· Città del Vaticano ·
Il passaggio del Giro d’Italia in Vaticano
mi fa ricordare la partenza della “corsa rosa” dal cortile di San Damaso il 16 maggio 1974
Per me è facile: a casa nostra la fotografia di mio papà Felice Gimondi
con indosso la maglia di campione del mondo
accanto a Papa Paolo vi nel cortile di San Damaso ha sempre fatto parte proprio della nostra quotidianità
È sempre stata lì quella foto
fa parte veramente dei nostri ricordi più cari
Credo che la particolare attenzione di mio padre per il ricordo della partenza del Giro d’Italia del 1974 sia dovuta al fatto che quel giorno
lui ha avuto veramente un’emozione diversa rispetto alle tantissime che ha vissuto come corridore
Mio padre è nato nel 1942 a Sedrina
nella terra bergamasca dove la fede cristiana è connaturale al modo di vivere e di pensare della gente
Mio padre è cresciuto con una profonda fede trasmessa da mamma Angela e da papà Mosè
A questo si aggiunge il far parte della squadra ciclistica del paese
fondata dal parroco don Barcella e da suo padre
che poi sono rimaste le stesse di Felice campione
sono tutte lì: in un piccolo paese bergamasco dove la fede cristiana è davvero una componente fondamentale e fondante per chi ci vive
Posso solo immaginare cosa abbia significato per mio padre
quando si è trovato — con la maglia più prestigiosa che ha indossato
quella appunto di campione del mondo — accanto a Papa Paolo vi
Per lui è stato un sogno che si è coronato
forse anche — si potrebbe dire — quasi la chiusura di un cerchio
era arrivato con la maglia iridata dal Papa
Un cammino umano e sportivo lungo ma decisamente emozionante per un atleta profondamente cristiano come Felice Gimondi
In quel Giro d’Italia si classificò terzo
L’emozione che mio padre ha vissuto quel giorno in Vaticano si legge bene
di un uomo di fede consapevole di trovarsi di fronte al Papa e di vivere “qualcosa” di più grande
Per lui non è stata una “partenza” come tutte le altre
L’anno successivo ebbe nuovamente la possibilità di incontrare Paolo vi
sempre in Vaticano e con Eddy accanto (nella foto)
Mio padre ricordava anche l’incontro con Giovanni Paolo ii
alla vigilia della partenza del Giro d’Italia da Roma
Non correva più da anni ed era lì con Marco Pantani
Ebbe così nuovamente l’opportunità di incontrare un Papa
non è mai un’esperienza come le altre: incontrare il Papa è un appuntamento importante che segna il proprio cammino di uomo di fede
L'Osservatore Romano00120 Città del Vaticano.Tutti i diritti riservati
Lunedì 5 maggio in prima serata – Paolo VI
il Papa nella tempesta un film per la Tv del 2008 prodotto da Rai Fiction e Lux Vide e diretto da Fabrizio Costa
con Fabrizio Gifuni nel ruolo di Papa Paolo VI
La pellicola racconta la storia di Paolo VI: il Pontefice che ha traghettato la Chiesa nella modernità
Paolo VI fu il primo Papa a viaggiare in aereo toccando tutti i continenti
il primo Papa a tornare nella terra di Gesù
il primo a riabbracciare il Patriarca ortodosso e a parlare alle Nazioni Unite
Papa Paolo VI è passato alla storia come l’uomo del dialogo e del confronto
Egli portò a complimento il Concilio voluto dal suo predecessore e offrì al mondo il messaggio della Populorum Progressio per richiamare gli uomini alla giustizia sociale in un mondo che stava cambiando per sempre
accettò il dolore dell’incomprensione per amore della Verità
ma volle anche rivolgersi alle Brigate Rosse
le opere di Nicoletta FretiFoto Francesca ColombiFoto Francesca ColombiFoto Francesca ColombiFoto Francesca ColombiFoto Francesca ColombiRiproduzione riservata © Giornale di Brescia
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quotidiano di informazione registrato al Tribunale di Brescia al n° 07/1948 in data 30 novembre 1948
Il soffio del vento ha accarezzato e sfogliato le pagine del Vangelo adagiato sopra la bara di Francesco
Un’immagine che riporta la memoria visiva all’8 aprile del 2005
le telecamere hanno inquadrato sulla cassa l’evangeliario donato da Paolo VI a tutti i Vescovi italiani in memoria del cardinale parroco Giulio Bevilacqua di cui il 6 maggio ricorrono i 60 anni dalla morte
E a padre Bevilacqua due cose interessavano più di altre: “Cristo e la realtà e bisogna farle incontrare
Gesù è per noi contemporaneo o cessa di essere Gesù
perchè non si salva dal di fuori nè da lontano
Se voi volete incontrare un Dio vivo e vero
lo dovete cercare nella storia e nella vita
Bergoglio non ha mai nascosto di avere tra i suoi riferimenti l’Evangelii Nuntiandi
di cui ci sono tracce evidenti nella sua Evangelii gaudium
Bene ha fatto il cardinale Giovanni Battista Re
a tratteggiare così il magistero del Papa: “Ricco di calore umano e profondamente sensibile ai drammi odierni
le sofferenze e le speranze del nostro tempo della globalizzazione
e si è donato nel confortare e incoraggiare con un messaggio capace di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto e immediato
Il suo carisma dell’accoglienza e dell’ascolto
unito ad un modo di comportarsi proprio della sensibilità del giorno d’oggi
cercando di risvegliare le energie morali e spirituali
Il primato dell’evangelizzazione è stato la guida del suo Pontificato
Filo conduttore della sua missione è stata anche la convinzione che la Chiesa è una casa per tutti
un’altra scena ha catturato l’attenzione: il passaggio del feretro da San Pietro a Santa Maria Maggiore circondato dalla folla
Anche in questo caso è difficile non pensare a San Paolo VI di ritorno
dal primo storico viaggio apostolico in Terra Santa accompagnato proprio da padre Bevilacqua
che poi sarà eletto pontefice con il nome di Paolo VI
Don Piero Bonfanti era da poco subentrato a don Reina nella cura della parrocchia
(Renzo Fazio, dalla pagina Facebook “Germignaga, ricordi dal passato“) È quasi tempo di conclave
fra meno di una settimana ne comincerà uno nuovo nel quale dovrà essere designato il successore di Papa Francesco
un futuro Pontefice fece tappa a Germignaga: correva l’anno 1958
don Piero Bonfanti da pochi mesi era subentrato a don Primo Reina nella cura della Parrocchia di Germignaga
quando a settembre venne in visita pastorale l’arcivescovo Giovanni Battista Montini
sarà quest’ultimo il prescelto a succedere a Papa Giovanni XXIII e lo farà scegliendo il nome di Paolo VI
Il suo pontificato durerà oltre 14 anni e verrà proclamato Santo nel 2018
nato a Varese nel 1937 e nominato cardinale nel 2004 da Giovanni Paolo II
potenzialmente sarebbe potuto diventare Papa negli ultimi due conclavi
Vennero però eletti Papa Benedetto XVI e Papa Francesco
al massimo si potrà puntare ad avere un Papa originario di un paese al confine con la nostra provincia: Lenno
un piccolo comune sul lago di Como che nel 1950
attuale Vescovo di Como e nominato Cardinale nel 2022 da Papa Francesco
Finora il suo nome non è stato inserito nei vari elenchi dei “papabili”
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Venerdì sera all’ex Colonia Elioterapica di Germignaga l’incontro promosso insieme alle Parrocchie della Valtravaglia con Amnesty International per riflettere sulla situazione nella Striscia
Dalla Valganna a Luino, da Cunardo a Ferrera: continua senza sosta l'impegno dei volontari per educare i bambini al rispetto dell’ambiente e ripulire i territori del Luinese dai rifiuti
Nel quarto anniversario dalla scomparsa dello storico luinese, l’associazione di Germignaga annuncia il salvataggio del sito storico-culturale e la prosecuzione del suo impegno divulgativo
Venerdì mattina la tradizionale cerimonia istituzionale con il corteo per le vie della città, che vedrà partecipare anche i Comuni di Brezzo di Bedero, Dumenza, Germignaga e Porto Valtravaglia
Una riflessione approfondita sul corso d'acqua luinese: dalla gestione della vegetazione alla riscoperta del fiume come voce viva del paesaggio e protagonista del nostro abitare consapevole
L’intervento rientra nei lavori di RFI sulla tratta Luino-Porto Valtravaglia: prevista la chiusura totale fino al 26 maggio, poi senso unico alternato fino al completamento dell’opera
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Sono trascorsi 325 anni da quando la morte di un pontefice generò un periodo di sede vacante proprio durante l’Anno del Giubileo. Nel 1700 fu la scomparsa di Innocenzo XII a segnare l’Anno Santo da lui indetto. Dopo oltre due mesi di conclave, fu il suo successore, Papa Clemente XI, a iniziare il pontificato l’8 dicembre e presiedere le cerimonie conclusive del Giubileo. Un evento rarissimo che, con la morte di Papa Francesco, si ripete anche nel 2025.
Anche l’arcidiocesi di Modena-Nonantola e la diocesi di Carpi vivono questo momento di sede vacante con partecipazione e speranza. L’arcivescovo Castellucci ha dichiarato di vivere questo tempo in preghiera e ha espresso grande fiducia per l’elezione del nuovo Papa. "Personalmente – le parole di Castellucci – sto vivendo questi giorni di attesa con molta fiducia, sapendo che lo Spirito è all’opera attraverso esseri umani che sono orientati al bene della Chiesa".
Sono contento di questo momento di rinnovamento della Chiesa, sono certo che il nuovo Papa saprà valorizzare le grandi aperture di Papa Francesco".
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in concomitanza con l’inizio degli Esercizi Spirituali della Curia Romana
la recita serale del Santo Rosario per la salute del Papa sarà anticipata alle 18.00 circa e si terrà in Aula Paolo VI
L'appuntamento sarà dunque dopo la recita dei Vespri e dopo la Meditazione degli Esercizi Spirituali
la preghiera si svolgerà come è stato finora in piazza San Pietro
questo tempo di raccoglimento e preghiera rappresenta un momento di silenzio e discernimento per i collaboratori del Santo Padre
i quali si uniranno in spirito di riflessione e di ascolto della Parola di Dio
I fedeli che desiderano partecipare a questo ulteriore momento di preghiera potranno seguirlo in diretta sugli schermi in Piazza San Pietro o attraverso i media vaticani.
la preghiera comunitaria riprenderà in una modalità rinnovata
rimanendo segno di fede e di comunione ecclesiale
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Paolo vi — che già aveva ricevuto i ciclisti del Giro d’Italia il 30 maggio 1964 a Castel Gandolfo — il 16 maggio 1974 dà il via alla prima tappa (164 km
arrivo a Formia e successo del belga Wilfried Reybrouck con vittoria finale di Eddy Merckx)
Papa Montini rivolge una “benedizione augurale”
Si rinnova per noi la gioia di salutare tutta la grande famiglia del Giro d’Italia: corridori
in quanto per la prima volta nella storia il Giro prende il via dalla Città del Vaticano
Diciamo il nostro compiacimento a voi e agli organizzatori della popolare competizione per aver voluto così sottolineare la vostra volontà di dare un significato all’Anno Santo che si sta celebrando nelle Chiese locali e che
il punto irraggiante di richiamo per tutta la grande famiglia dei popoli
Ci rallegriamo inoltre nel vedere tuttora valida e vitale una formula
che ha il suo valore non solo spettacolare
rispettosa dei valori della persona: come delle virtù che essa esige e propone; e come tale la indichiamo al rispetto e all’emulazione specie dei giovani (...) nel difficile cammino della vita
All’indomani della scomparsa di Papa Francesco
come non evocare l’esordio della recente autobiografia
laddove annota: “Il libro della mia vita è il racconto di un cammino di speranza che non posso immaginare disgiunto da quello della mia famiglia
anche il libro di chi ha camminato insieme a me
Un’autobiografia non è la nostra letteratura privata
E la memoria non è solo ciò che ricordiamo
La memoria è un presente che non finisce mai di passare
e invece è domani”: una singolarissima ed efficace testimonianza identitaria
nella consapevolezza di appartenere ad una storia
ad una tradizione particolarmente feconda che viene da molto lontano e che si inoltra sempre più nel futuro ravvicinato ma anche remoto
Ed è proprio anche per questa ragione che intendiamo
alludere alle ascendenze montiniane di Papa Francesco
Innumerevoli volte Papa Bergoglio ha espresso una profonda e convinta ammirazione per Paolo VI
ravvisandolo quale una guida profetica e maestro per la Chiesa contemporanea
Non è un caso che nell’omelia della beatificazione
così si sia espresso: “In questo giorno della beatificazione di Papa Paolo VI mi ritornano alla mente le sue parole
con le quali istituiva il Sinodo dei Vescovi: «scrutando attentamente i segni dei tempi
cerchiamo di adattare le vie ed i metodi alle accresciute necessità dei nostri giorni ed alle mutate condizioni della società»
davanti a Dio oggi non possiamo che dire una parola tanto semplice quanto sincera ed importante: grazie
Grazie per la tua umile e profetica testimonianza di amore a Cristo e alla sua Chiesa
all’indomani della chiusura dell’Assise conciliare
scrisse: «Forse il Signore mi ha chiamato e mi tiene a questo servizio non tanto perché io vi abbia qualche attitudine
o affinché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà
ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa
In questa umiltà risplende la grandezza del Beato Paolo VI che
mentre si profilava una società secolarizzata e ostile
ha saputo condurre con saggezza lungimirante - e talvolta in solitudine - il timone della barca di Pietro senza perdere mai la gioia e la fiducia nel Signore” come pure
Francesco abbia definito Paolo VI un “profeta di una Chiesa estroversa che guarda ai lontani e si prende cura dei poveri”
un pastore che ha speso la vita per il Vangelo aprendosi all’annuncio e al dialogo
molti tratti del magistero di Papa Montini paiono rivivere e attualizzarsi nel pontificato di Francesco
Papa Bergoglio riprende le intuizioni chiave di Paolo VI
dal tema del dialogo della Ecclesiam Suam alla passione evangelizzatrice di Evangelii Nuntiandi
sino alla visione di sviluppo integrale globale delineata nella Populorum Progressio
confermando continuità nella Chiesa e declinando quei principi al presente
con un lessico assai attuale e con una rinnovata sollecitudine pastorale
tracciò un programma chiaro e lungimirante: la Chiesa doveva prendere più viva coscienza di sé e instaurare un dialogo sincero e costante con il mondo contemporaneo
Montini rappresentava la Chiesa quale madre amorevole che si rivolge a tutti gli uomini incondizionatamente per accompagnarli alla pienezza umana e cristiana
Papa Francesco ha fatto propri questi convincimenti
evidenziando la maternità e la misericordia della Chiesa
Siffatto ideale si riflette coerentemente nello stile pastorale di Papa Francesco: egli parla di una “Chiesa in uscita”
proiettata verso le periferie esistenziali
che non resta rinserrata in sé stessa ma esce dalle “piccole chiesuole” per incontrare ed abbracciare ogni persona
Tale approccio si rivela in continuità diretta con la visione di Paolo VI
che già in sede conciliare esortava a “scrutare i segni dei tempi” e adattare vie e metodi della Chiesa alle esigenze odierne
Se Paolo VI insisteva sul dialogo come “dialogo di salvezza”
un dialogo fondato sulla carità e il rispetto della libertà
Francesco ne traduce e ne attua l’ispirazione promuovendo una appassionata e indefessa cultura dell’incontro
Dai colloqui ecumenici e interreligiosi sino al Sinodo come cammino condiviso
Papa Francesco rende concreta l’intuizione montiniana che la Chiesa
“non annovera nemici” mentre deve instancabilmente “incontrare il mondo e parlargli”
Non si può pertanto non convenire come l’ecclesiologia di Francesco
sia figlia diretta della Ecclesiam Suam di Paolo VI
peculiare e fondamentale del magistero di Paolo VI
è l’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi (1975)
incentrata sull’annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo
Papa Francesco la considera esplicitamente un testo essenziale e irrinunciabile
“per me il documento pastorale più grande che è stato scritto fino a oggi”
riferendosi proprio a Evangelii Nuntiandi in occasione del pellegrinaggio della Diocesi di Brescia
Non stupisce dunque che la prima esortazione programmatica di Francesco si intitoli Evangelii Gaudium (2013)
richiamandosi fin dal titolo alla gioia dell’evangelizzazione prefigurata e promossa da Papa Montini
Papa Francesco cita assai spesso Evangelii Nuntiandi nei suoi interventi
parlando ai direttori delle Pontificie Opere Missionarie
afferma di fare proprie alcune emblematiche espressioni di Paolo VI
“attuali come se fossero state scritte ieri” sono le parole con cui Montini auspicava che il mondo ricevesse il Vangelo non da evangelizzatori tristi o scoraggiati
ma da testimoni colmi di passione e di gioia
Paolo VI insisteva che l’annuncio cristiano dovesse essere accompagnato dalla testimonianza di vita: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri”
Tale intuizione trova pieno eco in Papa Francesco
a riscoprire la gioia del Vangelo e a comunicarla con entusiasmo
Evangelii Nuntiandi rappresenta per Papa Francesco una vera e propria bussola: molte delle riforme pastorali che ha avviato erano state in tutta evidenza prefigurate da Paolo VI
e nel corso del pontificato di Papa Bergoglio hanno ricevono un rinnovato impulso ed una coerente realizzazione
è il frutto maturo di quel seme piantato da Paolo VI nel 1975
la continuità tra i due Papi si rivela parimenti evidente
con l’enciclica Populorum Progressio (1967)
dilatò l’orizzonte della dottrina sociale affermando che lo sviluppo autentico deve essere integrale
cioè riguardare “ogni uomo e tutto l’uomo”
Questa celebre formula riassume la visione cristiana del progresso: non basta la crescita economica
serve la promozione di tutta la persona umana in tutte le sue dimensioni
e una solidarietà che coinvolga tutti i popoli
Papa Francesco ha raccolto con forza questo insegnamento
attualizzandolo dinanzi alle sfide odierne
Emblematico è che proprio nel 50° anniversario di Populorum Progressio egli abbia creato il nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale
quasi a istituzionalizzare l’idea montiniana di sviluppo integrale
Papa Francesco ha riproposto quella visione sotto nuove forme: parla di “ecologia integrale” nell’enciclica Laudato Si’
collegando inscindibilmente la cura del creato alla giustizia verso i poveri
e nella Fratelli Tutti richiama la fraternità universale come fondamento di uno sviluppo sostenibile e veramente umano
Sono prospettive che attualizzano coerentemente la Populorum Progressio nelle condizioni del XXI secolo
Come Paolo VI denunciò la scandalosa sperequazione tra popoli ricchi e popoli poveri
così Francesco stigmatizza la “cultura dello scarto” e l’“economia che uccide”
auspicando istituzioni più giuste e più inclusive
E proprio come Montini affermava che la questione sociale è ormai universale
Francesco insisterà sul fatto che siamo tutti interconnessi
e che nessuno può salvarsi da solo di fronte alle sfide globali
l’opzione preferenziale per i poveri di Papa Francesco è figlia diretta del grido di Paolo VI: “I popoli della fame interpellano oggi in maniera drammatica i popoli dell’opulenza”
Il rapporto tra Papa Bergoglio e Papa Montini si rivela quindi connotato da una profonda e coerente continuità
ovviamente nella fedeltà creativa e dinamica dello Spirito
Per molti versi Francesco non è limitato ad evocare il suo predecessore
ma ne ha incarnato il magistero aggiornandolo a fronte delle ineludibili e incalzanti sfide attuali
In lui si è rinnovato l’amore di Paolo VI per Cristo
anche Papa Francesco si è incessantemente posto “all’ascolto dell’uomo contemporaneo” per annunciare il Vangelo della misericordia
Come non evocare infine le sobrie ed essenziali
ma più che eloquenti espressioni pronunciate da Papa Francesco in occasione della canonizzazione di Papa Montini
alludendo all’esemplarità dell’apostolo Paolo: “Come lui ha speso la vita per il Vangelo di Cristo
valicando nuovi confini e facendosi suo testimone nell’annuncio e nel dialogo
profeta di una Chiesa estroversa che guarda ai lontani e si prende cura dei poveri
anche nella fatica e in mezzo alle incomprensioni
ha testimoniato in modo appassionato la bellezza e la gioia di seguire Gesù totalmente
insieme al Concilio di cui è stato il sapiente timoniere
a vivere la nostra comune vocazione: la vocazione universale alla santità
l’abbraccio ideale tra Paolo VI e Papa Francesco
testimonia la continuità viva e perenne della Chiesa
una Chiesa che di generazione in generazione cammina sulle strade dell’uomo contemporaneo
Damiano Caprio e Gianmarco Murroni - Città del Vaticano
a tratti sorpresi dalla magia della musica che trasforma le note in emozione
in un'Aula Paolo VI che diventa tempio di solidarietà
Sono i volti dei 3 mila bisognosi accolti in Vaticano
per il Concerto con i Poveri: persone sfortunate che hanno trovato conforto nel messaggio di speranza e carità trasmesso dagli artisti sul palco
La stessa speranza a cui Papa Francesco ha dedicato il Giubileo che si aprirà il 24 dicembre
La V edizione del Concerto con i Poveri - patrocinato dal Governatorato dello Stato della Città del Vaticano
dal Dicastero per il Servizio della Carità - Elemosineria Apostolica
dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e dal Pontificio Istituto di Musica Sacra - ha rappresentato un’esperienza di arte e cultura
sono stati distribuiti ai poveri una cena al sacco e altri generi di conforto
Nato nel 2015 dall’idea di Riccardo Rossi e Gualtiero Ventura
con la direzione artistica del compositore e direttore d’orchestra monsignor Marco Frisina
il Concerto con i Poveri ha ricevuto sin dalla sua prima edizione la benedizione di Papa Francesco che in occasione dell’incontro con i promotori e gli artisti dell’evento
ha definito la serata “un bel momento per condividere con tanti nostri fratelli e sorelle la bellezza della musica che unisce i cuori ed eleva lo spirito”
“Questo Concerto con i Poveri è un bel segno dell’armonia sinodale - ha spiegato il Pontefice - soprattutto perché avviene in comunione con i nostri fratelli e le nostre sorelle più fragili
invitati a far parte di questa stupenda sinfonia dell’amore che è il Vangelo
potranno assistere al concerto nel migliore dei modi
che è “ciò che si propone anche il prossimo Giubileo: generare segni di speranza
a partire dalla sorgente dell’amore che è il Cuore di Gesù”
Il momento più atteso è stato l’ingresso sul palco del compositore premio Oscar Hans Zimmer
che ha emozionato le 8.000 persone presenti in Aula Paolo VI con alcuni dei suoi brani più celebri
“L'importanza di questo concerto è semplicemente mostrare una luce su qualcosa che è in qualche modo nascosto nell'oscurità
nascosto dal disinteresse umano di fronte alle sofferenze delle persone”
“È importante guardare negli occhi i poveri e trattarli come fratelli - ha continuato l’artista - È la bellezza di restituire agli altri quello che la vita ci regala”
Zimmer ha fatto anche una riflessione sull’importanza dell’arte
nella solidarietà: “Abbiamo il dovere di usare il potere che deriva dalla creatività
È quello in cui siamo bravi: scrivere una canzone
fare qualcosa che scuota un po' la gente e trasmetta loro emozioni
La vera ricchezza è la capacità di condividere e di donare”
Sul palco si sono alternati a Zimmer anche il direttore d’orchestra Dario Vero
la violoncellista Tina Guo e il maestro monsignor Marco Frisina
che ha eseguito alcuni brani da lui composti per i film a tema religioso
composta da 75 musicisti provenienti da tutta Europa
oltre che dai 250 elementi del Coro della Diocesi di Roma
che celebra quest’anno il suo 40° anniversario di fondazione
A presentare l’evento l’attrice Serena Autieri che si è anche esibita
“Questo è un concerto in cui non si raccolgono soltanto i soldi per i poveri
ma si vive insieme a loro un momento di musica e carità - ha spiegato monsignor Frisina - I poveri sono i protagonisti
Io penso che questo sia importante per poter donare a questi fratelli non solo pane
per poter venire incontro alle necessità più immediate
ma anche donare qualcosa che vada al loro cuore
Un regalo doppio: la musica è uno strumento di amore
il Concerto con i Poveri ha accolto due opere inedite dello street artist sudamericano Carlos Atoche, realizzate in collaborazione con Airlite e Yourban 2030
per portare la creatività dell’arte urbana trasformando la solidarietà in un messaggio di speranza e responsabilità condivisa verso il pianeta
La prima opera è ispirata all’enciclica Laudato Si’: il dipinto su tela ‘La Casa Comune’
che rappresenta Papa Francesco circondato da una natura rigogliosa
con alberi e fiori simboli di rinascita e armonia
è stato donato al Santo Padre durante l’Udienza privata concessa agli artisti e organizzatori del Concerto Con in Poveri; la seconda opera
è stata creata appositamente per accogliere gli ospiti del concerto
amplificando il messaggio universale di inclusione e tutela dell’ambiente
Le due opere sono state realizzate con pitture fotocatalitiche e purificatrici d’aria
per testimoniare l’urgenza della riqualificazione urbana attraverso l’arte e la sostenibilità
un unico appuntamento per inaugurare la stagione primaverile di mostre della Collezione Paolo VI - Arte contemporanea di Concesio
È stato riproposto il format del duplice vernissage
pensato per presentare al pubblico due nuove esposizioni che
trovano un terreno comune nella ricerca spirituale e nella riflessione interiore
Protagoniste della serata le mostre «Opere Sacre» del bergamasco Andrea Mastrovito e «Riemergerai più limpido» dell’artista Nicoletta Freti
«Abbiamo inaugurato una piccola e recentissima tradizione: proporre due mostre insieme – spiega il direttore della collezione
dedicata all’arte moderna di ispirazione religiosa
l’altra invece è più di ricerca e scommette sulle capacità di profondità meditativa che l’arte porta con sé»
«Opere Sacre», a cura dello stesso Giuliano Zanchi
documenta la ricca attività di Mastrovito nella realizzazione di progetti a committenza religiosa
come l’abside dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo
la cappella del Foyer Catholique a Bruxelles
la cripta del Santuario della Madonna della Guardia a Tortona e l’iconografia delle Opere di Misericordia per la Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia
Lo fa attraverso una selezione di bozzetti
«Mastrovito ha lavorato molto sul tema dell’arte sacra nella liturgia e nelle chiese
Una notizia ufficializzata da poche settimane è quella della vincita del concorso per la realizzazione dell’Agnus Dei nel progetto di completamento della Sagrada Familia di Barcellona – commenta Zanchi –
volevamo raccontare come si prepara un lavoro così sofisticato come quello di intervenire in una chiesa e mostrare la capacità dell’artista di interpretare in modo geniale i temi cristiani tradizionali»
Quello di Mastrovito è un lavoro brillante
capace di scostarsi dagli stereotipi formali per tradurre in modo innovativo argomenti spirituali complessi
che cristallizza il momento della rimozione del Cristo Crocefisso dalla Cattedrale armena di Leopoli
a causa dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina nel 2022
reinterpretato attraverso la tecnica del frottage
realizzata su una base di copertine di celebri libri di natura distopica
A fare eco al messaggio profondo di Mastrovito
che da anni indaga il legame tra arte e crescita personale
«Riemergerai più limpido» ricerca il filo conduttore della coscienza e della memoria
«Le opere che presento hanno tutte a che fare con la luce
con la possibilità di vedere le cose in modo diverso
di contenere le domande a cui non sappiamo dare risposta e di tenerle lì
per lasciarle germogliare» racconta la stessa artista
Ciascuna delle opere in mostra rappresenta un contenitore di domande senza risposta
che rimandano a qualcosa di non immediatamente comprensibile
perché celate o frammentate attraverso l’uso di superfici specchianti e pellicole oleografiche
attivare la possibilità di farsi e fare domande
Da segnalare le iniziative collaterali – a partecipazione gratuita – previste: il 17 maggio
saranno proposte visite guidate – comprese nel costo del biglietto d’ingresso – a cura degli educatori museali della Collezione Paolo VI
il pubblico potrà incontrare Nicoletta Freti per un dialogo aperto
è in programma un laboratorio didattico dedicato alle famiglie e ispirato al lavoro di Andrea Mastrovito: un’attività pensata per avvicinare i più giovani al tema della spiritualità attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea
Il biglietto d’ingresso unico per museo e mostre costa 2,50 euro, info e prenotazioni sul sito www.collezionepaolovi.it
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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reggente della Prefettura della Casa Pontificia
raccoglie in un volume il senso dell'Anno Santo "con Paolo VI"
lettere e udienze che non perdono d'attualità
ma anzi accompagnano il cammino della Chiesa a fianco dell'uomo di oggi
che in occasione dell’anno giubilare indetto da Papa Francesco richiama alla memoria l’esperienza vissuta da Papa Paolo VI nel 1975
decise di mantenere viva la tradizione iniziata nel 1300
dal titolo “L’Anno Santo con Paolo VI” (Libreria Editrice Vaticana)
lettere e udienze di Papa Montini che spaziano dalle esperienze personali di Paolo VI alle riflessioni teologiche e spirituali
partendo da una profonda convinzione: la rilevanza continua del Giubileo
come tempo di grazia per la Chiesa di ieri
“Annunciare con autorità e con sicurezza la Parola del Signore”: questa
di cui ogni anno giubilare è il riflesso che si irradia nella comunità ecclesiale fino a raggiungere i confini del mondo
che aveva suscitato nuovo vigore nella Chiesa
Papa Montini voleva portare la Chiesa a rinascere
Sapienza nell’introduzione al libro: “Indicando un programma: rinnovamento e riconciliazione”
le tre parole-chiave annotate in un appunto autografo del Pontefice
“È venuto il momento di misurare la nostra adesione a Cristo nel conflitto ch’essa subisce con l’adesione alle forme di pensiero e di azione
che prescindono dal suo Vangelo e dalla sua salvezza”
scrive Paolo VI spiegando i motivi dell’indizione dell’Anno Santo: “E’ maturo il momento d’un atto di coscienza totale sui valori supremi e sui valori subalterni: è tempo di scelta non solo pratica e remissiva
ma pensata altresì e impegnativa sul carattere generale
che vogliamo imprimere alla nostra esistenza: cristiano
E ancora: “La Chiesa attribuisce un’importanza non solo rituale a questa grande e prolungata celebrazione
Il programma “ad extra” è molto chiaro: “Per venire a confronto con questo mondo agitato ed ostile
avrebbe bisogno almeno di idee chiare e sicure
cioè d’una razionalità naturale autentica ed operante
d’un senso comune capace di verità basilari e di funzionalità veramente logia e normale
narcotizzato com’è da dubbi d’ogni genere
che solo gli studi scientifici da un lato e gli istintivi ragionamenti del buon senso
Noi dovremmo auspicare che la forza della ragione fosse ristabilita nella sua integrità; è questo uno dei grandi e ricorrenti bisogni della cultura
in altre parole “bisogna rifare l’uomo dal di dentro”
attraverso un processo di conversione che è anzitutto “autorinascita”
perché – scriveva allora con parole che non perdono affatto di attualità – c’è nell’uomo di oggi “una profonda insoddisfazione
una infelicità esasperata dalle false ricette di felicità dalle quali è intossicato
uno stupore di non saper godere dei mille godimenti che la civiltà gli offre in abbondanza”
non vogliamo essere diversi dagli altri cittadini del mondo
Ma un’intenzione dovrà dominare la nostra esistenza
un valore superiore la dovrà far risplendere di valori che adesso restano occulti
Dovremo rigenerare la nostra maniera di pensare e di vivere nel mondo in cui siamo
Dovremo ricostruirci una vera coscienza cristiana
Dovremo essere veramente rigenerati nel cuore: questo il programma dell’Anno Santo”
Segretario di Stato vaticano; il porporato veneto è tra i papabili maggiormente quotati per la successione a papa Francesco
«L’impegno di Paolo VI per la pace - ha detto il porporato -
e per una diversa azione diplomatica della Santa Sede
la Chiesa assumesse una chiara prospettiva umanistica»
Il papabile cardinale Pizzaballa: «Montini
un legame «certificato» anche dall’anello del pescatore
L’episodio è stato raccontato, su Avvenire, da mons. Ettore Malnati. «Era consuetudine che si presentassero al neo-eletto successore di Pietro alla Cattedra romana tre modelli per l’anello piscatorio - racconta mons. Malnati -. Il cardinale Re, conterraneo ed estimatore di Paolo VI
sapeva che avevo ricevuto in consegna dal segretario del pontefice bresciano
diversi oggetti artistici donati a Papa Montini»
Ed ecco la richiesta: «Alcuni giorni prima di quel conclave di dodici anni fa
Re mi chiese per telefono se tra gli stampi dei vari anelli commissionati all’artista Enrico Manfrini ve ne fosse anche uno per il nuovo Papa
Alla mia risposta affermativa chiese se potevo farglielo recapitare prima dell’apertura del conclave
«Concluso il conclave con la proclamazione del nuovo Vescovo di Roma
e dopo il suo primo discorso ai cardinali nella Cappella Sistina - prosegue Malnati -
ricevetti un’altra telefonata dal cardinale Re
che con voce gioiosa e squillante disse: "Francesco ha scelto il calco dell’anello di Paolo VI
Ce n’è una seconda: non vuole fondere con materiale aureo il calco e tiene l’anello così com’è"»
Ma le sorprese (e le emozioni) non erano finite
«Una mattina ricevetti una telefonata nella mia parrocchia di Sion a Trieste: una voce femminile mi chiese se fossi monsignor Malnati e se rispondevo io a quel numero
mi disse che parlava dal Vaticano e che nel pomeriggio avrei ricevuto una telefonata da una persona della Santa Sede
Pensai potesse trattarsi di monsignor Paolo Sardi per qualche comunicazione»
Malnati: «Sono convinto che il pensiero di Montini fu alla base delle convinzioni maturate in quegli anni dal futuro Papa e poi espresse nel suo magistero sulla Chiesa intesa come ospedale da campo»
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
che riguarda una venerabile tradizione secolare”
e perciò tocca “il patrimonio religioso ereditario che sembrava dover godere d’un’intangibile fissità”
Questo cambiamento riguarda lo svolgimento cerimoniale della Messa: “avvertiremo forse con qualche molestia - spiega il Pontefice - che le cose all’altare non si svolgono più con quella identità di parole e di gesti
distogliendoli così dalle loro consuete devozioni personali
ch’è poi quello di tutte le novità
che si inseriscono nelle nostre abituali consuetudini”
Nel nuovo rito la maggiore novità è quella della lingua
ricorda Paolo VI all’udienza generale del 26 novembre 1969
certamente la sostituzione della lingua volgare è un grande sacrificio: perdiamo la loquela dei secoli cristiani”
C’è “ragione di rammaricarci e quasi di smarrirci”
Ma “vale di più la partecipazione del popolo
di questo popolo moderno saturo di parola chiara
traducibile nella sua conversazione profana”
Non per questo il latino nella Chiesa scomparirà: “esso rimarrà - afferma Papa Montini - la nobile lingua degli atti ufficiali della Sede Apostolica; resterà come strumento scolastico degli studi ecclesiastici e come chiave d’accesso al patrimonio della nostra cultura religiosa
Il disegno fondamentale della Messa rimane quello tradizionale
può manifestare “una sua maggiore ricchezza
resa evidente dalla maggiore semplicità delle cerimonie
dalla varietà e dall’abbondanza dei testi scritturali
dai silenzi che scandiscono il rito in momenti diversamente profondi
e soprattutto dall’esigenza di due requisiti indispensabili: l’intima partecipazione d’ogni singolo assistente
e l’effusione degli animi nella carità comunitaria; requisiti che devono fare della Messa più che mai una scuola di profondità spirituale e una tranquilla ma impegnativa palestra di sociologia cristiana”
è “una data memorabile nella storia spirituale della Chiesa
perché la lingua parlata entra ufficialmente nel culto liturgico”
Paolo VI si sofferma sull’applicazione della riforma liturgica alla celebrazione della Santa Messa anche all’udienza generale del 17 marzo 1965: “l’assemblea diventa viva ed operante; intervenire vuol dire lasciare che l’anima entri in attività
ma con il movimento interiore del sentimento di fede e di pietà
imprime al rito una forza e una bellezza particolari: esso diventa coro
diventa ritmo d’una immensa ala volante verso le altezze del mistero e del gaudio divino”
“Prima - aggiunge il Pontefice - bastava assistere
ora occorre partecipare; prima bastava la presenza
ora occorrono l’attenzione e l’azione; prima qualcuno poteva sonnecchiare e forse chiacchierare; ora no
Risuoneranno anche le note delle colonne sonore de “Il Gladiatore” e di “Pirati dei Caraibi”
Per la quinta edizione del “Concerto con i poveri”
l’ospite d’onore sarà il premio Oscar Han Zimmer
che si esibirà insieme ai compositori monsignor Marco Frisina e Dario Vero; prevista anche la speciale partecipazione della violoncellista candidata ai Grammy Tina Guo
si alterneranno a brani composti da Frisina per i film a tema religioso
tutti accompagnati dalla Nova Opera Orchestra
composta da 70 musicisti provenienti da tutta Europa
e dai 250 elementi del Coro della Diocesi di Roma
che celebra quest’anno il 40° anniversario di fondazione
Il concerto inizierà alle ore 17.30; parteciperanno circa 8.000 persone
tra cui 3.000 fratelli indigenti di tutte le lingue e religioni: saranno loro gli “ospiti d’onore” dell’evento
invitati a partecipare attraverso il Dicastero per il Servizio della Carità – Elemosineria Apostolica e numerose associazioni di volontariato che li assistono quotidianamente – tra cui Caritas di Roma
le Acli di Roma e la Comunità Giovanni XXIII – e ai quali verrà successivamente distribuita una cena al sacco e altri generi di conforto
La giornata si aprirà con l’udienza privata al mattino per gli artisti e i partner di Nova Opera con Papa Francesco
Nato nel 2015 da un’idea di Riccardo Rossi e Gualtiero Ventura e organizzato da Nova Opera con la direzione artistica di Frisina
il “Concerto con i poveri” negli anni si è affermato come un evento artistico unico nel suo genere
un appuntamento di solidarietà e vicinanza; un viaggio musicale per celebrare la bellezza e la carità attraverso il linguaggio universale dell’arte
oltre che dal Dicastero per il Servizio della Carità – Elemosineria Apostolica
dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione e dal Pontificio Istituto di Musica Sacra
Le quattro edizioni precedenti hanno visto la partecipazione di alcuni tra i massimi esponenti del panorama musicale internazionale
tra i quali i direttore d’orchestra Daniel Oren e Speranza Scappucci e i compositori Ennio Morricone e Nicola Piovani
oltre a prestigiose collaborazioni come quella dell’Orchestra e del Coro del Teatro dell’Opera di Roma
il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
l’Orchestra Italiana del Cinema e l’orchestra Roma Sinfonietta
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
Ma il limite massimo dei 120 elettori è stato oltrepassato da Papa Wojtyla 4 volte: nel Concistoro del 28 giugno 1988 (160 cardinali
di cui 136 elettori e 47 non elettori) e del 21 ottobre 2003 (194 cardinali
il Collegio cardinalizio era costituito da 183 cardinali
Benedetto XVI ha sforato la quota di 120 cardinali elettori 2 volte: nel Concistoro del 20 novembre 2010 (203 cardinali
di cui 121 elettori e 82 non elettori) e del 18 febbraio 2012 (213 cardinali
nel Conclave apertosi il 12 marzo 2013 il Collegio cardinalizio era costituito da 207 cardinali
Francesco è arrivato ad oltre 120 cardinali elettori in tutti i suoi 10 concistori: nel Concistoro del 22 febbraio 2014 (218 cardinali
Anche se gli altri Pontefici avevano superato il tetto stabilito
questa è la prima volta che si svolge un conclave con un numero eccedente il tetto di 120: erano 111 nei due conclavi del 1978
Da ricordare che la Universi Dominici Gregis
specifica che "un cardinale di Santa Romana Chiesa
che sia stato creato e pubblicato in Concistoro
ha per ciò stesso il diritto di eleggere il Pontefice" e che "non hanno
invece questo diritto i cardinali canonicamente deposti o che abbiano rinunciato
il Collegio dei cardinali non può riammettere o riabilitare costoro"
si è celebrata la beatificazione di Giovanni Battista Montini-Paolo VI
dalla canonizzazione: il percorso di santità dell’uomo
vescovo e Pontefice è stato riconosciuto dalla Chiesa
è stata posta al centro la spiritualità del protagonista
che unisce il desiderio e la contemplazione del mistero di Dio con la sollecitudine verso l’umanità e il dialogo della fede con il tempo presente
In un appunto di Paolo VI sulla santità leggiamo che essa «non va commisurata su la grandezza eroica
drammatica dei personaggi celebri»; è invece «un continuo duplice atto di umiltà e di fiducia per disporre l’anima a compiere
di amore e quelli dell’azione buona e forte esteriore»
La concezione montiniana di santità è sulla scia del Concilio
perché proposta a tutti e contraddistinta da semplicità: un’armonia fra la serenità e la pace dello spirito
la preghiera e la sollecitudine per il prossimo
nella quale Montini coinvolge innanzitutto i giovani
ai quali dedica il primo documento ufficiale della Chiesa sulla gioia cristiana
l’esortazione apostolica Gaudete in Domino
che è stata seguita da Evangelii gaudium di Papa Francesco
umile» come lui stesso la invoca per tutti i credenti nella preghiera al termine dell’Anno della fede 1967-1968
e ne struttura le linee portanti nel Credo del popolo di Dio; ma sperimenta anche la fatica di essere spesso condotto
ben oltre quanto ritiene adeguato alle proprie forze spirituali e morali
delle decisioni più difficili; ma ha sempre in mente i cammini
La contemperazione di sensibilità amorevole verso le fatiche dei credenti e di servizio e difesa della fede matura nella meditazione della paternità di Dio
nell’ardore interiore e anche nella contemplazione mistica suggeriti dallo Spirito Santo
davanti al quale il Papa è «come abbagliato dal sole»
ma che gli dà «un’impressione di beatitudine oceanica
alla cui meditazione dovrò poi sempre ritornare»
per cui può dire: «Non la nostra mano debole e inesperta è al timone della barca di Pietro
E così appare la grande protagonista: la Chiesa
con inesauribile pazienza ed umiltà
E quando ogni gratificazione venisse a mancare
citata da Papa Francesco nell’omelia della beatificazione: «Forse il Signore mi ha chiamato a questo servizio non già perché io vi abbia qualche attitudine
o perché io governi e salvi la Chiesa dalle sue presenti difficoltà
ma perché io soffra qualche cosa per la Chiesa
colui che è stato definito «il Papa dell’umiltà» riflette molto sulla distanza assoluta tra l’uomo e Dio
risolvibile nella «suprema sintesi di S
E tanti ricordano gesti come il bacio dei piedi del metropolita Melitone
piuttosto che le semplicissime esequie di Montini
che si moltiplicano dalla fine degli anni ‘60
non fanno che rafforzare questi suoi propositi: «Non nascondere sotto la professione e la coscienza dell’umiltà
disposta a fallire davanti agli uomini e anche davanti alla coscienza personale»
Per cui anche il mistero della Croce — che sembra essere l’unica condizione vissuta da Papa Montini sulla quale tutti
concordano — ha una forte potenzialità pragmatica
Princípi di grande attualità rispetto al prossimo Giubileo del 2025
la cui bolla di indizione cita san Paolo VI
La natura della perfezione spirituale consiste poi nella perfezione di carità: l’«Amatevi come io vi ho amato» dice a Milano
è un’«equazione tremenda e stupenda»
compiuti in grande riserbo e conosciuti dalle testimonianze altrui
Vi è poi l’aspetto della carità nella Verità
un servizio agli uomini che Montini vive con passione
quella di Montini è una vita interiore che alimenta un comportamento riservato e composto e che è frutto di un costante senso della presenza rasserenante di Dio; egli la esprime continuamente nella preghiera personale e liturgica e da essa attinge la forza di parlare e di agire senza timore
durante l’omelia della beatificazione: «Nei confronti di questo grande Papa
Grazie per la tua umile e profetica testimonianza di amore a Cristo e alla Sua Chiesa!»
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
La santità è “un cammino di progressiva conformazione a Cristo” ed è “unica” perché ha “in Cristo la sua misura e il suo metro”
ma “i suoi modelli nel corso della storia sono senz’altro cambiati”
Partendo da questa premessa il cardinale Marcello Semeraro
prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi
il suo intervento all’incontro svoltosi a Concesio
in occasione del decennale della beatificazione di Papa Montini
L’evento ha avuto inizio nella Casa Natale di San Paolo VI con l’inaugurazione della “Visita virtuale alla Casa Natale di G.B
Montini- Paolo VI” ed è poi proseguito nell’Auditorium “Vittorio Montini” dell’Istituto Paolo VI
dal titolo “La santità cristiana oggi
il porporato ha richiamato i tratti che ha evidenziato Carlo Cardia - definendolo “il Papa che nella modernità ha dato più risposte agli interrogativi dell’uomo” e “che più ha unito pensiero e azione nel dare alla Chiesa un volto nuovo
capace di accogliere l’uomo moderno con le sue esigenze
e le parole del cardinale Carlo Maria Martini
“che è riuscita ad esprimersi anche nell’età e nella cultura dell’incredulità
fiero del proprio progresso o disperato per la propria solitudine”
quando ai ragazzi disse che “la soluzione radicale ai vostri problemi non sta in un complesso di ‘cose’
Qualcuno in cui tutti i valori che segretamente cercate si trovano riuniti: Cristo”
la cui voce risuona anche oggi in modo autentico nella Chiesa”
a non fermarsi “in superficie” e a raccogliere “il messaggio
di cui la Chiesa è portatrice sicura
ha fatto notare il prefetto del Dicastero delle Cause dei santi
“il desiderio di Cristo è la linea rossa di tutta la sua vita terrena”
Circa il magistero di Montini sul tema della santità, il porporato ha proposto un passaggio dell’udienza generale del 9 luglio 1975
nel quale il Pontefice spiegava che “chi accetta d’essere positivamente cristiano avverte
ad un dato momento” la “sempre più stringente esigenza” della perfezione
aggiungendo che “avere Dio come modello di perfezione” è “stimolo ad essere simili nella realtà a quel Dio
del quale è impressa la ineffabile somiglianza sul nostro volto” e che è Cristo che ci propone questa vera statura dell’uomo
Montini affermava che la santità è possibile e “che non è una vocazione esclusiva ed eccezionale per alcune grandi anime
indicando “nella carità l’essenza della perfezione
la via maestra per la santità: una via che ciascuno può percorrere” e aggiungendo che “la Chiesa non cessa di presentare all’ammirazione e al culto dei fedeli i giganti della santità
“Le forme esteriori ed i mezzi facoltativi
con cui l’anima si arma alla conquista della perfezione sono sempre apprezzati”
“ma la preferenza va all’essenza della perfezione
in queste parole sono “riunite esperienza personale
Tutto ciò rinvia alla formula ricorrente di Papa Francesco: la santità della porta accanto
Infine, circa il versetto della lettera ai Galati di Paolo “non vivo più io. Ma Cristo vive in me”, Il porporato ha illustrato alcune delle tante occasioni nelle quali Paolo VI ha insistito sul senso dell’affermazione dell’apostolo delle genti, tra le quali spicca l’udienza generale del 15 gennaio 1964
siamo ancora come Lui ci fece e ci volle - proclamava Montini -
la inserzione nel suo Corpo mistico” e per questo ciascuno di noi può dire
scrivendo ai sacerdoti per la Settimana Santa 1961
ha anche una corrispondenza con le testimonianze rese nel processo per la sua beatificazione e canonizzazione
durante il quale una delle suore che abitavano con lui nell’appartamento in Vaticano ha dichiarato che “quando era in cappella
il suo sguardo era fisso sempre al tabernacolo
La sua autorità è intrinseca per la verità che espone
per l’esempio che propone; non è comando
È pacifico; evita i modi violenti; è paziente; è generoso»
Così scriveva Paolo VI nella sua prima enciclica
Bastano queste poche parole per intuire la straordinaria attualità della lettera montiniana
uscita interamente manoscritta dalla sua penna a poco più di un anno dall’elezione pontificale
Il Papa bresciano definiva «dialogo della salvezza» la missione di Gesù
osservando che «non obbligò fisicamente alcuno ad accoglierlo; fu una formidabile domanda d’amore
se costituì una tremenda responsabilità in coloro a cui fu rivolta
li lasciò tuttavia liberi di corrispondervi o di rifiutarla»
Una forma di rapporto che fa trasparire «un proposito di correttezza
di bontà da parte di chi lo instaura; esclude la condanna aprioristica
la vanità d’inutile conversazione»
Non si può fare a meno di notare la distanza siderale di questo approccio da quello che caratterizza tanto chiacchiericcio digitale da parte di chi giudica tutto e tutti
usa linguaggi sprezzanti e sembra aver bisogno di un “nemico” per esistere
che per Paolo VI è connaturato all’annuncio evangelico
non ha come obiettivo l’immediata conversione dell’interlocutore – conversione che peraltro è sempre opera della grazia di Dio
non della sapienza dialettica del missionario – e suppone «lo stato d’animo di chi… avverte di non poter più separare la propria salvezza dalla ricerca di quella altrui»
Né ci si salva alzando steccati o rinchiudendosi in fortini separati dal mondo per curarsi dei “puri” ed evitare contaminazioni
Il dialogo è «l’unione della verità con la carità
Non è l’annullamento dell’identità di chi crede che per annunciare il Vangelo sia necessario conformarsi al mondo e alle sue agende
Non è l’esaltazione dell’identità come separazione che fa guardare gli “altri” dall’alto in basso
«La Chiesa deve venire a dialogo col mondo in cui si trova a vivere
La Chiesa si fa parola; la Chiesa si fa messaggio; la Chiesa si fa colloquio»
perché «ancor prima di convertirlo
il mondo bisogna accostarlo e parlargli»
contiene altre preziose indicazioni per i tempi che stiamo vivendo
è del suo fondatore Gesù Cristo
La sua efficacia non dipende dal marketing
dall’auditel o dalla capacità di riempire gli stadi
La Chiesa non esiste perché è capace di produrre grandi eventi
fuochi d’artificio mediatici e strategie da influencer
attraverso la testimonianza quotidiana di tanti «poveri cristi»
la bellezza di un incontro che salva e dona un orizzonte di speranza
Sta al mondo per offrire a tutti l’occasione di incrociare lo sguardo di Gesù
Gianmarco Murroni - Città del Vaticano
Segni concreti di speranza e di comunità
E un senso responsabilità nel testimoniare il ruolo di una Chiesa sinodale e missionaria
Il mondo del diaconato si riunisce in preghiera nel giorno del Giubileo che celebra e accoglie i tanti diaconi giunti in Vaticano per l’occasione
L’Aula Paolo VI ha ospitato questo pomeriggio
la Veglia di preghiera celebrata dal cardinale Lazarus You Heung-sik
Diverse le testimonianze che sono state raccontate da alcuni partecipanti alla Veglia
in una giornata che si era aperta questa mattina con il pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro
il cardinale Heung-sik ha descritto il ruolo del diacono
sottolineando che “è chiamato a essere uomo di comunione
ponte tra il sacerdozio ministeriale e il sacerdozio comune dei fedeli
È chiamato a farsi vicino ai chi soffre
Infine una domanda: “Il servizio è un dono o un peso per noi
Sappiamo riconoscere nei diaconi un segno concreto di Cristo
la Chiesa di oggi ha bisogno di uomini che sappiano servire senza cercare il primo posto
Tra coloro che saranno ordinati diaconi c’è anche Andrea Martinelli
“Dall’età di 13 anni ho sentito il desiderio di servire all’altare
Ho visto il servizio all’altare come via per riuscire a mantenere quella fede che ti accompagna per la vita
Questa per me è una grande grazia di cui rendo merito al Signore: in questi anni ho effettuato il percorso di formazione e oggi
Andrea racconta le sue sensazioni durante la partecipazione al Giubileo dei diaconi: “Inizialmente non riuscivo a capacitarmi vivendo queste giornate qui in Vaticano: passare dal proprio campanile a una dimensione così grande mi ha un po’ disorientato
ho provato una sensazione bellissima perché
mi ha messo nella condizione di dire: eccomi Signore
Per Andrea il ruolo dei diaconi è essere testimoni di speranza: “Ogni giorno
in ogni situazione della vita: non ci sono cose grandi che possiamo fare
possiamo portare quel seme di luce che significa bene
In ogni situazione: partendo dalla famiglia
riconoscendo nel fratello quello a cui possiamo spenderci”
In questa Veglia di preghiera il suo pensiero è dedicato anche alle persone che vivono difficoltà nella fede: “Il Signore colpisce il cuore di tutti: noi che siamo qui per grazia
questa è la cosa più importante
ma il pensiero deve andare a quanti possono vederci come testimoni per portare il messaggio del Signore
Anche il nostro esempio può essere qualcosa di importante
perché facciamo da ponte nel comunicare questo messaggio agli altri”
anche lui ordinando diacono: “Questi giorni sono per me una vera e propria grazia che arriva dopo un percorso fatto di tanti sacrifici
a volte anche belli: le difficoltà fanno crescere
Mi sono avvicinato al diaconato in modo strano
ho sentito che il Signore mi chiamava sempre a dare qualcosa di più
Oltre al servizio in parrocchia o l’impegno come catechista
pian piano ho capito che il Signore mi chiedeva di più
non è sempre semplice dire di sì
ma in questo caso ho accettato con convinzione
Poi parlando con il mio sacerdote mi ha fatto scoprire questo mondo e ho iniziato a farci un pensierino”
La decisione finale di Mario è arrivata grazie alla famiglia: “Mia moglie è stata determinante: un giorno
mi strinse la mano e mi chiese se volessi intraprendere questo percorso
Da quel momento ho deciso di seguire il Signore
La famiglia è importante anche nei momenti in cui si cade giù: al di là delle difficoltà
la famiglia ci ricorda sempre la bellezza di questo percorso ed è importante avere vicino qualcuno che ci sostenga nel cammino
Il centro è Cristo: quando si riesce a seguire lui riesci a non sbagliare strada”
ma anche della comunità: “Sono stato sostenuto nel mio cammino da tanti diaconi permanenti - spiega Mario - Questi giorni rappresentano per me anche un confronto fondamentale con loro e un motivo di grande orgoglio”
Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano
Come comunicare la speranza e con speranza
in un mondo dove le bugie diventano verità
alimentando l'odio attraverso algoritmi e disinformazione
Raccontando le storie che provengono dal basso
che rappresenta il cuore dell'informazione e della divulgazione. Oggi
in Aula Paolo VI hanno preso la parola Maria Ressa
giornalista filippina naturalizzata statunitense e Premio Nobel per la Pace nel 2021
scrittore irlandese di fama internazionale
autore di sette romanzi e tre raccolte di racconti premiati con riconoscimenti prestigiosi come il National Book Award e l’International IMPAC Dublin Literary Award
A moderare la conversazione è stato Mario Calabresi
già direttore de La Stampa e La Repubblica
nonché co-fondatore della società di produzione di podcast Chora Media
Il dialogo è stato introdotto da Paolo Ruffini
prefetto del Dicastero per la Comunicazione
"Interrogarci su come sperare ancora nella comunicazione tra persone e macchine
su come la tecnologia può e deve essere guidata"
le questioni al centro degli incontri per questo speciale Giubileo
che deve sempre essere sospinto dalla "volontà di tornare alle radici del nostro mestiere
"Si può ancora comunicare la speranza
Si può ancora comunicare con speranza
O la nostra è solo una narrazione disperata?"
gli interrogativi di partenza posti da Calabresi
ma la sua narrazione non può essere totalitaria
"la sola chiave di lettura del mondo" o "il motore dell'informazione"
si possono scorgere "segni di resistenza"
che la società sembra essere diventata incapace di cogliere
e il compito di raccontarla spetta ai professionisti dell'informazione
"Il buon comunicatore fa sì che chi ascolta
citando il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della comunicazione
il compito di inquadrare l'attuale momento "di profonda trasformazione del nostro mondo"
Esso è inevitabilmente segnato dalle moderne tecnologie che
quando votate alla sola ricerca del profitto
"distruggono la fiducia" delle persone
causando una generale "epidemia di solitudine"
La censura del libero pensiero è stata parte integrante della sua carriera giornalistica: attraverso il sito giornalistico Rappler e il racconto critico dell'operato del presidente Duterte
Ressa è stata arrestata e condannata per vari capi di imputazione
ho dovuto chiedere l'approvazione alla Corte suprema filippina
Se si convincono le persone che le menzogne corrispondono ai fatti
ponendo l'enfasi su un generale tentativo di "manipolazione" che avviene quotidianamente sui media
notando come ciò che accade online trascenda la sua dimensione virtuale
"La violenza online è violenza reale"
dove gli oppositori marciano sventolando il libro da lei scritto, How to Stand Up to a Dictator: The Fight for Our Future
Ancora prendendo spunto dall'attualità
la giornalista cita la recente decisione di Facebook di eliminare le sue attività di fact-checking
"non è questione di libero pensiero
combattuti non solo attraverso le armi ma "con gli algoritmi
la sistematica distruzione della verità"
è la conseguente esortazione di Ressa
"voi potete essere parte di un cambiamento per il bene
e la sua idea di "presente" che è già "passato"
vogliamo dire di avere fatto la cosa giusta"
accolto da un lungo applauso e una standing ovation dei presenti in Aula Paolo VI
a cui Ressa risponde con un commosso sorriso
"Come possiamo promuovere la civilizzazione partendo dalle macerie causate dalla guerra?"
è la domanda iniziale posta da McCann
Una citazione di un dialogo avvenuto tra Sigmund Freud ed Albert Einstein
Lo psicanalista sosteneva che l'umanità avesse un istinto naturale "per l'odio e la distruzione" impossibile da sradicare
Freud affiancava un barlume di speranza: "Lottare per la pace e la giustizia non è impossibile"
e qualunque frammento di emozione "che crei legami tra gli esseri umani deve inevitabilmente essere sfruttato per fare fronte ai conflitti"
la comunità globale è chiamata alla ricerca di una "comunione di sentimenti" e una "metodologia di istinti"
Lo scrittore pone l'accento sul valore delle storie
Risorse ancora più preziose quando provengono da persone con un background non convenzionale
"Quando ignoriamo queste storie" raggiungiamo "il punto cruciale del nostro possibile oscuramento"
perché non abbiamo più nessun prossimo che non sia la nostra stessa persona"
"Così perdiamo il nostro significato: chiediamoci chi siamo
se corrispondiamo solo a noi stessi." Il risultato è la "nullificazione" delle storie dei nostri "supposti" nemici
"Un'arma tra le più insidiose" nota McCann
alla quale Einstein sperava potesse fare fronte qualche forma di "governo a livello globale"
"nacquero istituzioni come le Nazioni Unite"
per quanto nate da promettenti premesse "non hanno funzionato come avremmo voluto"
"Qualche frammento di bene è arrivato
ma ci troviamo ancora vicini all'oscuramento
Le decisioni arrivano ancora dall'alto" Il cambiamento nasce invece "dal basso". McCann cita due padri
che nonostante la perdita dei loro figli nell'ambito dei conflitti in Medio Oriente
"hanno mantenuto la loro amicizia"
e girano il mondo condividendo la loro storia
ma profonda: non dobbiamo per forza amarci
Le parole di speranza e riflessione si sono intrecciate con le note
Considerato uno dei massimi esponenti della scuola violinistica italiana contemporanea
la sua esibizione ha suggellato il dialogo
anticipando l’atteso incontro con Papa Francesco
Alla fine del 2024 papa Francesco modificò le norme che regolano i funerali dei papi
semplificando le cerimonie: il cambiamento principale riguarda il numero di bare in cui viene sepolto il pontefice
Ora è una sola ma per tradizione erano tre
sui cui significati simbolici esistono varie versioni: la più interna di cipresso
una intermedia di piombo o zinco e una esterna di legno
A differenza di quelli dei predecessori poi
durante l’esposizione in San Pietro il suo corpo era già collocato nella bara: prima venivano appoggiati direttamente su un piedistallo chiamato catafalco
Un’altra modifica riguarda i termini onorifici usati per riferirsi al papa e alcuni aspetti liturgici
In realtà molti papi dal dopoguerra a oggi hanno deciso di semplificare i rituali funebri rispetto a quelli dei predecessori: l’assetto attuale è stato dato per molti versi da Paolo VI
Dopo essere arrivato a San Pietro il suo corpo rimase esposto per nove giorni nella basilica, con qualche problema legato alle errate tecniche di conservazione del cadavere
Fu poi sepolto nelle grotte vaticane dopo un funerale nella chiesa
Le cerimonie funebri ebbero comunque molti fasti poi abbandonati dai papi successivi: venne esposto davanti all’altare di San Pietro su di un catafalco, indossando ricchi paramenti rossi e dorati. Nel suo breve pontificato si era fatto molto apprezzare dalla popolazione
ed è ricordato come “il papa buono”: il suo corpo fu visitato da tre milioni di persone mentre era esposto in San Pietro
Il suo corpo venne dapprima visitato da alte cariche ecclesiastiche e politiche (come con Francesco nella cappella di Santa Marta)
Poi venne portato in San Pietro dove fu visitato per tre giorni dai fedeli: per la prima volta su un piedistallo basso
La messa funebre fu poi per la prima volta celebrata sul sagrato di San Pietro
come avvenuto con quella di papa Francesco
Venne poi sepolto nelle grotte papali in una tomba molto semplice e poco ornata
come aveva chiesto: anche papa Francesco ha fatto una richiesta analoga per la sua pietra tombale
La messa funebre fu celebrata dal decano del collegio cardinalizio
che sarebbe stato eletto papa poco dopo: fu vista da milioni di persone in tutto il mondo
e da piazza San Pietro e dalle zone circostanti assistettero fra le 250mila e 300mila persone
Al suo funerale, celebrato dal cardinale Giovanni Battista Re come quello di Francesco, partecipò anche papa Francesco stesso: era dall’inizio dell’Ottocento che un papa in carica non partecipava al funerale del suo predecessore. La partecipazione del pubblico fu relativamente bassa, probabilmente anche a causa del clima di gennaio: si stimano circa 50mila partecipanti.
C'entrano gli ormoni, la luce artificiale, i geni e qualche cattiva abitudine
Un'idea che funziona: usare le api come deterrente per proteggere i raccolti dagli elefanti, al posto di costosi recinti elettrificati o dei cacciatori
Che cosa dice la scienza di uno dei gesti più diffusi al mondo e allo stesso tempo più socialmente condannati
Quattro aeroporti della capitale sono stati chiusi per alcune ore: l'attacco ha coinvolto anche altre città russe
È una tradizione in cui il cancelliere uscente sceglie tre canzoni: stavolta c'erano anche i Beatles
Il governo degli Stati Uniti offrirà mille dollari e la copertura delle spese di viaggio per incentivare le "autoespulsioni"
Il candidato della coalizione di Marcel Ciolacu non ha passato il primo turno delle presidenziali, vinto dall'estrema destra
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419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980
Gli Amici della scuola Paolo VI di Rho ci comunicano che
è stato organizzato l’Open Day dell’Istituto
In questa occasione sarà possibile conoscere la scuola
parlare con alcune delle studentesse e degli studenti
vedere i lavori svolti e partecipare a laboratori e lezioni aperte
Un momento di incontro per entrare nel mondo della Paolo VI e per conoscerla più da vicino
L’accesso è garantito SOLO su prenotazione alla pagina dedicata
fino ad un massimo di 180 ingressi per fascia oraria
Al termine di ciascuna fascia oraria sarà previsto un incontro con la Coordinatrice didattica e alcuni membri del Consiglio di Amministrazione (ore 10.30 e ore 12.00)
La Scuola Secondaria di Primo Grado “Paolo VI” nasce a Rho nel 1980 e trae ispirazione nell’elaborazione del progetto educativo dalla tradizione cattolica
ma è aperta a tutti gli studenti e alle famiglie che ne condividono gli obiettivi educativi
senza alcuna discriminazione di cultura o credo religioso
A partire dall’anno scolastico 2021/22 è attiva la nuova ala della sede
costruita in risposta al crescente numero di iscritti degli ultimi anni
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Un uomo che «anche nella fatica e in mezzo alle incomprensioni ha testimoniato in modo appassionato la bellezza e la gioia di seguire Gesù totalmente»
Sono le parole usate da papa Francesco per definire Paolo VI durante le cerimonie che lo hanno proclamato prima beato e poi santo
«Bergoglio – ci ha raccontato il cardinale Marcello Semeraro
prefetto del Dicastero delle cause dei santi – considerava Giovanni Battista Montini suo padre spiritual
alle ore 19.00 sarà ricordato il 60° anniversario della prima Celebrazione Eucaristica in lingua italiana con una Concelebrazione presieduta da Mons. Aurelio García Macías
sottosegretario del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti
Paolo VI presiedeva la prima Messa in italiano nella parrocchia romana di Ognissanti sull’Appia Nuova
affidata ai Figli della Divina Provvidenza
«Un avvenimento» lo definì Papa Montini: «Questa domenica segna una data memorabile nella storia della Chiesa perché la lingua parlata entra ufficialmente nel culto liturgico
La Chiesa ha sacrificato tradizioni di secoli per arrivare a tutti»
Il 7 marzo di dieci anni fa Papa Francesco ha presieduto la Messa nella stessa chiesa
per ribadire la validità di quella riforma coraggiosa
per sottolineare il significato di quell’avvenimento e per invitare a valorizzare
sulla scia tracciata dai suoi predecessori
la forza evangelizzatrice della liturgia per la Chiesa di oggi
"Gli obiettivi del giornalismo sono due: proteggere la democrazia e aiutare le persone ad affrontare la quotidianità
ma anche la proposta di soluzioni a ciò che non funziona"
Questa splendida frase che riassume in poche parole il senso del giornalismo
specie in tempi di terribili eventi in ogni latitudine
co-fondatore del sudafricano Daily Maverick
una testata avviata nel 2009 da una start-up di cinque persone (oggi diventate più di cento)
nell’occasione dell’apertura dell’Anno Santo il cui motto recita “Pellegrini di speranza”
i giornalisti Francesco Antonioli e Gerolamo Fazzini
si sono interrogati su come il giornalismo
e su cosa abbia da dire il Giubileo appena cominciato al mondo dei comunicatori e dei media
E da queste domande è nata l’idea della mostra “Comunicare la speranza
un’iniziativa promossa dalla Società San Paolo e dalle Figlie di San Paolo con il patrocinio del Dicastero per l’Evangelizzazione e del Dicastero per la Comunicazione
e affidata per la realizzazione all’agenzia Mediacor
sotto la regia di Paolo Pellegrini e Simona Borello
La mostra verrà esposta per la prima volta nell’ingresso dell’Aula Paolo VI in Vaticano il 25 gennaio prossimo
in occasione del Giubileo del Mondo della Comunicazione
Una seconda edizione sarà da subito esposta presso la Basilica di Santa Maria Regina degli Apostoli
centro significativo per gli Istituti della Società San Paolo e delle Figlie di San Paolo
per poi diventare itinerante nei mesi successivi (sarà anche possibile prenotarla per iniziative presso istituzioni, centri culturali
parrocchie e realtà associative)
L’iniziativa vede anche il patrocinio di Copercom (Coordinamento delle Associazioni per la Comunicazione)
Fesmi (Federazione Stampa Missionaria Italiana)
Fisc (Federazioni Italiana Settimanali Cattolici)
Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) e WeCa (Associazione WebCattolici Italiani)
In ventiquattro pannelli agili pannelli presentati con una grafica accattivante
la mostra lancia agli operatori della comunicazione
sulla scorta degli inviti di Papa Francesco
un forte appello alla corresponsabilità
tramite un apposito QRcode - chiede a ciascuno di ripensare al proprio ruolo a servizio della collettività
così da rinsaldare la dimensione civile della professione del comunicatore
a maggior ragione se si rifà ai valori cristiani
Tra i molti spunti interessanti che emergono scorrendoli
c’è quanto segnala il Digital News Report
lo studio più autorevole sull’andamento dei media e dell’informazione condotto annualmente dal Reuters Institute for the Study of Journalism
L’edizione 2024 restituisce un panorama in profonda trasformazione in cui si delineano alcuni trend: la sensazione in molti utenti di un eccesso di informazione
difficile da gestire; l’insistenza sulle bad news da parte dei media e un problema di credibilità degli operatori dell’informazione
Il tutto provoca l’inquietante fenomeno noto come “news avoidance”
l’allontanamento dall’informazione da parte di un segmento crescente di pubblico
un dato che presenta preoccupanti ripercussioni in ordine alla qualità della democrazia.
La mostra cerca di far luce sui motivi di disaffezione del pubblico verso le news e nel contempo punta a evidenziare altri modelli possibili di comunicazione positiva
Dà voce ai tanti esempi di figure di giornalisti e giornaliste del lontano e vicino passato
che si sono distinti come testimoni credibili
per la loro passione per la verità e per la ricerca instancabile della giustizia - da Walter Tobagi a Ilaria Alpi
da James Foley a Maria Ressa– così come a esperienze e figure in grado di esaltare un giornalismo costruttivo
sono capaci di diffondere speranza grazie a un giornalismo orientato alla ricerca di soluzioni
non solo concentrato sulla denuncia di ciò che non funziona
"Per partecipare pienamente alla celebrazione del Giubileo del Mondo della Comunicazione – afferma l’equipe di lavoro della Società San Paolo e delle Figlie di San Paolo – i nostri Istituti si sono uniti per realizzare alcune iniziative tra cui questa Mostra itinerante che intende mettere in evidenza l’attualità del tema del Giubileo - Pellegrini di Speranza –
È un nostro contributo per sottolineare l’importanza teologica e pratica della speranza nell’affrontare le crisi contemporanee
La Mostra itinerante cerca di dare risalto all’impegno di tanti che hanno vissuto i valori della professione giornalistica
incarnando la misericordia e la giustizia nel loro importante servizio di informazione alla società e alimentandone la coscienza etica"
Il percorso si conclude con la riscoperta della feconda eredità di don Giacomo Alberione e suor Tecla Merlo
fondatori e ispiratori profetici nel loro tempo
figure il cui messaggio merita di essere riletto e riproposto anche oggi
"L’impegno per una comunicazione di speranza - dichiarano i due giornalisti Antonioli e Fazzini
autori dei testi - è una passione che supera il confine tra credenti e non credenti
È passione civica per la ricerca della verità
per la difesa convinta della democrazia: proprio per questo è un giornalismo in piedi
capace di accompagnare al futuro perché in grado di distinguere con autorevolezza i fatti dai commenti
Con questa chiave di lettura abbiamo proposto alcuni testimoni del secolo scorso e del tempo presente che hanno provato a vivere e testimoniare questi valori"
Le iniziative paoline del Giubileo continueranno a partire dal pomeriggio di sabato 25 gennaio alle 15 presso la Basilica di Santa Maria Regina degli Apostoli alla Montagnola
Il convegno intitolato “Dalla competizione alla collaborazione: new media come vettori di speranza per i giovani in un mondo conflittuale”
si soffermerà in particolare sui nuovi media
sul loro futuro e sulla loro influenza nella società attuale
Il Giubileo iniziato da qualche mese è un evento che si muove sempre tra cronaca e storia
Non fu diversamente per quello che Paolo VI proclamava per il 1975
nel segno del “rinnovamento e della riconciliazione”
così come Papa Francesco lo ha indetto imperniandolo sul tema della speranza
torna ai mesi di 50 anni fa con il volume L’Anno Santo con Paolo VI
si legge in una nota di presentazione del libro
richiama l’esperienza vissuta da Papa Montini “quando
decise di mantenere viva la tradizione iniziata nel 1300”
Il volume si snoda attraverso un’antologia di discorsi
lettere e udienze di Paolo VI che aiutano il lettore a riscoprire il significato del Giubileo “come evento che
è un invito a un profondo rinnovamento interiore”
La lettura spazia dalle esperienze personali di Papa Montini alle riflessioni teologiche e spirituali
aiutando a esplorare il significato dell’Anno Santo “come tempo di grazia nella Chiesa di oggi
È un libro - sottolinea la nota - che invita a riscoprire la bellezza del Giubileo come un periodo di rinnovamento e di gioia profonda
in cui i fedeli sono chiamati a essere testimoni e messaggeri di speranza per il mondo intero
affrontando le nuove sfide con fede e resilienza”
Notizie da Canosa di PugliaDirettore Antonio Quinto
In condivisione alla Madonna con Bambino del Sassoferrato
In occasione del Giubileo che Papa Francesco ha voluto nel segno della speranza
il reggente della Prefettura della Casa pontificia ha raccolto nel volume L’Anno Santo con Paolo vi (Libreria Editrice Vaticana 2025
proposti come riflessioni e meditazioni sull’appuntamento giubilare del 1975
In un’epoca segnata da dubbi e cambiamenti profondi
il magistero del santo Pontefice lombardo rimane un punto di riferimento per l’odierna comprensione di questo Giubileo del 2025
Pubblichiamo l’introduzione firmata dal sacerdote rogazionista curatore dell’opera
sottolineava questa fortunata coincidenza: «… nella solennità del Sacro Cuore
il Signore mi chiamava all’inesprimibile intimità dell’amore verso di lui e alla tremenda responsabilità
del servizio ecclesiale» (22 giugno 1974)
E nel Cuore di Gesù egli trovava la sua sorgente; da lui prendeva la sua efficacia; in lui trovava la chiamata al dono totale e la forza per corrispondere
ha sempre sottolineato l’attualità e l’urgenza di questa devozione nella Chiesa
la necessità di non lasciarla indebolire nell’anima dei fedeli
invitando a custodire e a mettere in più vivida luce il culto e la spiritualità del Sacro Cuore
Come si può notare scorrendo questa breve ma significativa raccolta di suoi interventi
Paolo vi riconosceva il Cuore di Cristo come cuore della Chiesa
e riteneva urgente far comprendere che il cristianesimo è la religione dell’amore
Paolo vi ci ricorda che nel Cuore di Cristo noi possiamo riporre la nostra speranza
Cristo chiede a noi di confidare pienamente in lui
ha permesso che il suo Cuore fosse trafitto
Diceva: «Il mistero della Chiesa non può essere compreso se le anime non considerano l’amore eterno di Cristo
del quale il cuore è un simbolo»
ancora: «La Chiesa è nata dal Cuore aperto del Redentore e da quel Cuore riceve alimento»
L’espressione “Cuore di Gesù” richiama subito alla mente l’umanità di Cristo
ripetendo quanto affermato in Gaudium et spes: Cristo «ha lavorato con mani d’uomo
Paolo vi ha invitato a vedere una vera scuola dell’uomo interiore
E ha esaltato soprattutto il grande amore che sgorga inarrestabile: amore infinito verso il Padre
la devozione al Cuore di Gesù contiene un messaggio che è ai giorni nostri di straordinaria attualità
Guardare Gesù «come l’ancora sicura e salda la cui speranza non delude»
Inviteranno a meditare in questa direzione le quattro prediche di Quaresima che si terranno in Vaticano ogni venerdì
e che quest’anno sono aperte a tutti i fedeli
avranno come tema «Ancorati in Cristo
Radicati e fondati nella speranza della Vita nuova»
ha reso noto oggi la Sala stampa della Santa Sede
diffondendo il programma predisposto dalla prefettura della Casa pontificia
«Imparare a ricevere – La logica del Battesimo»; «Andare altrove – La libertà nello Spirito»; «Saperci rialzare – La gioia della Risurrezione»; «Dilatare la speranza – La responsabilità dell’Ascensione»: questi i quattro titoli delle meditazioni offerte dal cappuccino Roberto Pasolini
le quali aiuteranno a comprendere quanto importante sia «accogliere il dinamismo della conversione del Vangelo» e «lasciarsi plasmare dallo Spirito come nuove creature» per «rimanere ancorati in Lui
che la speranza «ci esorta a camminare senza perdere di vista la grandezza della meta alla quale siamo destinati
come scrive Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo Spes non confundit
La vita di Gesù «è una scuola di umanità»
e in essa è possibile «riconoscere tutti i passi che servono e ci mancano per poter camminare lieti verso il Regno di Dio»
e ancora: «Possa la sua lungimiranza illuminare ancora oggi la vita della Chiesa e la nostra testimonianza nel mondo»
Lo ha scritto il cardinale Pierbattista Pizzaballa sul libro degli ospiti dell’Istituto montiniano di Concesio; il primo messaggio è di Benedetto XVI
che nell’ottobre del 2009 venne a Brescia per inaugurare la nuova casa del centro studi
Il porporato bergamasco è invece arrivato a Concesio a settembre dello scorso anno per ritirare
alle udienze giubilari per questo Anno Santo
Si tratta di incontri speciali con fedeli e pellegrini giunti a Roma per celebrare il Giubileo durante i quali il Pontefice tiene delle catechesi sul tema della speranza
Ricalcano lo schema delle udienze generali del mercoledì e si svolgeranno il sabato
È possibile seguirle in diretta audio
e in live streaming sul nostro portale Vatican News
sul relativo canale YouTube e su nostra pagina Facebook
Il portale della Prefettura della Casa Pontificia informa che le prossime udienze giubilari si svolgeranno l’1 e 15 febbraio
possono essere richiesti sulla stessa pagina internet della Prefettura che offre il calendario
Durante l'udienza giubilare la Porta Santa della Basilica di San Pietro rimarrà chiusa, si legge sulla sul sito web del Giubileo del 2025
i partecipanti all'udienza potranno varcare la Porta Santa
anche senza essersi iscritti al portale di registrazione
responsabile delle attività scolastiche: «Restituiamo la gioia di vivere
disse Gesù al sordomuto che guarì mentre passava da Sidone
Miracoli che si ripetono ancora oggi nell’Istituto “Effetà Paolo VI” di Betlemme
gestita dalle Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori
È una scuola dedicata alla rieducazione audiofonetica dei bambini con disabilità uditive residenti nei Territori palestinesi
l’Istituto nacque su desiderio di Papa Paolo VI che durante la visita in Terra Santa nel 1964 riscontrò la presenza di numerosi bambini audiolesi
La sordità infatti è una disabilità diffusa nel territorio soprattutto a causa di matrimoni tra consanguinei
La struttura è stata visitata questa mattina
da una delegazione dell’Opera romana pellegrinaggi tornata a visitare la Terra Santa
La sua missione principale è fornire ai suoi studenti le competenze necessarie per integrarsi pienamente nella società
il linguaggio dei segni ma il metodo orale
grazie al quale dopo un lungo esercizio terapeutico i bambini imparano a parlare
Grazie agli strumenti tecnologici di cui l’Istituto dispone per il servizio logopedico individuale
si educano i bambini alla comunicazione verbale
Ogni anno è frequentato da circa 200 bambini sordomuti
Dall’inizio della guerra però la frequenza non è costante perché «i numerosi posti di controllo allungano le code
facendo sì che tragitti normalmente percorribili in 30 minuti possano arrivare a durare più di un’ora – spiega suor Ginetta responsabile delle attività scolastiche -
Anche per noi religiose è diventato difficile andare a Gerusalemme
risiedono nell’istituto data la lontananza tra casa e scuola
Suor Ginetta vive nell’istituto da quando è stato inaugurato e racconta con orgoglio «dei tanti ex alunni che hanno frequentato l’università
Una frequenta ora l’ultimo anno di Medicina e l’anno prossimo
le cui pareti sono tappezzate di lavoretti
chi prepara i lavoretti per la festa della mamma
«Facciamo un lungo e paziente lavoro fino a quando imparano a parlare – prosegue suor Ginetta -
la delegazione romana è stata ricevuta da monsignor Adolfo Tito Yllana
nunzio apostolico in Israele e delegato apostolico in Gerusalemme e Palestina
il quale ha spiegato che «la missione della rappresentanza pontificia è far sentire la presenza del Papa e della Chiesa
Essere qui è ciò che conta davvero – ha proseguito -
si tratta di una missione di natura profondamente qualitativa»
Ha imparato che la cosa «più importante è stare accanto a chi soffre
anche semplicemente rimanendo in silenzio»
Nella sala dove nel 1964 si svolse l’incontro tra il Patriarca Atenagora e Papa Paolo VI e cinquant’anni dopo quello tra Papa Francesco e Bartolomeo
il nunzio ha ringraziato i pellegrini che con il loro ritorno in Terra Santa «infondono coraggio»
ha osservato che «il pellegrinaggio dopo il 7 ottobre 2023 deve essere diverso
In questo momento storico i cristiani di Terra Santa hanno bisogno di sentire un cuore che li ama mentre i nostri pellegrini possono constatare la bellezza di vivere e custodire il dono della fede»
I Comboniani: «Assordante silenzio» su conflitto e crisi in Sudan
La Grazia e i comandamenti, nell’ultimo libro di Candiard
Sono passati sessant’anni dal quel 5 agosto 1964
Vescovo di Roma da poco più di un anno
annunciava durante l’udienza generale a Castelgandolfo
la pubblicazione dell’Ecclesiam suam: «Faremo a voi una confidenza…: abbiamo finalmente terminato di scrivere la nostra prima lettera enciclica
la quale porterà la data della festa della Trasfigurazione di Cristo
e nel testo latino comincerà con le parole
Il documento programmatico di Giovanni Battista Montini viene dunque firmata lo stesso giorno in cui
È un testo manoscritto interamente dal Pontefice
L’enciclica si propone di chiarire sempre più quanto la Chiesa «sia importante per la salvezza dell’umana società
e dall’altra quanto stia a cuore alla Chiesa che ambedue s’incontrino
«La Chiesa avverte la sbalorditiva novità del tempo moderno; ma con candida fiducia si affaccia sulle vie della storia
e dice agli uomini: io ho ciò che voi cercate
non riveste «carattere solenne e propriamente dottrinale» ma «vuol essere un messaggio fraterno e familiare»
Il primo riguarda la necessità per la Chiesa di «approfondire la coscienza di sé stessa»
Il secondo è di correggere «i difetti» dei membri della Chiesa e «di farli tendere a maggior perfezione»
e quale sia «il metodo per giungere con saggezza a tanto rinnovamento»
Paolo VI si rivolge ai vescovi «per trovare non solo maggiore coraggio a intraprendere le dovute riforme»
ma anche per avere «consiglio ed appoggio in così delicata e difficile impresa»
Il terzo pensiero riguarda le «relazioni che oggi la Chiesa deve stabilire col mondo che la circonda ed in cui essa vive e lavora»
È il grande tema del dialogo fra la Chiesa e il mondo moderno
la cui «urgenza» è tale «da costituire un peso» nell’animo del Papa
«che la Chiesa è immersa nell’umanità
Ora è parimenti noto che l’umanità in questo tempo è in via di grandi trasformazioni
che cambiano profondamente non solo le sue esteriori maniere di vivere
ma altresì le sue maniere di pensare»
mettendo in guardia dal rischio diventare troppo mondani
«avvolge e scuote la Chiesa stessa: gli animi degli uomini
sono fortemente influenzati dal clima del mondo temporale; così che un pericolo quasi di vertigine
di smarrimento può scuotere la sua stessa saldezza e indurre ad accogliere i più strani pensamenti
quasi che la Chiesa debba sconfessare se stessa ed assumere nuovissime e impensate forme di vivere»
«Il primo frutto della approfondita coscienza della Chiesa su sé stessa»
«è la rinnovata scoperta del suo vitale rapporto con Cristo»
L’enciclica procede riaffermando la necessità dell’incontro tra cristianesimo e cultura moderna
«Questo immanente contatto della Chiesa con la società temporale genera per essa una continua situazione problematica
deve continuamente e strenuamente guardarsi da quanto può illuderla
quasi cercasse di immunizzarsi dal contagio dell’errore
e del male; dall’altro lato la vita cristiana deve non solo adattarsi alle forme di pensiero e di costume
che l’ambiente temporale le offre e le impone
quando siano compatibili con le esigenze essenziali del suo programma religioso e morale
Il Papa precisa poi i contorni della riforma
specificando che essa «non può riguardare né la concezione essenziale
né le strutture fondamentali della Chiesa cattolica
La parola riforma sarebbe male usata se in tale senso fosse da noi impiegata»
«il criterio di ridurre l’edificio della Chiesa
diventato largo e maestoso per la gloria di Dio
solo le buone; né ci incanti il desiderio di rinnovare la struttura della Chiesa per via carismatica»
Paolo VI mette in guardia anche dall’idea che con la riforma consista nel conformarsi al mondo: «È necessario confermare in noi tali convinzioni per evitare un altro pericolo
che il desiderio di riforma potrebbe generare… nell’opinione di molti fedeli che pensano dover consistere principalmente la riforma della Chiesa nell’adattamento dei suoi sentimenti e dei suoi costumi a quelli mondani
Il fascino della vita profana oggi è potentissimo
Il conformismo sembra a molti fatale e sapiente
Chi non è ben radicato nella fede e nella pratica della legge ecclesiastica pensa facilmente essere venuto il momento di adattarsi alla concezione profana della vita
fosse quella che un cristiano può e deve far propria»
Paolo VI parla già in questa prima enciclica della minaccia del relativismo
«Il naturalismo minaccia di vanificare la concezione originale del cristianesimo; il relativismo
che tutto giustifica e tutto qualifica di pari valore
attenta al carattere assoluto dei principi cristiani… talvolta il desiderio apostolico d’avvicinare ambienti profani o di farsi accogliere dagli animi moderni
si traduce in una rinuncia alle forme proprie della vita cristiana e a quello stile stesso di contegno
che deve dare a tale premura di accostamento e di influsso educativo il suo senso ed il suo vigore
Non è forse vero che spesso il giovane Clero
ovvero anche qualche zelante Religioso guidato dalla buona intenzione di penetrare nelle masse popolari o in ceti particolari cerca di confondersi con essi invece di distinguersi
rinunciando con inutile mimetismo all’efficacia genuina del suo apostolato?»
Paolo VI riprende poi il tema dell’«aggiornamento»
spiegando che la perfezione non consiste nell’«immobilità delle forme
rivestita; e neppure ch’essa consista nel rendersi refrattari agli avvicinamenti ed accostamenti alle forme oggi comuni e accettabili del costume e dell’indole del nostro tempo
del Nostro venerato Predecessore Giovanni XXIII di felice memoria
la parola “aggiornamento” sarà da Noi sempre tenuta presente come indirizzo programmatico»
«non tanto cambiando le sue leggi esteriori la Chiesa ritroverà la sua rinascente giovinezza
quanto mettendo interiormente il suo spirito in attitudine di obbedire a Cristo
e perciò di osservare quelle leggi che la Chiesa nell’intento di seguire la via di Cristo prescrive a sé stessa»
Due gli «accenni particolari» che Paolo VI fa nell’enciclica richiamando la Chiesa ai doveri dello «spirito di povertà» e «di carità»
L’Ecclesiam suam affronta quindi il tema del dialogo con il mondo
«Se la Chiesa acquista sempre più chiara coscienza di sé
e se essa cerca di modellare sé stessa secondo il tipo che Cristo le propone
avviene che la Chiesa si distingue profondamente dall’ambiente umano
Quando la Chiesa si distingue dall’umanità non si oppone ad essa
non fa «della misericordia a lei concessa dalla bontà divina un esclusivo privilegio
non fa della propria fortuna una ragione per disinteressarsi di chi non l’ha conseguita» ma «della sua salvezza fa argomento d’interesse e di amore per chiunque le sia vicino e per chiunque
Montini intende il dialogo come «bisogno di effusione»
«dovere dell’evangelizzazione»: «È il mandato missionario
Non è sufficiente un atteggiamento di fedele conservazione… La Chiesa deve venire a dialogo col mondo in cui si trova a vivere
Paolo VI definisce «dialogo della salvezza» la missione di Gesù
un dialogo che «non obbligò fisicamente alcuno ad accoglierlo; fu una formidabile domanda d’amore
Se certo non mira ad ottenere immediatamente la conversione dell’interlocutore
perché rispetta la sua dignità e la sua libertà
e vorrebbe disporlo a più piena comunione di sentimenti e di convinzioni»
suppone «lo stato d’animo di chi… avverte di non poter più separare la propria salvezza dalla ricerca di quella altrui»
È «l’unione della verità con la carità
avverte Paolo VI sintetizzando mirabilmente la prossimità della Chiesa verso tutti
come il Verbo di Dio che si è fatto uomo
nelle forme di vita di coloro a cui si vuole portare il messaggio di Cristo
quello dei più piccoli specialmente
e per quanto possibile rispettarlo e dove lo merita assecondarlo»
Il Papa rimarca ancora una volta i pericoli insisti nell’«arte dell’apostolato»
ricordando che «la sollecitudine di accostare i fratelli non deve tradursi in una attenuazione
Il nostro dialogo non può essere una debolezza rispetto all’impegno verso la nostra fede
L’apostolato non può transigere con un compromesso ambiguo rispetto ai principi di pensiero e di azione che devono qualificare la nostra professione cristiana
L’irenismo e il sincretismo sono in fondo forme di scetticismo rispetto alla forza e al contenuto della Parola di Dio
Solo chi è pienamente fedele alla dottrina di Cristo può essere efficacemente apostolo»
Paolo VI divide quindi i destinatari del dialogo missionario in tre «cerchi»
Il primo è rappresentato da «tutti gli uomini di buona volontà»
perché «nessuno è estraneo al cuore della Chiesa
«nessuno è indifferente per il suo ministero
continua il papa introducendo il tema dell’ateismo
«che in questo cerchio sconfinato sono molti
che non professano alcuna religione; sappiamo anzi che molti
E sappiamo che vi sono alcuni che della loro empietà fanno professione aperta e la sostengono come programma di educazione umana e di condotta politica
nella ingenua ma fatale persuasione di liberare l’uomo da concezioni vecchie e false della vita e del mondo
una concezione scientifica e conforme alle esigenze del moderno progresso
L’ateismo è «il fenomeno più grave del nostro tempo
Siamo fermamente convinti che la teoria su cui si fonda la negazione di Dio è fondamentalmente errata
non risponde alle istanze ultime e inderogabili del pensiero
priva l'ordine razionale del mondo delle sue basi autentiche e feconde»
Paolo VI cita poi esplicitamente il comunismo e le persecuzioni dei cristiani
ricordando «le ragioni che ci obbligano
come hanno obbligato i Nostri Predecessori e con essi quanti hanno a cuore i valori religiosi
a condannare i sistemi ideologici negatori di Dio e oppressori della Chiesa
sistemi spesso identificati in regimi economici
e tra questi specialmente il comunismo ateo..
lamento di vittime ancor più che sentenza di giudici»
«parlando solo con la sua sofferenza»
Ma il Papa cerca di cogliere anche «nell’intimo spirito dell’ateo moderno i motivi del suo turbamento e della sua negazione
così da renderci cauti nel giudicarli e più efficaci nel confutarli» e fa notare come «le dottrine» di certi movimenti
ma che i movimenti stessi non possano non evolversi e non andare soggetti a mutamenti anche profondi
Noi non disperiamo che essi possano aprire un giorno con la Chiesa altro positivo colloquio
che non quello presente della Nostra deplorazione e del Nostro obbligato lamento»
Un passaggio è dedicato alla pace «libera ed onesta»
inganni e tradimenti; non può non denunciare
Il secondo dei cerchi disegnati da papa Montini «è quello degli uomini innanzi tutto che adorano il Dio unico e sommo»
«Noi non possiamo evidentemente condividere queste varie espressioni religiose»
«né possiamo rimanere indifferenti
noi dobbiamo manifestare la nostra persuasione essere unica la vera religione ed essere quella cristiana»
dopo aver riaffermato la fede nell’unicità salvifica di Gesù
Paolo VI dice di non voler «rifiutare il nostro rispettoso riconoscimento ai valori spirituali e morali delle varie confessioni religiose non cristiane» e di voler «con esse promuovere e difendere gli ideali
che possono essere comuni nel campo della libertà religiosa
della beneficenza sociale e dell’ordine civile»
riguarda il dialogo con i cristiani delle altre confessioni
Il papa chiarisce a questo proposito: «su tanti punti differenziali
Noi siamo disposti a studiare come assecondare i legittimi desideri dei Fratelli cristiani
Nulla tanto ci può essere più ambito che di abbracciarli in una perfetta unione di fede e di carità»
«Dobbiamo pur dire che non è in Nostro potere transigere sull’integrità della fede e sulle esigenze della carità
Intravediamo diffidenze e resistenze a questo riguardo
Ma ora che la Chiesa cattolica ha preso l’iniziativa di ricomporre l’unico ovile di Cristo
essa non cesserà di procedere con ogni pazienza e con ogni riguardo»
Un passaggio conclusivo è dedicato al primato di Pietro
l’unificazione delle Chiese separate con la Chiesa cattolica sarebbe più facile
Vogliamo supplicare i Fratelli separati a considerare la inconsistenza di tale ipotesi; e non già soltanto perché
la Chiesa cattolica non sarebbe più tale; ma perché
mancando nella Chiesa di Cristo l’ufficio pastorale sommo
l’unità si sfascerebbe; e invano poi si cercherebbe di ricomporla con criteri sostitutivi di quello autentico
E vogliamo altresì considerare che questo cardine centrale della santa Chiesa non vuole costituire supremazia di spirituale orgoglio e di umano dominio
Non è vana retorica quella che al Vicario di Cristo attribuisce il titolo di servo dei servi di Dio»
Va notato come l’enciclica programmatica di Paolo VI dipenda profondamente
dal punto di vista teologico dalla Mystici corporis di Pio XII
citata per esteso in due significativi brani
uno dei quali invita a «riconoscere nella Chiesa lo stesso Cristo»
L’enciclica pacelliana risuona anche in molte definizioni contenute nell’Ecclesiam suam: la Chiesa corrisponde ai tralci di cui Cristo è la vite; la Chiesa è mistero
un mistero che «non è semplice oggetto di conoscenza teologica»
in cui ancora prima d’una sua chiara nozione l’anima fedele può avere quasi connaturata esperienza»
gli esercizi spirituali della Curia Romana
che si svolgeranno fino al 14 marzo "in comunione spirituale" con il Papa ricoverato al Policlinico Gemelli
aggiungendo che le meditazioni saranno proposte da padre Roberto Pasolini
sul tema “La speranza della vita eterna” e si svolgeranno
da lunedì 10 a giovedì 13 marzo alle 9 (ora media) e alle 17 (vespri)
Nell’invito agli esercizi spirituali della Prefettura della Casa Pontificia si sottolinea che la risurrezione di Cristo
che è promessa per tutti della vita eterna
essenza e culmine della fede cristiana proclamata dal Concilio di Nicea
che “è stata per secoli fonte di conforto e guida per l’umanità
illuminando il senso ultimo dell’esistenza”
"su questa promessa si è depositata una sorta di polvere
con un velo che ne ha offuscato il significato profondo"
In questa "speciale Quaresima che si celebra nell'anno giubilare
"desideriamo contemplare la vita eterna non come qualcosa che accadrà un giorno
ma come una grazia che illumina fin d'ora la nostra esistenza"
Le prove e sofferenze che "continuano a segnare il cammino dell'umanità"
sono "solo l'ombra di una gloria che attende di manifestarsi in noi: la promessa di eternità a cui Dio ci ha chiamati fin dal principio"
Santa Sede: "Si è video collegato con Aula Paolo VI per esercizi spirituali con la Curia"
il limite massimo di 120 Cardinali elettori
questa soglia rappresentava un punto di riferimento importante per la composizione del Collegio cardinalizio e
e per la prima volta nella storia recente si svolgerà un Conclave con un numero di cardinali elettori superiore a quella soglia
con la Costituzione Apostolica “Romani Pontifici Eligendo” del 1° ottobre 1975
un limite massimo di 120 cardinali elettori
stabilendo una soglia che avrebbe dovuto mantenere il Collegio più snello e gestibile
il Collegio cardinalizio aveva raggiunto picchi molto superiori: nel Concistoro del 28 aprile di quell’anno si contavano 134 cardinali elettori
pur confermando la regola con la “Universi Dominici Gregis” del 1996
arrivando a un massimo storico di 194 cardinali nel 2003
che ha reso più complesso il lavoro dei Conclavi
Dopo la morte di San Giovanni Paolo II nel 2005
il Collegio cardinalizio si è mantenuto di gran lunga sopra la soglia dei 120 elettori
Anche Benedetto XVI ha superato più volte questa soglia: nel 2010 e nel 2012
ha portato questa tendenza a livelli senza precedenti
il numero di cardinali elettori ha superato costantemente la soglia di 120
Sebbene altri Pontefici abbiano superato il limite in modo temporaneo
questa sarà la prima volta che il Conclave si svolgerà con un numero di cardinali elettori superiore alla soglia di 120
Nei due conclavi del 1978 e in quelli del 2005 e 2015
i numeri si aggiravano intorno a 111-115 partecipanti
La crescita costante portata dall’attuale pontefice ha quindi trasformato le dinamiche di selezione del successore di Pietro in un evento di notevole portata
con implicazioni sia pratiche che simboliche per il processo di elezione del Papa
L’aumento del numero di Cardinali elettori solleva questioni sulla gestione del Collegio e sulla rappresentanza delle diverse aree geografiche e culturali della Chiesa
La normativa di “Universi Dominici Gregis” specifica che i Cardinali deposti o che abbiano rinunciato alla dignità non hanno diritto di voto
mentre il limite dei 120 Cardinali elettori è stato più volte superato nel passato
il prossimo Conclave segnerà un nuovo record di partecipanti
riflettendo le dinamiche di crescita e di pluralismo della Chiesa contemporanea
oltre ad essere il Conclave più internazionale della Storia della Chiesa cattolica
Produzione riservata ©Copyright Istituzioni24
era la Vigilia di Natale e il papa bresciano diede così avvio al Giubileo nel 1975
sul tema «rinnovamento e riconciliazione»1' di letturaPaolo VI fu l'ultimo ad aprire la Porta Santa con il martello d'argento © www.giornaledibrescia.itAARiduciIngrandisciPaolo VI fu l’ultimo a impugnare il martello d’argento creato dallo scultore Toth: tre colpi
per aprire la Porta Santa nella Basilica di San Pietro e dare così il ventiseiesimo Giubileo della storia della Chiesa
Quello del 1975 ebbe che come tema il rinnovamento e la riconciliazione
Riportano le cronache e testimonia il video dell’epoca – la cerimonia
fu seguita da un miliardo di telespettatori – che sul papa bresciano caddero anche alcuni calcinacci
mentre la porta scivolava via imbracata in un carrello
Già dall’avvio del Giubileo seguente, quello del 1983 aperto da Giovanni Paolo II, al martello venne preferita la mano del pontefice. Così, anche ieri, papa Francesco ha teso la mano destra per avviare il Giubileo «della speranza»
Bergoglio non si è inginocchiato sulla soglia
Il rito dell’apertura della Porta Santa come via dell’anno giubilare risale al 1300
quando papa Bonifacio VIII diede avvio alla serie che da oltre sette secoli si inserisce nella liturgia di Natale
Paolo VI aveva ricordato che «saranno fortunati gli uomini di oggi se
in un mondo caratterizzato da conflitti di nazioni
di interessi e nel quale tuttavia si affermano le idealità dei diritti umani della eguaglianza
sapranno scorgere in Cristo bambino «il fratello di tutti
per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città
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LA CLASSIFICA SU SAN PAOLO STORE
Iniziative
Durante i saluti ai fedeli di lingua italiana
si sono esibiti a sorpresa sul palco dell’Aula Paolo VI
con una coreografia ispirata al loro Paese
Alcuni degli artisti hanno fatto il loro ingresso sulla scena spuntando dall’interno di sagome di falsi elefanti
Papa Francesco ha assistito allo spettacolo sorridendo divertito
i ballerini hanno sventolato le variopinte bandiere dei loro Paesi
circondando festosamente la postazione del Santo Padre
“Ringrazio tanti queste donne e questi uomini che ci hanno fatto ridere col circo
I circensi hanno questa missione anche da noi: fare ridere”
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Regione Piemonte
La congregazione delle suore Figlie di Sant’Eusebio
sorta nel 1899 a Vercelli per ispirazione di padre Dario Bognetti e madre Eusebia Arrigoni
si prepara a concludere il giubileo per il 125° anniversario di fondazione
L’evento che chiuderà le celebrazioni è la peregrinatio della reliquia ex sanguine di San Paolo VI
custodita nel Santuario di Santa Maria delle Grazie a Brescia e concessa in via straordinaria dal vescovo diocesano mons
Sosterà in casa madre (piazza San Francesco
2 - Vercelli) da giovedì 3 a sabato 5 ottobre 2024
Le ragioni dell’iniziativa risiedono nel profondo legame tra la congregazione e Giovanni Battista Montini
gli istituti che aspiravano alla guida paterna di un cardinale
chiedevano a un porporato di diventare loro protettore
Nel 1959 il consiglio generalizio indirizzò la richiesta all’arcivescovo di Milano
e Montini si dichiarò «grato dell’onore di proporre la mia modesta persona quale protettore»
Giovanni XXIII confermò con decreto la nomina
e il 4 ottobre di 65 anni fa il cardinale Montini fu accolto in casa madre e visitò il grande istituto dove le suore accoglievano i dimenticati della società: poveri
La superiora generale compì il gesto simbolico di offrire al cardinale le chiavi della casa e il libro delle costituzioni
Montini firmò il rogito e accolse «a buon diritto le mie nuove figlie»
i resti mortali di Paolo VI non sono stati sottoposti a ricognizione canonica
Non vi sono quindi reliquie ex carne o ex ossibus del santo
Ciò che più si avvicina alla concezione tradizionale di reliquia
è la maglia macchiata di sangue che il papa indossava al momento dell’attentato subito all’aeroporto di Manila nel 1970
È custodita in un artistico reliquiario e venerata al santuario delle Grazie a Brescia
la diocesi che ha generato alla fede Montini
La celebrazione solenne che chiuderà il 125° anniversario di fondazione e farà memoria del 65° anniversario della protettoria
è in programma per sabato 5 ottobre alle 16
e sarà presieduta dal successore di Montini sulla cattedra di Sant’Ambrogio: l’arcivescovo di Milano Mario Delpini
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AccediGiovani morti per niente
Firenze, 21 febbraio 2025 – All’Abbazia di San Miniato appuntamento con l’Abate Bernardo e Ugo De Vita, voce recitante, con una pagina indimenticabile di fede e testimonianza di Papa Paolo VI. Evento straordinario tra cultura e spiritualità quello si terrà a Firenze, seguito da molte emittenti radiofoniche cattoliche, sabato 1 marzo alle 16.30, a San Miniato.
Appuntamento alla Abbazia di San Miniato il 1 marzo alle 16.30 per questi quaranta minuti di fede e poesia, in un ideale abbraccio con la gente, nel ricordo di sua Santità Papa Paolo VI. Ingresso libero e gratuito fino alla massima capienza consentita in Basilica. Maurizio Costanzo
Robin Srl Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Riflettere su "Gesù Cristo nostra speranza"
titolo del nuovo ciclo di catechesi che accompagnerà il Giubileo
significa partire dalla genealogia del Figlio di Dio
Un elenco dove non mancano "nomi a dir poco problematici"
ai quali - diversamente dall'Antico Testamento - si affiancano alcune donne
"straniere" rispetto "al popolo di Israele"
rappresentano il "tramite" attraverso cui la missione di Gesù si estende al "mondo delle genti"
poiché non più "creatura umana protagonista della generazione
Papa Francesco invita a risvegliare una "memoria grata nei confronti di nostri antenati"
L'esortazione si inserisce nella cornice del nuovo ciclo di catechesi che esordirà con l'infanzia di Gesù
Testi che spaziano dal "concepimento verginale di Gesù" alla "sua nascita dal grembo di Maria"
attraversando le profezie in lui compiute e trattando il tema della "paternità legale" di Giuseppe
colui "che innesta il Figlio di Dio sul 'tronco' della dinastia davidica"
"sottomesso ai suoi genitori" e al contempo "consapevole di essere tutto dedito al Padre e al suo Regno"
viene trattata attraverso due distinte prospettive
mentre Matteo "con quelli di Giuseppe
"insistendo su una paternità così inedita"
già presente nelle Scritture ebraiche per "mostrare la verità della storia e la verità della vita umana"
non nasconde personaggi "a dir poco problematici"
facendo poi finire e fiorire "tutto" in Maria e in Cristo
L'elenco dei nomi tracciato dall'evangelista rappresenta il passaggio da una generazione all'altra
e racchiude tre elementi essenziali: un nome
"che racchiude un’identità e una missione uniche"; un'appartenenza
"a una famiglia e a un popolo"; un'adesione "di fede al Dio d'Israele"
Francesco si sofferma sul valore della genealogia come genere letterario
capace di veicolare il messaggio per il quale "nessuno si dà la vita da sé stesso
si prende in esame il popolo eletto "e chi eredita il deposito dell'eredità"
Tra le genealogie del Nuovo e dell'Antico Testamento emerge una differenza significativa
Mentre nelle vecchie genealogie compaiono "solo nomi maschili"
nella "lista di Matteo" sono presenti anche cinque donne
si finge prostituta per assicurare una discendenza a suo marito"; Racab
la "prostituta di Gerico che permette agli esploratori ebrei di entrare nella terra promessa e conquistarla"; Rut
che nell'omonimo libro "resta fedele alla suocera
se ne prende cura e diventerà la bisnonna del re Davide"; Betsabea
La loro caratteristica comune non è il fatto di essere peccatrici - "come a volte si dice
evidenzia il Papa - ma di essere "straniere" rispetto "al popolo di Israele"
simboleggiando dunque l'apertura di Gesù e della sua missione ad "ebrei e pagani"
che "acquista particolare risalto" in quanto menzionata non "accanto all'uomo che è nato da loro o a colui che l'ha generato"
Neppure come "creatura umana protagonista della generazione" ma
Una valorizzazione evidenziata dall'utilizzo del verbo "è nato"
innestato da Giuseppe in quella dinastia e destinato ad essere il Messia d’Israele" ma al contempo "figlio di Abramo e di donne straniere
destinato quindi ad essere la 'luce delle genti'"
L'ingresso di Gesù nella scena del mondo avviene come quello di "tutti i figli dell'uomo"
consacrato al Padre con la missione di rivelare il suo volto"
a Nazareth sarà chiamato anche "figlio di Giuseppe"
Titoli che sottolineano la sua duplice natura: "vero Dio e vero uomo"
il Papa ha benedetto una Casa dell'acqua del Gruppo ACEA in Vaticano
Una delle 14 installate in occasione dell'Anno Santo per dissetare gratuitamente turisti e pellegrini lungo i percorsi giubilari
pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e responsabile del Giubileo 2025 e la dirigenza dell'ACEA
la «gioiosa memoria» della sera del 13 marzo di dodici anni fa
accoglieva festante la benedizione del nuovo vescovo di Roma e pastore della Chiesa universale»
durante l’odierna «prova della malattia»
da quella stessa piazza «così come da tante altre parti del mondo»
della «preghiera del popolo di Dio alla quale anche noi ci uniamo in comunione di spirito»
anniversario dell’elezione di Papa Francesco
l’arcivescovo segretario del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti Vittorio Francesco Viola ha espresso gratitudine e filiale affetto al Pontefice e alla sua missione apostolica a nome di tutti i partecipanti agli esercizi spirituali della Curia romana in Aula Paolo vi
«In questo Anno giubilare — ha proseguito il presule parlando prima della nona meditazione del predicatore della Casa pontificia Pasolini — nutriamo la speranza che il messaggio di pace e fraternità
possa diffondersi tra i popoli e tra le persone di buona volontà
E che in tutti — ha auspicato — cresca il desiderio di essere discepoli del Signore
testimoni del Vangelo e costruttori del Regno di Dio»
monsignor Viola ha ringraziato per la conferma nella fede data dal Successore di Pietro: ha quindi assicurato da parte di tutti
«affettuosa vicinanza e preghiera»
prima di affidare Francesco all’intercessione della Vergine e alla sua custodia «nella carità di Cristo»
Al termine degli Esercizi spirituali ha preso la parola l’arcivescovo prefetto del Dicastero per i testi legislativi
per guidare la recita del rosario per la salute del Papa
con l’invocazione conclusiva a Dio perché
sostenga «la nostra fede e ravvivi la nostra speranza
perché nessun ostacolo ci faccia deviare dalla strada che porta alla salvezza»
era stato il cardinale prefetto del Dicastero per il dialogo interreligioso George Jacob Koovakad a guidare il rosario per la medesima intenzione
il porporato indiano ha invitato ad «affidare il Santo Padre e tutti gli infermi alla materna protezione di Maria»
«Da tutto il mondo in queste settimane in cui il Santo Padre è ricoverato in ospedale — ha ricordato il cardinale che è anche organizzatore dei viaggi internazionali del Pontefice — sono giunti toccanti messaggi di solidarietà e vicinanza
insieme con l’assicurazione di tante preghiere innalzate al Cielo per la sua guarigione
Perciò insieme con i fedeli cristiani e con i credenti delle altre tradizioni religiose» e anche con «tanti non credenti che apprezzano e amano Francesco
e sono preoccupati per la sua salute» ha affidato il Papa e tutti gli infermi alla protezione della Beata Vergine
«la nostra invocazione a quella dei poveri
perché la loro preghiera è la più efficace
e in particolare il Siracide: “La preghiera del povero sale all’orecchio di Dio e il suo giudizio sarà al suo favore
La preghiera del povero attraversa le nubi
né si quieta finché non sia arrivata
Non desiste finché l’Altissimo non sia intervenuto”»
La Collezione Paolo VI – Arte Contemporanea annuncia un importante avvicendamento nella direzione artistica del Museo
passando il testimone a don Giuliano Zanchi
che porterà avanti il dialogo tra arte e spiritualità
da sempre al centro della missione della Collezione. Marisa Paderni ha guidato la Collezione Paolo VI durante un periodo di grande crescita e conseguente partecipazione da parte del pubblico
arricchendo il museo con mostre di rilievo e promuovendo iniziative innovative per valorizzare il vasto patrimonio artistico della Collezione
è una figura di spicco nel panorama culturale e religioso italiano
Con una lunga esperienza nella promozione del dialogo tra fede e cultura
Zanchi è autore di numerosi saggi sul rapporto tra arte e religione
e il suo approccio sarà in continuità con la tradizione della Collezione Paolo VI
ma con un nuovo impulso creativo. Il cambio di direzione segna un momento importante per il futuro della Collezione Paolo VI
che continuerà a esplorare il complesso intreccio tra arte
ampliando la sua offerta espositiva e i suoi programmi educativi
il museo si propone di consolidare il proprio ruolo come luogo di incontro e riflessione
dove l’arte diventa veicolo di spiritualità e dialogo
Inaugurata nella sua nuova sede dalla visita di papa Benedetto XVI nel 2009
la Collezione Paolo VI - arte contemporanea è il museo che conserva ed espone un patrimonio di dipinti
medaglie e sculture del ’900 riconducibile alla figura di Giovanni Battista Montini
raccolto in buona parte dal suo segretario don Pasquale Macchi.È un museo unico al mondo
che testimonia il prezioso e profetico rapporto che papa Paolo VI intrattenne con il mondo dell’arte contemporanea
La Collezione non è esclusivamente una galleria d’arte sacra
e nemmeno un memoriale dedicato alla figura di Montini
bensì un museo che vuole concretizzare l’ideale di apertura ai linguaggi espressivi contemporanei che fu propugnato con tanta forza da Paolo VI.Nella Collezione sono esposte circa 270 delle oltre settemila opere conservate
tra cui capolavori di molti dei più grandi artisti del Novecento: Chagall
Hockney…La Collezione Paolo VI è stabilmente aperta al pubblico dal martedì al venerdì dalle ore 9 alle 12 e dalle 15 alle 17; il sabato dalle ore 14 alle 19; domenica e lunedì chiuso.Biglietto unico d’ingresso: € 2,50