Robin Srl Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif Un canale di gronda a ridosso delle aree urbanizzate per raccogliere e deviare quanta più acqua possibile dai campi È la novità presentata dal Comune di Fano per far fronte alla piaga degli allagamenti durante le alluvioni a Ponte Sasso La giunta ha infatti approvato un documento che raccoglie le alternative progettuali commissionate per la realizzazione dell’infrastruttura La priorità è far dormire sonni tranquilli ai residenti che durante ogni pioggia un po’ più abbondante si ritrova puntualmente catapultato in un incubo a occhi aperti Bisogna evitare che l’acqua proveniente dalle colline – che scende copiosa durante le piovute più significative - arrivi ai centri abitati o che allaghi le strade Ed ecco l’idea di realizzare un canale di gronda unito a uno di scolo verso il mare un intervento che prevederà anche il potenziamento della sezione idraulica del Rio Crinaccio Nello specifico il nuovo canale partirà dalla zona del Fosso di Santa Vittoria attraverserà il Rio Crinaccio e proseguirà verso nord fino al mare con una nuova linea di scolo e potrà essere potenziato in futuro con bacini di laminazione già previsti nelle aree di proprietà comunale “L'intervento – ha proseguito Ilari - prevede anche il potenziamento della rete fognaria con la realizzazione di un futuro impianto dedicato alla gestione delle acque meteoriche Questo eviterà criticità come l'attraversamento della ferrovia e della Strada Nazionale Adriatica Sud che attualmente rappresentano punti di vulnerabilità idraulica” Verranno così impiegati gli 8 milioni di euro messi a disposizione dal generale Figliuolo L’assessore ai lavori pubblici Gianluca Ilari ha evidenziato come la certezza di questi fondi risalga soltanto allo scorso settembre che sia servito un altro mese per quei decreti che ne hanno stabilito le modalità di utilizzo e che da inizio novembre non si sia perso nemmeno un giorno “Sarà una corsa contro il tempo – ha aggiunto - in quanto la struttura commissariale ha vincolato questi fondi al Pnrr Significa che dovremo affidare i lavori entro giugno 2025 e concluderli entro giugno 2026" L’obiettivo è quello di iniziare già questa estate in quanto si interverrà nei campi e non nella zona mare Il sindaco Luca Serfilippi non ha nascosto come questa soluzione comporterà probabilmente un’importante riduzione del terreno a disposizione dei rispettivi proprietari l’amministrazione comunale intende incontrare residenti e attività per spiegare loro la situazione e la vogliamo condividere con i cittadini” Previsto per le 20 45 del 18 marzo un incontro al centro sociale di Ponte Sasso per illustrare nel dettaglio il progetto “Mi auguro che le persone non si oppongano – ha detto Serfilippi - e che capiscano l’urgenza di questo intervento Condivideremo con loro gli aspetti tecnici e definiremo insieme l’iter progettuale consapevoli che si tratta di un passaggio cruciale per la sicurezza e la tutela di questa porzione di territorio per si estende per circa 3 chilometri” di Simone Celliredazione@viverefano.com SHORT LINK: https://vivere.me/fJZb Questo mese hai letto " + visite_cookie + " articoli. Se ne leggi almeno 60 non ti mostreremo più la pubblicità programmatica, quella più invasiva, e la tua navigazione su questo giornale non sarà più tracciata in alcun modo.Maggiori informazioni qui: https://vivere.me/b7sc Questo mese hai già letto " + visite_cookie + " articoli. Per questo non ti mostriamo più la pubblicità programmatica, quella più invasiva, e la tua navigazione su questo giornale non è più tracciata in alcun modo.Maggiori informazioni qui: https://vivere.me/b7sc Questo mese hai letto " + visite_cookie + " articoli. Maggiori informazioni qui: https://vivere.me/b7sc Questo mese hai letto 0 articoli. Se ne leggi almeno 60 non ti mostreremo più la pubblicità programmatica, quella più invasiva, e la tua navigazione su Vivere Marche non sarà più tracciata in alcun modo.Maggiori informazioni qui: https://vivere.me/b7sc Questo mese hai letto 0 articoli. Maggiori informazioni qui: https://vivere.me/b7sc Fano (PU) – “Vogliamo mettere fine ai disagi di Ponte Sasso e per questo abbiamo approvato un documento importantissimo che raccoglie le alternative progettuali commissionate per la realizzazione dell’infrastruttura che dovrà prevenire gli allagamenti” il sindaco Luca Serfilippi e l’assessore ai Lavori Pubblici Gianluca Ilari annunciano gli interventi previsti per la riduzione del rischio alluvionale a Ponte Sasso “Abbiamo scelto di realizzare un canale di gronda a ridosso delle aree antropizzate e urbanizzate così da deviare quanta più acqua possibile dai campi evitando che arrivi nei centri abitati e sulle nostre strade Verrà inoltre realizzato un nuovo canale di scolo verso il mare e potenziata la sezione idraulica del Rio Crinaccio” “Questo ci consentirà di mettere a terra gli 8 milioni di euro disponibili e di avviare la progettazione dello sdoppiamento delle linee perché la struttura commissariale ha vincolato questi fondi al PNRR: dovremo affidare i lavori entro giugno 2025 e concluderli entro giugno 2026” Il sindaco Serfilippi ha aggiunto: “Si tratta di un’opera strategica il 18 marzo saremo a Ponte Sasso per illustrare nel dettaglio il progetto e la sua importanza che metterà finalmente fine agli allagamenti in questa zona” ha precisato: “Il canale di gronda partirà dai pressi del Fosso di Santa Vittoria attraverserà il Rio Crinaccio e proseguirà verso nord fino al mare con una nuova linea di scolo Questo intervento è cruciale per ridurre la pressione idraulica proveniente dalle colline limitando il carico d’acqua nei momenti di piogge intense e prevenendo il rischio di allagamenti nelle aree urbanizzate L’intervento rientra nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e prevede anche il potenziamento della rete fognaria Questo impianto eviterà criticità come l’attraversamento della ferrovia e della Strada Nazionale Adriatica Sud che attualmente rappresentano punti di vulnerabilità idraulica” Partono lunedì 21 ottobre i lavori di manutenzione straordinaria del ponte sul fosso “Sasso Losco” a Casona di Marano lungo la strada provinciale 4 Fondovalle Panaro Per consentire l’esecuzione dell’intervento sarà istituito un senso unico alternato regolato da semaforo che resterà attivo per tutta la durata del cantiere fino a venerdì 6 dicembre che saranno eseguiti dall’impresa Zaccaria costruzioni di Montese per un importo complessivo di 130mila euro la posa di nuove barriere guard-rail e di nuova segnaletica oltre ad una serie di interventi localizzati di ripristino strutturale La struttura del ponte è in cemento armato e il manufatto costruito nel 1959 dalla Provincia di Modena è costituito da una soletta di 18 centimetri in cemento armato e sei travi con i relativi traversi La larghezza dell’impalcato è pari a 9,2 metri e la lunghezza complessiva è di circa sei metri L’altezza dell’impalcato rispetto al fondo del fosso è variabile da cinque a sei metri È possibile navigare le slide utilizzando i tasti freccia Provincia di Modena – Viale Martiri della Libertà, 34 – 41121 Modena – centr. 059.209.111 – C.F. e P.Iva 01375710363 – Posta Elettronica Certificata ...but your activity and behavior on this site made us think that you are a bot. Note: A number of things could be going on here. Please solve this CAPTCHA to request unblock to the website Sono oltre 180 gli interventi eseguiti dai vigili del fuoco 82 dei quali nel territorio della provincia di Pesaro Urbino Ed è proprio questa la zona più interessata - seguita da Ancona - dalle conseguenze delle forti piogge (e del vento scatenatosi dalla serata) che sabato hanno interessato le Marche A Fano sono state oltre 60 le persone scese in campo - tra volontari del CB Club Mattei della protezione civile operatori Aset e ditte varie - per fronteggiare una situazione che almeno fino alla sera il sindaco Luca Serfilippi Particolari disagi aveva scaturito la temporanea chiusura della statale adriatica tra Fano a Pesaro così come la simultanea chiusura della Panoramica dell'Ardizio con tanto di invito a utilizzare l'autostrada per spostarsi tra le due città Ma i problemi più seri si sono registrati ancora una volta a Fano Sud in particolare nella zona di Rio Crinaccio che è tornata sott’acqua a causa dell’intensità delle piogge e del sovraccarico idraulico proveniente dalla zona collinare "Nonostante i recenti interventi di pulizia dei fossi - ha spiegato il sindaco - l’acqua ha nuovamente allagato diverse strade rendendo necessario l’intervento della polizia locale che ha chiuso le vie principali a causa di veri e propri fiumi d’acqua Fortunatamente la viabilità è stata parzialmente ripristinata nel primo pomeriggio" la situazione di emergenza ha richiesto 16 interventi effettuati dal CB Club Mattei La maggior parte di questi è stata rivolta all’assistenza della popolazione con il trasporto di persone ai piani superiori delle abitazioni o l’accompagnamento di individui con necessità urgenti Nove persone di Ponte Sasso sono state ospitate nei moduli di prima accoglienza della protezione civile al campo d'aviazione mentre sono stati distribuiti 120 sacchi di contenimento alle famiglie colpite dall’alluvione localizzate principalmente nelle zone di Villa Giulia Nel corso della giornata sono state dunque diverse le segnalazioni provenienti da tutta Fano smottamenti del terreno e alberi caduti in strada le ragioni principali delle richieste di intervento con i vigili del fuoco ‘costretti’ a ricorrere ai rinforzi facendo arrivare uomini anche dal comando di Ascoli Piceno di fronte alla stazione ferroviaria la carreggiata era diventata un vero e proprio lago: via Pisacane è stata dunque di nuovo in sofferenza Impraticabili tra gli altri anche i sottopassi di Lido e Vallato Sconforto e disagi anche nella nuova area in via di realizzazione da parte di Melampo per accogliere 32 nuovi cuccioli di gatto Da settimane stiamo lavorando come schiave per allestire il nuovo recinto – hanno fatto sapere le volontarie - ogni istante libero lo dedichiamo ai lavori Le previsioni ci avevano già fatto storcere il naso consapevoli che la nostra fittissima tabella di marcia sarebbe andata a scatafascio Ma non avremmo immaginato di vedere questo sfacelo" Situazione complessa anche nel marottese, dunque. Anche qui il sindaco Nicola Barbieri ha convocato il Coc. Tante le vostre segnalazioni dalla mattinata di sabato per comunicare l'impraticabilità delle strade. Inagibile il Sottopasso delle Rane, chiusa via Togliatti. Caos anche in via Rovani. Nella mattinata era stato temporaneamente chiuso anche il tratto autostradale tra Senigallia e Fano: situazione critica soprattutto fra Fano e Marotta con la carreggiata invasa da mezzo metro di acqua e fango SHORT LINK: https://vivere.me/fpMl "L’obiettivo – assicura Ilari – è procedere con un appalto integrato, che permetterà di affidare in un’unica gara sia la progettazione sia la realizzazione dei lavori. Parliamo di un intervento da 8 milioni di euro (fondi Pnrr) con la necessità di avviare la gara entro giugno 2025. Non c’è tempo da perdere, gli uffici sono già al lavoro per rispettare questa scadenza e garantire tempi certi e trasparenza nel processo decisionale". AccediCosa serve ai territori and website in this browser for the next time I comment Δdocument.getElementById( "ak_js_1" ).setAttribute( "value" webagecy PluraleCom vai al sito federale Settimana di bocce di buon livello alla Bocciofila Pontesasso per la nona edizione del Trofeo US Pontesasso gara divisa in due competizioni: quella individuale per giocatori di categoria A e quella per formazioni di coppia di categorie BCD Agli ordini del direttore di gara Eros Serafini hanno preso parte alla gara 29 individialisti A e 98 coppie BCD La gara individuale di categoria A è stata vinta da Federico Patregnani (Fontespina) che nella finale tra fanesi tesserati con squadre di altre città ha battuto Andrea Cappellacci (Flaminio Roma) Terzo posto per Davide Paolucci (Vigasio-Villafranca) Quarto Marco Principi (Moscianese) battuto in semifinale in un altro derby della Valmetauro da Andrea Cappellacci La gara a coppie di categorie BCD è stata vinta dalla formazione padre-figlio Daniele Bregamotti-Davide Bregamotti (Tavernelle) che in finale hanno avuto la meglio con il punteggio di 12-9 sui giovanissimi Federico Manuelli-Alessandro Ferragina (S Terzo posto per Walter Poggiaspalla-Rita Boinega (Fermignanese) che in semifinale hanno ceduto a Bergamotti-Bergamotti Quarti Ottavio Fraternali-Geppino Scrilatti (Duilio Fabi Pesaro) battuti in semifinale da Manuelli-Ferragina abbiamo descritto il progetto di ricostruzione parziale del Ponte Leonardo da Vinci cominciando dalla concezione e procedendo con le analisi e gli studi di dettaglio Vogliamo concludere questo racconto focalizzando l’attenzione sugli aspetti che non sono propriamente “struttura” ma che sono tuttavia fondamentali per la fruizione dell’opera uno strumento di superamento di un ostacolo fibra ottica e l’utente vede questo prima della qualità dei bulloni o della raffinatezza di alcune scelte ingegneristiche Nel nostro ultimo capitolo descriviamo la barriera laterale “multifunzione” l’illuminazione stradale e la gestione dei sottoservizi presenti I ponti sono ontologicamente oggetti alti sul terreno e questo li rende troppo sovente interessanti per chi ritiene di terminare la propria esperienza terrena Questo è tanto più vero quanto più l’altezza del ponte è elevata; alcuni riportano come una certa monotonia della struttura sia anch’essa una possibile attrattiva (ciò fu scritto per il viadotto Soleri a Cuneo così come lo è la stessa rinomanza dell’opera (si pensi al Golden Gate con l’oceano tutt’altro che pacifico bensì tumultuoso al disotto che è forse il più celebre ponte dei suicidi nel mondo) è il più alto e noto della provincia di Bologna è sempre stato un invito agli autolesionisti estremi nei settanta anni di vita dell’opera; l’amministrazione comunale di Sasso Marconi ha pertanto rimarcato in ogni incontro la necessità di porre attenzione al tema pur sapendo che questa richiesta avrebbe trovato opposizione per le dimensioni cospicue della barriera conseguente inevitabilmente un oggetto ingombrante nella percezione visiva dell’opera e spesso ne stravolge l’armonia richiesta dalle autorità di validazione architettonica dell’intervento nell’ambito della valutazione paesaggistica Questa palese dicotomia non è sempre di agevole sintesi una semplice balaustra obsoleta e risalente alla costruzione sicuramente trasparentissima fino all’evanescenza il ponte è stato comunque esaminato dalla Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena ha prescritto i seguenti parametri progettuali: Per svolgere una sufficiente funzione di deterrenza la barriera – parapetto deve essere innanzitutto sufficientemente alta; si pensi al Bourne Bridge sul Cape Code Canal per il quale sono state installate barriere costituite da una successione di montanti verticali alti ben 3,70 m la barriera dev’essere difficilmente scalabile ad esempio con una superficie concava aggettante verso l’interno deve sempre precludere il passaggio di sfere di diametro maggiore di 10 cm pur mantenendo il minore impatto visivo possibile per raggiungere l’efficacia di legge nei confronti della caduta di oggetti volontariamente o involontariamente gettati Sul Ponte Leonardo da Vinci si è perciò sviluppata una barriera alta 2,50 m La struttura della barriera è costituita da moduli principali di 4 m pari al passo dei traversi di impalcato ai quali i moduli sono connessi tramite i montanti verticali Questi ultimi sono HEA160 calandrati su un raggio di circa 5 m si interrompe proprio poco prima della connessione bullonata con gli HEA160 soluzione questa funzionale a ospitare i sottoservizi La connessione tra montanti e traversi è perciò semplicemente costituita da 4 bulloni M24 d’anima facilmente ispezionabili proprio in virtù dell’assenza della piattabanda L’orditura della barriera è stata concepita per soddisfare non solo i requisiti funzionali descritti ma anche in considerazione della richiesta della Sovraintendenza di enfatizzare la trasparenza ed il minimalismo certamente apprezzabile nella bella valle incisa dal Reno È stata perciò prevista una successione orizzontale di tubi φ21,3 mm di spessore 3 mm cui sono stati ancorati pannelli di PMMA trasparente spessi 8 mm; avendo posto il PMMA all’esterno e i tubi all’interno la visibilità dall’esterno dei secondi è ridotta dal gioco di rifrazione e riflessione della prima Il combinato disposto tra la parte inferiore in lamiera cieca e la parte superiore con orizzontamenti di piccolo diametro accoppiati al pannello trasparente in PMMA (visuale aperta + barriera fisica anti-lancio) ha fornito una soluzione conforme alle norme vigenti per scavalco di linea ferroviaria e ottemperante alle prescrizioni per un adeguato inserimento paesaggistico dell’intervento di progetto L’ente gestore (Anas SpA) ha poi ritenuto opportuno estendere l’inserimento del pannello in PMMA nella parte superiore del parapetto quale ulteriore misura volta a dissuadere/impedire gesti estremi difficile identificarla con una nomenclatura univoca è così un elemento non meno “strutturale” degli altri che costituiscono la struttura di impalcato; con un peso totale prossimo ai 250 kg/m assorbe una pressione del vento caratteristica di circa 200 kg/m2 ed è intestata al margine dei traversi laddove la piastra ortotropa è già finita 30 cm prima nel varco di posizionamento dei tubi dei sottoservizi Lo studio della barriera ha riguardato anche gli aspetti costruttivi; nella fattispecie ciascun modulo di barriera deve essere montabile e smontabile indipendentemente dai moduli contigui nonostante la loro intima successione; ciò vuol dire raddoppiare i bulloni e sagomare opportunamente le lame di sostegno aspetto spesso trascurato nel progetto di questi elementi la barriera è stata posta in opera assieme all’impalcato agevolandone significativamente le operazioni di montaggio con la sola eccezione dei campi di chiusura tra i conci così come è avvenuto per le stesse prédalle di impalcato con spessore di 5 mm e rinforzati da tre canalette triangolari L.80×6 mm saldate a tratti sono imbullonati su piatti a mezza luna saldati alle ali dell’HEA160 In modo da poter essere smontati singolarmente senza inficiare la continuità della struttura L’interfaccia tra il pannello trasparente e il pannello cieco è delimitata da un profilo HEA100 anch’esso imbullonato alle lame che sigilla anche il piccolo varco altrimenti presente Le lastre in PMMA spesse 8 mm che hanno completato la barriera sono state infilate dall’alto in pannelli lunghi 2 m e fissate con morsetti sufficientemente densi per garantirne la stabilità sotto la spinta del vento proprio l’inserimento ubiquo del PMMA è stato funzionale a impedire ulteriormente la scalabilità della barriera altrimenti possibile per la presenza dei tubi con passo di circa 10 cm pur essendo la stessa già ostacolata dall’andamento curvilineo aggettante verso l’interno degli stessi e dalla loro minima superficie di appoggio Un ultimo aspetto meritevole di nota è il corrimano che presenta due tubi laddove il più alto serve all’utenza adulta ed il più basso Questa scelta progettuale non comune favorisce una migliore fruizione anche per i bambini in un’area classificabile come periurbana ma potenzialmente interessata anche da una percorrenza di media distanza di una utenza cicloturistica famigliare che attratta dal ponte può utilizzarlo come belvedere preferenziale per la rupe di Sasso e la bella confluenza del Setta nel Reno appena a monte del ponte La lama di sostegno del corrimano con una curiosa forma a corna di toro così opportunamente sagomata per non avere spigoli ha spessore di 10 mm e trasmette le azioni solo ai montanti della barriera Nella foto 7 del corrimano si vede anche il carter di protezione dei tubi dell’acquedotto e del gas che corrono continui sul bordo di monte dell’impalcato (a valle ci sono le fibre ottiche con un eguale carter) e che hanno richiesto uno studio strutturale apposito per il peso non irrilevante dei tubi È stato così inserito inferiormente un corrente HE160 ordito in luce tra i traversi e bullonato ad essi laddove la piattabanda superiore è stata interrotta Sulla piattabanda superiore dell’HE160 sono state intestate apposite lamiere sagomale con selle per ospitare il tubo dell’acquedotto diametro DN200 e il sovrastante tubo del gas DN150 L’HE160 ha così costituito il profilo di sostegno dei tubi delle utenze che così sono sempre accessibili al personale qualificato per l’ispezione e la manutenzione costituito da pannelli di lamiera piegata e verniciata come tutti gli elementi d’impalcato col medesimo RAL delle strutture come richiesto dalla sovraintendenza; i pannelli sono bullonati in modo da risultare facilmente rimovibili per manutenzione La scelta di disporre i “sotto” servizi “sopra” il piano viario discende proprio dalla presenza della barriera e dalla compresenza del marciapiede ortotropo inadeguato al traffico stradale che renderebbe oneroso il posizionamento di un bybridge in futuro per accedere all’intradosso della soletta La strada su cui si inserisce la pista è associabile a strade di categoria C2 strada extraurbana secondaria senza obbligo di illuminazione e corrispondente alla categoria illuminotecnica di ingresso M3 secondo la classificazione delle strade del Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n° 285 – “Nuovo Codice della Strada” alla tabella 1 – allegato F L’illuminazione pertanto è stata limitata alle rotatorie di accesso ed alla pista ciclopedonale 19/2003 e delle successive Direttive applicative (Del ricade nella “Zona di protezione dall’inquinamento luminoso degli osservatori astronomici” poiché è tra le aree che rientrano nel raggio di 25 km attorno all’osservatorio professionale del Comune di Loiano (BO) – “Cassini” e nel raggio di 15 km attorno all’osservatorio non professionale di Monte San Pietro Per tale ragione sono stati impiegati dispositivi illuminanti con temperatura di colore di 3.000 K direzionali verso il basso e indice IPEA almeno di classe C con possibilità di ridurre la potenza dell’impianto del 30% e accensione governata da orologi astronomici lo studio del posizionamento dei corpi illuminanti ha suggerito la loro posa in opera sulla struttura stessa della barriera per evitare ulteriori sostegni Le sorgenti luminose impiegate a LED in corrispondenza dei montanti della barriera ancorati ai traversi sono costituite da 12 diodi con un flusso reale di circa 1.000 lm e un fascio di 40° Terminiamo qui il nostro racconto della veloce ricostruzione parziale del ponte Leonardo da Vinci a Sasso Marconi sulle prime pendici appenniniche a una ventina di chilometri a sud di Bologna auspicando di aver interessato il lettore e mostrato con sufficiente chiarezza alcune caratteristiche particolari dell’opera Per noi si è trattato di un lavoro tanto interessante quanto sfidante non solo per il privilegio di intervenire su un’opera storica di pregio che ha lasciato un segno importante sul territorio ma anche per la quantità dei temi ingegneristici affrontati connessi tanto alla statica quanto alla possibilità costruttiva In verità l’esordio attuativo delle Linee Guida DM 578 del 17/12/2020 ci ha prospettato diverse possibilità che spaziano da un mero intervento di ripristino delle parti più ammalorate (nel nostro caso gli appoggi distrutti) in grado di prolungare la vita dell’opera di un quinquennio in regime di transitabilità fino a un intervento più radicale mirante alla completa adeguatezza E su quest’ultima opzione ci siamo indirizzati senza cedere al canto specioso della sirena della operatività che abbiamo ritenuto una possibilità inadeguata per un ponte così rilevante laddove i ripristini necessari dei getti richiedevano Lo studio approfondito di tutti questi aspetti sin dalle prime fasi di concezione ha permesso di sviluppare le intuizioni iniziali che sono poi state mantenute fino al termine della realizzazione pur non senza quotidiane difficoltà e problematiche connesse alla cantierizzazione Abbiamo più volte sottolineato quanto sia stato importante la costruzione di un fertile dialogo con tutti i soggetti coinvolti a partire dalla committenza e dagli enti approvatori Solo agendo in questo modo è stato possibile salvare gli archi e allargare la piattaforma alle richieste odierne di sicurezza e traffico e senza temere di adottare quei piccoli adeguamenti alle reali possibilità di approvvigionamento che hanno evitato l’agguato di ritardi inaccettabili Solo agendo in questo modo è stato possibile consentire una riapertura al traffico veloce come necessario per le popolazioni sofferenti per l’inopinata chiusura prendemmo un caffè nel bar più vicino e fummo individuati assai deluso dalla recente chiusura e timoroso di non poter credere in una rapida rimessa in sicurezza dell’opera che velleitariamente auspicava di influire sui tempi di lavoro Era fine maggio 2021: il progetto definitivo è stato consegnato a fine novembre 2021 per l’autorizzazione ambientale al ministero LLPP; dopo l’approvazione del PD a maggio 2022 il progetto esecutivo è stato consegnato a luglio e approvato a settembre 2022 mentre già le imprese erano state individuate in ambito di accordo quadro Dopo il tunnel di protezione della linea Bologna-Pistoia installato necessariamente nell’agosto 2022 durante l’interruzione annuale del servizio ferroviario i lavori sono iniziati a dicembre 2022 e l’inaugurazione è avvenuta il 21 dicembre 2023 con immediata apertura al traffico anche gli archi erano completamente ripristinati così come era stato installato il PMMA Soggetto attuatore/Committente: ANAS SpA – ST Emilia-Romagna Progetto definitivo ed esecutivo: RTP costituito da Politecnica Ingegneria e Architettura Esecutori dei lavori: Costruzioni edili Baraldini Quirino SpA Esecutori dei lavori delle opere metalliche: Europrogressgroup Srl >  Se questo articolo ti è piaciuto, iscriviti alla Newsletter mensile al link http://eepurl.com/dpKhwL  e ricorda di seguirci anche sulla nostra nuova pagina Instagram < Aziende © Copyright EDI-CEM S.r.l. - P.I. 12820220155 - ISSN 1723-2155 Hanno scelto il giorno della Befana per il bagno in mare del 2025. Sono un gruppo di amici e conoscenti che da vent’anni si ritrovano per il primo tuffo dell’anno ma dal 2017 l’iniziativa ha assunto un significato particolare: ricordare Iacopo Monaldi, scomparso otto anni fa, a soli 24 anni, in un incidente in moto. "Un momento importante – spiega Francesco Antonioni, uno dei promotori – per non dimenticare Iacopo e per fare conoscere la sua storia". "L’acqua non era caldissima – racconta Antonioni – ma noi ci siamo tuffati lo stesso in ricordo di Iacopo". Sono ormai in molti, a Fano come nel resto d’Italia a sfidare le acque gelide per partecipare al primo bagno del nuovo anno: c’è chi sceglie il giorno di Capodanno, c’è chi lo fa solo per divertimenti e chi, invece, coglie l’occasione per ricordare qualcuno. "Capiamo il bagno di Capodanno – conclude Francesco Antonioni – ma il nostro appuntamento ha un valore particolare perché è in memoria di una persona che non c’è più ma che è sempre nel nostro cuore: Iacopo Monaldi". Si raccomanda molta prudenza nelle strade e uno stato di attenzione quando si attraversano i ponti del Metauro e dell’Arzilla (che saranno presidiati dagli operatori). Per il resto al momento a Fano la situazione è stabile e non vengono segnalate particolari criticità. "Si invita la cittadinanza a limitare al massimo gli spostamenti ed effettuare solo quelli strettamente necessari" ricorda il sindaco di Fano Luca Serfilippi. Per segnalazioni contattare le forze dell’ordine o 0721-887715 (Polizia Locale di Fano).  Elia, da dove nasce questa passione e perché hai deciso di intraprendere la carriera militare? Tradizione di famiglia? "Sono il primo nella mia famiglia ad aver fatto questa scelta. Già all’età di 18 anni ho iniziato a informarmi su internet per capire quali erano le attività portate avanti dall’Esercito e come potersi arruolare. Così nel 2021 ho fatto domanda come volontario nei paracadutisti e dopo essermi arruolato ho fatto il concorso per entrare in Accademia Militare di Modena". Qual è stato il momento più significativo della tua esperienza fino ad oggi? "Sono due i momenti a cui tengo particolarmente: il giorno in cui ho ricevuto il grado di Allievo ufficiale del primo anno e il giorno in cui mi è stato consegnato lo spadino, definendo l’inizio della mia carriera come futuro comandante". Cos’hanno detto gli amici quando hai annunciato di volerti arruolare? "Nessuno di loro aveva avuto mai questa idea, quindi all’inizio avevano espresso dei dubbi, ma poi quando hanno visto la mia determinazione e il mio impegno ne sono stati orgogliosi". Com’è la vita sociale all’interno dell’Accademia? "Creare relazioni con i propri colleghi non è sempre semplice, soprattutto nelle prime settimane. Nella mia compagnia il primo periodo è servito a conoscersi, ma dopo mesi trascorsi insieme ad affrontare le stesse difficoltà, il nostro legame è cresciuto e si è rafforzato. Nonostante le sfide ci si diverte, si creano bellissime amicizie e si vivono esperienze uniche". Come vedi il tuo futuro dopo il giuramento di venerdì? "Il giuramento sarà per me un nuovo inizio, un passo importante che segna un impegno solenne e consapevole. La mia intenzione è poter tornare nei paracadutisti, mia prima passione". This website is using a security service to protect itself from online attacks The action you just performed triggered the security solution There are several actions that could trigger this block including submitting a certain word or phrase You can email the site owner to let them know you were blocked Please include what you were doing when this page came up and the Cloudflare Ray ID found at the bottom of this page 1 km di coda sull’A14 tra Marotta e Senigallia La pioggia insistente di queste ore sta provocando allagamenti e disagi anche in Provincia di Pesaro-Urbino alberi caduti sulla sede stradale e scantinati allagati sono queste le richieste di intervento ai Vigili del fuoco disagi anche a Torrette di Fano e lungo il tratto della provinciale 424 all’altezza dell’incrocio con via Piave e lungo tutta la percorrenza fino a Monte Porzio Allagamenti a Marotta dove il sottopasso delle “rane” è inagibile e via Togliatti è stata chiusa; acqua e fango anche in via Rovani.Il Comune di Mondolfo ha aperto il COC verso Ancona è stato riaperto il tratto precedentemente chiuso per gli allagamenti causati dalle intense precipitazioni in atto Il traffico defluisce in corsia di sorpasso Resta 1 km di coda tra Marotta e Senigallia Chiusa anche la stazione di Marotta in uscita per chi proviene da Bologna.Sul posto sono presenti il personale di Autostrade per l’Italia e tutti i mezzi di soccorso A Pesaro chiuso momentaneamente sottopasso di Loreto e l’ingresso principale del Cimitero Centrale reso impraticabile dall’acqua (l’accesso è consentito dagli ingressi laterali) AGGIORNAMENTI DA FANO Fano, 4 giugno 2024 – Stava lavorando sul tetto dell’impianto di autolavaggio della stazione di benzina di Pontesasso, quando è caduto dall’altezza di circa 3 metri. Proseguiamo la descrizione dei lavori di adeguamento del ponte Leonardo da Vinci a Sasso Marconi (BO) dopo aver illustrato il progetto (si veda “Strade & Autostrade” n° 163 Gennaio/Febbraio 2024 a pag 90) e la decostruzione dell’impalcato storico (si veda “Strade & Autostrade” n° 164 Marzo/Aprile 2024 a pag affrontando le problematiche connesse alla costruzione e al montaggio del nuovo impalcato metallico Poiché il nuovo impalcato ha una visibilità sostanzialmente difforme per materiale e limitatamente per geometria rispetto alla precedente struttura l’intervento delle Autorità di controllo architettonico (ciò è a dire la Sovraintendenza di tutela dei beni ambientali) è stato qui quanto mai rilevante benché non ancora settantenne e perciò non soggetta obbligatoriamente alla procedura di interesse culturale secondo l’art presentava un’indubbia valenza storica oltre che ingegneristica e un’armonia ormai consolidata con il paesaggio circostante pur nella necessità condivisa di una ricostruzione rapida dettata da esigenze statiche e funzionali ineludibili l’inserimento anche in termini puramente visivi del nuovo impalcato è stato un tema di discussione discriminante per indirizzare le scelte progettuali tutti gli elementi del nuovo impalcato erano previsti in acciaio autopatinabile secondo il suo nome commerciale comunemente utilizzato pur utilizzato con attenzione specifica per i puntoni tubolari previsti stagni avrebbe tuttavia creato una netta contrapposizione visiva tra il nuovo impalcato e gli archi storici in calcestruzzo la scelta finale è poi ricaduta sull’acciaio verniciato con tonalità di grigio analoga a quella degli archi in calcestruzzo preservati il ciclo di verniciatura scelto risponde in ogni caso alle prescrizioni di durabilità irrinunciabili per una struttura del genere Si è scelto perciò un ciclo in tre strati per classe di corrosività C4 con durabilità molto alta (VH) Per le superfici interne dei puntoni tubolari è stato preliminarmente applicato un trattamento di zincatura a caldo in stabilimento la durabilità di una struttura non passa solamente dalla scelta della verniciatura protettiva ma soprattutto dalla concezione dei dettagli strutturali in fase di progettazione si è proceduto a una progressiva semplificazione della struttura portante inizialmente prevista in piastra ortotropa con canalette chiuse e successivamente ridotta a una struttura aperta a graticcio con le piastre ortotrope mantenute per i soli percorsi ciclo-pedonali però con irrigidimenti longitudinali diradati e costituiti da semplici piatti 200×15 la prédalle metallica e i percorsi laterali Tutti gli elementi metallici sono stati suddivisi in conci agevolmente trasportabili su strada con mezzi correnti Per velocizzare le operazioni di montaggio sono state bullonate le giunzioni delle travi ai traversi così come anche quelle tra macronconci di impalcato uniti in quota avendo inteso col semantema “macroconcio” la coppia di conci di trasporto preassemblati per il sollevamento Per tutti i giunti bullonati si è scelto di impiegare bulloni HRC secondo UNI EN 14399-10 allo scopo di ridurre gli oneri di controllo durante la costruzione e di ispezione futura La presenza della campata in scavalco della linea ferroviaria Bologna-Pistoia ha imposto il rispetto del capitolato RFI DTC SI PS SP IFS 001 C aspetto di non poca rilevanza per il progetto e la produzione degli elementi di carpenteria Tutti i procedimenti di saldatura sono stati vagliati dall’Istituto italiano della saldatura (IIS) e tutti i controlli di produzione sono stati effettuati mediante gli stringenti protocolli delle istruzioni RFI con ottima tenacità alle basse temperature che trova impiego anche nelle costruzioni navali e strutture offshore Per le piastre dei collegamenti a perno scorrevole poste in corrispondenza degli unici due giunti di dilatazione di impalcato è stato impiegato acciaio ad alta tenacità tipo Durostat 400 Lo stato di fornitura di tale acciaio è assimilabile alla tempra (“accelerated cooling”) e il tenore di carbonio equivalente è relativamente alto (appena superiore allo 0,50%); pertanto onde evitare di incorrere in rischio di criccabilità a freddo il collegamento tra queste piastre e le travi di impalcato è stato previsto bullonato e non saldato come già detto indubbiamente vantaggiosa in termini di leggerezza e rapidità di costruzione ma certamente sfavorevole in termini di lavorazione e durabilità è stata abbandonata anche in ragione del metodo di montaggio inizialmente previsto Come già detto nel precedente numero a proposito della decostruzione la realizzazione dell’impalcato era soggetta agli obblighi imprescindibili di rapidità e minor interferenza possibile con il sottostante sia la decostruzione sia il montaggio sono stati in fase di progettazione previsti dall’alto e con operazioni incrementali posizionando i mezzi di trasporto e sollevamento sull’impalcato stesso Il montaggio dei macroconci di impalcato era previsto con carrelloni semoventi SPMT a 12 assi era perciò necessario far transitare tali carrelloni sulla soletta la cui maturazione imprescindibile avrebbe inevitabilmente condizionato i tempi del varo incrementale Pur con un attento studio di ottimizzazione delle operazioni di montaggio che hanno indotto l’impiego della zavorra centrale già descritta nel precedente numero non era in ogni caso possibile ridurre a meno di 5 – lato Sasso Marconi – e 4 – lato Sirano – il numero di macroconci di impalcato da montare e le fasi di getto incrementale necessarie a garantire il transito degli SPMT In fase costruttiva e in sinergia con l’Impresa è stato possibile modificare sia la decostruzione che il montaggio operando mediante le gru cingolate di grande braccio e grande portata già descritte nel precedente articolo: la Liebherr 1600-2 da 600 t e la Manitowoc 16000 da 400 t Ciò con indubbia riduzione non solo dei tempi di realizzazione ma anche dell’occupazione di spazio sulle aree di cantiere permettendo l’assemblaggio di due macroconci alla volta (cosa assai meno agevole altrimenti dovendo movimentare anche gli SPMT e le loro travi di varo) il principale vantaggio del montaggio adottato risiede proprio nello svincolare alcune attività dalla successione principale di messa in opera dei macroconci E questo vale in particolare per la saldatura delle prédalle e delle lastre ortotrope nelle sezioni di giunto e per il getto stesso effettuato alla fine del montaggio in soli due giorni su ciascuna metà di impalcato La fondamentale presenza delle gru cingolate con la loro possibilità di spostarsi allestite e anche caricate ha permesso di iniziare la costruzione delle nuove spalle e lo stesso assemblaggio del nuovo impalcato ancor prima del termine della demolizione L’impalcato è stato assemblato infatti nelle aree di cantiere pur esigue e allestite sul sedime delle due rotatorie all’estremità del ponte operando su due macroconci contemporaneamente su entrambi i lati sia in sinistra che in destra al fiume Reno è stato quindi preassemblato a partire da due conci con l’ausilio di un capanno di protezione installato negli spazi invero ridotti delle aree cantiere sulle due rotatorie sono state inoltre saldate le prédalle metalliche tralicciate collaboranti con le travi principali le due lastre ortotrope dei camminamenti laterali ed è stato realizzato il collegamento bullonato tra i traversi e il parapetto di bordo con carter esterno di chiusura completamente assemblati così come descritto ha raggiunto le 100 t di peso movimentato e simmetricamente rispetto alla decostruzione dell’esistente il nuovo impalcato è stato montato avanzando dalle spalle verso la chiave dell’arco La messa in opera del nuovo impalcato è cominciata nel mese di Luglio 2023 con il varo dei primi puntoni lato Sirano per proseguire con il montaggio dei macroconci di impalcato iniziato in immediata successione nel mese di Agosto 2023 Il posizionamento dei puntoni nella loro configurazione inclinata è avvenuto creando uno schema statico di “telaio zoppo” ottenuto collegando tutti i puntoni con un sistema di fasce in poliestere a quelli più corti e questi agli archi con strand jack provvisori inghisati agli archi stessi Il sistema di fasce e strand jack è stato calibrato tramite modelli agli elementi finiti con lo scopo di valutare gli effetti del tiro delle fasce sui puntoni e sugli ancoraggi degli strand jack lunghe fino a 18,50 m e con allungamento a pieno carico compreso tra il 3% e il 4% i puntoni sono stati sollevati con un bilancino e posizionati con l’autogrù in corrispondenza dei rispettivi ancoraggi in posizione inizialmente verticale; qui sono stati poi rilasciati restando sorretti in sommità dai nastri di collegamento di ciascun puntone al successivo nastri tesi in virtù del peso dei puntoni stessi Per raggiungere la configurazione finale inclinata si è agito azionando la terna di strand jack I collegamenti a perno all’estremità dei puntoni hanno avuto anche la funzione di consentire i cinematismi di montaggio i puntoni potevano accogliere direttamente il macroconcio di impalcato soprastante varato e saldato ai puntoni stessi in quota essendo rimasto appeso alle gru durante le operazioni di saldatura Queste sono state di fatto le uniche saldature effettuate in quota poste a cavallo del giunto tra i macroconci una volta completato Tale giunto tra due macroconci successivi è stato realizzato bullonato con bulloni HRC ad alta resistenza con indubbio vantaggio per la rapidità di fissaggio e anche per la durabilità dell’opera non dovendo qui riprendere in seguito la verniciatura La saldatura in opera dei macroconci in testa ai puntoni ha invece permesso non solo di evitare trasporti eccezionali ma anche di recuperare le eventuali differenze geometriche occorse durante la movimentazione ed il posizionamento sugli archi delle flange di fissaggio al piede essendo stata prevista a progetto la possibilità di disallineamenti fino a 5 cm Al termine del montaggio delle due porzioni di impalcato poggianti sui puntoni si è proceduto al getto della soletta ed alla rimozione della zavorra aggiuntiva in chiave non più necessaria avendo ricostituito la simmetria sugli archi ed avendone aumentato al contempo il cimento a compressione sono state smontate le gru cingolate; esse sono rimaste in cantiere circa sei mesi pur operando sia per la decostruzione del vecchio impalcato che per il montaggio del nuovo impalcato i prelievi in soletta hanno verificato il raggiungimento di una resistenza paragonabile a quella di un C32/40 e dunque l’idoneità al transito dei mezzi di sollevamento adeguati all’uopo di intervenire nella parte centrale Ciò ha consentito di iniziare la decostruzione dell’impalcato in chiave agli archi rimasto in opera a sostegno della zavorra aggiuntiva e irraggiungibile con le sole gru sulle spalle che avrebbero dovuto operare con più di 100 m di sbraccio La porzione in chiave è stata perciò decostruita con una coppia di gru tipo Grove GMK5250 XL-1 da 250 t partendo dal lato Sirano ancora prima del completamento dell’impalcato lato Sasso Marconi Ciascuna gru è stata posta proprio all’estremità del nuovo impalcato avendo avuto cura di disporne gli stabilizzatori più caricati in corrispondenza degli appoggi terminali dello stesso impalcato Entrambe le gru hanno operato con sbraccio massimo di 30 m e peso massimo sollevato di 35 t rimuovendo l’impalcato centrale in meno di un mese La costruzione della struttura di impalcato è quindi terminata con la messa in opera dei quattro macroconci direttamente appoggiati sugli archi; anche questo aspetto apparentemente marginale ha implicato non poche difficoltà per la quantità di armatura flessionale presente sugli archi stessi e per la necessità di raggiungere le quote di progetto partendo da un livello non definibile in dettaglio prima della stessa decostruzione ed all’intradosso per collaborare con gli archi dei quali costituiscono il necessario rinforzo a flessione Il completamento dell’impalcato è avvenuto a fine novembre rendendo così possibile l’esecuzione delle prove di carico a inizio dicembre si è svolto senza particolari complicazioni nei tempi previsti con un governo delle possibili incertezze ottimale ed efficace Si è operato ancora una volta indipendentemente da entrambe le spalle sfruttando l’efficace suddivisione dell’impalcato in tre sezioni Il metodo di montaggio adottato ha permesso di mettere in opera i macroconci già pressoché completi di prédalle effettuando solo pochi sollevamenti “pesanti” e riducendo al massimo le giunzioni in quota Le attività di varo dell’impalcato non hanno interessato il ponteggio se non per quanto ha riguardato la saldatura dei piatti sommitali dei puntoni e l’accessibilità ai giunti bullonati di continuità delle travate sono proseguite le operazioni di ripristino degli archi e dei loro traversi (operazioni descritte nel prossimo articolo manuali e inevitabilmente assai più lunghe rispetto alle grandi manovre di decostruzione e montaggio che hanno riguardato l’impalcato); ciò ha permesso l’apertura al traffico ancor prima del completamento dei ripristini ad oggi in completamento Nel prossimo articolo verranno anche descritte le problematiche risolte per la realizzazione delle interfacce tra i getti storici degli archi e le nuove flange di ancoraggio dei tubi di sostegno dell’impalcato Tag, , Aziende, , Collegamenti stradali, Ponti e viadotti Luoghi, PESARO - Lo IES S.Veneranda cade in casa giocando un buon calcio per gran parte della partita. Dopo un buon primo tempo per entrambe le squadre, terminato a reti bianche, nella ripresa la partita diventa effervescente. Il primo gol assegnato agli ospiti risulta agli occhi di molti spettatori molto dubbio. Al 52' Federico Tombari (foto) atterra irregolarmente Gaudenzi con una spinta e, trovatosi a tu per tu con il portiere, l'attaccante del Pontesasso segna agevolmente la marcatura. L'arbitro assegna il gol scatenando forti proteste sia in campo che in tribuna. "Un’eccellenza architettonica che i cittadini attendono da decenni – ha sottolineato Baldelli – e che unirà il popoloso quartiere di Sant’Orso al resto di Fano, mettendo in sicurezza pedoni e ciclisti. Con questo ponte abbattiamo una barriera che, di fatto, divide in due la città e, al contempo, realizziamo una grande operazione di rigenerazione urbana: il ponte darà il benvenuto a chi arriva a Fano dalla superstrada e dall’A14". Ottimista il sindaco Serfilippi sugli espropri ancora da portare a termine. La situazione più delicata si potrebbe creare a Sant’Orso nel tratto dove sono presenti due comparti edilizi. Sempre Serfilippi ha ricordato come sulla ciclovia del Metauro la precedente amministrazione di centrosinistra si fosse divisa tanto che la variante in Consiglio comunale era passata anche con i voti dell’opposizione. il ponte di Vizzano verrà chiuso al traffico Il divieto riguarda auto e moto ma non biciclette e pedoni che potranno continuare a transitare sul ponte Si tratta di un provvedimento adottato per motivi di sicurezza a causa del deterioramento di parte delle tavole in legno che formano il piano carrabile del ponte Grazie a una prima serie di interventi effettuati la prossima settimana dalle squadre di manutenzione esterna del Comune (posizionamento di placche di metallo sulle assi danneggiate) sarà possibile garantire il passaggio in sicurezza a ciclisti e pedoni; successivamente completate le procedure di affidamento lavori si interverrà sul piano carrabile sostituendo l’intero assito in legno verranno inoltre effettuate una serie di indagini tecniche e strutturali richieste dall’Amministrazione comunale per verificare la stabilità e lo stato di conservazione generale dell’infrastruttura e definire così eventuali azioni utili a tutelare la sicurezza degli utenti dello storico ponte sospeso sul Reno Δdocument.getElementById( "ak_js_1" ).setAttribute( "value" Utilizziamo cookie tecnici, analitici e, solo con il tuo consenso, cookie di profilazione, per offrirti un'esperienza ottimale e personalizzata. Puoi accettare tutti i cookie cliccando su "Accetta" o personalizzare le tue preferenze cliccando su "Gestisci impostazioni". Per maggiori informazioni, leggi la nostra Privacy Policy e Cookie Policy Pronta la palestra a cielo aperto realizzata dal comune nel cuore di Ponte Sasso, a fianco dei giardini e accanto all’hotel Imperial. Lo annuncia l’assessore ai Lavori pubblici Barbara Brunori che che risponde anche alle critiche mosse dal conte Lupo Bracci sulla fontana di piazza Marcolini e in particolare sulla "vasca bianco porcellana" che farà da base alle stele dei maestri della scuola d’arte. "E’ stata una scelta voluta dal professionista che se ne sta occupando – spiega Brunori – e il contrasto dei colori serve a dare maggiore risalto alla stele". Per quanto riguarda la palestra a cielo aperto, a breve gli attrezzi sportivi saranno a disposizione, gratuitamente, dei cittadini. Uno spazio ben realizzato per chi ama la sport e la vita all’aria aperta. L’area è ancora transennata perché il terreno si deve stabilizzare, ci vorrà ancora qualche giorno per la sua inaugurazione. L’intervento è costato 25mila euro, la metà sono stati stanziati dal Comune l’altra metà sono le risorse del bando Sport e Salute. "Abbiamo creato – commenta Brunori – un nuovo spazio attraente che potrà essere utilizzato da tutti gli appassionati di benessere come punto di ritrovo e aggregazione". Positivi i commenti dei cittadini e in diversi hanno chiesto lo stesso tipo di intervento a L'intervento da oltre 21 milioni di euro ha riguardato la manutenzione straordinaria con la parziale decostruzione della struttura esistente e la realizzazione di un nuovo impalcato, in struttura mista acciaio-calcestruzzo, collegato agli archi esistenti, da preservare, con elementi in carpenteria metallica. Inoltre, è stato previsto l'adeguamento delle spalle esistenti alla geometria del nuovo impalcato, nonché l'allargamento della piattaforma stradale. A inizio 2021, data l’urgenza dell’intervento, i primi lavori di consolidamento sono stati finanziati con fondi della Città metropolitana (185.000 euro) in attesa del passaggio di competenza ad Anas. Iscriviti alla newsletter settimanale "Bologna metropolitana"  © Città metropolitana di Bologna, Via Zamboni, 13 40126 Bologna - Codice fiscale/Partita IVA 03428581205Centralino 051 659 8111 - Posta certificata: cm.bo@cert.cittametropolitana.bo.it Fano, 22 gennaio 2023 - Disastro a Ponte Sasso: la mareggiata ‘mangia’ spiagge e strutture. "Il Comune ci deve dare una mano – lamenta Giancarlo Colombaretti del Lido delle Palme che parla anche per il cognato di Bagni Carmen – abbiamo urgente bisogno delle scogliere". Per Andrea Giuliani di Oasi Confartigianato "servono 2 milioni di euro per completare la manutenzione delle scogliere di Fano sud". Si è svolta nella mattina di Domenica 10 Febbraio 2019 la cerimonia di inaugurazione del rinnovato bocciodromo del centro sportivo e sociale "Giancarlo Santinelli" di Ponte Sasso Alla cerimonia presenti numerose persone in occasione della "Festa del socio" con pranzo sociale a seguire Presenti oltre alle istituzioni comunali Sindaco e Giunta anche la Presidente del Consiglio comunale Rosetta Fulvi il consigliere provinciale Enrico Nicolelli ed il Presidente regionale della Federazione Bocce I lavori appaltati a fine 2017 riguardavano la riqualificazione energetica con rifacimento della copertura e degli infissi del volume bocciodromo un edificio che da tempo necessitava di interventi per pioggia incessante all'interno e per un problema di altissimi consumi energetici con un sistema di riscaldamento obsoleto Il sistema di copertura è stato ripensato con pannelli isolanti gli infissi sono stati completamente sostituti così come il sistema di riscaldamento ed infine l'illuminazione interna è passata a led È stato modificato l'accesso alle piste  per consentire ai disabili di potervi accedere Più volte ringraziati alla cerimonia i tecnici che hanno seguito con passione il progetto: i dipendenti comunali Mario Silvestrini e Tedizio Zacchilli che hanno collaborato attivamente con l'ing Silvio Camboni messo a disposizione dalla società sportiva U.S Si tratta di un bell'esempio si collaborazione tra società sportiva e amministrazione L'importo dei lavori di 88.000 euro permetterà maggior comfort ai tanti utenti del bocciodromo e porterà un notevole risparmio nelle utenze Questo impianto a forte vocazione sociale e sportiva nato negli anni Novanta grazie all'intuizione del più volte ricordato Giancarlo Santinelli oggi può considerarsi uno degli impianti più belli del patrimonio comunale immerso nel verde che accoglie oltre agli amanti delle bocce tantissimi bambini con spazi polivalenti basket Il Ministro Salvini: "Intervento importante" bonifiche di ordigni bellici e modificazioni al traffico Alla cerimonia istituzionale di riapertura era presente Matteo Salvini che ha applaudito ai lavori completati: "È un ponte che non collega soltanto ma unisce - ha detto il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti - sviluppo e sicurezza ed è frutto di investimenti importanti da parte di Anas" 21 milioni di euro è il valore complessivo del lungo intervento di riassestamento dell'infrastruttura Per ripristinare la capacità di carico del ponte il cantiere ha dovuto demolire le pile in calcestruzzo armato e sostituirle con una struttura mista acciaio-calcestruzzo oltre ad adeguare sismicamente l'opera Sono state mantenute invece gli archi originali. Uno "smontaggio come se si trattasse di un grande Lego" ha spiegato l’Amministratore delegato di Anas Aldo Isi "che ci ha permesso di anticiparne di tre mesi la conclusione Un progetto che siamo sicuri che farà scuola e sarà da esempio per altri interventi" Oggi il collegamento presenta le corsie più larghe e due nuovi percorsi ciclo-pedonali ai limiti della carreggiata (e che continueranno ad essere utilizzati per l’accesso alle strutture sottostanti dell’opera per la prosecuzione degli interventi di rifinitura L'inaugurazione ufficiale rende così fine a tre anni di viabilità provvisoria e interruzioni a singhiozzo del traffico: "Attendavamo a lungo il nuovo ponte collegamento necessario non solo per gli abitanti di Sasso Marconi ma per i tanti che ogni giorno attraversano l'Emilia-Romagna - ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini - Un investimento ancora più importante in un momento di stagnazione economica come questo Per questo ringrazio tutte le maestranze e la direzione dei lavori che con successo ha chiuso i cantieri persino in anticipo" Soddisfazione anche da parte del sindaco di Sasso Marconi Roberto Parmeggiani suggerisce di ribattezzare il ponte in onore di Guglielmo Marconi: "Il genio bolognese ha saputo collegare le persone attraverso la distanza oggi diventato esempio di una politica che sa mettersi a servizio dei cittadini" il 10 marzo scorso vietato anche ai pedoni Dopo una prima chiusura al traffico, il 10 marzo scorso si è proceduto a vietare il transito anche ai pedoni della SP 325 "di Val Setta e Val di Bisenzio", nel comune di Sasso Marconi, interessata da lavori ai pilastri del ponte “Leonardo Da Vinci” sul Reno "a causa dell’ulteriore aggravamento delle lesioni rilevate durante le prime fasi dei lavori".  "Divieto di transito totale,  segno di una stabilità sempre più fragile, che potrebbe portare a conseguenze molto gravi, anche in considerazione del fatto che sotto il Ponte passa la linea ferroviaria Porretta- Bologna, un acquedotto nonché un metanodotto" Così, salvo imprevisti si annuncia un regalo di Natale per l’Appennino bolognese e in particolare per gli automobilisti che dal 22 dicembre 2020 videro ridotto il transito veicolare su un’unica corsia, poi interdetto completamente dal 10 febbraio 2021 ed esteso anche al passaggio dei pedoni dal 9 marzo 2021. I lavori di completamento continueranno poi, senza interferire con la circolazione, fino al termine delle lavorazioni necessarie alla conclusione delle opere di risanamento dell’originaria struttura ad arco di cemento armato che caratterizza il disegno del ponte. Il percorso dei ponti è stato realizzato con funi metalliche e gradini per il camminamento in metallo grigliato e devono essere attraversati con l’ausilio di appropriate attrezzature di sicurezza: imbraco L’attrezzzatura potrà essere noleggiata presso la biglietteria © APT Basilicata – Tutti i diritti sono riservati. CF. 80005050762 | Cookie Policy | GDPR Privacy © APT Basilicata – Tutti i diritti sono riservati. CF. 80005050762| Cookie Policy | GDPR Privacy Un cantiere costato venti milioni di euro finanziato e realizzato dall'Anas che comunque continuerà anche nei prossimi mesi per concludere il consolidamento delle colonne sottostanti IL VIDEO IN TIMELAPSE DEI LAVORI Alla cerimonia di riapertura ha partecipato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il governatore della Regione Stefano Bonaccini, il sindaco di Sasso Roberto Parmeggiani con la benedizione finale del parroco di Sasso Marconi, don Paolo Russo. Il sindaco di Sasso Parmeggiani ha inoltre avanzato la proposta di cambio del nome del ponte, suggerendo di intitolarlo a Guglielmo Marconi: una proposta che avuto il via libera in diretta da parte del ministro Salvini. “Il nostro impegno sulla viabilità dell’intera area non si esaurisce però qui – spiegano Bonaccini e l’assessore regionale Andrea Corsini –. Completato il progetto di fattibilità sul collegamento Sasso Marconi-Vergato da parte di Anas, che ringraziamo, ci auguriamo si possa procedere altrettanto spediti per dare una risposta positiva e concreta ai problemi che ancora affliggono la Porrettana, una strada statale nevralgica per l’economia del territorio”. Attimi di paura per un incidente stradale lungo via Ammiraglio Cappellini a Ponte Sasso di Fano Lo scontro fra una Mercedes e una Fiat Punto ha provocato danni ingenti alla vettura di marca italiana su cui viaggiavano due giovani fanesi: ventunenne la conducente e ventunenne la passeggera gli accertamenti effettuati dal personale del pronto soccorso nell’ospedale Santa Croce a Fano hanno escluso conseguenze di particolare severità L’incidente è avvenuto all’altezza del Bar Alda i rilievi sono stati effettuati da una pattuglia della polizia locale La dinamica è in fase di definizione Sono inoltre intervenute un’ambulanza del 118 una squadra dei vigili del fuoco e una pattuglia dei carabinieri in servizio a Marotta di Mondolfo Sul fascicolo n° 163 Gennaio/Febbraio 2024 a pag è stato descritto il progetto dell’intervento di adeguamento dello storico ponte Leonardo da Vinci a Sasso Marconi (BO) adeguamento conseguito grazie alla sostituzione dell’impalcato esistente in calcestruzzo con un più leggero impalcato in sistema misto acciaio-calcestruzzo Nel presente articolo si focalizza invece l’attenzione proprio sulla decostruzione dell’impalcato esistente e delle pile originarie descrivendone le fasi come anche le interferenze e le principali difficoltà operative l’uso del termine decostruzione è quanto mai appropriato dal momento che l’impalcato esistente è stato rimosso procedendo per tagli successivi e operando dall’alto si è minimizzato l’impatto ambientale delle lavorazioni ma si è del tutto annullato l’impatto sul traffico ferroviario che non ha subito alcuna interruzione né rallentamento durante tutte le operazioni di cantiere La storia del ponte Leonardo da Vinci vede un affastellarsi ininterrotto di vicende non sempre di agevole identificazione che ne ha previsto il passaggio da ANAS alla provincia di Bologna nel 2001 l’invecchiamento dell’opera ha iniziato a preoccupare per la caduta di calcinacci prima e per uno slivellamento evidente del piano viario conseguente al collasso di uno dei vecchi dispositivi di vincolo irrimediabilmente corroso dopo quasi 70 anni di esercizio Tutto questo mentre era in procinto di essere finalizzata la cessione nuovamente all’ANAS del ponte nell’ambito delle cosiddette “strade di rientro” L’importanza del collegamento ha indotto il Gestore ad attuare una riduzione per fasi delle corsie e dei carichi in attesa degli approfondimenti tecnici necessari per definire il livello di sicurezza e alla fine amministrazione locale all’epoca proprietaria dell’opera ha provveduto in via preliminare all’intervento di messa in sicurezza della pila P15 dove si era manifestata la perdita dell’appoggio prima di cedere il ponte ad ANAS per la realizzazione del nuovo ponte; questo intervento di messa in sicurezza si è concluso alla fine dell’estate del 2022 Nella configurazione di un grande cantiere la disponibilità di aree adeguate è si sono sommate tutte le possibili difficoltà topografiche e planimetriche a cominciare dal fatto che l’opera collega due rotatorie aperte al traffico e pressoché tangenti alle spalle l’alveo è inciso a una profondità di oltre 30 m rispetto al piano stradale con scarpate sub-verticali e aree golenali poco praticabili essendo inclusa nell’area privata di Hera SpA Gruppo gestore dell’acquedotto di Bologna che ha le sue opere di presa proprio alla confluenza tra il fiume Reno e il torrente Setta Anche questo tema ha rivestito un importante vincolo per la concezione del cantiere senza trascurare che proprio in prossimità dell’imposta destra dell’arco è presente l’imbocco dell’acquedotto romano; una galleria lunga quasi venti chilometri che dai tempi dell’imperatore Augusto ha approvvigionato Bononia prima e Bologna poi La ristrettezza degli spazi disponibili ha imposto di posizionare le due aree principali di cantiere proprio in corrispondenza delle rotatorie di estremità del ponte: l’area CA.01 L’area di cantiere CA.01 è stata ricavata con l’occupazione di circa tre quarti della rotatoria tra la S.S la relativa isola centrale e parte dei rami di ingresso uscita La porzione Nord della corona giratoria è stata riconformata con segnaletica provvisoria per un suo utilizzo a doppio senso di marcia per permettere la continuità della S.S la cui percorribilità è stata sempre garantita durante tutte le fasi di cantiere a meno di brevi attimi necessari per il montaggio dei bracci delle grandi gru le attività sono state ulteriormente complicate dai lavori contemporanei previsti da ASPI nella vicina galleria Monte Mario della A1 che hanno spostato il traffico autostradale verso Firenze sul vecchio tracciato della stessa erodendo ulteriormente gli spazi già esigui ed hanno richiesto la realizzazione di una nuova rotatoria con diametro esterno 33 m traslata verso Bologna di una cinquantina di metri ricavata occupando circa tre quarti della rotatoria tra il raccordo della variante S.S è stato possibile individuare superfici di lavorazione e stoccaggio di circa 4.700 m2 in sinistra e di circa 3.300 m2 in destra aree peraltro impegnate anche dagli allestimenti dei necessari apprestamenti per la sicurezza Le opere d’arte in rame de “L’Albero della Comunicazione” installate all’interno dell’isola della rotatoria Nord sono perciò state rimosse nella fase transitoria di cantiere ad eccezione della statua di Guglielmo Marconi che ha così vegliato Le operazioni di decostruzione e ricostruzione dell’impalcato sono perciò state quasi totalmente eseguite all’interno delle due aree CA.01 e CA.03 descritte Solo per alcune modeste lavorazioni eseguibili dal basso e per l’accesso al ponteggio agevolato anche da una coppia di montacarichi collocate rispettivamente nell’area golenale sinistra e destra del fiume Essendo tali aree soggette a possibili esondazioni trovandosi interamente al di sotto del livello di piena duecentennale del Reno vi sono stati installati solo apprestamenti facilmente rimovibili nell’eventualità di un’allerta meteo; tale scelta è stata quanto mai lungimirante se si pensa ai danni incalcolabili subiti anche solo nelle aree limitrofe durante l’evento alluvionale del Maggio 2023 Le attività di cantiere hanno preso avvio nel mese di Dicembre 2022 con l’installazione degli apprestamenti preliminari e la predisposizione del ponteggio su più livelli messo in opera tra Gennaio e Marzo 2023 e posto ad avvolgere integralmente gli archi e i piedritti esistenti era già stato installato il tunnel di protezione della linea ferroviaria Bologna-Pistoia sfruttando l’interruzione dei lavori programmata nel 2022 che ha permesso di mantenere la linea in regolare esercizio Il ponteggio non ha avuto solo l’ovvia e necessaria funzione di accedere a tutte le porzioni dell’opera sulle quali intervenire ma ha costituito anche il tracciato provvisorio delle utenze non interrompibili che prima correvano lungo l’impalcato esistente soprattutto se in ambito urbano e consolidati nella storia del luogo da molti decenni Tra queste utenze particolarmente delicato era infatti il caso delle condotte in pressione dell’acqua alimentante l’abitato di Sasso Marconi che hanno dovuto attendere il completamento del ponteggio per correre su di esso governando col loro riposizionamento l’inizio della decostruzione erano i cavi in fibra ottica presenti ed a servizio di infrastrutture strategiche come l’ospedale di Vergato qualche decina di chilometri a monte lungo la valle Reno Un’altra interferenza importante è stata la presenza del gasdotto SNAM da 48” che scorre lungo la valle del Reno e lambisce a breve distanza l’imposta dell’arco in destra idraulica Questa presenza ha limitato la possibilità di disporre a terra mezzi di sollevamento importanti ed accumuli di materiali parimenti gravosi L’esiguità degli spazi assegnabili al cantiere aveva suggerito di operare sempre con mezzi di sollevamento leggeri decostruendo l’impalcato in pezzi di dimensioni molto ridotte in modo da contenere il peso di ciascuno di essi poco al di sopra delle 10 t lo studio finale e accurato dei tempi – reso possibile solo successivamente in sinergia con l’Impresa costruttrice – ha suggerito di installare due grandi gru cingolate a tergo delle spalle esistenti in grado di operare con sbracci anche di 100 m è stata installata la maggiore delle due gru una Liebherr 1600-2 da 600 t che ha operato con zavorra di 300 t e sbraccio prossimo ai 100 m movimentando in decostruzione pezzi fino alle 80 t è stata installata una gru Manitowoc 16000 da 400 t che ha operato con zavorra di 230 t nella configurazione di sbraccio massimo di 80 m fino alle 70 t dei pezzi della campata di estremità le gru richiedono un posizionamento che minimizzi le distanze di lavoro e nel caso in esame questo ha significato porle a meno di 10 m dalle spalle esistenti pur avendo le stesse una geometria sostanzialmente ignota ed inesplorabile ad eccezione delle pareti parzialmente visibili Sotto ciascuno dei cingoli è stato realizzato un plinto in calcestruzzo a contatto diretto con la roccia posta ad una profondità massima di circa 4 m il rischio di spinte eccessive sui muri delle spalle storiche Nella successione di fasi si è sempre operato prima sulla sponda destra laddove l’impalcato ha una campata in meno l’imposta degli archi è più accessibile e non sussiste l’interferenza con la linea ferroviaria; questo al fine di testare le procedure ed i tempi di loro esecuzione in condizioni lievemente più agevoli rispetto alla sponda opposta La posizione delle gru e la successione delle fasi di decostruzione ben si sposano con la configurazione del nuovo impalcato che può essere suddiviso in tre porzioni indipendenti: due laterali e una centrale nell’intorno della chiave degli archi e questa combinazione di scelte è risultata fondamentale per l’esito rapido dell’interno intervento Le operazioni di decostruzione dell’impalcato sono cominciate a inizio Marzo 2023 dopo aver trasferito sul ponteggio le utenze e i sottoservizi che percorrevano l’impalcato esistente l’analisi del comportamento statico degli archi al calare del carico su di essi tanto più nelle condizioni di marcata asimmetria imposte dalla decostruzione che è iniziata e si è quasi conclusa lato Sirano prima di essere affrontata lato Sasso Marconi Per mantenere la sicurezza della struttura in tutte le fasi di smontaggio e successivamente di montaggio senza realizzare alcun rinforzo sugli archi si è scelto di lasciare in opera la porzione di impalcato centrale esistente che sormonta a contatto per 48 m circa la chiave dell’arco e di disporre su di essa una zavorra aggiuntiva di circa 170 t realizzata con due file di comuni blocchi in calcestruzzo Questa soluzione ha permesso di garantire lo stato di compressione necessario a soddisfare le verifiche a pressoflessione delle sezioni di incastro degli archi in tutte le fasi di intervento e si è rivelata naturalmente più rapida ed economica rispetto ad altre ipotesi vagliate quale l’inserimento di barre aggiuntive alle imposte o addirittura tiranti in fondazione entrambi destinati ad assorbire l’incremento di momento flettente negativo alle imposte Una volta posizionata la zavorra aggiuntiva si è proceduto alla decostruzione dell’impalcato esistente in pezzi ottenuti per tagli successivi con disco diamantato movimentati e rimossi tramite le due gru cingolate di grande portata che hanno permesso di minimizzare i tagli e dunque i tempi di lavorazione La decostruzione è iniziata da entrambe le parti in corrispondenza dei giunti centrali presenti a isolare l’impalcato solidale con la chiave dell’arco; questo ha permesso di effettuare i tagli in modo sicuro e senza necessità di sostegni provvisori per le travi ed ha mantenuto l’accessibilità agevole alla sezione di lavoro oppure coppie di travi della lunghezza di circa 14 m nei conci in corrispondenza delle spalle dopo averli liberati in sommità dalle travi Nel contingente lasso di tempo intercorso tra la rimozione dell’impalcato e la loro demolizione essi sono stati stabilizzati con funi provvisorie in testa La decostruzione degli impalcati e delle pile delle porzioni laterali di opera è stata completata a Maggio 2023 dopo meno di tre mesi dall’inizio; la parte centrale di 48 m è stata affrontata nel mese di Ottobre 2023 una volta completato il montaggio e il getto della soletta dei due impalcati laterali operando con una gru tipo Grove GMK5250 XL-1 da 250 t posta proprio all’estremità dei nuovi impalcati in modo da rimuovere elementi di peso superiore alle 10 t con uno scarico massimo di 40 t sugli stabilizzatori posti sulla nuova struttura la precisa scelta di avere tre porzioni indipendenti di impalcato ha consentito di operare con fasi diverse in contemporanea su di esse per comprimere i tempi e sempre con una attenzione particolare alla variazione dello stato di sollecitazione degli archi che erano in fase di ripristino a inizio Ottobre la parte centrale in chiave all’arco era ancora quella originaria progettata da Bottau la parte lato Sirano era già il nuovo impalcato finito e transitabile completo di arredi e la parte lato Sasso era in fase di getto; attraversando a piedi l’opera si percepiva bene la differenza di quota di circa 70 cm tra il nuovo tracciato e il vecchio laddove la leggera monta è stata introdotta per agevolare il deflusso delle acque di piattaforma sono state coordinate in ragione diacronica al fine di compenetrare al meglio tutte le attività per la scelta delle due grandi autogrù cingolate impiegate per sette mesi sia nelle fasi di decostruzione che di montaggio nei due cantieri funzionalmente indipendenti in destra e sinistra del fiume Reno In quest’ottica è risultata fondamentale la scelta di suddividere l’opera in tre porzioni indipendenti laddove l’impalcato lato Sirano l’impalcato lato Sasso Marconi per secondo e la parte centrale è stata smontata e poi rifatta solo dopo il completamento delle parti laterali Nel prossimo articolo sarà descritta la realizzazione della nuova struttura dell’impalcato ed il suo montaggio Direttore del Cantiere per l’Impresa Baraldini ed efficace Responsabile e Coordinatore La prima parte dell’articolo, proposta su “S&A” n° 163 Gennaio/Febbraio 2024, è online su https://www.stradeeautostrade.it/ponti-e-viadotti/il-ponte-leonardo-da-vinci-a-sasso-marconi-bo-prima-parte/ Ad aggiudicarsi il premio del 'Waterfront urbano' è Andrea Govi mentre a Torrette è stato giudicato migliore il progetto presentato da Proap Italia Fanesi: «Progettualità che guardano al futuro della città» FANO – Il lungomare di Fano si prepara a cambiare pelle. Una delle zone più evocative ed affascinanti della città ben presto andrà incontro ad un’importante opera di restyling. Sono stati presentati dall’amministrazione i progetti vincitori del concorso di idee legate al Waterfront L’obiettivo è chiaro: valorizzare il lungomare creando un connubio con la città e la zona di Torrette-Ponte Sasso la correlazione tra il territorio e i suoi luoghi cardine con la creazione di un’immagine o brand per gli spazi di waterfront: in questo modo immaginiamo un nuovo sguardo sul mare in una posizione di dialogo con lo spazio costiero e urbano – riferisce il sindaco Massimo Seri - La sfida principale dei progetti che hanno vinto è quella di riutilizzare gli spazi degradati andando a puntare su quelli inutilizzati grazie alla definizione di nuovi tessuti urbani che dovranno garantire un’elevata fruibilità Ora ai vincitori andrà la progettazione esecutiva delle due sezioni considerate: 2,5 milioni di euro per il Waterfront urbano e 1,5 milioni di risorse per il Waterfront di Torrette-Pontesasso» Il vicesindaco Fanesi parla di «progettualità che guardano al futuro della città Torrette e Pontesasso andiamo a sostenere il cambiamento affinché Fano sia più bella I progetti saranno a stralci quindi puntiamo ad inaugurarne qualche segmento entro il 2024» Ad aggiudicarsi il premio del ‘Waterfront urbano‘ è Andrea Govi architetto 29enne di Milano che vince il premio di 15 mila euro Secondo posto a Francesco D’Ercoli che ha ricevuto 9.500 Premio meritevole va ad un pool di studi di architettura capitanato da Proap Italia con Joao Nunes Mentre a Torrette è stato giudicato migliore il progetto presentato da Proap Italia a cui è stata riconosciuta la somma di 15 mila euro: nello studio si valorizza la connessione tra il lungomare e il quartiere nevralgico della comunità con focus dedicati alla mobilità dolce e agli spazi aperti Anche in questo caso a fare la differenza è stata la visione di insieme attraverso una sensibilità verso il tema marittimo In seconda posizione si è classificato Massimiliano Ciccotti che ha ricevuto 9.500 infine in terza posizione con un premio di 6.500 euro Michele D’Amico La commissione era composta dal presidente Adriano Giangolini × (adsbygoogle=window.adsbygoogle||[]).push({});©2019 Optima Comunicazione srl | Tutti i diritti sono riservati Editore: Optima srl Sede legale: Viale Papa Giovanni XXIII 131906 Registrazione Tribunale di Ancona N 01/17 - 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Il 16 febbraio si è riunito il Tavolo tecnico per fare il punto sulla situazione del ponte “Leonardo Da Vinci” con i tecnici di ANAS e Città metropolitana di Bologna l’assessore a Mobilità e Infrastrutture della Regione Emilia-Romagna Andrea Corsini il sindaco  di Sasso Marconi Roberto Parmeggiani con l’assessore alla Viabilità Alessandro Raschi I partecipanti hanno condiviso la necessità di procedere rapidamente con tutte le azioni utili per una tempestiva pianificazione degli interventi necessari per restituire il ponte alla sua piena funzionalità che dal 15 marzo subentrerà alla Città metropolitana nella gestione del ponte ha avviato una serie di sopralluoghi per verificare lo stato dell’infrastruttura e valutare la tipologia di intervento più adeguata oltre a completare gli interventi di consolidamento strutturale già in atto si è resa disponibile a supportare con il proprio personale la Polizia Locale di Sasso Marconi nella gestione della viabilità in questa fase di chiusura del ponte A cura della redazione di “Bologna Metropolitana”direttore responsabile Davide BergaminiRegistrazione Tribunale di Bologna n