoso per le nuove generazioni e per tutti coloro che credono nei valori della giustizia e della legalità
Il suo sacrificio non è stato vano: il suo nome è oggi un simbolo della lotta contro la criminalità organizzata e un monito per coloro che tentano di minare le fondamenta dello Stato di diritto
dopo la resa degli onori al Comandante della Legione Carabinieri Sicilia
da parte del Reparto d’Onore dell’Arma
è seguita l’intonazione del silenzio
Il Comandante Provinciale – Colonnello Nicola De Tullio – nel suo discorso ha ricordato il sacrificio di Vaccaro e dei suoi sei colleghi
sottolineando il loro coraggio e la loro dedizione al servizio dello Stato
che l’attentato fu un evento traumatico che sconvolse la comunità di Naro e provocò una reazione dura da parte dello Stato contro la mafia; ha evidenziato che la commemorazione serve a mantenere viva la memoria di chi ha perso la vita combattendo la criminalità organizzata e a ispirare le nuove generazioni e che
la mafia rappresenta ancora una minaccia e che la lotta contro questa organizzazione criminale deve continuare senza sosta; ha sottolineato che l’intitolazione della Stazione dei Carabinieri a Vaccaro rafforza il legame tra l’Arma e la comunità di Naro
è divenuto motivo d’ispirazione per tutti coloro che credono nei valori della giustizia e della legalità e pietra miliare nella storia recente dell’Arma dei Carabinieri”
si contraddistingue soprattutto per i giochi del pomeriggio al..
“Un’occasione da non perdere per bonificare la propria abitazione e tutelare la salute pubblica”.Lo..
“Si è svolta con successo la 7ª edizione della Cerimonia di consegna della Borsa..
il giorno più importante per Licata
Una passeggiata nel “fondo Favrella” di Ciaculli con la percezione della Conca d’Oro di Palermo come era prima della devastazione urbanistica di fine ‘900
alle ore 9:00 presso il rifornimento ENI-AGIP di Bonagia circonvallazione
Club di Territorio di Palermo del Touring Club Italiano
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Nell’esplosione rimasero uccisi il maresciallo Pasquale Nuccio e il soldato Giorgio Ciacci dell’esercito
il maresciallo capo Calogero Vaccaro e gli appuntati Eugenio Altomare e Marino Fardelli dei carabinieri
il 60° anniversario della “strage di Ciaculli”
uno dei primi sanguinosi eccidi perpetrati dalla mafia
iniziata con un tributo alla memoria e con la lettura delle motivazioni delle Medaglie d’oro al valor civile a suo tempo concesse dal presidente della Repubblica
hanno partecipato il prefetto Maria Teresa Cucinotta
il comandante militare dell’esercito in Sicilia Maurizio Angelo Scardino
il comandante della legione carabinieri Sicilia Rosario Castello e l’assessore Alessandro Aricò in rappresentanza del presidente della Regione
nonché altre autorità militari e civili
insieme a una rappresentanza dei familiari delle vittime e delle associazioni combattentistiche e d’Arma
quando un’Alfa Romeo Giulietta imbottita di tritolo esplose provocando la morte di 7 uomini dello Stato tra artificieri dell’esercito
rimasero uccisi il maresciallo Pasquale Nuccio e il soldato Giorgio Ciacci dell’esercito
A seguito di una telefonata alla questura di Palermo che avvisava della presenza sospetta di un’autovettura
una pattuglia dell’Arma dei Carabinieri
unitamente a un sottufficiale di Polizia in forza alla Squadra Mobile della Questura
rinvenendo la Giulietta abbandonata con le portiere aperte
Sospettando che si trattasse di un’autobomba venne chiamata una squadra di artificieri che ispezionò l’auto e tagliò la miccia di una bombola trovata all’interno
dichiarando il cessato allarme; tuttavia l’apertura del bagagliaio da parte del tenente Mario Malausa
causò l’esplosione della grande quantità di tritolo contenuta
provocando la morte dei 7 uomini dello Stato
La giornata in ricordo dei caduti nella strage di Ciaculli è proseguita presso il Complesso monumentale dello Steri
dove si è tenuto un convegno dal titolo “La strage di Ciaculli del 30 giugno del 1963
una lettura sessanta anni dopo.Un’ attenta analisi storica e al contempo un’occasione di riflessione che ha aperto i suoi lavori sulle note della fanfara del XII reggimento carabinieri Sicilia. Il convegno
è iniziato con il saluto di Massimo Midiri
per poi proseguire con gli interventi del generale Castello
di Gioacchino Natoli già presidente della Corte di Appello di Palermo e di Manlio Corselli
Il comandante della legione carabinieri Sicilia ha sottolineato come la strage si colloca storicamente nel corso della prima guerra di mafia e di come centrale è stata la figura del tenente Malausa
durante il quale le istituzioni dello Stato e i cittadini iniziarono a porre attenzione alla complessità del fenomeno mafioso. È stato lo stesso generale Castello a chiudere l’incontro con l’auspicio di lavorare sulle nuove generazioni
ricordando con le sue parole padre Pino Puglisi che per cambiare la mentalità mafiosa ha speso la sua vita a fianco dei più giovani
"A sessant’anni dalla strage di Ciaculli
è doveroso ricordare il sacrificio di chi ha combattuto
Quell’attentato ha rappresentato una delle pagine più sanguinose della prima guerra di mafia e la città non dimentica di rendere onore ai militari di carabinieri
esercito e polizia di Stato caduti nell’agguato"
Così il sindaco Roberto Lagalla
"La Sicilia intera non dimentica il sacrificio di sette servitori dello Stato vittime della violenza stragista della mafia e ne onora
Il ricordo di quanti sono caduti combattendo cosa nostra è un monito perenne per le istituzioni e per i cittadini a operare a difesa dei valori della legalità che sono presupposto essenziale per l’affermazione della democrazia e di un sano e diffuso sviluppo economico e sociale", ha detto il presidente della Regione siciliana Renato Schifani
Il caso di Salvatore Prestifilippo recentemente colpito anche da un ictus e condannato al fine pena mai per un omicidio commesso nell'ottobre del 1981
Per la Cassazione "è ancora pericoloso e in carcere può ricevere le cure e l'assistenza necessarie"
Compirà 90 anni il prossimo 8 aprile
boss di Ciaculli condannato all'ergastolo per un omicidio commesso nel 1981
tanto che in tempi recenti è stato pure colpito da un ictus cerebrale ed è stato sottoposto ad un delicato intervento
Proprio per questo ha chiesto di poter scontare la pena agli arresti domiciliari
Un'istanza che è stata però bocciata in tutti i gradi di giudizio
quella della prima sezione della Cassazione: nel carcere di Parma dov'è detenuto
può infatti ricevere tutte le cure e l'assistenza di cui ha bisogno
La sentenza è stata emessa nei mesi scorsi
ma PalermoToday ne è venuto a conoscenza solo ora, dal collegio pesieduto da Monica Boni
anche sulla scorta dei pareri forniti sia dalla Dda che dalla questura di Palermo - che hanno "ritenuto attuale la pericolosità sociale del detenuto
evidenziata dall'assenza di collaborazione con la giustizia e dalla sua storia criminale
essendo lo stesso noto esponente della famiglia mafiosa di Ciaculli" - ma anche delle relazioni sanitarie
è un nome decisamente di peso nella storia di Cosa nostra
Il mafioso era stato coinvolto nel processo di Catanzaro e poi nel Maxiprocesso
dove venne condannato a 16 anni di reclusione
Aveva fatto però perdere le sue tracce subito dopo le rivelazioni di Tommaso Buscetta
Nel 2004 era arrivata la condanna all'ergastolo nel processo "Agate+45"
tra cui anche quello dell'imprenditore Libero Grassi
Prestifilippo è stato ritenuto responsabile di un delitto commesso il 14 ottobre del 1981
il boss di Ciaculli avrebbe problemi di vista e udito e per la sua età molto avanzata e il "grave stato di infermità fisica" e avrebbe quindi diritto di andare ai domiciliari
Anche perché già in due circostanze
il tribunale di Sorveglianza di Milano e Palermo
avevano già disposto la detenzione in casa "dopo aver accertato il grave stato di salute del detenuto" e che durante i 4 anni trascorsi agli arresti domiciliari Prestifilippo "aveva sempre rispettato le regole"
che ha confermato le precedenti decisioni sia del magistrato che del tribunale di Sorveglianza
una prima relazione sanitaria ha stabilito che "le condizioni cliniche del detenuto erano considerate come discrete e stabili
una seconda aveva "certificato un quadro clinico del detenuto stabile e adeguatamente trattabile" in carcere
Inoltre "si evinceva che il quadro clinico poteva essere gestito in una struttura penitenziaria come quella di Parma - si legge nella sentenza della Suprema Corte - dove il detenuto era recluso
dotata di centro clinico e assistenza specialistica costante"
Infine Pestifilippo "veniva regolarmente monitorato e sottoposto a visite e accertamenti di cui necessitava
con somministrazione della terapia farmacologica prescritta dai vari specialisti"
senza contare che era stato accompagnato in ospedale in seguito all'ictus
Il direttore centrale della polizia anticrimine Francesco Messina e il comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe De Liso ricostruiscono i dettagli dell'operazione congiunta che ha portato all'arresto di 31 persone (29 in carcere, 2 ai domiciliari) nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Dda
dopo la strage di Ciaculli e la prima guerra di mafiaDal libro "Uomini Soli" di Attilio Bolzoni02 settembre 2022 • 19:00 In una mattina di fine giugno del 1963
fra i mandarini della borgata palermitana di Ciaculli
una Giulietta carica di tritolo esplode mentre un artificiere cerca di disinnescare l’ordigno
Cinque carabinieri – il tenente Mario Malausa
i marescialli Calogero Vaccaro e Silvio Corrao
gli appuntati Eugenio Altamore e Marino Fardelli – e due artificieri dell’Esercito – Pasquale Nuccio e Giorgio Ciacci – saltano in aria
Il Comandante Generale dell’Arma è Giovanni De Lorenzo
che dal 1955 al 1962 è stato a capo del Sifar
Il Comandante ha un suo clan di ufficiali che si è portato dietro dal «servizio»
poco affidabile per quei carabinieri con l’anima nera
Dalla Chiesa ha anche un passato da partigiano
Sono anni di grandi trasformazioni politiche in Italia
i socialisti stanno per la prima volta entrando in un governo di «centrosinistra» e il generale Giovanni De Lorenzo sta preparando il Piano Solo
firmata da Eugenio Scalfari e Lino Jannuzzi
denuncia il «rumore di sciabole» e il pericolo di un colpo di Stato
Piano Solo significa riportare un «equilibrio» nel Paese «solo con i carabinieri»
Carlo Alberto dalla Chiesa intuisce finalmente le ragioni delle sue sventure
Aspettano tempi migliori anche i mafiosi di Palermo
mandati al confino nei primi Anni Sessanta
Una guerra ha decimato e impoverito le «famiglie»
la Sicilia è sulle prime pagine dei giornali per i suoi morti
Cinque carabinieri – il tenente Mario Malausa
Il ministro degli Interni Mariano Rumor si presenta in televisione: «Non si illudano gli associati a delinquere: nella sfida che è impegnata tra essi e lo Stato
lo Stato non sarà certo il primo a stancarsi»
sono 822 i boss di Cosa Nostra rinchiusi nelle carceri
Tutto per quella faida fra i Greco e i fratelli Angelo e Salvatore La Barbera
mafiosi ma anche ricchi imprenditori edili legati a un uomo che conta tanto a Palermo: il sindaco Salvo Lima
nei primi mesi del 1963 iniziano anche i lavori della Commissione parlamentare Antimafia
Stretta fra la repressione poliziesca e l’attenzione politica
per la prima volta nella sua storia la mafia siciliana si sente in pericolo
Chi sfugge alle retate ripara in Sudamerica
Altri prendono in considerazione anche la possibilità di «sciogliere» l’organizzazione
I suoi capi restano nell’ombra per qualche anno
attendono in silenzio le sentenze dei loro processi
La decisione della sezione Misure di prevenzione del tribunale che ha portato i carabinieri a mettere i sigilli a un patrimonio ritenuto di provenienza illecita
Il giovane era stato arrestato nel 2018 perché
avrebbe tentato di ricostituire la Commissione provinciale
Beni dal valore di circa un milione riconducibili a Leandro Greco
il nipote del "Papa" di Cosa nostra
che nel 2018 voleva rifondare la Commissione provinciale mafiosa
sono stati sequestrati dai carabinieri del nucleo investigativo
in seguito ad un provvedimento della sezione Misure di prevenzione del tribunale
con il quale i giudici hanno accolto le richieste della Procura
passano allo Stato due aziende con attività di ristorazione e con attività di ingrosso di prodotti ortofrutticoli
destinata a laboratorio artigianale e 12 rapporti bancari
sarebbe frutto di attività illecite
Leando Greco era definito come un giovane ma con la testa di un vecchio e fu bloccato nell'ambito dell'inchiesta dei carabinieri "Cupola 2.0" con la quale fu sventato quasi in diretta il tentativo di ricostituire la Cupola dopo la morte di quello che
con l'obiettivo di ridare un ruolo centrale alle famiglie mafiose della città
E' stato condannato a 12 anni di reclusione
anche come vertice del mandamento di Ciaculli
L'intervento è scattato dopo che gli agenti avevano effettuato appostamenti per monitorare i movimenti nello stabile
Determinante è stata la collaborazione della squadra cinofili
a Ciaculli, un giovane palermitano accusato di detenzione ai fini di spaccio di hashish e cocaina
condotto dalla sezione investigativa del commissariato Brancaccio
con la collaborazione degli operatori della squadra cinofili dell'ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico
è stato effettuato dopo diversi appostamenti per monitorare i movimenti in un palazzo
Gli agenti hanno individuato all’interno di un appartamento nella disponibilità del giovane
un tavolino sul quale era poggiata una piccola cassetta metallica contenente 25 stecchette pronte per la vendita e 6 pezzi sfusi di "fumo" di varie dimensioni pronti per essere confezionati in dosi e in più 11 dosi pronte di cocaina e 2 sacchetti contenenti la stessa sostanza stupefacente
Determinante è stata la collaborazione della squadra cinofili e lo spiccato fiuto del cane Ulla grazie al quale gli agenti sono riusciti
due sacchetti nascosti contenenti altri 18 panetti di hashish del peso di circa 100 grammi ciascuno
Nel corso della perquisizione domiciliare i poliziotti hanno inoltre trovato 5 bilancini di precisione
presumibilmente utilizzati per il confezionamento della droga
Avviso Pubblico
Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie
Si terrà a Roma mercoledì 3 maggio alle ore 16.00 presso l’Istituto Luigi Sturzo
la presentazione del libro “I mandarini rossi di Ciaculli
La figura del carabiniere Marino Fardelli a 60 anni dalla prima strage di mafia” (Gemma Edizioni) di Marino Fardelli
Presidente dei Difensori Civici italiani e familiare vittima di mafia
Il libro ripercorre una delle pagine nere della storia italiana: la “Strage di Ciaculli”
i sicari di mafia uccidono Marino Fardelli e altri carabinieri
L’episodio viene ricordato come la prima strage di mafia nei confronti delle Forze dell’Ordine
Codice Destinatario per la Fatturazione elettronica: M5UXCR1
«La Sicilia intera non dimentica il sacrificio di sei servitori dello Stato vittime della violenza stragista della mafia e ne onora
Il ricordo di quanti sono caduti combattendo cosa nostra è un monito perenne per le istituzioni e per i cittadini a operare a difesa dei valori della legalità che sono presupposto essenziale per l’affermazione della democrazia e di un sano e diffuso sviluppo economico e sociale»
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani
in occasione del sessantesimo anniversario della strage di Ciaculli in cui morirono per l’esplosione di un’autobomba collocata dalla mafia Mario Malausa
Alla cerimonia di commemorazione era presente
in rappresentanza del presidente della Regione
l’assessore Alessandro Aricò con il gonfalone regionale e un picchetto del Corpo forestale
Si tratta di un volto noto alle forze dell'ordine
Scoperta anche una vera e propria stamperia clandestina con computer e matrici utili alla fabbricazione illecita non solo di denaro ma anche di documenti di identità
soldi e documenti falsi. Operazione dei carabinieri a Ciaculli che hanno arrestato un palermitano di 44 anni
Si tratta di un volto noto alle forze dell'ordine. L'uomo è stato inchiodato "per possesso clandestino di armi
spendita e introduzione nello Stato di denaro falso
possesso e fabbricazione di documenti contraffatti"
A condurre l’attività sono stati i militari delle stazioni di Acqua dei Corsari e Brancaccio che
con il supporto di un’unità del nucleo cinofili di Palermo-Villagrazia
hanno perquisito l’appartamento dell’indagato trovandolo in possesso di tre pistole a tamburo modificate
Scoperta anche una vera e propria stamperia clandestina allestita all’interno di un locale del 44enne
sofisticate stampanti e matrici utili alla fabbricazione illecita non solo di denaro ma anche di documenti di identità
I carabinieri hanno anche sequestrato oltre 50 mila euro in banconote false di vario taglio e diversi documenti di identificazione contraffatti
Il 44enne è starò portato nel carcere Pagliarelli. L’arresto è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo
Gli indagati sono tutti coinvolti nel blitz di maggio scorso con cui venne smantellato il clan
Alcuni di loro sono già sotto processo con l'abbreviato e la Procura ha chiesto pesanti condanne
Tra coloro ai quali è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini ci sono alcune persone che sono già sotto processo con l'abbreviato e per cui la Procura ha già chiesto pesanti condanne
di Maurizio Di Fede (i pm hanno invocato per lui 20 anni di carcere) e di Girolamo "Jimmy" Celesia (per lui sono stati chiesti 18 anni)
che in questo secondo procedimento rispondono solo di ipotesi residuali
L'attentato avvenne a Ciaculli a ottobre del 2016: una delle vittime riportò ustioni su metà del corpo
avrebbero agito per cacciare i due ragazzi da un casolare che avevano occupato
Uno ha 82 anni e l'altro 83 e ora sono stati condannati entrambi a quindici anni di carcere per un duplice tentativo di omicidio avvenuto il 10 ottobre del 2016, quando insieme avrebbero lanciato una molotov contro una coppia di giovani che si era sistemata in un casolare di Ciaculli
La sentenza per Benedetto Fici e Antonino Faraone è stata emessa dalla quarta sezione del tribunale
che ha accolto le richieste del sostituto procuratore Pierangelo Padova
raccontò che quel giorno era stato effettivamente a Ciaculli
ma solo per raccogliere mandarini: "Dell'attentato non so nulla"
a parte la testimonianza delle vittime (il ragazzo li ha pure riconosciuti in aula durante il dibattimento)
ci sarebbero anche i tabulati del satellitare montato dalla compagnia assicurativa sull'auto utilizzata per andare a Ciaculli quel giorno: gli imputati sarebbero passati per ben due volte nella zona di via Tenaglia ed in un orario compatibile con l'esplosione
Gli elementi raccolti dalla Procura erano tali che
il pm aveva chiesto ed ottenuto il giudizio immediato
cosa che aveva permesso di non celebrare l'udienza preliminare
in particolare alla vigilia della requisitoria
quando Faraone aveva avuto un incidente ed era finito in ospedale: i giudici avevano riconosciuto il legittimo impedimento
L'operazione è stata messa a segno da polizia e carabinieri. Fermate 16 persone. Tra i coinvolti anche Giuseppe Greco nipote del defunto boss Michele Greco. Laricchia: "Cinquanta episodi di estorsione, nessuna denuncia"
il confine della mafia e dell’antimafiaAssociazione Cosa15 marzo 2022 • 18:59 L'on
affermava: «La nostra lotta non può e non deve essere solo rivolta contro la mafia che uccide
contro la mafia che si caratterizza come fenomeno di criminalità poiché c'è un'altra mafia che si fonda sul malcostume e sulla prepotenza»
E concludeva: «Per il primo tipo di mafia c'è la polizia e potrebbe esserci anche la durezza della legge
per il secondo tipo dovremmo soprattutto sollecitare la nostra coscienza morale»
Un documento che a circa cinquant’anni di distanza rimane ancora attuale
La città di Palermo attraversa un momento di grande rilievo della sua storia
La tragica esplosione di Ciaculli ha inciso profondamente nelle coscienze
economiche e politiche che hanno aperto l'animo dei siciliani alla speranza che
si stiano ponendo le premesse per un profondo rinnovamento della vita palermitana
La via di questo profondo rinnovamento ha un passaggio obbligato: l’estirpazione della mafia
Non vi è e non vi può essere rinnovamento della società palermitana
la nostra città non può e non potrà veder concretizzarsi alcun processo di sviluppo civile e moderno se non attraverso l'eliminazione di questo tumore che si è venuto ramificando a tutti i livelli della vita cittadina
l’azione parallela a tutti i livelli per identificare
colpire e sradicare l'attività mafiosa è oggi il compito principale dei comunisti palermitani
È questo un anello che deve congiungere e rinsaldare in un unico significato o ad un livello superiore le lotte politiche
l'azione dalle forze democratiche nei prossimi mesi
La dilatazione dell'influenza mafiosa è giunta a un punto tale che la battaglia per l'estirpazione della mafia incrocia un momento decisivo
le conseguenze in tutti i gradi della vita della neutra città saranno irrimediabili
che la lotta contro la mafia non è esclusivamente o preminentemente un problema di polizia
questa nostra valutazione è condivisa da molti
D’Angelo - nelle dichiarazioni programmatiche all'Assemblea regionale il 30 luglio 1963 – affermava: «La nostra lotta non può e non deve essere solo rivolta contro la mafia che uccide
La necessità di una profonda moralizzazione della vita pubblica è stata sempre avanzata dai comunisti: le prime e dirette vittime del malcostume
degli amministratori - per parafrasare l’on
D’Angelo - «che discriminano ed abusano del potere»
della burocrazia «lenta talvolta a compiere il suo dovere di servizio
verso il cittadino e spesso pronta a condizionarlo in tutto ciò che sa di intermediazione
le prime e dirette vittime sono i lavoratori
i cittadini che vivono del loro onesto lavoro»
se è ben vero che l'operazione antimafia non può restringersi e ridursi ad una operazione di polizia contro gli aspetti più vistosamente criminosi
è anche evidente che non può venire dispersa in una vaga e generica “sollecitazione” alla coscienza morale
E qui occorre fare una precisazione ben chiara: noi respingiamo l’interpretazione moralistica che fa della mafia una “questione di costume”
Questa interpretazione l'abbiamo sempre respinta
concreta e tangibile volta all'estirpazione della mafia
e una circoscritta ad "atteggiamenti di costume"
che si manifesta a vari livelli ed è strettamente interdipendente
la cui attività si esprime ponendosi al di sopra della legge e dei diritti inalienabili dei cittadini
ogni qualvolta le sia necessario in attività criminose violente
Questa mafia è costituita in associazione a delinquere poiché è pronta a sostenere con il delitto i propri soprusi
di braccia esecutive e di complicità estese ma ben localizzabili
Delimitarla ed identificarla è un obiettivo preciso e raggiungibile: ad esso intende contribuire questo memoriale
ed in questa direzione i comunisti auspicano vogliano muoversi tutte le forze politiche che intendano contribuire concretamente ad una battaglia che è battaglia di civiltà
si muovono le decisioni raggiunte nella fase preliminare dei lavori della Commissione Parlamentare d'Inchiesta e tutti quei settori d'opinione pubblica della vita palermitana liberi dalla preoccupazione di celare connivenze e complicità
preoccupazione di cui è intessuta a Palermo la rete dell'omertà non solo di singoli ma anche di determinate forze politiche e di precisi pubblici poteri
"Ogni giorno - scrive il "Giornale di Sicilia" - a piccoli gruppi
ignobili individui vengono raggiunti dalla giustizia sotto l'accusa di essere mafiosi e avviati al carcere in attesa di giudizio
Come esercitavano la loro nefanda azione nella società
Come venivano in possesso di licenze di commercio all'ingrosso
Come venivano iscritti negli albi degli appaltatori
Quali uomini politici hanno avuto rapporti con loro?"
Secondo notizie pubblicate dalla stampa con nomi e cognomi
un capraio di un paese di provincia avrebbe ottenuto due case polari a pubblicate popolari a Palermo
se ci sono rapporti fra i mafiosi di diversi livelli che abbiamo distinto secondo lo "strumento" di azione
questi rapporti vanno individuati e denunziati e i colpevoli vanno mandati al confino
quale che sia la carica che rivestono e anche se
hanno maneggiato biglietti di raccomandazione
ricordiamoli ogni giorno": questo il titolo dell'iniziativa organizzata da Unci Sicilia e Anm Palermo
Davanti agli alberi che omaggiano le vittime della mafia
cronisti e magistrati hanno dedicato una riflessione per tutti i caduti
La prima manifestazione antimafia del 2020 in Italia è stata organizzata da Unci e Anm a Palermo
Cronisti e magistrati stamane hanno ricordato tutte le vittime della mafia
giunto alla quarta edizione e promosso dal Gruppo siciliano dell'Unione cronisti (Gruppo di specializzazione della Fnsi-Assostampa Sicilia) e dall'Associazione nazionale magistrati-distretto di Palermo
si è svolto al Giardino della Memoria di via Ciaculli
ed è noto dal 2017 con un titolo semplice ma efficace "Comincia il nuovo anno, ricordiamoli ogni giorno".
Davanti agli alberi che ricordano le vittime della mafia
Oltre alle autorità istituzionali ha partecipato all’iniziativa la vedova del cronista del "La Sicilia" Giuseppe Alfano
Mimma Barbaro, accompagnata dal figlio Fulvio Alfano; i giornalisti Giuseppe Lo Bianco e Daniele Ditta
nel corso dell'evento si è proceduto alla lettura di due testi poetici
Per l’Anm c’erano il presidente della sezione distrettuale di Palermo
procuratore aggiunto Ennio Petrigni. Hanno partecipato all’evento il sindaco di Palermo
il comandante del Gruppo Palermo dell’Arma dei carabinieri
il tenente colonnello della Guardia di finanza
sottufficiali e funzionari della Prefettura
dell’Esercito e della polizia penitenziaria
"Anche quest’anno - ha detto il giornalista Leone Zingales, presidente Unci Sicilia e ideatore dell’iniziativa - abbiamo ricordato
tutti i caduti: dai magistrati ai giornalisti
ai religiosi a tutti coloro che sono stati assassinati dai criminali assassini mafiosi. Tutte le vittime della mafia
come ho avuto già occasione di sottolineare
vanno ricordate tutti i giorni e non soltanto in occasione delle varie commemorazioni
durante gli anniversari o nei convegni celebrativi"
componente della Giunta esecutiva dell'Assostampa siciliana
a proposito del Giardino della Memoria si era così espresso nel corso della recente assemblea regionale dell'Unione cronisti: "Bisogna venirci almeno una volta l’anno
camminare tra i nomi di chi non c’è più perchè ha fatto il suo dovere
È il modo giusto non solo per ricordare uomini e donne uccisi dalla mafia
ma soprattutto per manifestare la nostra riconoscenza proprio in un luogo
che un tempo era sinonimo di un potere nascosto e allo stesso tempo conosciuto da tutti
Il giardino della memoria è la nostra testimonianza che