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Un canale di gronda a ridosso delle aree urbanizzate per raccogliere e deviare quanta più acqua possibile dai campi
È la novità presentata dal Comune di Fano per far fronte alla piaga degli allagamenti durante le alluvioni a Ponte Sasso
La giunta ha infatti approvato un documento che raccoglie le alternative progettuali commissionate per la realizzazione dell’infrastruttura
La priorità è far dormire sonni tranquilli ai residenti
che durante ogni pioggia un po’ più abbondante si ritrova puntualmente catapultato in un incubo a occhi aperti
Bisogna evitare che l’acqua proveniente dalle colline – che scende copiosa durante le piovute più significative - arrivi ai centri abitati o che allaghi le strade
Ed ecco l’idea di realizzare un canale di gronda unito a uno di scolo verso il mare
un intervento che prevederà anche il potenziamento della sezione idraulica del Rio Crinaccio
Nello specifico il nuovo canale partirà dalla zona del Fosso di Santa Vittoria
attraverserà il Rio Crinaccio e proseguirà verso nord fino al mare con una nuova linea di scolo
e potrà essere potenziato in futuro con bacini di laminazione
già previsti nelle aree di proprietà comunale
“L'intervento – ha proseguito Ilari - prevede anche il potenziamento della rete fognaria
con la realizzazione di un futuro impianto dedicato alla gestione delle acque meteoriche
Questo eviterà criticità come l'attraversamento della ferrovia e della Strada Nazionale Adriatica Sud
che attualmente rappresentano punti di vulnerabilità idraulica”
Verranno così impiegati gli 8 milioni di euro messi a disposizione dal generale Figliuolo
L’assessore ai lavori pubblici Gianluca Ilari ha evidenziato come la certezza di questi fondi risalga soltanto allo scorso settembre
che sia servito un altro mese per quei decreti che ne hanno stabilito le modalità di utilizzo
e che da inizio novembre non si sia perso nemmeno un giorno
“Sarà una corsa contro il tempo – ha aggiunto -
in quanto la struttura commissariale ha vincolato questi fondi al Pnrr
Significa che dovremo affidare i lavori entro giugno 2025 e concluderli entro giugno 2026"
L’obiettivo è quello di iniziare già questa estate
in quanto si interverrà nei campi e non nella zona mare
Il sindaco Luca Serfilippi non ha nascosto come questa soluzione comporterà probabilmente un’importante riduzione del terreno a disposizione dei rispettivi proprietari
l’amministrazione comunale intende incontrare residenti e attività per spiegare loro la situazione
e la vogliamo condividere con i cittadini”
Previsto per le 20 45 del 18 marzo un incontro al centro sociale di Ponte Sasso per illustrare nel dettaglio il progetto
“Mi auguro che le persone non si oppongano – ha detto Serfilippi -
e che capiscano l’urgenza di questo intervento
Condivideremo con loro gli aspetti tecnici e definiremo insieme l’iter progettuale
consapevoli che si tratta di un passaggio cruciale per la sicurezza e la tutela di questa porzione di territorio per si estende per circa 3 chilometri”
di Simone Celliredazione@viverefano.com
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Fano (PU) – “Vogliamo mettere fine ai disagi di Ponte Sasso
e per questo abbiamo approvato un documento importantissimo
che raccoglie le alternative progettuali commissionate per la realizzazione dell’infrastruttura che dovrà prevenire gli allagamenti”
il sindaco Luca Serfilippi e l’assessore ai Lavori Pubblici Gianluca Ilari annunciano gli interventi previsti per la riduzione del rischio alluvionale a Ponte Sasso
“Abbiamo scelto di realizzare un canale di gronda a ridosso delle aree antropizzate e urbanizzate
così da deviare quanta più acqua possibile dai campi
evitando che arrivi nei centri abitati e sulle nostre strade
Verrà inoltre realizzato un nuovo canale di scolo verso il mare e potenziata la sezione idraulica del Rio Crinaccio”
“Questo ci consentirà di mettere a terra gli 8 milioni di euro disponibili e di avviare la progettazione dello sdoppiamento delle linee
perché la struttura commissariale ha vincolato questi fondi al PNRR: dovremo affidare i lavori entro giugno 2025 e concluderli entro giugno 2026”
Il sindaco Serfilippi ha aggiunto: “Si tratta di un’opera strategica
il 18 marzo saremo a Ponte Sasso per illustrare nel dettaglio il progetto e la sua importanza
che metterà finalmente fine agli allagamenti in questa zona”
ha precisato: “Il canale di gronda partirà dai pressi del Fosso di Santa Vittoria
attraverserà il Rio Crinaccio e proseguirà verso nord fino al mare con una nuova linea di scolo
Questo intervento è cruciale per ridurre la pressione idraulica proveniente dalle colline
limitando il carico d’acqua nei momenti di piogge intense e prevenendo il rischio di allagamenti nelle aree urbanizzate
L’intervento rientra nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e prevede anche il potenziamento della rete fognaria
Questo impianto eviterà criticità come l’attraversamento della ferrovia e della Strada Nazionale Adriatica Sud
che attualmente rappresentano punti di vulnerabilità idraulica”
Partono lunedì 21 ottobre i lavori di manutenzione straordinaria del ponte sul fosso “Sasso Losco” a Casona di Marano
lungo la strada provinciale 4 Fondovalle Panaro
Per consentire l’esecuzione dell’intervento sarà istituito un senso unico alternato regolato da semaforo che resterà attivo per tutta la durata del cantiere fino a venerdì 6 dicembre
che saranno eseguiti dall’impresa Zaccaria costruzioni di Montese per un importo complessivo di 130mila euro
la posa di nuove barriere guard-rail e di nuova segnaletica
oltre ad una serie di interventi localizzati di ripristino strutturale
La struttura del ponte è in cemento armato e il manufatto
costruito nel 1959 dalla Provincia di Modena è costituito da una soletta di 18 centimetri in cemento armato e sei travi con i relativi traversi
La larghezza dell’impalcato è pari a 9,2 metri e la lunghezza complessiva è di circa sei metri
L’altezza dell’impalcato rispetto al fondo del fosso è variabile da cinque a sei metri
È possibile navigare le slide utilizzando i tasti freccia
Provincia di Modena – Viale Martiri della Libertà, 34 – 41121 Modena – centr. 059.209.111 – C.F. e P.Iva 01375710363 – Posta Elettronica Certificata
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Sono oltre 180 gli interventi eseguiti dai vigili del fuoco
82 dei quali nel territorio della provincia di Pesaro Urbino
Ed è proprio questa la zona più interessata - seguita da Ancona - dalle conseguenze delle forti piogge (e del vento scatenatosi dalla serata) che sabato hanno interessato le Marche
A Fano sono state oltre 60 le persone scese in campo - tra volontari del CB Club Mattei della protezione civile
operatori Aset e ditte varie - per fronteggiare una situazione che almeno fino alla sera il sindaco Luca Serfilippi
Particolari disagi aveva scaturito la temporanea chiusura della statale adriatica tra Fano a Pesaro
così come la simultanea chiusura della Panoramica dell'Ardizio
con tanto di invito a utilizzare l'autostrada per spostarsi tra le due città
Ma i problemi più seri si sono registrati ancora una volta a Fano Sud
in particolare nella zona di Rio Crinaccio
che è tornata sott’acqua a causa dell’intensità delle piogge e del sovraccarico idraulico proveniente dalla zona collinare
"Nonostante i recenti interventi di pulizia dei fossi - ha spiegato il sindaco -
l’acqua ha nuovamente allagato diverse strade
rendendo necessario l’intervento della polizia locale che
ha chiuso le vie principali a causa di veri e propri fiumi d’acqua
Fortunatamente la viabilità è stata parzialmente ripristinata nel primo pomeriggio"
la situazione di emergenza ha richiesto 16 interventi effettuati dal CB Club Mattei
La maggior parte di questi è stata rivolta all’assistenza della popolazione
con il trasporto di persone ai piani superiori delle abitazioni o l’accompagnamento di individui con necessità urgenti
Nove persone di Ponte Sasso sono state ospitate nei moduli di prima accoglienza della protezione civile al campo d'aviazione
mentre sono stati distribuiti 120 sacchi di contenimento alle famiglie colpite dall’alluvione
localizzate principalmente nelle zone di Villa Giulia
Nel corso della giornata sono state dunque diverse le segnalazioni provenienti da tutta Fano
smottamenti del terreno e alberi caduti in strada le ragioni principali delle richieste di intervento
con i vigili del fuoco ‘costretti’ a ricorrere ai rinforzi facendo arrivare uomini anche dal comando di Ascoli Piceno
di fronte alla stazione ferroviaria la carreggiata era diventata un vero e proprio lago: via Pisacane è stata dunque di nuovo in sofferenza
Impraticabili tra gli altri anche i sottopassi di Lido e Vallato
Sconforto e disagi anche nella nuova area in via di realizzazione da parte di Melampo per accogliere 32 nuovi cuccioli di gatto
Da settimane stiamo lavorando come schiave per allestire il nuovo recinto – hanno fatto sapere le volontarie -
ogni istante libero lo dedichiamo ai lavori
Le previsioni ci avevano già fatto storcere il naso
consapevoli che la nostra fittissima tabella di marcia sarebbe andata a scatafascio
Ma non avremmo immaginato di vedere questo sfacelo"
Situazione complessa anche nel marottese, dunque. Anche qui il sindaco Nicola Barbieri ha convocato il Coc. Tante le vostre segnalazioni dalla mattinata di sabato per comunicare l'impraticabilità delle strade. Inagibile il Sottopasso delle Rane, chiusa via Togliatti. Caos anche in via Rovani. Nella mattinata era stato temporaneamente chiuso anche il tratto autostradale tra Senigallia e Fano: situazione critica soprattutto fra Fano e Marotta
con la carreggiata invasa da mezzo metro di acqua e fango
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"L’obiettivo – assicura Ilari – è procedere con un appalto integrato, che permetterà di affidare in un’unica gara sia la progettazione sia la realizzazione dei lavori. Parliamo di un intervento da 8 milioni di euro (fondi Pnrr) con la necessità di avviare la gara entro giugno 2025. Non c’è tempo da perdere, gli uffici sono già al lavoro per rispettare questa scadenza e garantire tempi certi e trasparenza nel processo decisionale".
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Settimana di bocce di buon livello alla Bocciofila Pontesasso
per la nona edizione del Trofeo US Pontesasso
gara divisa in due competizioni: quella individuale per giocatori di categoria A e quella per formazioni di coppia di categorie BCD
Agli ordini del direttore di gara Eros Serafini hanno preso parte alla gara 29 individialisti A e 98 coppie BCD
La gara individuale di categoria A è stata vinta da Federico Patregnani (Fontespina) che nella finale tra fanesi tesserati con squadre di altre città ha battuto Andrea Cappellacci (Flaminio Roma)
Terzo posto per Davide Paolucci (Vigasio-Villafranca)
Quarto Marco Principi (Moscianese) battuto in semifinale in un altro derby della Valmetauro da Andrea Cappellacci
La gara a coppie di categorie BCD è stata vinta dalla formazione padre-figlio Daniele Bregamotti-Davide Bregamotti (Tavernelle) che in finale hanno avuto la meglio con il punteggio di 12-9 sui giovanissimi Federico Manuelli-Alessandro Ferragina (S
Terzo posto per Walter Poggiaspalla-Rita Boinega (Fermignanese) che in semifinale hanno ceduto a Bergamotti-Bergamotti
Quarti Ottavio Fraternali-Geppino Scrilatti (Duilio Fabi Pesaro)
battuti in semifinale da Manuelli-Ferragina
abbiamo descritto il progetto di ricostruzione parziale del Ponte Leonardo da Vinci
cominciando dalla concezione e procedendo con le analisi e gli studi di dettaglio
Vogliamo concludere questo racconto focalizzando l’attenzione sugli aspetti che non sono propriamente “struttura” ma che sono tuttavia fondamentali per la fruizione dell’opera
uno strumento di superamento di un ostacolo
fibra ottica e l’utente vede questo prima della qualità dei bulloni o della raffinatezza di alcune scelte ingegneristiche
Nel nostro ultimo capitolo descriviamo la barriera laterale “multifunzione”
l’illuminazione stradale e la gestione dei sottoservizi presenti
I ponti sono ontologicamente oggetti alti sul terreno e questo li rende troppo sovente interessanti per chi ritiene di terminare la propria esperienza terrena
Questo è tanto più vero quanto più l’altezza del ponte è elevata; alcuni riportano come una certa monotonia della struttura sia anch’essa una possibile attrattiva (ciò fu scritto per il viadotto Soleri a Cuneo
così come lo è la stessa rinomanza dell’opera (si pensi al Golden Gate con l’oceano
tutt’altro che pacifico bensì tumultuoso al disotto
che è forse il più celebre ponte dei suicidi nel mondo)
è il più alto e noto della provincia di Bologna
è sempre stato un invito agli autolesionisti estremi nei settanta anni di vita dell’opera; l’amministrazione comunale di Sasso Marconi ha pertanto
rimarcato in ogni incontro la necessità di porre attenzione al tema pur sapendo
che questa richiesta avrebbe trovato opposizione per le dimensioni cospicue della barriera conseguente
inevitabilmente un oggetto ingombrante nella percezione visiva dell’opera e spesso ne stravolge l’armonia richiesta
dalle autorità di validazione architettonica dell’intervento nell’ambito della valutazione paesaggistica
Questa palese dicotomia non è sempre di agevole sintesi
una semplice balaustra obsoleta e risalente alla costruzione
sicuramente trasparentissima fino all’evanescenza
il ponte è stato comunque esaminato dalla Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena
ha prescritto i seguenti parametri progettuali:
Per svolgere una sufficiente funzione di deterrenza
la barriera – parapetto deve essere innanzitutto sufficientemente alta; si pensi al Bourne Bridge sul Cape Code Canal per il quale
sono state installate barriere costituite da una successione di montanti verticali alti ben 3,70 m
la barriera dev’essere difficilmente scalabile
ad esempio con una superficie concava aggettante verso l’interno
deve sempre precludere il passaggio di sfere di diametro maggiore di 10 cm
pur mantenendo il minore impatto visivo possibile per raggiungere l’efficacia di legge nei confronti della caduta di oggetti
volontariamente o involontariamente gettati
Sul Ponte Leonardo da Vinci si è perciò sviluppata una barriera alta 2,50 m
La struttura della barriera è costituita da moduli principali di 4 m
pari al passo dei traversi di impalcato ai quali i moduli sono connessi tramite i montanti verticali
Questi ultimi sono HEA160 calandrati su un raggio di circa 5 m
si interrompe proprio poco prima della connessione bullonata con gli HEA160
soluzione questa funzionale a ospitare i sottoservizi
La connessione tra montanti e traversi è perciò semplicemente costituita da 4 bulloni M24 d’anima
facilmente ispezionabili proprio in virtù dell’assenza della piattabanda
L’orditura della barriera è stata concepita per soddisfare non solo i requisiti funzionali descritti
ma anche in considerazione della richiesta della Sovraintendenza di enfatizzare la trasparenza ed il minimalismo
certamente apprezzabile nella bella valle incisa dal Reno
È stata perciò prevista una successione orizzontale di tubi φ21,3 mm di spessore 3 mm
cui sono stati ancorati pannelli di PMMA trasparente spessi 8 mm; avendo posto il PMMA all’esterno e i tubi all’interno la visibilità dall’esterno dei secondi è ridotta dal gioco di rifrazione e riflessione della prima
Il combinato disposto tra la parte inferiore in lamiera cieca e la parte superiore con orizzontamenti di piccolo diametro accoppiati al pannello trasparente in PMMA (visuale aperta + barriera fisica anti-lancio) ha fornito una soluzione conforme alle norme vigenti per scavalco di linea ferroviaria e ottemperante alle prescrizioni per un adeguato inserimento paesaggistico dell’intervento di progetto
L’ente gestore (Anas SpA) ha poi ritenuto opportuno estendere
l’inserimento del pannello in PMMA nella parte superiore del parapetto
quale ulteriore misura volta a dissuadere/impedire gesti estremi
difficile identificarla con una nomenclatura univoca
è così un elemento non meno “strutturale” degli altri che costituiscono la struttura di impalcato; con un peso totale prossimo ai 250 kg/m
assorbe una pressione del vento caratteristica di circa 200 kg/m2 ed è intestata al margine dei traversi laddove la piastra ortotropa è già finita 30 cm prima
nel varco di posizionamento dei tubi dei sottoservizi
Lo studio della barriera ha riguardato anche gli aspetti costruttivi; nella fattispecie
ciascun modulo di barriera deve essere montabile e smontabile indipendentemente dai moduli contigui
nonostante la loro intima successione; ciò vuol dire raddoppiare i bulloni e sagomare opportunamente le lame di sostegno
aspetto spesso trascurato nel progetto di questi elementi
la barriera è stata posta in opera assieme all’impalcato
agevolandone significativamente le operazioni di montaggio
con la sola eccezione dei campi di chiusura tra i conci
così come è avvenuto per le stesse prédalle di impalcato
con spessore di 5 mm e rinforzati da tre canalette triangolari L.80×6 mm saldate a tratti
sono imbullonati su piatti a mezza luna saldati alle ali dell’HEA160 In modo da poter essere smontati singolarmente senza inficiare la continuità della struttura
L’interfaccia tra il pannello trasparente e il pannello cieco è delimitata da un profilo HEA100
anch’esso imbullonato alle lame che sigilla anche il piccolo varco altrimenti presente
Le lastre in PMMA spesse 8 mm che hanno completato la barriera
sono state infilate dall’alto in pannelli lunghi 2 m e fissate con morsetti sufficientemente densi per garantirne la stabilità sotto la spinta del vento
proprio l’inserimento ubiquo del PMMA è stato funzionale a impedire ulteriormente la scalabilità della barriera
altrimenti possibile per la presenza dei tubi con passo di circa 10 cm
pur essendo la stessa già ostacolata dall’andamento curvilineo aggettante verso l’interno degli stessi e dalla loro minima superficie di appoggio
Un ultimo aspetto meritevole di nota è il corrimano che presenta due tubi
laddove il più alto serve all’utenza adulta ed il più basso
Questa scelta progettuale non comune favorisce una migliore fruizione anche per i bambini
in un’area classificabile come periurbana ma potenzialmente interessata anche da una percorrenza di media distanza di una utenza cicloturistica famigliare che attratta dal ponte può utilizzarlo come belvedere preferenziale per la rupe di Sasso e la bella confluenza del Setta nel Reno appena a monte del ponte
La lama di sostegno del corrimano con una curiosa forma a corna di toro
così opportunamente sagomata per non avere spigoli
ha spessore di 10 mm e trasmette le azioni solo ai montanti della barriera
Nella foto 7 del corrimano si vede anche il carter di protezione dei tubi dell’acquedotto e del gas
che corrono continui sul bordo di monte dell’impalcato (a valle ci sono le fibre ottiche con un eguale carter) e che hanno richiesto uno studio strutturale apposito per il peso non irrilevante dei tubi
È stato così inserito inferiormente un corrente HE160
ordito in luce tra i traversi e bullonato ad essi
laddove la piattabanda superiore è stata interrotta
Sulla piattabanda superiore dell’HE160 sono state intestate apposite lamiere sagomale con selle per ospitare il tubo dell’acquedotto diametro DN200 e il sovrastante tubo del gas DN150
L’HE160 ha così costituito il profilo di sostegno dei tubi delle utenze che così sono sempre accessibili al personale qualificato per l’ispezione e la manutenzione
costituito da pannelli di lamiera piegata e verniciata come tutti gli elementi d’impalcato col medesimo RAL delle strutture come richiesto dalla sovraintendenza; i pannelli sono bullonati in modo da risultare facilmente rimovibili per manutenzione
La scelta di disporre i “sotto” servizi “sopra” il piano viario discende proprio dalla presenza della barriera e dalla compresenza del marciapiede ortotropo inadeguato al traffico stradale che renderebbe oneroso il posizionamento di un bybridge in futuro per accedere all’intradosso della soletta
La strada su cui si inserisce la pista è associabile a strade di categoria C2
strada extraurbana secondaria senza obbligo di illuminazione e corrispondente alla categoria illuminotecnica di ingresso M3 secondo la classificazione delle strade del Decreto Legislativo 30 aprile 1992 n° 285 – “Nuovo Codice della Strada” alla tabella 1 – allegato F
L’illuminazione pertanto è stata limitata alle rotatorie di accesso ed alla pista ciclopedonale
19/2003 e delle successive Direttive applicative (Del
ricade nella “Zona di protezione dall’inquinamento luminoso degli osservatori astronomici” poiché è tra le aree che rientrano nel raggio di 25 km attorno all’osservatorio professionale del Comune di Loiano (BO) – “Cassini” e nel raggio di 15 km attorno all’osservatorio non professionale di Monte San Pietro
Per tale ragione sono stati impiegati dispositivi illuminanti con temperatura di colore di 3.000 K
direzionali verso il basso e indice IPEA almeno di classe C
con possibilità di ridurre la potenza dell’impianto del 30% e accensione governata da orologi astronomici
lo studio del posizionamento dei corpi illuminanti ha suggerito la loro posa in opera sulla struttura stessa della barriera per evitare ulteriori sostegni Le sorgenti luminose impiegate a LED
in corrispondenza dei montanti della barriera ancorati ai traversi
sono costituite da 12 diodi con un flusso reale di circa 1.000 lm e un fascio di 40°
Terminiamo qui il nostro racconto della veloce ricostruzione parziale del ponte Leonardo da Vinci a Sasso Marconi
sulle prime pendici appenniniche a una ventina di chilometri a sud di Bologna
auspicando di aver interessato il lettore e mostrato con sufficiente chiarezza alcune caratteristiche particolari dell’opera
Per noi si è trattato di un lavoro tanto interessante quanto sfidante
non solo per il privilegio di intervenire su un’opera storica di pregio
che ha lasciato un segno importante sul territorio
ma anche per la quantità dei temi ingegneristici affrontati
connessi tanto alla statica quanto alla possibilità costruttiva
In verità l’esordio attuativo delle Linee Guida DM 578 del 17/12/2020 ci ha prospettato diverse possibilità che spaziano da un mero intervento di ripristino delle parti più ammalorate (nel nostro caso gli appoggi distrutti)
in grado di prolungare la vita dell’opera di un quinquennio in regime di transitabilità
fino a un intervento più radicale mirante alla completa adeguatezza
E su quest’ultima opzione ci siamo indirizzati
senza cedere al canto specioso della sirena della operatività che abbiamo ritenuto una possibilità inadeguata per un ponte così rilevante
laddove i ripristini necessari dei getti richiedevano
Lo studio approfondito di tutti questi aspetti sin dalle prime fasi di concezione ha permesso di sviluppare le intuizioni iniziali che sono poi state mantenute fino al termine della realizzazione
pur non senza quotidiane difficoltà e problematiche connesse alla cantierizzazione
Abbiamo più volte sottolineato quanto sia stato importante la costruzione di un fertile dialogo con tutti i soggetti coinvolti
a partire dalla committenza e dagli enti approvatori
Solo agendo in questo modo è stato possibile salvare gli archi e allargare la piattaforma
alle richieste odierne di sicurezza e traffico e senza temere di adottare
quei piccoli adeguamenti alle reali possibilità di approvvigionamento che hanno evitato l’agguato di ritardi inaccettabili
Solo agendo in questo modo è stato possibile consentire una riapertura al traffico veloce
come necessario per le popolazioni sofferenti per l’inopinata chiusura
prendemmo un caffè nel bar più vicino e fummo individuati
assai deluso dalla recente chiusura e timoroso di non poter credere in una rapida rimessa in sicurezza dell’opera
che velleitariamente auspicava di influire sui tempi di lavoro
Era fine maggio 2021: il progetto definitivo è stato consegnato a fine novembre 2021
per l’autorizzazione ambientale al ministero LLPP; dopo l’approvazione del PD a maggio 2022 il progetto esecutivo è stato consegnato a luglio e approvato a settembre 2022 mentre già le imprese erano state individuate in ambito di accordo quadro
Dopo il tunnel di protezione della linea Bologna-Pistoia
installato necessariamente nell’agosto 2022 durante l’interruzione annuale del servizio ferroviario
i lavori sono iniziati a dicembre 2022 e l’inaugurazione è avvenuta il 21 dicembre 2023 con immediata apertura al traffico
anche gli archi erano completamente ripristinati così come era stato installato il PMMA
Soggetto attuatore/Committente: ANAS SpA – ST Emilia-Romagna
Progetto definitivo ed esecutivo: RTP costituito da Politecnica Ingegneria e Architettura
Esecutori dei lavori: Costruzioni edili Baraldini Quirino SpA
Esecutori dei lavori delle opere metalliche: Europrogressgroup Srl
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AziendeMatildi+Partners Srl
© Copyright EDI-CEM S.r.l. - P.I. 12820220155 - ISSN 1723-2155
Hanno scelto il giorno della Befana per il bagno in mare del 2025. Sono un gruppo di amici e conoscenti che da vent’anni si ritrovano per il primo tuffo dell’anno ma dal 2017 l’iniziativa ha assunto un significato particolare: ricordare Iacopo Monaldi, scomparso otto anni fa, a soli 24 anni, in un incidente in moto. "Un momento importante – spiega Francesco Antonioni, uno dei promotori – per non dimenticare Iacopo e per fare conoscere la sua storia".
"L’acqua non era caldissima – racconta Antonioni – ma noi ci siamo tuffati lo stesso in ricordo di Iacopo". Sono ormai in molti, a Fano come nel resto d’Italia a sfidare le acque gelide per partecipare al primo bagno del nuovo anno: c’è chi sceglie il giorno di Capodanno, c’è chi lo fa solo per divertimenti e chi, invece, coglie l’occasione per ricordare qualcuno.
"Capiamo il bagno di Capodanno – conclude Francesco Antonioni – ma il nostro appuntamento ha un valore particolare perché è in memoria di una persona che non c’è più ma che è sempre nel nostro cuore: Iacopo Monaldi".
Si raccomanda molta prudenza nelle strade e uno stato di attenzione quando si attraversano i ponti del Metauro e dell’Arzilla (che saranno presidiati dagli operatori). Per il resto al momento a Fano la situazione è stabile e non vengono segnalate particolari criticità. "Si invita la cittadinanza a limitare al massimo gli spostamenti ed effettuare solo quelli strettamente necessari" ricorda il sindaco di Fano Luca Serfilippi.
Per segnalazioni contattare le forze dell’ordine o 0721-887715 (Polizia Locale di Fano).
Elia, da dove nasce questa passione e perché hai deciso di intraprendere la carriera militare? Tradizione di famiglia?
"Sono il primo nella mia famiglia ad aver fatto questa scelta. Già all’età di 18 anni ho iniziato a informarmi su internet per capire quali erano le attività portate avanti dall’Esercito e come potersi arruolare. Così nel 2021 ho fatto domanda come volontario nei paracadutisti e dopo essermi arruolato ho fatto il concorso per entrare in Accademia Militare di Modena".
Qual è stato il momento più significativo della tua esperienza fino ad oggi?
"Sono due i momenti a cui tengo particolarmente: il giorno in cui ho ricevuto il grado di Allievo ufficiale del primo anno e il giorno in cui mi è stato consegnato lo spadino, definendo l’inizio della mia carriera come futuro comandante".
Cos’hanno detto gli amici quando hai annunciato di volerti arruolare?
"Nessuno di loro aveva avuto mai questa idea, quindi all’inizio avevano espresso dei dubbi, ma poi quando hanno visto la mia determinazione e il mio impegno ne sono stati orgogliosi".
Com’è la vita sociale all’interno dell’Accademia?
"Creare relazioni con i propri colleghi non è sempre semplice, soprattutto nelle prime settimane. Nella mia compagnia il primo periodo è servito a conoscersi, ma dopo mesi trascorsi insieme ad affrontare le stesse difficoltà, il nostro legame è cresciuto e si è rafforzato. Nonostante le sfide ci si diverte, si creano bellissime amicizie e si vivono esperienze uniche".
Come vedi il tuo futuro dopo il giuramento di venerdì?
"Il giuramento sarà per me un nuovo inizio, un passo importante che segna un impegno solenne e consapevole. La mia intenzione è poter tornare nei paracadutisti, mia prima passione".
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1 km di coda sull’A14 tra Marotta e Senigallia
La pioggia insistente di queste ore sta provocando allagamenti e disagi anche in Provincia di Pesaro-Urbino
alberi caduti sulla sede stradale e scantinati allagati
sono queste le richieste di intervento ai Vigili del fuoco
disagi anche a Torrette di Fano e lungo il tratto della provinciale 424 all’altezza dell’incrocio con via Piave e lungo tutta la percorrenza fino a Monte Porzio
Allagamenti a Marotta dove il sottopasso delle “rane” è inagibile e via Togliatti è stata chiusa; acqua e fango anche in via Rovani.Il Comune di Mondolfo ha aperto il COC
verso Ancona è stato riaperto il tratto precedentemente chiuso per gli allagamenti causati dalle intense precipitazioni in atto
Il traffico defluisce in corsia di sorpasso
Resta 1 km di coda tra Marotta e Senigallia
Chiusa anche la stazione di Marotta in uscita per chi proviene da Bologna.Sul posto sono presenti il personale di Autostrade per l’Italia e tutti i mezzi di soccorso
A Pesaro chiuso momentaneamente sottopasso di Loreto e l’ingresso principale del Cimitero Centrale
reso impraticabile dall’acqua (l’accesso è consentito dagli ingressi laterali)
AGGIORNAMENTI DA FANO
Fano, 4 giugno 2024 – Stava lavorando sul tetto dell’impianto di autolavaggio della stazione di benzina di Pontesasso, quando è caduto dall’altezza di circa 3 metri.
Proseguiamo la descrizione dei lavori di adeguamento del ponte Leonardo da Vinci a Sasso Marconi (BO)
dopo aver illustrato il progetto (si veda “Strade & Autostrade” n° 163 Gennaio/Febbraio 2024 a pag
90) e la decostruzione dell’impalcato storico (si veda “Strade & Autostrade” n° 164 Marzo/Aprile 2024 a pag
affrontando le problematiche connesse alla costruzione e al montaggio del nuovo impalcato metallico
Poiché il nuovo impalcato ha una visibilità sostanzialmente difforme per materiale e limitatamente per geometria rispetto alla precedente struttura
l’intervento delle Autorità di controllo architettonico (ciò è a dire la Sovraintendenza di tutela dei beni ambientali) è stato qui quanto mai rilevante
benché non ancora settantenne e perciò non soggetta obbligatoriamente alla procedura di interesse culturale secondo l’art
presentava un’indubbia valenza storica oltre che ingegneristica e un’armonia ormai consolidata con il paesaggio circostante
pur nella necessità condivisa di una ricostruzione rapida
dettata da esigenze statiche e funzionali ineludibili
l’inserimento anche in termini puramente visivi del nuovo impalcato è stato un tema di discussione discriminante per indirizzare le scelte progettuali
tutti gli elementi del nuovo impalcato erano previsti in acciaio autopatinabile
secondo il suo nome commerciale comunemente utilizzato
pur utilizzato con attenzione specifica per i puntoni tubolari previsti stagni avrebbe tuttavia creato una netta contrapposizione visiva tra il nuovo impalcato e gli archi storici in calcestruzzo
la scelta finale è poi ricaduta sull’acciaio verniciato con tonalità di grigio analoga a quella degli archi in calcestruzzo preservati
il ciclo di verniciatura scelto risponde in ogni caso alle prescrizioni di durabilità irrinunciabili per una struttura del genere
Si è scelto perciò un ciclo in tre strati per classe di corrosività C4 con durabilità molto alta (VH)
Per le superfici interne dei puntoni tubolari
è stato preliminarmente applicato un trattamento di zincatura a caldo in stabilimento
la durabilità di una struttura non passa solamente dalla scelta della verniciatura protettiva ma soprattutto dalla concezione dei dettagli strutturali
in fase di progettazione si è proceduto a una progressiva semplificazione della struttura portante
inizialmente prevista in piastra ortotropa con canalette chiuse e successivamente ridotta a una struttura aperta a graticcio
con le piastre ortotrope mantenute per i soli percorsi ciclo-pedonali
però con irrigidimenti longitudinali diradati e costituiti da semplici piatti 200×15
la prédalle metallica e i percorsi laterali
Tutti gli elementi metallici sono stati suddivisi in conci agevolmente trasportabili su strada con mezzi correnti
Per velocizzare le operazioni di montaggio
sono state bullonate le giunzioni delle travi ai traversi
così come anche quelle tra macronconci di impalcato uniti in quota
avendo inteso col semantema “macroconcio” la coppia di conci di trasporto preassemblati per il sollevamento
Per tutti i giunti bullonati si è scelto di impiegare bulloni HRC secondo UNI EN 14399-10
allo scopo di ridurre gli oneri di controllo durante la costruzione e di ispezione futura
La presenza della campata in scavalco della linea ferroviaria Bologna-Pistoia ha imposto il rispetto del capitolato RFI DTC SI PS SP IFS 001 C
aspetto di non poca rilevanza per il progetto e la produzione degli elementi di carpenteria
Tutti i procedimenti di saldatura sono stati vagliati dall’Istituto italiano della saldatura (IIS) e tutti i controlli di produzione sono stati effettuati mediante gli stringenti protocolli delle istruzioni RFI
con ottima tenacità alle basse temperature
che trova impiego anche nelle costruzioni navali e strutture offshore
Per le piastre dei collegamenti a perno scorrevole
poste in corrispondenza degli unici due giunti di dilatazione di impalcato
è stato impiegato acciaio ad alta tenacità tipo Durostat 400
Lo stato di fornitura di tale acciaio è assimilabile alla tempra (“accelerated cooling”) e il tenore di carbonio equivalente è relativamente alto (appena superiore allo 0,50%); pertanto
onde evitare di incorrere in rischio di criccabilità a freddo
il collegamento tra queste piastre e le travi di impalcato è stato previsto bullonato e non saldato
come già detto indubbiamente vantaggiosa in termini di leggerezza e rapidità di costruzione ma certamente sfavorevole in termini di lavorazione e durabilità
è stata abbandonata anche in ragione del metodo di montaggio inizialmente previsto
Come già detto nel precedente numero a proposito della decostruzione
la realizzazione dell’impalcato era soggetta agli obblighi imprescindibili di rapidità e minor interferenza possibile con il sottostante
sia la decostruzione sia il montaggio sono stati in fase di progettazione previsti dall’alto e con operazioni incrementali
posizionando i mezzi di trasporto e sollevamento sull’impalcato stesso
Il montaggio dei macroconci di impalcato era
previsto con carrelloni semoventi SPMT a 12 assi
era perciò necessario far transitare tali carrelloni sulla soletta la cui maturazione imprescindibile avrebbe inevitabilmente condizionato i tempi del varo incrementale
Pur con un attento studio di ottimizzazione delle operazioni di montaggio
che hanno indotto l’impiego della zavorra centrale già descritta nel precedente numero
non era in ogni caso possibile ridurre a meno di 5 – lato Sasso Marconi – e 4 – lato Sirano – il numero di macroconci di impalcato da montare e
le fasi di getto incrementale necessarie a garantire il transito degli SPMT
In fase costruttiva e in sinergia con l’Impresa
è stato possibile modificare sia la decostruzione che il montaggio
operando mediante le gru cingolate di grande braccio e grande portata già descritte nel precedente articolo: la Liebherr 1600-2 da 600 t e la Manitowoc 16000 da 400 t
Ciò con indubbia riduzione non solo dei tempi di realizzazione ma anche dell’occupazione di spazio sulle aree di cantiere
permettendo l’assemblaggio di due macroconci alla volta (cosa assai meno agevole altrimenti
dovendo movimentare anche gli SPMT e le loro travi di varo)
il principale vantaggio del montaggio adottato
risiede proprio nello svincolare alcune attività dalla successione principale di messa in opera dei macroconci
E questo vale in particolare per la saldatura delle prédalle e delle lastre ortotrope nelle sezioni di giunto e per il getto stesso effettuato alla fine del montaggio in soli due giorni su ciascuna metà di impalcato
La fondamentale presenza delle gru cingolate
con la loro possibilità di spostarsi allestite e anche caricate
ha permesso di iniziare la costruzione delle nuove spalle e lo stesso assemblaggio del nuovo impalcato ancor prima del termine della demolizione
L’impalcato è stato assemblato infatti nelle aree di cantiere
pur esigue e allestite sul sedime delle due rotatorie all’estremità del ponte
operando su due macroconci contemporaneamente su entrambi i lati
sia in sinistra che in destra al fiume Reno
è stato quindi preassemblato a partire da due conci
con l’ausilio di un capanno di protezione installato negli spazi invero ridotti delle aree cantiere sulle due rotatorie
sono state inoltre saldate le prédalle metalliche tralicciate collaboranti con le travi principali
le due lastre ortotrope dei camminamenti laterali ed è stato realizzato il collegamento bullonato tra i traversi e il parapetto di bordo con carter esterno di chiusura
completamente assemblati così come descritto
ha raggiunto le 100 t di peso movimentato e
simmetricamente rispetto alla decostruzione dell’esistente
il nuovo impalcato è stato montato avanzando dalle spalle verso la chiave dell’arco
La messa in opera del nuovo impalcato è cominciata nel mese di Luglio 2023 con il varo dei primi puntoni lato Sirano
per proseguire con il montaggio dei macroconci di impalcato
iniziato in immediata successione nel mese di Agosto 2023
Il posizionamento dei puntoni nella loro configurazione inclinata è avvenuto creando uno schema statico di “telaio zoppo” ottenuto collegando tutti i puntoni con un sistema di fasce in poliestere a quelli più corti e questi agli archi con strand jack provvisori inghisati agli archi stessi
Il sistema di fasce e strand jack è stato calibrato tramite modelli agli elementi finiti
con lo scopo di valutare gli effetti del tiro delle fasce sui puntoni e sugli ancoraggi degli strand jack
lunghe fino a 18,50 m e con allungamento a pieno carico compreso tra il 3% e il 4%
i puntoni sono stati sollevati con un bilancino e posizionati con l’autogrù in corrispondenza dei rispettivi ancoraggi
in posizione inizialmente verticale; qui sono stati poi rilasciati
restando sorretti in sommità dai nastri di collegamento di ciascun puntone al successivo
nastri tesi in virtù del peso dei puntoni stessi
Per raggiungere la configurazione finale inclinata
si è agito azionando la terna di strand jack
I collegamenti a perno all’estremità dei puntoni hanno avuto
anche la funzione di consentire i cinematismi di montaggio
i puntoni potevano accogliere direttamente il macroconcio di impalcato soprastante
varato e saldato ai puntoni stessi in quota
essendo rimasto appeso alle gru durante le operazioni di saldatura
Queste sono state di fatto le uniche saldature effettuate in quota
poste a cavallo del giunto tra i macroconci una volta completato
Tale giunto tra due macroconci successivi è stato realizzato bullonato con bulloni HRC ad alta resistenza
con indubbio vantaggio per la rapidità di fissaggio e anche per la durabilità dell’opera
non dovendo qui riprendere in seguito la verniciatura
La saldatura in opera dei macroconci in testa ai puntoni ha invece permesso non solo di evitare trasporti eccezionali ma anche di recuperare le eventuali differenze geometriche occorse durante la movimentazione ed il posizionamento sugli archi delle flange di fissaggio al piede
essendo stata prevista a progetto la possibilità di disallineamenti fino a 5 cm
Al termine del montaggio delle due porzioni di impalcato poggianti sui puntoni
si è proceduto al getto della soletta ed alla rimozione della zavorra aggiuntiva in chiave
non più necessaria avendo ricostituito la simmetria sugli archi ed avendone aumentato al contempo il cimento a compressione
sono state smontate le gru cingolate; esse sono rimaste
in cantiere circa sei mesi pur operando sia per la decostruzione del vecchio impalcato che per il montaggio del nuovo impalcato
i prelievi in soletta hanno verificato il raggiungimento di una resistenza paragonabile a quella di un C32/40 e dunque l’idoneità al transito dei mezzi di sollevamento adeguati all’uopo di intervenire nella parte centrale
Ciò ha consentito di iniziare la decostruzione dell’impalcato in chiave agli archi
rimasto in opera a sostegno della zavorra aggiuntiva e irraggiungibile con le sole gru sulle spalle
che avrebbero dovuto operare con più di 100 m di sbraccio
La porzione in chiave è stata perciò decostruita con una coppia di gru tipo Grove GMK5250 XL-1 da 250 t
partendo dal lato Sirano ancora prima del completamento dell’impalcato lato Sasso Marconi
Ciascuna gru è stata posta proprio all’estremità del nuovo impalcato
avendo avuto cura di disporne gli stabilizzatori più caricati
in corrispondenza degli appoggi terminali dello stesso impalcato
Entrambe le gru hanno operato con sbraccio massimo di 30 m e peso massimo sollevato di 35 t
rimuovendo l’impalcato centrale in meno di un mese
La costruzione della struttura di impalcato è quindi terminata con la messa in opera dei quattro macroconci
direttamente appoggiati sugli archi; anche questo aspetto apparentemente marginale ha
implicato non poche difficoltà per la quantità di armatura flessionale presente sugli archi stessi
e per la necessità di raggiungere le quote di progetto partendo da un livello non definibile in dettaglio prima della stessa decostruzione
ed all’intradosso per collaborare con gli archi dei quali costituiscono il necessario rinforzo a flessione
Il completamento dell’impalcato è avvenuto a fine novembre rendendo così possibile l’esecuzione delle prove di carico a inizio dicembre
si è svolto senza particolari complicazioni nei tempi previsti con un governo delle possibili incertezze ottimale ed efficace
Si è operato ancora una volta indipendentemente da entrambe le spalle
sfruttando l’efficace suddivisione dell’impalcato in tre sezioni
Il metodo di montaggio adottato ha permesso di mettere in opera i macroconci già pressoché completi di prédalle
effettuando solo pochi sollevamenti “pesanti” e riducendo al massimo le giunzioni in quota
Le attività di varo dell’impalcato non hanno interessato il ponteggio se non per quanto ha riguardato la saldatura dei piatti sommitali dei puntoni e l’accessibilità ai giunti bullonati di continuità delle travate
sono proseguite le operazioni di ripristino degli archi e dei loro traversi (operazioni descritte nel prossimo articolo
manuali e inevitabilmente assai più lunghe rispetto alle grandi manovre di decostruzione e montaggio che hanno riguardato l’impalcato); ciò ha permesso l’apertura al traffico ancor prima del completamento dei ripristini ad oggi in completamento
Nel prossimo articolo verranno anche descritte le problematiche risolte per la realizzazione delle interfacce tra i getti storici degli archi e le nuove flange di ancoraggio dei tubi di sostegno dell’impalcato
TagViadotti, Manutenzione, Ponti
AziendePolitecnica Ingegneria e Architettura, Matildi+Partners Srl, ANAS SpA
Collegamenti stradaliS.P. 325 "di Val di Setta e Val di Bisenzio", S.S. 64 “Porrettana"
Ponti e viadottiPonte Leonardo da Vinci
LuoghiBologna, Sasso Marconi
PESARO - Lo IES S.Veneranda cade in casa giocando un buon calcio per gran parte della partita. Dopo un buon primo tempo per entrambe le squadre, terminato a reti bianche, nella ripresa la partita diventa effervescente.
Il primo gol assegnato agli ospiti risulta agli occhi di molti spettatori molto dubbio. Al 52' Federico Tombari (foto) atterra irregolarmente Gaudenzi con una spinta e, trovatosi a tu per tu con il portiere, l'attaccante del Pontesasso segna agevolmente la marcatura. L'arbitro assegna il gol scatenando forti proteste sia in campo che in tribuna.
"Un’eccellenza architettonica che i cittadini attendono da decenni – ha sottolineato Baldelli – e che unirà il popoloso quartiere di Sant’Orso al resto di Fano, mettendo in sicurezza pedoni e ciclisti. Con questo ponte abbattiamo una barriera che, di fatto, divide in due la città e, al contempo, realizziamo una grande operazione di rigenerazione urbana: il ponte darà il benvenuto a chi arriva a Fano dalla superstrada e dall’A14".
Ottimista il sindaco Serfilippi sugli espropri ancora da portare a termine. La situazione più delicata si potrebbe creare a Sant’Orso nel tratto dove sono presenti due comparti edilizi. Sempre Serfilippi ha ricordato come sulla ciclovia del Metauro la precedente amministrazione di centrosinistra si fosse divisa tanto che la variante in Consiglio comunale era passata anche con i voti dell’opposizione.
il ponte di Vizzano verrà chiuso al traffico
Il divieto riguarda auto e moto ma non biciclette e pedoni
che potranno continuare a transitare sul ponte
Si tratta di un provvedimento adottato per motivi di sicurezza a causa del deterioramento di parte delle tavole in legno che formano il piano carrabile del ponte
Grazie a una prima serie di interventi effettuati la prossima settimana dalle squadre di manutenzione esterna del Comune (posizionamento di placche di metallo sulle assi danneggiate)
sarà possibile garantire il passaggio in sicurezza a ciclisti e pedoni; successivamente
completate le procedure di affidamento lavori
si interverrà sul piano carrabile sostituendo l’intero assito in legno
verranno inoltre effettuate una serie di indagini tecniche e strutturali
richieste dall’Amministrazione comunale per verificare la stabilità e lo stato di conservazione generale dell’infrastruttura
e definire così eventuali azioni utili a tutelare la sicurezza degli utenti dello storico ponte sospeso sul Reno
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Pronta la palestra a cielo aperto realizzata dal comune nel cuore di Ponte Sasso, a fianco dei giardini e accanto all’hotel Imperial. Lo annuncia l’assessore ai Lavori pubblici Barbara Brunori che che risponde anche alle critiche mosse dal conte Lupo Bracci sulla fontana di piazza Marcolini e in particolare sulla "vasca bianco porcellana" che farà da base alle stele dei maestri della scuola d’arte.
"E’ stata una scelta voluta dal professionista che se ne sta occupando – spiega Brunori – e il contrasto dei colori serve a dare maggiore risalto alla stele". Per quanto riguarda la palestra a cielo aperto, a breve gli attrezzi sportivi saranno a disposizione, gratuitamente, dei cittadini. Uno spazio ben realizzato per chi ama la sport e la vita all’aria aperta.
L’area è ancora transennata perché il terreno si deve stabilizzare, ci vorrà ancora qualche giorno per la sua inaugurazione. L’intervento è costato 25mila euro, la metà sono stati stanziati dal Comune l’altra metà sono le risorse del bando Sport e Salute.
"Abbiamo creato – commenta Brunori – un nuovo spazio attraente che potrà essere utilizzato da tutti gli appassionati di benessere come punto di ritrovo e aggregazione". Positivi i commenti dei cittadini e in diversi hanno chiesto lo stesso tipo di intervento a
L'intervento da oltre 21 milioni di euro ha riguardato la manutenzione straordinaria con la parziale decostruzione della struttura esistente e la realizzazione di un nuovo impalcato, in struttura mista acciaio-calcestruzzo, collegato agli archi esistenti, da preservare, con elementi in carpenteria metallica. Inoltre, è stato previsto l'adeguamento delle spalle esistenti alla geometria del nuovo impalcato, nonché l'allargamento della piattaforma stradale.
A inizio 2021, data l’urgenza dell’intervento, i primi lavori di consolidamento sono stati finanziati con fondi della Città metropolitana (185.000 euro) in attesa del passaggio di competenza ad Anas.
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Fano, 22 gennaio 2023 - Disastro a Ponte Sasso: la mareggiata ‘mangia’ spiagge e strutture. "Il Comune ci deve dare una mano – lamenta Giancarlo Colombaretti del Lido delle Palme che parla anche per il cognato di Bagni Carmen – abbiamo urgente bisogno delle scogliere". Per Andrea Giuliani di Oasi Confartigianato "servono 2 milioni di euro per completare la manutenzione delle scogliere di Fano sud".
Si è svolta nella mattina di Domenica 10 Febbraio 2019 la cerimonia di inaugurazione del rinnovato bocciodromo del centro sportivo e sociale "Giancarlo Santinelli" di Ponte Sasso
Alla cerimonia presenti numerose persone in occasione della "Festa del socio" con pranzo sociale a seguire
Presenti oltre alle istituzioni comunali Sindaco e Giunta
anche la Presidente del Consiglio comunale Rosetta Fulvi
il consigliere provinciale Enrico Nicolelli ed il Presidente regionale della Federazione Bocce
I lavori appaltati a fine 2017 riguardavano la riqualificazione energetica con rifacimento della copertura e degli infissi del volume bocciodromo
un edificio che da tempo necessitava di interventi per pioggia incessante all'interno e per un problema di altissimi consumi energetici con un sistema di riscaldamento obsoleto
Il sistema di copertura è stato ripensato con pannelli isolanti
gli infissi sono stati completamente sostituti
così come il sistema di riscaldamento ed infine l'illuminazione interna è passata a led
È stato modificato l'accesso alle piste per consentire ai disabili di potervi accedere
Più volte ringraziati alla cerimonia i tecnici che hanno seguito con passione il progetto: i dipendenti comunali Mario Silvestrini e Tedizio Zacchilli che hanno collaborato attivamente con l'ing
Silvio Camboni messo a disposizione dalla società sportiva U.S
Si tratta di un bell'esempio si collaborazione tra società sportiva e amministrazione
L'importo dei lavori di 88.000 euro permetterà maggior comfort ai tanti utenti del bocciodromo e porterà un notevole risparmio nelle utenze
Questo impianto a forte vocazione sociale e sportiva nato negli anni Novanta grazie all'intuizione del più volte ricordato Giancarlo Santinelli oggi può considerarsi uno degli impianti più belli del patrimonio comunale
immerso nel verde che accoglie oltre agli amanti delle bocce tantissimi bambini con spazi polivalenti basket
Il Ministro Salvini: "Intervento importante"
bonifiche di ordigni bellici e modificazioni al traffico
Alla cerimonia istituzionale di riapertura era presente Matteo Salvini
che ha applaudito ai lavori completati: "È un ponte che non collega soltanto ma unisce - ha detto il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti -
sviluppo e sicurezza ed è frutto di investimenti importanti da parte di Anas"
21 milioni di euro è il valore complessivo del lungo intervento di riassestamento dell'infrastruttura
Per ripristinare la capacità di carico del ponte
il cantiere ha dovuto demolire le pile in calcestruzzo armato e sostituirle con una struttura mista acciaio-calcestruzzo
oltre ad adeguare sismicamente l'opera
Sono state mantenute invece gli archi originali. Uno "smontaggio come se si trattasse di un grande Lego"
ha spiegato l’Amministratore delegato di Anas Aldo Isi
"che ci ha permesso di anticiparne di tre mesi la conclusione
Un progetto che siamo sicuri che farà scuola e sarà da esempio per altri interventi"
Oggi il collegamento presenta le corsie più larghe e due nuovi percorsi ciclo-pedonali ai limiti della carreggiata (e che continueranno ad essere utilizzati per l’accesso alle strutture sottostanti dell’opera per la prosecuzione degli interventi di rifinitura
L'inaugurazione ufficiale rende così fine a tre anni di viabilità provvisoria e interruzioni a singhiozzo del traffico: "Attendavamo a lungo il nuovo ponte
collegamento necessario non solo per gli abitanti di Sasso Marconi ma per i tanti che ogni giorno attraversano l'Emilia-Romagna - ha detto il presidente della Regione Stefano Bonaccini -
Un investimento ancora più importante in un momento di stagnazione economica come questo
Per questo ringrazio tutte le maestranze e la direzione dei lavori che con successo ha chiuso i cantieri persino in anticipo"
Soddisfazione anche da parte del sindaco di Sasso Marconi Roberto Parmeggiani
suggerisce di ribattezzare il ponte in onore di Guglielmo Marconi: "Il genio bolognese
ha saputo collegare le persone attraverso la distanza
oggi diventato esempio di una politica che sa mettersi a servizio dei cittadini"
il 10 marzo scorso vietato anche ai pedoni
Dopo una prima chiusura al traffico, il 10 marzo scorso si è proceduto a vietare il transito anche ai pedoni della SP 325 "di Val Setta e Val di Bisenzio", nel comune di Sasso Marconi, interessata da lavori ai pilastri del ponte “Leonardo Da Vinci” sul Reno "a causa dell’ulteriore aggravamento delle lesioni rilevate durante le prime fasi dei lavori".
"Divieto di transito totale, segno di una stabilità sempre più fragile, che potrebbe portare a conseguenze molto gravi, anche in considerazione del fatto che sotto il Ponte passa la linea ferroviaria Porretta- Bologna, un acquedotto nonché un metanodotto"
Così, salvo imprevisti si annuncia un regalo di Natale per l’Appennino bolognese e in particolare per gli automobilisti che dal 22 dicembre 2020 videro ridotto il transito veicolare su un’unica corsia, poi interdetto completamente dal 10 febbraio 2021 ed esteso anche al passaggio dei pedoni dal 9 marzo 2021.
I lavori di completamento continueranno poi, senza interferire con la circolazione, fino al termine delle lavorazioni necessarie alla conclusione delle opere di risanamento dell’originaria struttura ad arco di cemento armato che caratterizza il disegno del ponte.
Il percorso dei ponti è stato realizzato con funi metalliche e gradini per il camminamento in metallo grigliato e devono essere attraversati con l’ausilio di appropriate attrezzature di sicurezza: imbraco
L’attrezzzatura potrà essere noleggiata presso la biglietteria
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Un cantiere costato venti milioni di euro finanziato e realizzato dall'Anas che comunque continuerà anche nei prossimi mesi per concludere il consolidamento delle colonne sottostanti
IL VIDEO IN TIMELAPSE DEI LAVORI
Alla cerimonia di riapertura ha partecipato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il governatore della Regione Stefano Bonaccini, il sindaco di Sasso Roberto Parmeggiani con la benedizione finale del parroco di Sasso Marconi, don Paolo Russo.
Il sindaco di Sasso Parmeggiani ha inoltre avanzato la proposta di cambio del nome del ponte, suggerendo di intitolarlo a Guglielmo Marconi: una proposta che avuto il via libera in diretta da parte del ministro Salvini.
“Il nostro impegno sulla viabilità dell’intera area non si esaurisce però qui – spiegano Bonaccini e l’assessore regionale Andrea Corsini –. Completato il progetto di fattibilità sul collegamento Sasso Marconi-Vergato da parte di Anas, che ringraziamo, ci auguriamo si possa procedere altrettanto spediti per dare una risposta positiva e concreta ai problemi che ancora affliggono la Porrettana, una strada statale nevralgica per l’economia del territorio”.
Attimi di paura per un incidente stradale lungo via Ammiraglio Cappellini a Ponte Sasso di Fano
Lo scontro fra una Mercedes e una Fiat Punto ha provocato danni ingenti alla vettura di marca italiana
su cui viaggiavano due giovani fanesi: ventunenne la conducente e ventunenne la passeggera
gli accertamenti effettuati dal personale del pronto soccorso nell’ospedale Santa Croce a Fano hanno escluso conseguenze di particolare severità
L’incidente è avvenuto all’altezza del Bar Alda
i rilievi sono stati effettuati da una pattuglia della polizia locale
La dinamica è in fase di definizione
Sono inoltre intervenute un’ambulanza del 118
una squadra dei vigili del fuoco e una pattuglia dei carabinieri in servizio a Marotta di Mondolfo
Sul fascicolo n° 163 Gennaio/Febbraio 2024 a pag
è stato descritto il progetto dell’intervento di adeguamento dello storico ponte Leonardo da Vinci a Sasso Marconi (BO)
adeguamento conseguito grazie alla sostituzione dell’impalcato esistente in calcestruzzo con un più leggero impalcato in sistema misto acciaio-calcestruzzo
Nel presente articolo si focalizza invece l’attenzione proprio sulla decostruzione dell’impalcato esistente e delle pile originarie
descrivendone le fasi come anche le interferenze e le principali difficoltà operative
l’uso del termine decostruzione è quanto mai appropriato
dal momento che l’impalcato esistente è stato rimosso procedendo per tagli successivi e operando dall’alto
si è minimizzato l’impatto ambientale delle lavorazioni
ma si è del tutto annullato l’impatto sul traffico ferroviario
che non ha subito alcuna interruzione né rallentamento durante tutte le operazioni di cantiere
La storia del ponte Leonardo da Vinci vede un affastellarsi ininterrotto di vicende non sempre di agevole identificazione
che ne ha previsto il passaggio da ANAS alla provincia di Bologna nel 2001
l’invecchiamento dell’opera ha iniziato a preoccupare per la caduta di calcinacci prima e
per uno slivellamento evidente del piano viario conseguente al collasso di uno dei vecchi dispositivi di vincolo
irrimediabilmente corroso dopo quasi 70 anni di esercizio
Tutto questo mentre era in procinto di essere finalizzata la cessione nuovamente all’ANAS del ponte
nell’ambito delle cosiddette “strade di rientro”
L’importanza del collegamento ha indotto il Gestore ad attuare una riduzione per fasi delle corsie e dei carichi in attesa degli approfondimenti tecnici necessari per definire il livello di sicurezza e alla fine
amministrazione locale all’epoca proprietaria dell’opera
ha provveduto in via preliminare all’intervento di messa in sicurezza della pila P15 dove si era manifestata la perdita dell’appoggio
prima di cedere il ponte ad ANAS per la realizzazione del nuovo ponte; questo intervento di messa in sicurezza si è concluso alla fine dell’estate del 2022
Nella configurazione di un grande cantiere la disponibilità di aree adeguate è
si sono sommate tutte le possibili difficoltà topografiche e planimetriche a cominciare dal fatto che l’opera collega due rotatorie aperte al traffico e pressoché tangenti alle spalle
l’alveo è inciso a una profondità di oltre 30 m rispetto al piano stradale
con scarpate sub-verticali e aree golenali poco praticabili
essendo inclusa nell’area privata di Hera SpA
Gruppo gestore dell’acquedotto di Bologna che ha le sue opere di presa proprio alla confluenza tra il fiume Reno e il torrente Setta
Anche questo tema ha rivestito un importante vincolo per la concezione del cantiere
senza trascurare che proprio in prossimità dell’imposta destra dell’arco è presente l’imbocco dell’acquedotto romano; una galleria lunga quasi venti chilometri che dai tempi dell’imperatore Augusto ha approvvigionato Bononia prima e Bologna poi
La ristrettezza degli spazi disponibili ha imposto di posizionare le due aree principali di cantiere proprio in corrispondenza delle rotatorie di estremità del ponte: l’area CA.01
L’area di cantiere CA.01 è stata ricavata con l’occupazione di circa tre quarti della rotatoria tra la S.S
la relativa isola centrale e parte dei rami di ingresso uscita
La porzione Nord della corona giratoria è stata riconformata con segnaletica provvisoria per un suo utilizzo a doppio senso di marcia per permettere la continuità della S.S
la cui percorribilità è stata sempre garantita durante tutte le fasi di cantiere a meno di brevi attimi necessari per il montaggio dei bracci delle grandi gru
le attività sono state ulteriormente complicate dai lavori contemporanei previsti da ASPI nella vicina galleria Monte Mario della A1 che hanno spostato il traffico autostradale verso Firenze sul vecchio tracciato della stessa
erodendo ulteriormente gli spazi già esigui ed hanno richiesto la realizzazione di una nuova rotatoria con diametro esterno 33 m
traslata verso Bologna di una cinquantina di metri
ricavata occupando circa tre quarti della rotatoria tra il raccordo della variante S.S
è stato possibile individuare superfici di lavorazione e stoccaggio di circa 4.700 m2 in sinistra e di circa 3.300 m2 in destra
aree peraltro impegnate anche dagli allestimenti dei necessari apprestamenti per la sicurezza
Le opere d’arte in rame de “L’Albero della Comunicazione”
installate all’interno dell’isola della rotatoria Nord
sono perciò state rimosse nella fase transitoria di cantiere
ad eccezione della statua di Guglielmo Marconi che ha così vegliato
Le operazioni di decostruzione e ricostruzione dell’impalcato sono perciò state quasi totalmente eseguite all’interno delle due aree CA.01 e CA.03 descritte
Solo per alcune modeste lavorazioni eseguibili dal basso e per l’accesso al ponteggio
agevolato anche da una coppia di montacarichi
collocate rispettivamente nell’area golenale sinistra e destra del fiume
Essendo tali aree soggette a possibili esondazioni
trovandosi interamente al di sotto del livello di piena duecentennale del Reno
vi sono stati installati solo apprestamenti facilmente rimovibili nell’eventualità di un’allerta meteo; tale scelta è stata quanto mai lungimirante
se si pensa ai danni incalcolabili subiti anche solo nelle aree limitrofe durante l’evento alluvionale del Maggio 2023
Le attività di cantiere hanno preso avvio nel mese di Dicembre 2022
con l’installazione degli apprestamenti preliminari e la predisposizione del ponteggio su più livelli
messo in opera tra Gennaio e Marzo 2023 e posto ad avvolgere integralmente gli archi e i piedritti esistenti
era già stato installato il tunnel di protezione della linea ferroviaria Bologna-Pistoia
sfruttando l’interruzione dei lavori programmata nel 2022 che ha permesso di mantenere la linea in regolare esercizio
Il ponteggio non ha avuto solo l’ovvia e necessaria funzione di accedere a tutte le porzioni dell’opera sulle quali intervenire
ma ha costituito anche il tracciato provvisorio delle utenze non interrompibili che prima correvano lungo l’impalcato esistente
soprattutto se in ambito urbano e consolidati nella storia del luogo da molti decenni
Tra queste utenze particolarmente delicato era infatti il caso delle condotte in pressione dell’acqua alimentante l’abitato di Sasso Marconi che hanno dovuto attendere il completamento del ponteggio per correre su di esso
governando col loro riposizionamento l’inizio della decostruzione
erano i cavi in fibra ottica presenti ed a servizio di infrastrutture strategiche come l’ospedale di Vergato qualche decina di chilometri a monte lungo la valle Reno
Un’altra interferenza importante è stata la presenza del gasdotto SNAM da 48” che scorre lungo la valle del Reno e lambisce a breve distanza l’imposta dell’arco in destra idraulica
Questa presenza ha limitato la possibilità di disporre a terra mezzi di sollevamento importanti ed accumuli di materiali parimenti gravosi
L’esiguità degli spazi assegnabili al cantiere aveva
suggerito di operare sempre con mezzi di sollevamento leggeri
decostruendo l’impalcato in pezzi di dimensioni molto ridotte
in modo da contenere il peso di ciascuno di essi poco al di sopra delle 10 t
lo studio finale e accurato dei tempi – reso possibile solo successivamente in sinergia con l’Impresa costruttrice – ha suggerito di installare due grandi gru cingolate a tergo delle spalle esistenti
in grado di operare con sbracci anche di 100 m
è stata installata la maggiore delle due gru
una Liebherr 1600-2 da 600 t che ha operato con zavorra di 300 t e sbraccio prossimo ai 100 m
movimentando in decostruzione pezzi fino alle 80 t
è stata installata una gru Manitowoc 16000 da 400 t che ha operato con zavorra di 230 t
nella configurazione di sbraccio massimo di 80 m
fino alle 70 t dei pezzi della campata di estremità
le gru richiedono un posizionamento che minimizzi le distanze di lavoro e nel caso in esame questo ha significato porle a meno di 10 m dalle spalle esistenti
pur avendo le stesse una geometria sostanzialmente ignota ed inesplorabile ad eccezione delle pareti parzialmente visibili
Sotto ciascuno dei cingoli è stato realizzato
un plinto in calcestruzzo a contatto diretto con la roccia posta ad una profondità massima di circa 4 m
il rischio di spinte eccessive sui muri delle spalle storiche
Nella successione di fasi si è sempre operato prima sulla sponda destra
laddove l’impalcato ha una campata in meno
l’imposta degli archi è più accessibile e non sussiste l’interferenza con la linea ferroviaria; questo al fine di testare le procedure ed i tempi di loro esecuzione in condizioni lievemente più agevoli rispetto alla sponda opposta
La posizione delle gru e la successione delle fasi di decostruzione ben si sposano
con la configurazione del nuovo impalcato che può essere suddiviso
in tre porzioni indipendenti: due laterali e una centrale
nell’intorno della chiave degli archi e questa combinazione di scelte è risultata fondamentale per l’esito rapido dell’interno intervento
Le operazioni di decostruzione dell’impalcato sono cominciate a inizio Marzo 2023
dopo aver trasferito sul ponteggio le utenze e i sottoservizi che percorrevano l’impalcato esistente
l’analisi del comportamento statico degli archi al calare del carico su di essi
tanto più nelle condizioni di marcata asimmetria imposte dalla decostruzione che è iniziata e si è quasi conclusa lato Sirano prima di essere affrontata lato Sasso Marconi
Per mantenere la sicurezza della struttura in tutte le fasi di smontaggio e successivamente di montaggio
senza realizzare alcun rinforzo sugli archi
si è scelto di lasciare in opera la porzione di impalcato centrale esistente che sormonta a contatto per 48 m circa la chiave dell’arco
e di disporre su di essa una zavorra aggiuntiva di circa 170 t
realizzata con due file di comuni blocchi in calcestruzzo
Questa soluzione ha permesso di garantire lo stato di compressione necessario a soddisfare le verifiche a pressoflessione delle sezioni di incastro degli archi in tutte le fasi di intervento
e si è rivelata naturalmente più rapida ed economica rispetto ad altre ipotesi vagliate
quale l’inserimento di barre aggiuntive alle imposte o addirittura tiranti in fondazione entrambi destinati ad assorbire l’incremento di momento flettente negativo alle imposte
Una volta posizionata la zavorra aggiuntiva
si è proceduto alla decostruzione dell’impalcato esistente in pezzi ottenuti per tagli successivi con disco diamantato
movimentati e rimossi tramite le due gru cingolate di grande portata
che hanno permesso di minimizzare i tagli e dunque i tempi di lavorazione
La decostruzione è iniziata da entrambe le parti in corrispondenza dei giunti centrali presenti a isolare l’impalcato solidale con la chiave dell’arco; questo ha permesso di effettuare i tagli in modo sicuro e senza necessità di sostegni provvisori per le travi ed ha mantenuto
l’accessibilità agevole alla sezione di lavoro
oppure coppie di travi della lunghezza di circa 14 m nei conci in corrispondenza delle spalle
dopo averli liberati in sommità dalle travi
Nel contingente lasso di tempo intercorso tra la rimozione dell’impalcato e la loro demolizione
essi sono stati stabilizzati con funi provvisorie in testa
La decostruzione degli impalcati e delle pile delle porzioni laterali di opera è stata completata a Maggio 2023
dopo meno di tre mesi dall’inizio; la parte centrale di 48 m
è stata affrontata nel mese di Ottobre 2023
una volta completato il montaggio e il getto della soletta dei due impalcati laterali
operando con una gru tipo Grove GMK5250 XL-1 da 250 t
posta proprio all’estremità dei nuovi impalcati
in modo da rimuovere elementi di peso superiore alle 10 t con uno scarico massimo di 40 t sugli stabilizzatori posti sulla nuova struttura
la precisa scelta di avere tre porzioni indipendenti di impalcato ha consentito di operare con fasi diverse in contemporanea su di esse per comprimere i tempi e sempre con una attenzione particolare alla variazione dello stato di sollecitazione degli archi che erano in fase di ripristino
a inizio Ottobre la parte centrale in chiave all’arco era ancora quella originaria progettata da Bottau
la parte lato Sirano era già il nuovo impalcato finito e transitabile
completo di arredi e la parte lato Sasso era in fase di getto; attraversando a piedi l’opera
si percepiva bene la differenza di quota di circa 70 cm tra il nuovo tracciato e il vecchio
laddove la leggera monta è stata introdotta per agevolare il deflusso delle acque di piattaforma
sono state coordinate in ragione diacronica al fine di compenetrare al meglio tutte le attività
per la scelta delle due grandi autogrù cingolate impiegate per sette mesi sia nelle fasi di decostruzione che di montaggio nei due cantieri funzionalmente indipendenti in destra e sinistra del fiume Reno
In quest’ottica è risultata fondamentale la scelta di suddividere l’opera in tre porzioni indipendenti laddove l’impalcato lato Sirano
l’impalcato lato Sasso Marconi per secondo e la parte centrale
è stata smontata e poi rifatta solo dopo il completamento delle parti laterali
Nel prossimo articolo sarà descritta la realizzazione della nuova struttura dell’impalcato ed il suo montaggio
Direttore del Cantiere per l’Impresa Baraldini ed efficace Responsabile e Coordinatore
La prima parte dell’articolo, proposta su “S&A” n° 163 Gennaio/Febbraio 2024, è online su https://www.stradeeautostrade.it/ponti-e-viadotti/il-ponte-leonardo-da-vinci-a-sasso-marconi-bo-prima-parte/
Ad aggiudicarsi il premio del 'Waterfront urbano' è Andrea Govi
mentre a Torrette è stato giudicato migliore il progetto presentato da Proap Italia
Fanesi: «Progettualità che guardano al futuro della città»
FANO – Il lungomare di Fano si prepara a cambiare pelle. Una delle zone più evocative ed affascinanti della città ben presto andrà incontro ad un’importante opera di restyling. Sono stati presentati dall’amministrazione i progetti vincitori del concorso di idee legate al Waterfront
L’obiettivo è chiaro: valorizzare il lungomare creando un connubio con la città e la zona di Torrette-Ponte Sasso
la correlazione tra il territorio e i suoi luoghi cardine con la creazione di un’immagine o brand per gli spazi di waterfront: in questo modo immaginiamo un nuovo sguardo sul mare in una posizione di dialogo con lo spazio costiero e urbano – riferisce il sindaco Massimo Seri -
La sfida principale dei progetti che hanno vinto è quella di riutilizzare gli spazi degradati
andando a puntare su quelli inutilizzati grazie alla definizione
di nuovi tessuti urbani che dovranno garantire un’elevata fruibilità
Ora ai vincitori andrà la progettazione esecutiva delle due sezioni considerate: 2,5 milioni di euro per il Waterfront urbano e 1,5 milioni di risorse per il Waterfront di Torrette-Pontesasso»
Il vicesindaco Fanesi parla di «progettualità che guardano al futuro della città
Torrette e Pontesasso andiamo a sostenere il cambiamento affinché Fano sia più bella
I progetti saranno a stralci quindi puntiamo ad inaugurarne qualche segmento entro il 2024»
Ad aggiudicarsi il premio del ‘Waterfront urbano‘ è Andrea Govi
architetto 29enne di Milano che vince il premio di 15 mila euro
Secondo posto a Francesco D’Ercoli che ha ricevuto 9.500
Premio meritevole va ad un pool di studi di architettura capitanato da Proap Italia con Joao Nunes
Mentre a Torrette è stato giudicato migliore il progetto presentato da Proap Italia
a cui è stata riconosciuta la somma di 15 mila euro: nello studio si valorizza la connessione tra il lungomare e il quartiere nevralgico della comunità con focus dedicati alla mobilità dolce e agli spazi aperti
Anche in questo caso a fare la differenza è stata la visione di insieme attraverso una sensibilità verso il tema marittimo
In seconda posizione si è classificato Massimiliano Ciccotti che ha ricevuto 9.500
infine in terza posizione con un premio di 6.500 euro Michele D’Amico
La commissione era composta dal presidente Adriano Giangolini
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lungo la strada provinciale SP 325 "di Val Setta e Val di Bisenzio"
è chiuso al transito dal 10 febbraio
Due giorni dopo è previsto il passaggio della struttura ad Anas con la quale si valuterà quindi la riapertura almeno parziale della struttura
Dopo un periodo di chiusura parziale della circolazione
lo stop totale al traffico a partire dal 10 febbraio si è reso necessario a causa di un forte peggioramento delle condizioni della pila 15 del ponte sulla quale si stava lavorando da alcuni giorni con un intervento di ripristino e consolidamento.Durante l'esecuzione dei lavori che erano in corso da alcuni giorni si è infatti riscontrato un forte ammaloramento degli appoggi dell'impalcato sulla pila
tanto da provocare ampie lesioni visibili sulla carreggiata superiore
nonché un degrado dei calcestruzzi con scopertura delle armature metalliche nei traversi e nelle travi
I lavori di consolidamento erano stati finanziati con fondi della Città metropolitana (185.000 euro) data l'urgenza dell'intervento
che non era previsto a bilancio in quanto ANAS avrebbe dovuto prendere in carico il ponte lo scorso mese di ottobre
A causa della pandemia però il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva rimandato a marzo la presa in consegna delle strade primarie delle Province e delle Città metropolitane
Il 15 marzo è infatti la data ufficiale di restituzione del ponte ad Anas
Per quanto riguarda la viabilità nulla cambia per i veicoli provenienti dalla SP 325 Val di Setta (Vado/Monzuno) e diretti a Bologna o Porretta
che già non potevano accedere al ponte
Fino al 13 marzo non potrà più transitare dal ponte nemmeno chi proviene da Porretta/Marzabotto ed è diretto a Monzuno/Vado o verso l'autostrada A1: per questi veicoli
la viabilità alternativa è rappresentata dalla Nuova Porrettana o da Via Ponte Albano
“Siamo consapevoli dei forti disagi al traffico della zona provocati da questa chiusura – è il commento del Consigliere metropolitano con delega alla Viabilità Marco Monesi – ma la sicurezza delle persone viene prima di tutto
Speravamo che l’intervento si potesse fare chiudendo solo una carreggiata ma una volta avviati i lavori c’è stato un improvviso e imprevedibile peggioramento della struttura che ci ha costretti senza indugi a imporre la chiusura totale al transito dei veicoli."
Il 16 febbraio si è riunito il Tavolo tecnico per fare il punto sulla situazione del ponte “Leonardo Da Vinci” con i tecnici di ANAS e Città metropolitana di Bologna
l’assessore a Mobilità e Infrastrutture della Regione Emilia-Romagna Andrea Corsini
il sindaco di Sasso Marconi Roberto Parmeggiani con l’assessore alla Viabilità Alessandro Raschi
I partecipanti hanno condiviso la necessità di procedere rapidamente con tutte le azioni utili per una tempestiva pianificazione degli interventi necessari per restituire il ponte alla sua piena funzionalità
che dal 15 marzo subentrerà alla Città metropolitana nella gestione del ponte
ha avviato una serie di sopralluoghi per verificare lo stato dell’infrastruttura e valutare la tipologia di intervento più adeguata
oltre a completare gli interventi di consolidamento strutturale già in atto
si è resa disponibile a supportare con il proprio personale la Polizia Locale di Sasso Marconi nella gestione della viabilità in questa fase di chiusura del ponte
A cura della redazione di “Bologna Metropolitana”direttore responsabile Davide BergaminiRegistrazione Tribunale di Bologna n