operando con grande sensibilità e professionalità in un contesto familiare altamente delicato hanno garantito tempestiva tutela alla vittima Un ragazzo di 23 anni è finito agli arresti domiciliari dopo aver trasformato la vita della madre, persona particolarmente vulnerabile, in un vero e proprio incubo La misura è stata disposta dal gip del tribunale di Palmi su richiesta della procura dopo settimane di indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Gioia Tauro Tutto è partito da una segnalazione arrivata il 24 febbraio scorso: una violenta lite in un’abitazione di Rosarno ha fatto scattare l’intervento dei militari Quello che sembrava un episodio isolato si è presto rivelato il tassello di una situazione familiare molto più grave il giovane – da dicembre 2024 – avrebbe sottoposto la madre convivente a una lunga serie di maltrattamenti Un’escalation di violenza che ha reso la quotidianità della donna insostenibile vicini e accertamenti tecnici hanno permesso ai carabinieri di ricostruire un quadro inquietante strattonamenti e persino un tentativo di spingerla giù dal balcone Solo l’intervento tempestivo di un vicino e delle forze dell’ordine ha evitato la tragedia il ragazzo avrebbe spesso rivolto alla madre frasi deliranti e minacce gravissime lasciando emergere anche segnali di forte instabilità emotiva.  operando con grande sensibilità e professionalità in un contesto familiare altamente delicato hanno garantito tempestiva tutela alla vittima e raccolto elementi determinanti per l’emissione della misura cautelare Il giovane è stato trasferito in un centro specializzato nel Nord Italia come disposto dall’autorità giudiziaria mentre proseguono le attività investigative coordinate dalla procura della Repubblica di Palmi Dal sud del mondo L’ostello Dambe So nella piana di Gioia Tauro da tre anni strappa al ricatto delle tendopoli decine di lavoratori arrivati dall’Africa ma auto organizzazione e lotta senza tregua a razzisti e sfruttatori Con un progetto di mutualismo che è una sfida per lo Stato SalvaRegalaLinkCondividiScaricaDal sud del mondo L’ostello Dambe So nella piana di Gioia Tauro da tre anni strappa al ricatto delle tendopoli decine di lavoratori arrivati dall’Africa Giansandro MerliCi sono muri che contengono spazio e muri che restituiscono tempo che dal 2022 strappa al ricatto delle tendopoli decine di braccianti africani della piana di Gioia Tauro Sorge nel comune calabrese di San Ferdinando portato dagli abitanti di un borgo distrutto negli anni Settanta per far spazio al polo siderurgico Era stato fondato prima del Novecento dai braccianti in fuga dai soprusi del padrone Alle spalle di Dambe So sbatte il Tirreno e dalla spiaggia si scorge il porto di Gioia Tauro ognuno con tre archi che sembrano sorridere a chi si avvicina Il progetto è nato dall’incontro tra Francesco Piobbichi e Ibrahim Diabate è arrivato qui cinque anni fa dopo un lungo periodo a offrire assistenza umanitaria al molo Favaloro di Lampedusa con il progetto Mediterranean Hope delle chiese evangeliche mentre lavorava nelle campagne piemontesi di Saluzzo è esplosa la rivolta di Rosarno: ha preso un treno ed è andato ad aiutare i compagni 1.275 chilometri più a sud «Avevo duemila euro in tasca – racconta Diabate – ma nessuno mi affittava casa Non credevo che in Italia esistessero posti simili» Per combattere i ghetti rimane nella piana e negli anni successivi contribuisce a fondare la cooperativa Sos Rosarno: braccianti e piccoli contadini uniti per garantire salari giusti e arance ecosostenibili Quando incontra Piobbichi si mettono a distribuire luci e catarifrangenti ai lavoratori Su queste strade investimenti e sportellate «Ma non ci interessava la classica assistenza Ci eravamo accorti del problema tempo: i braccianti non ne hanno Una parte lo toglie il lavoro: la sveglia presto Una parte lo prende la tendopoli perché al rientro bisogna combattere per i bisogni basilari Quando devi sopravvivere non puoi pensare ad altro» «La casa è il luogo dove si riflette sul domani e si costruisce il futuro In paese gli appartamenti ci sono ma ai «nigri» non li affittano e se li affittano non hanno l’idoneità necessaria a prendere la residenza Senza residenza non si può rinnovare il permesso di soggiorno chiedere il ricongiungimento familiare o avere il medico di base appaltate alle cooperative o abbandonate dallo Stato – sono sempre lontano dagli abitati Per quella di San Ferdinando si segue una strada allagata sul marciapiede alcune donne attendono i clienti Superate bretella e ferrovia si nota il fumo dei bracieri e si respira cattivo odore Costato tre milioni di euro è composto da 24 container colorati ognuno ha il nome di una capitale africana Avrebbe dovuto ospitare un centinaio di persone ma un errore nell’impianto elettrico ha ridotto i posti Dietro ai container si vedono già le baracche abbandono – afferma Piobbichi – Il risultato è la disumanizzazione degli stranieri Il secondo obiettivo di Dambe So è «decolonizzare l’accoglienza» Significa riconoscere l’autonomia delle persone rompendo il meccanismo di dipendenza e vittimizzazione che regna nei centri istituzionali «Non abbiamo le chiavi dei loro appartamenti A parità di abitanti una struttura dello Stato richiederebbe il triplo del personale abita nell’ostello da due anni: «Finalmente nel tempo libero sto studiando l’italiano il documento perso quando nel 2018 Salvini aveva cancellato la protezione umanitaria Lavora otto ore al giorno ed è fortunato perché gli fruttano 50 euro poi bulgari e rumeni hanno lasciato la piana e i salari sono aumentati Il terzo obiettivo del progetto è la sostenibilità economica così si ottengono circa 30mila euro l’anno Poco meno di quanto arriva dall’uso sociale della terra e da uno scambio mutualistico: Sos Rosarno vende le arance e destina una piccola quota a Dambe So Dambe So aiuta a distribuire gli agrumi in Germania con l’aiuto dei valdesi La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) che sostiene il progetto Mediterranean Hope da cui è nato l’ostello «I nostri appartamenti sono a costo zero per lo Stato» che dalla Piana lancia una proposta valida per campagne e metropoli: «Istituire una quota sociale sui profitti che sostenga l’abitare dei lavoratori stagionali» Nei campi tassando i ricavi della grande distribuzione organizzata nelle città quelli degli alloggi turistici A qualche chilometro da Dambe So ci sono sei palazzine Il viale di ingresso è sbarrato dal nastro bianco e rosso della municipale L’Ue ha detto: o le date ai braccianti o restituite i fondi Il comune di San Ferdinando le ha ristrutturate Anche perché il comune calabrese è tra le otto aree inserite nel piano straordinario del governo denominato «modello Caivano» L’associazione di braccianti Terra e libertà ha chiesto ufficialmente l’assegnazione delle prime palazzine è pronta a replicare il meccanismo di autogestione Per vivere come gli altri – afferma Drame Moudou bracciante senegalese di 25 anni e presidente di Terra e libertà – Non capisco come sia possibile che ci siano quegli appartamenti vuoti e esseri umani costretti a vivere nelle tendopoli» Regala questo articolo Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento È la richiesta che fanno l'Usb e Terra e libertà al sindaco al fine di un'"accoglienza dignitosa e sostenibile dal basso con il protagonismo diretto dei lavoratori" Affidare a titolo gratuito una delle palazzine di Contrada Serricella a Terra e Libertà e a una rete di realtà solidali È la richiesta formulata dal sindacato Usb Calabria e Terra e libertà al sindaco di Rosarno per proporre un modello abitativo dignitoso e autogestito per i migranti e braccianti stranieri L'esperienza di Terra e libertà già soggetto gestore dell'insediamento di Torretta Antonacci a Foggia dimostra come l'auto organizzazione dei lavoratori stranieri non sia un'utopia ma una concreta possibilità di riscatto e dignità "Il progetto pensato da Terra e Libertà - Piana di Gioia Tauro insieme a Usb e ad altre realtà sociali del territorio - evidenziano i promotori dell'iniziativa - rappresenterebbe un'inversione di tendenza rispetto a modelli fallimentari che hanno disperso ingenti risorse pubbliche per strutture poi abbandonate alla scadenza dei finanziamenti l'ostello solidale di San Ferdinando cui si ispira questa proposta testimoniano che un'accoglienza dignitosa e sostenibile è possibile se costruita dal basso con il protagonismo diretto dei lavoratori" “Riteniamo che la possibilità di moltiplicare esperienze positive come questa sia un'opportunità non solo per i lavoratori stranieri spesso costretti a vivere in condizioni disumane troppo spesso additato per eventi negativi può invece diventare un esempio di accoglienza e gestione virtuosa” del'Usb Calabria e Modou Drame di Terra e Libertà.  Usb e Terra e Libertà restano in attesa di un riscontro da parte del sindaco e ribadiscono "la loro disponibilità a un confronto costruttivo per dare avvio a un percorso di dignità autonomia e giustizia sociale per i lavoratori braccianti della Piana di Gioia Tauro" Direttore Responsabile: Giuseppe Soluri | © 2024 | Tutti i diritti riservati | Powered By Intervideo Utilizziamo i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione pubblicare annunci o contenuti personalizzati e analizzare il nostro traffico Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in modo efficiente ed eseguire determinate funzioni Di seguito troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie in ciascuna categoria di consenso I cookie classificati come "necessari" vengono memorizzati nel tuo browser in quanto sono essenziali per abilitare le funzionalità di base del sito Utilizziamo anche cookie di terze parti che ci aiutano ad analizzare il modo in cui utilizzi questo sito Web memorizzare le tue preferenze e fornire contenuti e pubblicità pertinenti per te Questi cookie verranno memorizzati nel tuo browser solo previo tuo consenso Puoi scegliere di abilitare o disabilitare alcuni o tutti 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tendopoli è satura mentre iniziative positive sono isolate dalle istituzioni Il timore è che gli ingenti finanziamenti pubblici in arrivo possano alimentare ancora la macchina dell’emergenza con un’ulteriore stretta repressiva i container che ospitano alcune lavatrici donate dal papa un presidio di assistenza legale tenuto dall’associazione Piccola opera e un avamposto della Caritas che qualche giorno al mese distribuisce panni si apre il mondo della baraccopoli di San Ferdinando l’insediamento informale a pochi passi da Rosarno dove trovano rifugio oltre 800 lavoratori migranti della filiera agrumicola della Piana di Gioia Tauro estremo lembo tirrenico della Calabria prima di affacciarsi sul Canale di Sicilia baracche costruite con materiali di recupero qualche chioschetto dove si cucina cibo alla brace una moschea per permettere alle diverse comunità musulmane di pregare La fornitura di corrente è stata portata solo la scorsa settimana per potersi lavare c’è chi provvede a scaldare al fuoco grandi taniche d’acqua All’abbandono abitativo si affianca la precarietà delle condizioni medico-sanitarie a cui cercano di rimediare Emergency con il suo polibus e un ambulatorio fisso a Polistena con un altro ambulatorio mobile e un presidio nel paese di San Ferdinando che solo nei primi due mesi di campagna ha già effettuato 380 interventi medici “Già questo indica la necessità di medici sul territorio -spiega il responsabile del progetto le strutture sanitarie sono praticamente inesistenti anche chi ha diritto al Sistema sanitario nazionale non riesce ad accedervi” Sembrerebbe una situazione di emergenza assoluta eppure parliamo di un’area dove da trent’anni c’è una costante presenza di lavoratori migranti e non si contano più i milioni di euro di investimenti pubblici destinati ad “accogliere” e il nostro obiettivo sarebbe quello di renderci inutili di mirare all’empowerment della persona -sono le parole di Mauro De Stefano Però se la persona torna a vivere nella tendopoli per questo abbiamo chiesto un incontro con la prefettura e il coinvolgimento dell’Asp” È un discorso che va oltre la necessità sanitaria “se il lavoro è precario e l’abitare è disastroso và da sé che le condizioni di salute peggiorano e diventa anche più difficile curare -prosegue De Stefano- ma la causa del problema è che le persone vivono in quelle condizioni Se si continuano a creare questi luoghi confinati chiusi che non hanno un accesso comunicativo verso l’esterno Non siamo sicuramente alla situazione della rivolta di Rosarno Invece tutto si ripropone allo stesso modo da quel 2010 che scosse i braccianti di Rosarno passando per il devastante incendio che nel 2018 uccise Becky Moses quando nella vecchia baraccopoli di San Ferdinando si arrivava a superare le duemila presenze O le ruspe di Salvini nel marzo del 2019 e gli oltre 500mila euro spesi per sgomberare quel campo rimpiazzato nei mesi successivi da una nuova tendopoli allestita dal ministero dell’Interno solo a qualche centinaio di metri più in là si è man mano trasformata nella baraccopoli che vediamo oggi “Una sorta di ciclo continuo inaugurato dopo i fatti di Rosarno in cui si è imposto il ‘modello campo’ -racconta Peppe Marra dell’Unione sindacati di base (Usb) Calabria- abbiamo assistito negli anni a un dispendio di risorse enorme che fondamentalmente non ha mai portato a nulla di concreto” In un territorio tra quelli a più alto tasso di spopolamento “avresti potuto investire nel recupero delle case vuote rompendo l’elemento di concentrazione e quindi di ghetto e in più riattivando l’economia territoriale” Spesso quando si affronta la questione si scade o nell’umanitarismo pur cercando di superare il modello tendopoli hanno riproposto continuamente logiche di assistenzialismo e di esclusione Come il Borgo sociale di Taurianova inaugurato a maggio 2024 o i 90 posti del Villaggio della solidarietà di Rosarno Interventi “quantificati non in base alla popolazione reale ma in base a una stima della manodopera che servirebbe alle aziende agricole fatta senza considerare il lavoro nero e grigio o il fatto che non tutti i migranti presenti negli insediamenti lavorano nei campi” San Ferdinando e Rosarno sono peraltro stati inseriti nel “decreto Caivano” la regia dei fondi è affidata al commissario di crisi e alla Regione ma i Comuni hanno la possibilità di presentare delle idee di investimento da valutare Quale sarà il risultato di questi nuovi interventi sarà tutto da vedere non si capisce perché a livello istituzionale non si potrebbe agire diversamente sono tenuti lontano dalla città anche 20 chilometri Visibili dalle sei del mattino alle quattro del pomeriggio racconta Ibrahim Diabate dell’Ostello Dambe So che durante la sua vita per i campi di Rosarno ci è passato anche come lavoratore Eppure proprio questa piana racconta di alternative possibili come l’esperienza decennale di abitare diffuso all’interno di case sfitte resa possibile grazie all’azione di intermediazione e garanzia della Caritas locale nella frazione di Drosi che ha permesso a quasi 200 lavoratori di trovare un alloggio portando anche una ricaduta benefica al territorio “casa della dignità” in lingua bambarà messo in piedi da Mediterranean hope e la Federazione delle chiese evangeliche d’Italia Un progetto sostenibile che offre mini appartamenti ricavati all’interno di uno stabile recuperato a 64 lavoratori migranti “La maggior parte di questi immigrati sono lavoratori alla ricerca di una dignità sono qui a spaccarsi la schiena per poter avere un pezzo di pane da mandare alla famiglia vogliono poter pagare per avere un posto con tutte le comodità che ha una casa” A rendere ancora più sostenibile il progetto le aziende che partecipano al circuito virtuoso costruito intorno a Etika una rete con Sos Rosarno e la Cooperativa Mani e Terra Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste Per Palazzo Alvaro erano presenti il consigliere metropolitano delegato alla formazione professionale Domenico Mantegna e il dirigente del settore formazione Per il Comune di Rosarno era presente il sindaco Pasquale Cutrì con una delegazione della giunta Il 67° Giro ciclistico della Città Metropolitana di Reggio Calabria segna la prima vittoria tra i professionisti.. Il sindaco Giuseppe Falcomatà: “Sorgerà una nuova area rigenerata La Città Metropolitana di Reggio Calabria sarà protagonista di un panel specifico nell'ambito della kermesse.. Il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà e il sindaco di Palmi e consigliere metropolitano Giuseppe Ranuccio hanno.. Realizzato con fondi destinati al sociale da Palazzo Alvaro contribuirà ad una migliore conoscenza della disabilità.. Il sindaco Falcomatà ed il vicesindaco Versace hanno preso parte all'assemblea dei soci Il consigliere delegato ha ricordato l'impegno di Palazzo Alvaro per il sostegno ai Presídi di qualità.. L'iniziativa realizzata in collaborazione con Unar per il Programma Nazionale Inclusione e Lotta alla Povertà.. Giuseppe Ranuccio: “È un atto di fondamentale importanza ePORTAL � una soluzione applicativa della famiglia ePOLIS sviluppata da ISWEB S.p.A. su tecnologia ISWEB® Articoli fondamentali per comprendere problemi e soluzioni dell'Italia (e del mondo) che Cambia La redazione affronta e sviscera problemi e soluzioni del mondo contemporaneo cercando di comprendere e interpretare la realtà in modo onesto e approfondito riflessioni stimolanti e replicabili per cambiare la propria vita e il mondo per realizzare i propri sognie e apprezzare frammenti concreti di Italia che Cambia Con le nostre guide al cambiamento puoi farlo scegliendo quanto e quando approfondire approfondimenti verticali che - tra articoli podcast e libri - ci aiutano a mettere a "focus" la realtà si fa consumandosi le suole delle scarpe per andare nei territori e toccare con mano problemi e soluzioni Per mettere insieme la domanda e l'offerta di cambiamento e costruire insieme il mondo che sogniamo Scopri le realtà incontrate durante i viaggi o segnalate dalla community ritenute etiche e in linea con la nostra visione La cooperativa Kiwi e il suo giovane staff stanno costruendo una nuova immagine della città reggina attraverso un percorso di rigenerazione fondato su cultura una biblioteca frequentata da tantissime persone e progetti di eccellenza in tutta Italia con condizioni di vita e di lavoro estenuanti reagirono scaricando la propria rabbia nelle strade Alla loro ribellione seguì quella di una parte della popolazione locale tra pestaggi e “caccia al nero” Adagiata su una collina che dà sul porto di Gioia Tauro gode di una terra fertilissima adatta a colture impegnative come quella del kiwi prodotto principale della piana insieme agli agrumi e alle olive un frutto non bellissimo alla vista che nasconde una polpa colorata e molto zuccherina che comincia il nostro viaggio per raccontarvi un’altra Rosarno di giovani che ritornano e di una città che convive ancora con qualche pregiudizio.  Antonella Agnoli e altre persone che sono venute da fuori hanno vissuto la città per poi raccontarla Nello scorrere di questo tempo il Comune aveva deciso di chiudere la biblioteca che grazie al bando abbiamo fatto rinascere con il progetto FaRo Fabbrica dei Saperi una fabbrica dove produrre cultura».  che era stato sede del municipio fino a metà degli anni ‘80 e aveva visto nascere la mediateca alla fine degli anni ‘90 necessitava di uno svecchiamento ed è toccato proprio alla cooperativa Kiwi cambiarne il volto e creare un luogo versatile e multiforme Come una sala da pranzo dove succedono contemporaneamente varie cose Dai giovani che studiano al caffè con persone affette da Alzheimer un luogo dove dormire la notte in tenda con i ragazzi «Un vero e proprio progetto di fabbrica che ha creato continuità con i centri del territorio, non solo Rosarno. Abbiamo dato vita, ad esempio, a “Distorie. Una storia che inizia a Rosarno e finisce dove vuoi tu!”, uno strumento ludico per promuovere la lettura e inventare racconti, che ha coinvolto scuole, associazioni e quattro quartieri della città», racconta Angelo.  Rosarno, come molte regioni del sud Italia, vive una profonda emorragia migratoria. Con poco meno di 14.000 abitanti, negli ultimi quindici anni ha visto partire circa 2000 persone. Angelo ha fatto ritorno da poco e non è il solo. Un aumento che si riflette anche nella partecipazione alle attività della libreria. Se il primo anno si contavano circa 20 persone, oggi sono circa 200 quelle registrate per il prestito dei libri, un piccolo dato rispetto alle persone che frequentano la biblioteca. Nel 2023 la biblioteca ha contato circa 2000 presenze e un nucleo di 30 persone l’ha frequentata quotidianamente. Parecchi utenti provengono dai territori limitrofi così come le scuole che partecipano alle attività non sono solo del Comune di Rosarno. Oggi solo una persona della cooperativa è retribuita, ma l’obiettivo è generare economia con la cultura, impresa non facile per una regione che non ritiene importante avere un’assessore dedicato sia al livello regionale che locale. Comunità, paesaggio e cultura  sono i punti chiave della nostra rigenerazione urbana Tra migrazione e mafia molte cose sono cambiate negli anni, qualcuna in meglio qualcun’altra in peggio. «Gli stereotipi hanno quasi sempre una base reale, ma spesso le comunità li subiscono perché non hanno a disposizione gli strumenti per smontarli. Vedi le politiche migratorie, ad esempio. La biblioteca è frequentata da molte famiglie dell’est Europa e del Nord Africa e si trova in un quartiere multietnico». Spesso l’immagine che abbiamo di un luogo è cristallizzata da un evento ormai lontano nel tempo. Scavando, neanche troppo, è possibile scoprire una nuova fotografia e un volto diverso dai racconti stantii. Nonostante le difficoltà e lo spopolamento è possibile fare cultura e nel tempo generare anche economia. Kiwi Società Cooperativa è un’impresa sociale con sede a Rosarno (RC) fondata nel 2017. La cooperativa è attiva nel campo […] Per commentare gli articoli registrati a Italia che Cambia oppure accedi Gli interrogatori, l’isolamento, le torture, le prigioni disumane e i 40.000 detenuti del regime di Al-Sisi, il caso di Giulio Regeni e le relazioni Italia-Egitto. Ma anche le lotte, gli studi, la speranza e il supporto della sua famiglia, della sua università e dell’Italia intera. A Catanzaro, durante il NON fest, abbiamo incontrato Patrick Zaki, con cui abbiamo dialogato sulla sua storia e quella dei due paesi mediterranei. C’è una piccola comunità che nei mesi scorsi si è attivata in silenzio per dare corpo a un sogno: trasferirsi in un borgo calabrese immerso nelle colline del Pollino e costruire un modello di vita fondato su lentezza, condivisione e relazioni. Volete farne parte anche voi? Il prossimo appuntamento è il 18 e 19 dicembre. Per non arrendersi alla ‘ndrangheta non è sufficiente contrastarla a livello economico o legale, ma occorre combatterla soprattutto sul piano dell’immaginario. In Calabria abbiamo incontrato Vincenzo Linarello che ci ha raccontato l’esperienza di GOEL – Gruppo cooperativo, una rete di aziende che sta costruendo un altro tipo di economia partendo dal cuore della Locride e dimostrando che si possono combattere le mafie creando alternative concrete e “festose”. Da anni sono in atto una strenue difesa dei trasporti pubblici calabresi e la costruzione di un paradigma radicalmente diverso da quello delle grandi opere inutili. Grazie al lavoro di persone come il professor Domenico Gattuso sono state ottenute piccole e grandi vittorie. Aggiornati sempre sugli argomenti del cambiamento, abbiamo 5 newsletter con diversi temi e frequenza. “Italia che Cambia” è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma n. 65/2015 del 28 aprile 2015. Iscrizione ROC n. 24323 ©2012-2025 Associazione Italia Che Cambia. destinati ad accogliere 180 braccianti come misura per il superamento della tendopoli Per le ong rischia di isolare ancora di più i braccianti che continuano ad arrivare nella Piana di Gioia Tauro «Già 15 anni fa la realtà era molto più semplice Quelli semplicemente dicevano “cos’altro volete da noi dormiamo nei silos perché non troviamo una casa e voi ci sparate pure” Quei delinquenti chiedevano maggiore controllo delle forze dell’ordine Giuseppe Pugliese è l’anima di Sos Rosarno un’associazione che riunisce piccoli contadini pastori e produttori agrocaseari e braccianti immigrati Quindici anni fa Pugliese e tutta Italia hanno assistito alla cosiddetta rivolta di Rosarno due braccianti di origine africana al ritorno dai campi vengono feriti con colpi di arma da fuoco All’aggressione i migranti reagiscono uscendo dalle macerie di fabbriche abbandonate e scaricando la propria rabbia nelle strade Si accende una contro-reazione di una parte della popolazione locale: due giorni di pestaggi e “caccia al nero” Arrivano le forze dell’ordine e l’esercito tra mille e duemila lavoratori vengono trasferiti o fuggono in altre città italiane attribuisce la causa degli scontri all’eccessiva tolleranza dell’immigrazione irregolare Rosarno diventa il boccone perfetto per rimestare nella xenofobia. Il 6 marzo 2019 l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini spedisce le sue ruspe per appiattire la baraccopoli di San Ferdinando Sono serviti anni e milioni per bonificare la messinscena «I fatti di allora - spiega Pugliese a Domani - non ci hanno insegnato niente ha fatto una roba disgustosa e agghiacciante Poteva trasferire i braccianti senza ruspe e invece li ha semplicemente trasferiti nella tendopoli a fianco Su qualche lembo si intravede ancora il logo della Protezione civile» Quindici anni di insopportabili promesse che penzolano come stracci Qui il 14 gennaio di quindici anni fa l’allora presidente del Comitato Schengen si chiuse nel municipio con sindaco e prefetto: «Uno scontro tra due gruppi «In quei giorni - racconta Pugliese - un giornalista molto conosciuto aveva organizzato un incontro con me in un hotel «In un contesto di precarietà e ghettizzazione dei lavoratori braccianti dopo quindici anni la Piana di Gioia Tauro è nuovamente una polveriera pronta ad esplodere» denuncia un appello di diverse organizzazioni E un’urgenza che dura da 15 anni è l’emblema della distopia Nei mesi di picco della stagione agrumicola la situazione già precaria degli insediamenti informali della zona (San Ferdinando e il casolare di contrada Russo) peggiora drammaticamente La Piana di Gioia Tauro si popola di «giovani lavoratori provenienti per la maggior parte dai Paesi dell’Africa sub-sahariana occidentale» spiega Medu nell’ultimo rapporto dell’Osservatorio Rosarno «Vengono loro perché gli altri non vogliono farlo questo lavoro» «e dal lavoro nero siamo passati al lavoro grigio Molti lavoratori non sanno cos’è una busta paga Poi ci son quelli che non sanno leggere una busta paga Quando abbiamo fatto manifestazioni c’erano lavoratori che partecipavano ma la maggior parte di loro andava a lavorare» Perché il problema forse non sono gli stranieri Sos Rosarno individua il problema soprattutto nelle grandi centrali d’acquisto della grande distribuzione ci sono i protocolli ma se io sono un delinquente li firmo tranquillamente Si dovrebbe parlare di indici di congruità e questi li ottieni sapendo quanto paghi la frutta Mauro Destefano lavora a Rosarno per Emergency Hanno un ambulatorio per le prime visite e si occupano di orientamento sanitario «Spesso non sanno che avere una tessera sanitaria significa avere un medico di base Chi vive lontano dai contesti urbani è condannato Spesso l’alcol serve per attutire la solitudine e i disagi mentali sono dietro l’angolo «L’anno scorso un bracciante è stato volontariamente investito da un auto mentre tornava dal lavoro aveva paura di essere schiacciato da un momento all’altro Nella Piana di Gioia Tauro Medici per i Diritti Umani da novembre 2024 a febbraio 2025 ha fornito assistenza medica e socio-legale a 371 persone attraverso uscite regolari il casolare di contrada Russo a Taurianova e Largo Bruniani a Rosarno Il 19 febbraio il prefetto e il sindaco di San Ferdinando hanno annunciato la realizzazione di 44 chalet in un’ex azienda agricola tra San Ferdinando e Rosarno destinati ad accogliere 180 braccianti come misura per il superamento delle criticità della tendopoli «È un passo avanti - spiega Medu - ma si rischia di creare un ghetto isolato e insufficiente» Migranti 7 gennaio 2010 i braccianti della Piana di Gioia Tauro La situazione non è cambiata e le istituzioni continuano a ignorare i modelli virtuosi dal basso SalvaRegalaLinkCondividiScaricaMigranti 7 gennaio 2010 i braccianti della Piana di Gioia Tauro Claudio Dionesalvi, Silvio MessinettiROSARNO (REGGIO CALABRIA)Di quelle giornate è rimasto il fuoco Bagliori notturni si levano dalla tendopoli Quindici anni dopo la rivolta dei lavoratori neri a Rosarno fumo di plastica bruciata invade ancora i campi circostanti le baracche Non sono più vampate di ribellione: oggi i falò sono accesi per scaldare i corpi piegati dalla fatica nei campi gli stessi corpi di quel rovente 7 gennaio 2010 Nulla è cambiato sulla pelle dei circa 2mila invisibili ma preziosi braccianti che fluttuano in questa piana come nelle altre aree agricole di Calabria Le associazioni e gli enti attivi nella piana di Gioia Tauro chiedono un incontro con la prefettura di Reggio Calabria più il coinvolgimento dell’Azienda sanitaria provinciale e della regione per trovare una soluzione all’aggravarsi delle condizioni nella tendopoli di San Ferdinando e dintorni Recentemente un bracciante dell’Ostello Dambe So è stato aggredito degrado abitativo e totale assenza di servizi provocano doloranti piaghe che quaggiù trovano un minimo di sollievo grazie soltanto al sindacalismo militante e al volontariato cristiano e laico Per dieci ore al giorno nella raccolta degli agrumi percepiscono una paga da 25 euro Eppure furono i raccoglitori di Rosarno i primi Per trovare un precedente simile bisogna tornare agli anni Settanta del secolo scorso quando l’anarchico Rocco Palamara si ribellò Invece ne uscirono martiri gli altri calabresi che osarono contrastare lo strapotere mafioso A ROSARNO quest’anno ricorre un altro anniversario il 45esimo dalla morte del comunista Peppe Valarioti che in piazza tuonò contro i clan dominanti Peppe sarebbe stato dalla parte dei braccianti neri che trent’anni dopo il suo sacrificio sono usciti dalla baraccopoli per esplodere in guerriglia urbana senza farsi intimorire dai malavitosi locali gli stessi che poche ore prima li avevano presi a fucilate Gli attentati e agguati si stanno ripetendo da qualche mese Chi era a bordo ha aperto la portiera colpendolo facendolo cadere «I lavoratori sono nei ghetti o in campi confinanti subiscono quotidianamente vessazioni» denuncia Ibrahim Diabate responsabile del progetto Dambe So ed ex bracciante LA SITUAZIONE della piana evidenzia drammaticamente una incapacità delle istituzioni di ragionare sulla messa a sistema di una politica dell’abitare di chiamare alla responsabilità sociale la filiera agricola della Grande distribuzione organizzata (Gdo) per quanto riguarda le spese di accoglienza «Noi – prosegue Diabate – sottolineiamo vari elementi: l’inadeguatezza della regione Calabria che ha delegato alla prefettura il ruolo di supplente che produce e riproduce logiche emergenziali Campi che generano ghetti e bruciano enormi quantità di denaro Il secondo è l’inadeguatezza dei progetti per bandi del governo inseriti in una dinamica mordi e fuggi che sembra più legata al taglio dei nastri che a politiche di lungo periodo rende precari gli operatori sociali cancellando ogni volta l’esperienza accumulata e non coinvolge mai i braccianti nella programmazione Dambe So è un progetto di Mediterranean Hope L’albergo sociale ospita decine di raccoglitori e punta a ribaltare gli approcci basati su emarginazione e assistenzialismo rendendo i braccianti partecipi nella gestione dei servizi primari «Il terzo – conclude – è l’assenza di visione delle associazioni di categoria incapaci di produrre un modello di accoglienza dignitoso per i lavoratori» In questo territorio si sono bruciati così tanti milioni che se usati da modelli come quello dell’ostello di Dambe So avrebbero potuto ospitare decine di migliaia di lavoratori senza nessun problema perugino di nascita e calabrese di adozione all’interno di Dambe So: «Abbiamo fallito a pensare che l’esperienza di Dambe So avrebbe potuto con il suo esempio riuscire ad aprire un dibattito nelle istituzioni Si continua a spendere denaro pubblico per campi separati senza coinvolgere le imprese a pagare le politiche di accoglienza» come quelle costruite a Rosarno e rimesse a norma in questi mesi dopo essere state vandalizzate La guerra tra poveri – conclude Piobbichi – esplode anche per queste cose Se avessimo avuto il finanziamento del campo container di Taurianova recentemente aperto e dove di già non c’è né acqua calda né riscaldamento che ospita meno persone del previsto (perché è stato sbagliato il progetto dell’impianto elettrico!) avremmo potuto ospitare circa mille lavoratori con il modello Dambe So spendiamo circa 15/20 volte meno di un progetto come quello e offriamo appartamenti in città invece che container Riusciamo a ottenere questo risultato grazie alle quote versate dai braccianti e dalla quota sociale proveniente dalla vendita di arance nei canali della rete di solidarietà sviluppata con arance equosolidali di Sos Rosarno e Mani a Terra Abbiamo proposto più volte in sede istituzionale di generare una tassa di scopo (un centesimo al chilo) per gli agrumi venduti per generare un fondo comune gestito da un’agenzia per l’abitare per sostenere le spese di accoglienza che dovrebbero essere sostenute dalla Gdo» SAREBBE IL MODO corretto per uscire dalla logica emergenziale per avere un intervento sostenibile che duri nel tempo a tutti va bene che le cose rimangano come sono E nella pioggia di milioni buttati al macero non poteva mancare il serbatoio del decreto Caivano bis: una parte dei fondi (180 milioni) saranno destinati anche a San Ferdinando e Rosarno E i milioni a pioggia non potranno lavare l’onta e le ferite L'attività della sezione investigativa del commissariato della polizia di Stato di Gioia Tauro per il contrasto al fenomeno di produzione e spaccio di sostanza stupefacente un'intensa operazione antidroga condotta dagli agenti della sezione investigativa del commissariato di polizia di Stato di Gioia Tauro ha portato all'arresto di un giovane cittadino italiano trovato in possesso di un ingente quantitativo di droga L’arresto è avvenuto al termine di una perquisizione accurata per contrastare il fenomeno di produzione e spaccio di sostanza stupefacente Tutto è iniziato con una perquisizione della residenza del ragazzo che inizialmente non aveva dato alcun esito positivo i poliziotti non avevano trovato tracce evidenti di attività illecite abilmente nascosta all’interno del marsupio indossato dal giovane gli agenti hanno capito che quella chiave apriva un secondo stabile una proprietà del ragazzo fino a quel momento non conosciuta e così è scatta un'altra perquisizione In questa seconda abitazione gli agenti hanno trovato oltre 3 chili di marijuana sono stati trovati strumenti tipici per il confezionamento della droga tra cui bilancini di precisione e buste di plastica La quantità di sostanze stupefacenti sequestrata destinata presumibilmente al mercato locale ha confermato la grave attività di spaccio in atto il giovane è stato arrestato in flagranza di reato e come disposto dal pubblico ministero di turno è stato condotto presso la casa circondariale di Palmi a disposizione dell'autorità giudiziaria L’Amministrazione comunale "prosegue con determinazione il proprio percorso amministrativo nel rispetto degli impegni assunti con la cittadinanza e con l’obiettivo di garantire stabilità e continuità all’azione di governo" si legge in una nota del Comune "è maturata alla luce dei recenti avvenimenti politici emersi nell’ultima seduta del Consiglio comunale del 17 marzo in particolare in relazione alla posizione assunta dai due consiglieri durante la votazione per l’approvazione del bilancio di previsione 2025-2027 Il loro voto contrario ha segnato una frattura con il rapporto di stretta fiducia necessario per l’espletamento degli incarichi conferiti nonostante gli stessi consiglieri abbiano dichiarato verbalmente di far ancora parte della maggioranza" Questa scelta è stata pienamente condivisa dall’intero gruppo di maggioranza Obiettivo Rosarno che sostiene con compattezza l’azione amministrativa le deleghe e le relative competenze revocate restano attualmente trattenute in seno al sindaco L’Amministrazione comunale "prosegue con determinazione il proprio percorso amministrativo nel rispetto degli impegni assunti con la cittadinanza e con l’obiettivo di garantire stabilità e continuità all’azione di governo" L’elezione è avvenuta per acclamazione durante il congresso cittadino presieduto dal coordinatore provinciale di FI on nel corso di una partecipatissima assemblea il nuovo segretario cittadino di Forza Italia a Rosarno che ha visto la partecipazione del coordinatore provinciale di FI l'onorevole Giovanni Arruzzolo ha sancito per acclamazione la nomina del consigliere comunale Giuseppe La Torre anche il sindaco di Rosarno Pasquale Cutrì la consigliera comunale Emanuela Porretta e tanti simpatizzanti del partito "Sono onorato di ricevere questo incarico e consapevole della responsabilità che comporta – ha dichiarato il neo-segretario Giuseppe La Torre – Lavoreremo per consolidare la presenza di Forza Italia a Rosarno ascoltando le esigenze dei cittadini e promuovendo iniziative concrete per il benessere della comunità Pasquale Cutrì e tutta la squadra per la fiducia accordatami Tutti abbiamo a cuore il desiderio e la voglia di contribuire al cambiamento e alla svolta politica per una città che vuole guardare al futuro con rinnovato entusiasmo" Per il sindaco metropolitano Falcomatà: "Punto di partenza per ulteriori investimenti per quest’area di grande interesse" A completamento dei lavori di riqualificazione finanziati dalla Città metropolitana cerimonia di inaugurazione a Rosarno per il nuovo Parco Archeologico Medma L’investimento complessivo di palazzo Alvaro è stato di circa 300 mila euro e nello specifico gli interventi hanno riguardato la recinzione il ripristino dell’impianto elettrico e l’illuminazione esterna oltre al primo cittadino Giuseppe Falcomatà anche il vicesindaco metropolitano Carmelo Versace insieme ad alcuni rappresentanti dell'Amministrazione comunale di Rosarno il consigliere metropolitano delegato Michele Conia insieme ad alcuni rappresentanti dell'Amministrazione comunale di Cinquefrondi il dirigente delegato per la direzione regionale dei Musei nazionali Calabria Belle Arti e Paesaggio Reggio Calabria e Vibo Valentia il dirigente metropolitano del Settore Edilizia Giuseppe Mezzatesta la direttrice del museo ‘Medma’ Simona Bruni e la dirigente scolastica Maria Rosaria Russo Il sito archeologico di "Medma" rappresenta uno dei più vasti e importanti dal punto di vista culturale e scientifico ancora attivo come ritrovamenti grazie all’impegno della Soprintendenza L’area interessata è costituita da una grande distesa di ulivi ubicata alle spalle del Museo e nelle immediate vicinanze dell'attuale cimitero di Rosarno espropriata intorno agli anni ottanta del ‘900 corrisponde alle aree sacre di Calderazzo e S note attraverso gli scavi dell’archeologo Paolo Orsi Non mancano settori che illustrano l'abitato medmeo e le zone artigianali con presenza di pozzi e fornaci Strettamente connesso al parco archeologico è il Museo di Medma che espone una gran parte degli oggetti rinvenuti nei lunghi anni di ricerche che la Soprintendenza ha effettuato a Rosarno già a partire da Paolo Orsi e fino ai nostri giorni L’impegno della Città metropolitana per il Parco Archeologico Medma si inquadra in un più ampio programma di valorizzazione culturale dell’intera area reggina avviato dal sindaco Giuseppe Falcomatà finalizzato ad una nuova narrazione del territorio che parte dalle antiche tracce di civiltà magno greche "La Città Metropolitana – ha detto il sindaco Falcomatà - restituisce la città di Rosarno e all’intero comprensorio metropolitano un parco urbano archeologico enorme che siamo seduti su un tesoro che ha 3.000 anni di storia sono un'eccellenza del nostro territorio" "Questa giornata - ha aggiunto - la pensiamo come un punto di partenza Abbiamo già dato la disponibilità a continuare a finanziare e sostenere la campagna di scavi perché siamo convinti che ci siano ulteriori tesori ancora sepolti La Città metropolitana deve continuare a investire nella cultura perché significa investire nel futuro Ringrazio tutti gli attori che hanno reso possibile la giornata di oggi - ha concluso Falcomatà - a partire dalla dagli uffici e la Città metropolitana la dirigente scolastica Maria Rosaria Russo che hanno dimostrato grande lavoro di squadra perché Rosarno . ha specificato Sudano - merita l’attenzione culturale che che giustamente si è costruita negli anni nei secoli e che sembra un po’ dimenticata Noi invece non l’abbiamo mai sottovalutata perché come ufficio di Soprintendenza del ministero questo sito è stato sempre attenzionato nel 2014 è stato inaugurato il Museo e poi sono stati tanti i passaggi che ci hanno portato ad avere il Museo e un parco aperti e condivisi Oggi - evidenzia - facciamo un altro passo in avanti e per questo ringraziamo il lavoro portato avanti dal Comune dalla Città metropolitana per aprirlo definitivamente tutti i giorni C’è stato un lavoro prezioso con il sindaco Falcomatà il vicesindaco Versace e l’architetto Mezzatesta per arrivare all’acquisizione della competenza sull’area area archeologica di Medma che la fa annoverare - ha concluso Sudano - tra i musei nazionali della Calabria" Dona per supportare un’informazione libera e di qualità Il calendario degli eventi e degli appuntamenti da non perdere Aprile 2025 L’eurodeputato e sindaco di Riace Mimmo Lucano padre Alex Zanotelli e l’ex parlamentare e sindaco di Rosarno Peppino Lavorato hanno visitato la tendopoli di San Ferdinando in Calabria «occorre costruire alternative di accoglienza a partire dall’antropologia del luoghi» di Giulia Polito «Bisogna chiudere la baraccopoli di San Ferdinando perché non possiamo più accettare il degrado e le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere i lavoratori sfruttati nel silenzio quasi assoluto delle istituzioni» Le parole sono dell’eurodeputato AVS – Alleanza Verdi e Sinistra – Mimmo Lucano Da lui è partito l’invito che ha portato un consistente numero di personalità e di cittadini all’interno della baraccopoli di San Ferdinando su cui stanno ricominciando ad accendersi i riflettori «Mi sento emotivamente legato a questa realtà – spiega Lucano – le vite di molte persone che hanno vissuto qui si sono intrecciate con Riace Voglio denunciare in Europa le condizioni di vita dei lavoratori all’interno della tendopoli di San Ferdinando» ha raccontato: «Mi sono voluto candidare al parlamento europeo per dare maggiore forza all’ideale che rappresento al modello di accoglienza che abbiamo sperimentato a Riace e che si è generato spontaneamente a partire dall’antropologia dei luoghi e da due dati politici Il primo – spiega – riguarda le migrazioni delle persone dalle periferie verso i centri un moto che produce la desertificazione dei borghi e delle aree interne Il secondo è che le migrazioni a livello globale sono responsabilità diretta dell’Occidente» A detta di Lucano «è importante aprire un dibattito internazionale sui temi delle migrazioni e dell’accoglienza Vorrei proporre agli eurodeputati del gruppo parlamentare europeo The Left di venire in visita in Calabria per mostrare loro i due modelli contrapposti di accoglienza» Il prossimo obiettivo politico di Lucano è proporre una legge in Europa per il ripopolamento dei borghi attraverso l’accoglienza dei migranti: un modello Riace rivisto e corretto in chiave europea su cui c’è già attiva una petizione pubblica Proprio il modello di Riace è stato uno dei punti focali su cui si è concentrata l’attenzione dei partecipanti all’incontro come proposta replicabile proprio nell’area di San Ferdinando «ma ogni luogo ha una sua specificità – commenta Lucano – e occorre tenere conto del contesto in cui ci troviamo» Rosarno, viaggio tra i dimenticati della tendopoli di San Ferdinando «San Ferdinando è un piccola città sul mare con una vocazione molto diversa da quella di un borgo antico delle aree interne del nostro territorio» fa eco il sindaco Luca Gaetano in carica dal 2022 e da diversi anni impegnato proprio nell’individuazione di risorse e progettualità nuove che possano contribuire a risolvere definitivamente la baraccopoli Il primo cittadino spiega che «intendiamo intervenire sulle vulnerabilità e lo stato di bisogno delle persone con un welfare universale grazie ad un finanziamento del Pnrr nell’ambito del Decreto Caivano a San Ferdinando si realizzerà una fattoria sociale dall’acquisizione di un’azienda agricola di 3 ettari vicina al centro cittadino «Il progetto – spiega il primo cittadino – è stato concepito come azione di rigenerazione urbana è la costruzione di un nuovo quartiere a tutti gli effetti completo non solo degli spazi necessari per l’agricoltura ma anche delle abitazioni per i lavoratori Immaginiamo un luogo che viva in osmosi con il territorio circostante animato dalle attività culturali e didattiche per i più piccoli» Una visione che nasce dalla convinzione che «per risolvere il ghetto – spiega ancora il sindaco – occorre una visione multidisciplinare del problema i lavoratori della tendopoli hanno bisogno di essere sostenuti anche in un percorso di crescita personale attraverso corsi di lingua italiana e di educazione civica» E rispetto al rapporto tra la tendopoli e la cittadinanza spiega: «Sono due dimensioni che non dialogano tra loro I cittadini di San Ferdinando non sono razzisti qui la propaganda politica ha giocato il suo ruolo soffiando sul fuoco della paura» c’è anche un protocollo d’intesa con la Prefettura che tenta di mettere a sistema una rete di enti per il contrasto allo sfruttamento del lavoro: organizzazioni sindacali tra i modelli vincenti che si sono distinti a San Ferdinando l’ostello sociale Dambe So di Mediterranean Hope il programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche Si tratta di un modello abitativo che si sostiene grazie al contributo versato direttamente dai lavoratori e alla quota sociale proveniente dalla vendita delle arance dei canali solidali da diversi anni Mediterranean Hope propone la creazione di una tassa di scopo di un centesimo al chilo sulle arance vendute dalla grande distribuzione affinché il ricavato generi un fondo comune «I migranti – spiega Francesco Piobbichi di Mediterranean Hope – sono quasi sempre considerati come un problema di ordine pubblico come soggetti utili per sostenere l’economia locale Non vengono mai però considerati solo come persone Continuiamo a parlare di emergenza in riferimento alle loro condizioni ma nessuno tiene conto che dalla risoluzione del ghetto passa anche il riscatto della Calabria Le questioni legate al lavoro e al welfare non sono infatti un’esclusiva dei migranti ma riguarda tutti i cittadini calabresi In Calabria – prosegue Piobbichi – c’è uno straordinario potenziale agricolo che non viene messo a sistema perché manca la capacità di costruire un ragionamento che guardi all’integrazione come obiettivo primario delle azioni che vengono messe in campo Ne è una prova il fatto che nelle scuole del territorio non si vedono bambini migranti: la tendopoli non favorisce il ricongiungimento Dobbiamo lavorare per costruire un rapporto con l’economia locale e il territorio sviluppare modelli sociali sostenibili e superare la logica dei bandi a cui il Terzo Settore si appoggia costantemente» Risolvere oggi la tendopoli di San Ferdinando vuol dire darsi l’opportunità anche di prepararsi meglio ad un futuro in cui i flussi migratori sono destinati a crescere arrivato in visita per osservare la giornata di Digiuno di Giustizia in solidarietà con i migranti – spiega padre Alex – facciamo una giornata di digiuno E specifica: «Attualmente ci sono 150 milioni di migranti in giro per le strade del mondo e il numero è destinato a crescere perché il cambiamento climatico presto non lascerà scampo a nessuno Dobbiamo quindi trovare strade alternative per favorire l’accoglienza e la convivenza tra persone la colonizzazione prima e le innumerevoli guerre oggi di cui sappiamo sempre poco ma di cui anche noi siamo protagonisti perché in questi territori ci sono anche i nostri interessi economici Dobbiamo fare uno sforzo per superare il suprematismo bianco di cui siamo tutti succubi e accettare le nostre responsabilità è quella che più di altre ha saccheggiato il pianeta Terra Padre Alex chiede anche il coinvolgimento della Chiesa «un incontro con tutti i vescovi della Calabria affinché si interessino di quanto sta accadendo all’interno della tendopoli di San Ferdinando nonostante Papa Francesco sia stato l’unico leader mondiale a ricordare sempre le guerre che si consumano nel mondo Dobbiamo chiederci cosa voglia dire oggi essere cristiani La Parola di Dio deve influenzare le nostre azioni quotidiane e sostenerci nella non violenza attiva I cristiani hanno il dovere di non rimanere indifferenti» A distanza di 15 dalle rivolte dei braccianti agricoli su San Ferdinando è di nuovo aperto il dibattito Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it Migranti e lavoro Primo maggio Conflitti By AlwaysBeta https://www.facebook.com/profile.php?id=100068903482487 Durante il mese di dicembre, il paese di Rosarno si trasforma in un incantevole villaggio natalizio, con mercatini di Natale, concerti, spettacoli per bambini e celebrazioni religiose che accendono lo spirito delle feste. Le vie e le piazze si riempiono di luci scintillanti, decorazioni festose e il profumo di dolci tradizionali, creando un'esperienza indimenticabile per grandi e piccini. Indicazioni stradaliPotrebbe interessartiEventi multipliArmonie D'Arte Festival2 Ago 2024 Contenuti di proprietà della Regione Calabria | Dipartimento Turismo, Marketing territoriale e Mobilità sotto Licenza CC-BY Download SITO UFFICIALE DI INFORMAZIONE TURISTICA © 2022 Regione Calabria - Dipartimento Turismo Da qualche giorno Rosarno ha perso la sua biblioteca di comunità C’era una volta perché dallo scorso 10 febbraio la biblioteca è chiusa fino a data da destinarsi.  Lo spazio in questione è una vecchia biblioteca comunale prima chiusa e poi riaperta nel 2018 da Kiwi grazie al bando Culturability della Fondazione Unipolis tramite cui la cooperativa aveva ottenuto la gestione dello spazio avviando al suo interno un progetto chiamato FaRo «Attraverso il bando abbiamo strutturato un documento di concessione con il Comune di Rosarno che ci ha permesso di portare avanti le attività del progetto Faro per sette anni «Sapevamo che a febbraio sarebbe scaduta la concessione avevamo chiesto all’amministrazione una proroga fino a luglio 2025 per “recuperare” i mesi di chiusura dovuti alla pandemia e concludere alcuni progetti avviati sul territorio con le scuole» che abbiamo contattato per saperne di più.  Proroga che invece si è persa per strada nonostante le buone volontà del Comune è legato a una ristrutturazione resa possibile da un finanziamento regionale che dovrà essere completata entro dicembre che riporterà la biblioteca alla fase precedente Con i lavori compiuti dalla cooperativa Kiwi in questi anni gli spazi della struttura adesso torneranno ad essere divisi e in un parte verrà realizzata la casa della musica Ma non mancano le criticità: «Il progetto non prende in considerazione il lavoro di questi anni un centro culturale con uno spazio di comunità dedicato alla biblioteca ma anche ad associazioni ospitate all’interno di una gestione coerente e unitaria che possano far convivere la biblioteca con la casa della musica» A lavori ultimati verrà pubblicato un nuovo bando per la riassegnazione dei locali ma non è detto che i requisiti richiesti permetteranno alla cooperativa Kiwi di partecipare e/o di tornare a occuparsi dello spazio sembrava fosse stata raggiunta una soluzione che evitasse di perdere l’unico spazio civico attivo a Rosarno – il Comune ha ricevuto anche il riconoscimento di “Città che legge 2022-2024” grazie al lavoro di questi anni – e permettesse alla cooperativa Kiwi di partecipare a tre bandi rivolti a biblioteche di comunità per avere più alternative rispetto al futuro Ma senza uno spazio fisico a disposizione la partecipazione non è consentita Ad oggi Rosarno non ha più una biblioteca e un centro di comunità e questa L’amministrazione ha proposto alcune soluzioni Si dice disposta a portare i libri all’interno di una classe di una scuola media di Rosarno localizzata in un quartiere periferico e per nulla abitato all’interno di una classe con orari ben precisi e dimensioni molto ridotte che è prima di tutto uno spazio di comunità Non ci sarebbero neanche risorse interne al Comune per mantenere aperta la biblioteca sempre all’interno della classe in orari pomeridiani e nel caso di un affidamento diretto della gestione della biblioteca in forma volontaria sarebbe necessario indire un bando.  Questa prima soluzione non sembra funzionare L’amministrazione di Rosarno si sarebbe messa alla ricerca di un bene confiscato alla mafia per avviare una progettazione condivisa tra pubblico e privato «Ci fa ben sperare ma non sappiamo ad oggi quali sono i beni e le condizioni in cui riversano In caso di lavori dovremmo attivare un fundraising abbiamo già investito parecchi soldi in questi anni» «Da questo fatto emergono due aspetti: per un tot di mesi la biblioteca resterà chiusa e resta forte la sensazione di dover ricominciare da zero nonostante i risultati concreti del progetto Faro che ha creato anche biblioteche scolastiche gruppi associativi e incontrato la comunità per progettare insieme Come ente del terzo settore abbiamo investito su una infrastruttura sociale pubblica ma il pubblico non ha avuto la capacità di visione e relazione per potenziare il nostro lavoro Apprezziamo l’impegno dell’amministrazione nella ricerca di una soluzione ma al momento non ci sono alternative concrete» dopo la fine dei lavori ci sarà un bando per procedere alla nuova riassegnazione degli spazi ma per la cooperativa Kiwi sarebbe riduttivo gestire “solo” il servizio bibliotecario avendo vinto il bando insieme al Comune per la creazione un centro di comunità a partire dalla biblioteca L’intento quindi è di non far perdere un luogo con queste caratteristiche La notizia della chiusura ha spiazzato un po’ tutti sono tante le lettere e i messaggi di cittadine e cittadini che si rivolgono all’amministrazione per saperne di più Anche noi saremo sentinelle del territorio per conoscere l’esito Ad oggi Rosarno non ha più una biblioteca e un centro di comunità e questa purtroppo è la vera notizia Kiwi Società Cooperativa è un’impresa sociale con sede a Rosarno (RC) fondata nel 2017 La cooperativa è attiva nel campo […] “Interazioni creative – be yourself” è il progetto di coworking ideato e portato avanti a Cosenza che ha deciso di dedicare uno spazio fisico e virtuale ai talenti dal basso e al fare insieme la nave “delle persone che salvano le persone” può contare anche su un equipaggio terrestre in Calabria ci fosse un supporto concreto verso una nave che nasce da un impegno della società civile e va in mare a salvare i migranti” Centinaia di esseri umani lasciati morire in mare decine di famiglie separate e spedite chissà dove Mentre si susseguono drammatiche notizie e non accenna ad arrestarsi la propaganda d’odio e di discriminazione una rete di realtà chiede che il premio Nobel per la pace 2019 venga assegnato a Riace il piccolo comune calabrese che ha promosso per anni la cultura dell’accoglienza e dell’inclusione divenendo un modello mondiale di integrazione dei migranti Momo è la piccola protagonista di un romanzo di Ende che combatte dei parassiti che rubano il tempo alle persone Ma è anche – non a caso – il nome della Banca del tempo di Crotone Generare un modello non economico di scambio di servizi mediato non dal denaro ma dalla reciprocità Una novità interessante rispetto a molte altre banche del tempo è che questo scambio viene gestito da un software open source Aggiornati sempre sugli argomenti del cambiamento abbiamo 5 newsletter con diversi temi e frequenza “Italia che Cambia” è una testata giornalistica registrata al Tribunale di Roma n 24323 ©2012-2025 Associazione Italia Che Cambia è quanto afferma il vicesindaco di Rosarno è finito sotto inchiesta da parte della procura di Palmi per assenteismo durante il turno di guardia medica a Rosarno Gli è stato notificato un avviso di garanzia ed è accusato di truffa aggravata ai danni dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria per aver fornito false attestazioni sulla sua presenza in servizio "Finalmente si sono chiuse le indagini e si aprirà il processo a carico del medico della nostra Guardia medica il quale si assentava pur figurando al lavoro Quindi i nostri sospetti erano fondati" E’ quanto ha affermato il vicesindaco di Rosarno il quale ha denunciato più volte sia all’Asp che ai carabinieri di Rosarno La decisione del forzista De Maria è arrivata dopo le ripetute proteste e lamentele provenienti dai cittadini rosarnesi lo stesso si appostava al presidio sanitario in piazza Paolo Orsi per constatare la mancanza effettiva del medico di turno sul posto di lavoro De Maria non si è arreso ed ha lottato personalmente coinvolgendo gli organi competenti per risolvere i disagi dei cittadini i quali si recavano all’Unità medica senza trovare nessuno ed attendevano molte ore si sono concluse le indagini da parte dei carabinieri della locale stazione di Rosarno guidati dal comandante Francesco Nanni i quali con la collaborazione fattiva dell’Asp "Questo risultato – ha commentato De Maria - è il frutto di un lavoro di squadra delle forze dell’Ordine di Rosarno dell’Asp di Reggio Calabria e della nostra voce politica che non si è fermata al primo ostacolo" di aver partecipato giovedì scorso all’incontro tra i sindaci della Città metropolitana e la garante della dalute della Regione alla presenza del direttore generale dell’Asp alla quale ha posto una precisa richiesta in merito alla guardia medica La direttrice Di Furia ha comunicato che l’Asp non può permettersi di fare una Guardia Medica in ogni Comune le ho proposto di potenziare quella di Rosarno in virtù della posizione strategica di cui gode la nostra città vicina allo snodo autostradale e collegata con lo Jonio e il vibonese oltre ad avere una stazione ferroviaria con i treni ad alta velocità Non è una richiesta di campanilismo che può accogliere centinaia di persone provenienti da tutta la provincia il vicesindaco De Maria esprime solidarietà ai medici che "Operano con dovere e responsabilità i quali erano stanchi dell’atteggiamento poco ortodosso del collega" così vengono meno i diritti dei nostri cittadini ma lotteremo per risolvere il problema" HOME | LA REDAZIONE Reggio Calabria – I Carabinieri della Stazione di Bagnara Calabra con il supporto delle Compagnie di Palmi e Vibo Valentia hanno eseguito sei misure cautelari – quattro arresti domiciliari e due obblighi di dimora – nei confronti di soggetti residenti tra Rosarno e la provincia di Vibo Valentia Il provvedimento è stato emesso dal GIP di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura diretta dal Procuratore facente funzioni Giuseppe Lombardo L’indagine, iniziata nel giugno 2024, è nata da un tentato furto di una Fiat Panda nel centro di Bagnara Calabra Da quel fallito colpo ha preso avvio un’articolata attività investigativa durata oltre sei mesi che ha portato alla ricostruzione di almeno dieci episodi tra furti e tentati furti d’auto il gruppo operava di sera con auto a noleggio per evitare l’identificazione I veicoli venivano forzati in pochi minuti con centraline elettroniche modificate e poi trasferiti nella Piana di Gioia Tauro dove venivano smontati per alimentare il mercato nero dei ricambi o venduti a basso costo Determinante per l’indagine è stato il contributo di un cittadino che ha filmato un tentato furto Le accuse per gli indagati includono furto aggravato Il valore stimato della refurtiva ammonta a decine di migliaia di euro in casa di uno degli arrestati sono stati trovati 600 grammi di marijuana e 1000 euro in contanti: l’uomo e la compagna sono stati arrestati e posti ai domiciliari “POP Il Giornale Popolare” è una testata giornalistica edita da Emmepiedizioni P.Iva 10746390151 registrata in data 3 luglio 2019 con atto n°147 presso il Registro della Stampa del Tribunale di Milano Redazione via Roma 28A – 20057 Assago Milanofiori (Milano) – Telefono: +39.0283533405 r.a – E-mail: info@ilgiornalepopolare.it – Pec: edizioniemmepi@pecimprese.it Managedserver.it Depositphotos La Piana di Gioia Tauro è nuovamente una polveriera pronta ad esplodere «Negli ultimi anni la tendopoli di San Ferdinando ha vissuto una condizione di totale isolamento» racconta Mauro Destefano di Emergency «All’interno delle tende vivono persone con regolari permessi di soggiorno che non si riesca a garantire le condizioni minime della dignità umana» Nella tendopoli di San Ferdinando nulla è cambiato anzi le condizioni complessive di vita e di salute dei braccianti sono peggiorate «Il clima di tensione sociale sta raggiungendo un livello sempre più critico»: è la denuncia che arriva da alcune associazioni nazionali e locali che nei giorni scorsi hanno interessato anche la Prefettura di Reggio Calabria per individuare una soluzione all’aggravarsi delle condizioni di vita all’interno della tendopoli Le organizzazioni firmatarie sono Emergency Associazione Coopisa – Cooperazione in Sanità Associazione Piccola Opera Papa Giovanni Onlus Mediterranean Hope / Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia «Negli ultimi anni la tendopoli di San Ferdinando ha vissuto una condizione di totale isolamento» mediatore culturale di coordinatore del Progetto Calabria di Emergency che racconta: «La terza tendopoli è nata nel 2017 ma da allora la tendopoli era presidiata dagli enti gestori dai vigili del fuoco; oggi non è rimasto nessuno all’interno delle tende vivono oltre 500 persone arrivate proprio nelle settimane scorse per la raccolta delle arance «All’interno delle tende – spiega Destefano – vivono persone con regolari permessi di soggiorno Oggi all’interno della tendopoli di San Ferdinando «non vivono più persone migranti Sono lavoratori a tutti gli effetti che qui tornano per le stagioni e che qui sono anche invecchiate» La maggiore emergenza oggi è quella che riguarda la salute delle persone «In condizioni sociosanitarie così precarie – spiegano le organizzazioni – all’interno della tendopoli di San Ferdinando non di rado le persone più fragili iniziano ad abusare di sostanze stupefacenti come alcol anche per gli equilibri di vita all’interno dell’insediamento informale: molte di queste persone vengono infatti allontanate dalla tendopoli e si ritrovano a vagare nelle città circostanti» «Dal punto di vista sanitario – spiega Destefano – occorrono interventi mirati noi cerchiamo di agganciare le persone per curarle ma occorre mettere a punto una strategia condivisa Sulla salute delle persone incidono poi i determinanti sociali Ecco perché è importante risolvere il ghetto altrimenti sarà difficile curare efficacemente le persone Per risolvere il ghetto occorre iniziare a ragionare fuori dagli schemi Fino ad oggi ciclicamente si sono sempre costruiti dei campi isolati bisogna invece adesso cambiare paradigma e immaginare ad un sistema abitativo dignitoso a cui le persone possano accedere ad un prezzo calmierato senza quindi seguire una logica assistenzialistica Trovo strano che in una delle regioni con il più alto tasso di emigrazione giovanile non si riescano a trovare delle soluzioni abitative adeguate» A distanza di 15 anni dalla storica rivolta dei braccianti a Rosarno sulla tendopoli si stanno accendendo nuovamente i riflettori e oggi la tensione sta raggiungendo nuovi livelli di allerta Ne sono un esempio la recente aggressione avvenuta ai danni di un lavoratore bracciante dell’Ostello Dambe So investito da un automobilista tra le strade di Rosarno e San Ferdinando – concludono le organizzazioni – abbandonati dalle istituzioni Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche Adolescenti migranti L’operazione dei carabinieri della compagnia di Gioia Tauro con il supporto dello squadrone eliportato Cacciatori Calabria si inserisce in una più ampia strategia di contrasto al fenomeno dello spaccio di droga nel territorio È accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e per questo è stato arrestato un cittadino gambiano di 40 anni infatti, nel corso di una perquisizione a Rosarno presso l’abitazione dell’arrestato già suddivisa in dosi e pronta per essere immessa sul mercato illecito all’interno dell’abitazione è stato trovato materiale destinato al confezionamento della sostanza stupefacente L’operazione dei carabinieri della compagnia di Gioia Tauro con il supporto dello squadrone eliportato cacciatori Calabria si inserisce in una più ampia strategia di contrasto al fenomeno dello spaccio di droga nel territorio condotta attraverso un’intensificazione dei controlli e una costante attività investigativa i militari dell’Arma hanno sequestrato ad ignoti ulteriore marijuana occultata all’interno di un terreno adiacente all’area sottoposta a controllo dopo la convalida dell’arresto da parte dell’Autorità giudiziaria è stato sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria "L’operazione rientra nel più ampio impegno dell’Arma dei carabinieri nel garantire la sicurezza e la legalità sul territorio - evidenziano dal comando provinciale dell'Arma - contrastando con fermezza ogni forma di criminalità legata allo spaccio di droga. La persona arrestata è da considerarsi presunta innocente fino a eventuale sentenza definitiva di condanna"