a «Dialoghi sul Golfo» riflessioni sull’attualitàLa Redazione WebDurante i quattro incontri
comunicazione e uso dei social2' di letturaPersonalità di alto profilo per il ciclo di incontriAARiduciIngrandisciRaccontare i grandi temi che riguardano la contemporaneità
ciclo di quattro incontri organizzati da Comune e Pro loco
La rassegna proporrà riflessioni legate ad alcune delle questioni fondamentali che caratterizzano il nostro tempo: la ineludibile sfida della sostenibilità ambientale
l’etica e la speranza ai tempi della pervasività della tecnica
rette da figure di spicco della cultura italiana
chiamate ad evocare da varie prospettive di analisi
questioni che conferiscono un senso alla nostra esistenza e aprono inedite prospettive sul domani
Si parte giovedì 8 maggio con Luca Mercalli
presidente della Società meteorologica italiana
autore di monografie su clima e ghiacciai delle Alpi e giornalista scientifico
che interverrà su «La sostenibilità ambientale sfida del presente»
Un post condiviso da Città di Salò (@comunedisalo)
Giovedì 15 sarà il teologo e filosofo Vito Mancuso a dialogare su «Etica e speranza
professore emerito di Scienza politica nell’Università di Bologna e socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei
sarà chiamato giovedì 22 a ragionare sul tema «Democrazia e le sue riforme»
La chiusura sarà affidata giovedì 29 al giornalista Massimo Giannini
chiamato ad approfondire il rapporto sulla comunicazione nell’era digitale con un dialogo su «La comunicazione ai tempi dei social»
tutti previsti per le ore 20.30 in Sala dei Provveditori e sotto il Loggiato della Magnifica Patria
saranno a entrata libera fino ad esaurimento dei posti disponibili
«Sarà una preziosa occasione per salodiani
gardesani e turisti – dicono il sindaco Francesco Cagnini e l’assessore alla Cultura Alberto Comini – per approcciare i grandi temi della nostra società con il contributo di autorevoli ospiti»
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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quotidiano di informazione registrato al Tribunale di Brescia al n° 07/1948 in data 30 novembre 1948
Il Capitano Eugenio Somma è il nuovo Comandante della Sezione Operativa Navale Lago di Garda
Il cambio al vertice si è svolto questa mattina nella caserma della Guardia di Finanza di Salò
nella storica sede del Palazzo dell’Arsenale in Piazza San Bernardino
Il passaggio di consegne è avvenuto con il Luogotenente Cariche Speciali Stefano Garattoni (cedente)
Dopo il conseguimento del diploma nella Scuola Militare “Teuliè” di Milano
il Comandante Somma si è arruolato nell’Accademia della Guardia di Finanza
dove ha conseguito la laurea in “Scienze della Sicurezza Economico Finanziaria”
dove ha svolto incarichi nell’ambito della componente navale del Corpo
l’Ufficiale ha recentemente comandato la Missione della Guardia di Finanza di Assistenza alla Polizia di Frontiera del Montenegro
Puoi segnalare situazioni di degrado, disservizi, eventi o inviare le tue immagini scrivendoci direttamente su WhatsApp al numero +39 393 1810181
In alternativa a WhatsApp puoi scrivere all'indirizzo news@elivebrescia.tv
Con l’approvazione della variazione di bilancio da parte del consiglio Comunale lo scorso 24 aprile 2025
l’Amministrazione di salò compie un nuovo passo avanti nella cura e valorizzazione del patrimonio pubblico
Sono stati infatti stanziati 240mila euro destinati a una serie di interventi mirati su immobili comunali
con particolare attenzione alla sostenibilità
all’accessibilità e ai servizi per le famiglie
Tra le opere previste figura la sostituzione della vecchia caldaia a gasolio del bocciodromo
che verrà rimpiazzata da una moderna caldaia a gas
più efficiente dal punto di vista energetico e decisamente meno impattante sull’ambiente
Un intervento che si inserisce nella più ampia strategia dell’ente per la transizione ecologica e il contenimento dei consumi
Un altro importante investimento riguarda le case popolari di Via Santa Maria Maddalena
dove verrà realizzato un ascensore per garantire maggiore accessibilità agli abitanti con difficoltà motorie
L'opera risponde a un’esigenza concreta di inclusione e miglioramento della qualità della vita
parte delle risorse sarà destinata all’acquisto degli arredi per il nuovo asilo nido attualmente in fase di realizzazione
un progetto volto a favorire le giovani famiglie offrendo spazi accoglienti
funzionali e pensati per la crescita dei più piccoli
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gallerie e luoghi espositivi potrebbero essere temporaneamente chiusi al pubblico
Orari: da martedì a domenica h 10-18 APERTURE STRAORDINARIE Lunedì 21 aprile
Costo del biglietto: Intero 9 € - Ridotto 7 € - Ridotto ragazzi 5 € - Gruppo 15-35 persone 7 € - Scuole 5 € Elenco completo riduzioni e categorie esentate dal pagamento
E-Mail info: info@museodisalo.it
Sito ufficiale: http://www.museodisalo.it
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AccediCosa sappiamo di Giulia
Salò (Brescia), 18 aprile 2025 – Drammatico incidente stradale, oggi 18 aprile intorno alle 12.30, a Salò. In via Europa, per cause ancora da accertare, due automobili si sono scontrate frontalmente. Ad avere la peggio sono stati i passeggeri di un’auto con a bordo tre fratellini e un adulto, sembra lo zio.
Si tratta di una bambina di 11 anni, che ha rimediato un trauma cranico ed è stata portata in codice rosso agli Spedali Civili di Brescia; sempre in codice rosso una bambina di otto anni con trauma cranico e al volto. Non sarebbero in pericolo di vita.
In codice giallo all’ospedale di Desenzano un maschietto di sei anni. Nello stesso ospedale e in codice giallo un uomo di 39 anni.
Durante i rilievi la strada è stata chiusa al traffico. Gli agenti della polizia locale hanno chiuso la direttrice Tormini-Desenzano, deviando il traffico nel centro di Salò. Pesanti le ripercussioni sul traffico.
Robin Srl Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Domenica 24 novembre ricorrerà l’anniversario di un evento che ha lasciato il segno in molti bresciani
Un scossa di 5.2 gradi sulla Scala Richter devastò il Garda bresciano
così chiamato per gli ingenti danni subiti dalla capitale della Riviera
ma colpì duramente tutti i Comuni circostanti e in particolare la frazione vobarnese di Pompegnino
Case furono gravemente danneggiate anche a Roè Volciano
Sono decine però i Comuni che hanno segnalato danni agli edifici anche a molti chilometri di distanza
uno scossone violentissimo avvertito non solo in tutto il Garda e il Bresciano
a Salò si decise di evacuare per precauzione l’ospedale e la caserma dei Vigili del Fuoco che rimase seriamente danneggiata
Subito dopo la paura partì la macchina dei soccorsi
Impossibile dimenticare lo stadio Amadei (ormai sparito
rimpiazzato da un complesso residenziale) trasformato nel campo logistico con tende e mezzi di soccorso
Fortunatamente non si registrarono né vittime
il Comune di Salò ha organizzato due appuntamenti: il primo era un’intera giornata
dedicata alla memoria e alle riflessioni fra testimonianze e conferenze più tecniche sui moderni approcci preventivi
durante il quale saranno spiegati gli effetti del sisma
due in codice rossoSimone BotturaL’incidente tra le due auto è avvenuto lungo viale Europa attorno alle 13: i bambini non sarebbero in pericolo di vita
illeso l’altro conducente1' di letturaL'incidente a Salò - © www.giornaledibrescia.itAARiduciIngrandisciTre bambini e il loro zio ricoverati in ospedale
È il bilancio dell’incidente frontale che si è verificato oggi poco prima delle 13 lungo viale Europa
la strada che collega Tormini con Cunettone di Salò
Una Fiat 500 e una Bmw che procedevano in direzioni opposte si sono scontrate frontalmente per cause in corso di accertamento da parte degli agenti della Polizia Locale di Salò
intervenuti con il comandante Stefano Traverso
Ad avere la peggio le quattro persone che si trovano sulla Bmw
8 e 11 anni (gli ultimi due i più gravi a causa di un trauma cranico)
sono stati ricoverati in codice rosso all’ospedale Civile di Brescia
L’altro fratellino e lo zio che si trovava al volante sono invece stati portati in codice giallo all’ospedale di Desenzano
Nessuna conseguenza per la persona alla guida dell’altra auto coinvolto
Durante i rilievi la strada è stata chiusa al traffico
Gli agenti dell’Aggregazione Polizia Locale della Valle Sabbia hanno chiuso la direttrice Tormini-Desenzano
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali
un cartellone con oltre 100 eventi in cinque mesiSimone BotturaPresentato il calendario degli appuntamenti dal 4 maggio al 30 settembre: tra conferme e novità
una stagione di eventiAARiduciIngrandisciSarà la bellezza il filo conduttore del cartellone di eventi che animeranno Salò dal 4 maggio al 30 settembre
«L’obiettivo – le parole del sindaco Francesco Cagnini – è quello di qualificare Salò come luogo di bellezza e meta turistica di eccellenza
capace di rispondere alle variegate esigenze degli ospiti con proposte di qualità sia sul fronte culturale che dell’intrattenimento»
il festival della contemporaneità che nei giovedì di maggio proporrà l’intervento di una figura di rilievo sui grandi temi che interessano il presente: sostenibilità
democrazia e comunicazione nell’era social
Sempre a maggio, dal 15 al 18, si rinnoverà l’appuntamento con Salò Botanica, l’ormai iconica mostra mercato di piante e fiori. E se di bellezza si parla, fino al 25 maggio al MuSa sarà possibile visitare la mostra «Klimt. Grafica d’arte»
che ha già riscosso l’attenzione di migliaia di visitatori (5.400)
Nel periodo estivo al MuSa potremo invece visitare una mostra dedicata ai disegni del regista Federico Fellini
E ancora: viene considerevolmente consolidato l’appuntamento con la musica sul lungolago con la rassegna «Il Giovedì è Salò»
«Undici giovedì – dice il presidente della Pro Loco Nicola Tranquilli - e undici appuntamenti nei quali saranno protagonisti la musica e lo stare insieme
con partenza il 12 giugno e chiusura il 23 agosto»
In luglio si darà il via a un’edizione (la 66esima) dell’Estate Musicale rinnovata nel format dal nuovo direttore artistico Luca Lucini
con una gustosa anteprima il 17 luglio sul lungolago
con il concerto della violoncellista Ana Rucner sul veliero Circe
Confermati i fuochi d’artificio di fine agosto
che introducono ad un settembre davvero ricco con Festival del Circo
Centoassociazioni e la sessione preautunnale di Salò Botanica
Andrea Maggioni presidente dell’associazione di commercianti Salò Promotion: «Più di 100 eventi in cinque mesi: non si avranno più scuse per non venire a Salò»
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marchio simbolo del bere italiano parte del Gruppo Lunelli dal 2021
annuncia l’ingresso di Luca Militano come nuovo plant manager dello storico stabilimento di Salò
Militano riporterà direttamente a Simone Masè
group general manager del Gruppo Lunelli e amministratore delegato Tassoni. Nel suo nuovo incarico
Militano guiderà le attività produttive dello stabilimento di Salò
dove Tassoni è nata oltre 230 anni fa
Una realtà produttiva autonoma che unisce tradizione e innovazione
profondamente legata al territorio gardesano e all’inconfondibile identità Tassoni
da sempre simbolo di qualità e italianità
«Siamo lieti di accogliere all’interno del Gruppo Lunelli una figura di rilievo come Luca Militano
con l’obiettivo di rafforzare e rendere sempre più efficienti i nostri processi produttivi
nel rispetto della tradizione e dei valori che ci contraddistinguono – ha dichiarato Masè –Con questa nomina, Tassoni conferma il proprio impegno a investire nella crescita della struttura industriale e nella valorizzazione
in Italia e nel mondo, di un brand storico del Made in Italy»
Il curriculum di Luca MilitanoClasse 1982 e originario di Milano
Militano vanta una solida esperienza nel settore industriale
maturata in realtà strutturate come il Gruppo Saint-Gobain
Laureato in biotecnologie per l’Industria e per l’ambiente
ha sviluppato competenze trasversali che spaziano dall’ottimizzazione dei processi produttivi all’applicazione di metodologie lean
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Si conclude una ricerca dunque durata più di un ventennio
in lunghi soggiorni presso archivi maggiori e minimi dispersi in tutta Italia
Capogreco è degno allievo del mai abbastanza compianto storico berlinese Klaus Voigt
che per primo ha messo in luce il problema degli ebrei stranieri nell’Italia fascista
a sua volta scopritore di un’altra piccola-grande storia dimenticata
Capogreco ha esplorato i faldoni di ogni angolo d’Italia
Si può dire che questo che presentiamo sia il frutto maturo di un’intera esistenza
Come sarà recepito il suo lavoro da una storiografia che invece negli ultimi tre decenni e forse più ha preferito la scorciatoia della sintesi o fabbricato tesi talora geometriche
Gli storici «scalzi» in Italia non godono spesso di buona stampa
Tanto più è difficile immaginare il destino di una ricerca come questa in un momento in cui la Shoah
rischia di far riprecipitare i nostri discorsi all’epoca lontana in cui Capogreco in via solitaria riscopriva la realtà sconosciuta di Ferramonti
Il libro mette a fuoco una vicenda fra le più intricate della storia d’Italia e il suo merito precipuo consiste proprio nel non proporci una spiegazione unilaterale
non rientra in schemi pregiudiziali e potrà dispiacere sia a chi vuole attenuare la responsabilità persecutoria del regime
sia a chi vuole appiattire le decisioni di Salò su quelle dell’alleato nazista senza fare distinzioni
La prima parte del volume è pensata come «un veloce ripasso» delle vicende accadute in Italia fra il 1938 e il 1943: questi capitoli dialogano a viso aperto con tutte le tendenze della più recente storiografia
senza parteggiare per questa tesi o quell’altra
finanche nel caso estremo di riconoscere giusti meriti anche a chi ha gettato le prime basi della ricerca contemporanea
A lettura ultimata si conferma l’idea di una generale impreparazione da parte delle autorità
ciò che renderà più agevole la sottomissione all’egemonia tedesca
Forse la parola giusta da adoperare è «sottovalutazione»
le questure e le prefetture sottovalutarono la situazione originata dall’estesa presenza di ebrei stranieri nella penisola
gli stessi organismi locali si trovarono ad affrontare da soli una questione più grande di quanto non immaginassero
Né da Salò si dava l’impressione che la politica di sterminio avviata da Hitler
Che Mussolini non gradisse che nel territorio della «sua» repubblica fossero rastrellati cittadini ebrei italiani pare chiaro leggendo il libro
ma altrettanto chiaro è che nulla si intendesse fare per opporsi
che giustamente rileva la contraddizione di una escalation resa in origine tale da «una semplice disposizione amministrativa»: l’ordinanza di polizia numero 5 di Buffarini Guidi del 1° dicembre 1943
secondo la quale tutti gli ebrei dovevano essere chiusi in campi di concentramento e i loro beni sequestrati
ovvero campi provinciali (solo Fossoli fu denominato «campo speciale»)
in forma di singole voci enciclopediche: ciascuna ha la sua bibliografica
l’indicazione delle fonti archivistiche consultate
In apertura una carta disegnata dallo stesso autore consente di toccare con mano la capillarità di una strategia per attuare la quale Salò non avvertì l’esigenza di promulgare una apposita legge
ma si affidò a una decisione presa in un’assemblea chiassosa svoltasi a Verona
priva di potere decisionale (non fosse altro che per l’assenza dello stesso Mussolini
Se ne ricava l’impressione che tutto fosse lasciato all’arbitrio o alla buona volontà delle autorità locali (fintanto che fu possibile
cioè fino a quando la sottomissione all’alleato tedesco non fu più procrastinabile)
Una strategia che ha i caratteri del cinismo
Istituire ex novo richiedeva energie e quattrini che non si intendeva spendere
sollevava cupi appetiti e mise a nudo il lato oscuro della vicenda: la brama di denaro
vera nota distintiva della Shoah in Italia
Per quanto concerne invece la gestione dei campi provinciali la mappa rivela una varietà di atteggiamenti
Si pensava lo si potesse affrontare come se la situazione fosse la stessa del periodo 1938-1940
stesse circolari di prima come se il paese non fosse ormai preda della volontà sterminatrice delle SS
ci spiega l’autore sorsero in zone distanti dai grandi centri urbani
talvolta ospitarono una decina di persone o poco più
Nelle principali città furono le carceri a ospitare le persone arrestate
Si utilizzarono strutture preesistenti in trenta delle prefetture sottoposte al controllo della RSI: caserme
In certi casi – quando furono utilizzate ville
colonie marine o montane – non mancarono episodi di facili evasioni
In altri casi l’approccio era decisamente «blando» (preoccupazione per gli anziani
ricerca di soluzioni per l’approvvigionamento del cibo
del tabacco: una circolare era sempre disponibile per ciascuna di queste evenienze)
In altri luoghi il sistema repressivo fu duro
Colpisce la quantità di campi in zone marginali
che solo grazie all’acribia dell’autore è ora possibile localizzare sul territorio
L’esplorazione compiuta da Capogreco viene utile anche agli studiosi di Primo Levi
per le notizie che ci vengono fornite su Aosta
a proposito della caserma in disuso intitolata a Giuseppe Mottino (membro della Milizia confinaria caduto a Adua)
per i quali fu disposto l’interrogatorio nella caserma Battisti (come sanno i lettori del Sistema periodico)
Nella sua ricerca Capogreco ha scoperto che al momento dell’arresto di Levi
la Mottino era inutilizzabile a causa di un furto da parte di ignoti
permette all’autore di fissare con certezza il giorno in cui Primo
Luciana e Vanda partirono da Aosta e giunsero a Fossoli: il 20 gennaio 1944
Con loro erano nel convoglio sei ebrei jugoslavi arrestati a Caluso e quattro ebrei italiani arrestati a Vico Canavese e Quincinetto
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In occasione della redazione del Piano Generale del Traffico Urbano
il Comune di Salò ha avviato uno studio per migliorare la viabilità e la mobilità sul territorio comunale
e per mettere in atto i provvedimenti necessari al perfezionamento della vivibilità è stato chiesto un aiuto direttamente ai cittadini
"Hai attraversamenti pedonali pericolosi nella tua zona? Ci sono strade in cui la velocità è eccessiva? Ci sono strade che ritieni gioverebbero di spazi dedicati alle bici? Ci sono marciapiedi che sarebbe necessario potenziare? Ci sono aree che necessiterebbero di un riordino degli spazi della sosta? Hai idee o proposte per rendere Salò più sicura e vivibile? Segnala tutto" si legge sui profili social del Comune.
In alternativa è possibile scrivere una mail all'indirizzo lavori.pubblici@comune.salo.bs.it, indicando in modo chiaro le criticità, il luogo e allegando fotografie se possibile.
La raccolta delle segnalazioni proseguirà fino al prossimo 20 maggio 2025.
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il ruolo dimenticato delle fasciste di Salò nell’incubo mussolinianoOttant’anni dopo la Liberazione
le storie (terribili) di quelle donne che scelsero di fiancheggiare la dittatura
le donne di Salò erano da intendersi “non completamente coscienti” dei delitti che avevano commesso
beneficiarono di quel clima di pacificazione forzata e rinnovato sessismo che si diffuse negli anni Cinquanta
bisogna confrontarsi anche con una memoria negativa che continua a essere dimenticata.
torturatrici peggiori di molti uomini: non furono poche le giovani donne che scelsero di arruolarsi nelle formazioni militari della Repubblica Sociale Italiana
che già nel 1945 arrivò a contare circa 6.000 soldatesse
Alcune di loro erano animate da una sincera fede nel fascismo e nella possibilità di una sua rinascita
a spingerle era il desiderio di partecipare attivamente a un conflitto che stava spaccando il Paese
indossare pantaloni e imbracciare un mitra significava accaparrarsi un ruolo in una storia che sembrava riservata solo agli uomini
per queste donne il combattere diventava un mezzo di emancipazione e un modo per rivendicare il diritto di partecipare alla vita della patria
era anche una dura critica ai loro coetanei maschi
codardi e inadatti ad affrontare la gravità del momento storico
Lontane dall’essere vittime o semplici complici
molte di loro parteciparono in prima linea alle torture e alle delazioni
queste donne furono protagoniste di episodi di brutale violenza contro partigiani e civili: nelle “Ville Tristi”
Ciò che lascia ancora oggi sconvolti è la loro giovane età
che avevano rispettivamente diciotto e quindici anni all’epoca dei fatti. Figlie del fondatore della “banda Carità”
(un’organizzazione fascista specializzata nella lotta anti-partigiana) le sorelle si distinsero per la loro ferocia
Franca si serviva di spilli e ferri roventi sui genitali per torturare le sue vittime.
come quella della marchigiana Adriana Barocci
che fece correre un soldato per ore attorno ad una buca fino a quando il giovane non cadde stremato
A quel punto la Barocci e gli altri lo fucilarono senza nessun motivo. Anna Maria Maggiano era un’insegnante di musica prima di arruolarsi fra le file repubblichine
Maggiano si specializzò nella delazione di partigiani e arrestò personalmente una donna solo per averla sentita contestare la brutalità dei componenti della Muti (ovvero la Legione Autonoma Mobile Ettore Muti
un corpo militare con compiti di polizia politica)
Le strategie difensive tentarono di cancellare le storie terrificanti di donne senza scrupoli
Dalla Xª Mas alla Guardia Nazionale Repubblicana fino alle Brigate Nere le ragazze di Salò dimostrarono una ferocia mai riscontrata prima. Il trauma sociale che seguì la Guerra venne risolto con un colpo di spugna: prima nel 1946 con l’amnistia di Togliatti
poi negli anni Cinquanta con una lunga serie di provvedimenti di clemenza che si susseguirono uno dopo l’altro.
un ruolo determinante lo ebbe la legge approvata il 18 dicembre 1953
che permetteva la liberazione condizionale dei condannati per reati politici
senza tener conto della pena già scontata o ancora da scontare
Bastava la volontà del ministro della Giustizia perché la misura fosse applicata
la chiusura definitiva di una delle questioni più spinose del dopoguerra: quella della responsabilità penale dei collaboratori del regime nazista e delle atrocità commesse durante l’occupazione
si guadagnò quel soprannome indossando occhiali scuri e cappuccio
La Zucco fu una delle tante a beneficiare degli sconti di pena negli anni Cinquanta
Dopo essere scampata alla pena di morte trascorse solo nove anni in carcere
la donna riuscì a tornare libera nel maggio 1954
La vicenda Zucco è solo un esempio fra tanti: gran parte delle “fasciste di Salò” tornarono ad una inquietante normalità
dimenticate dalla storia e dalla giustizia
di Sebastiano Messina
L'edicolaIl rebus della Chiesa - Cosa c'è nel nuovo numero dell'Espresso
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il periodico antifascista con aggiornamenti quotidiani
Da oltre 60 anni raccontiamo la Resistenza
per guardare l’attualità con i valori dei Partigiani
Il capo del fascismo non è più cittadino onorario della località sul lago di Garda dove dopo l’8 settembre 1943 si stabilì il governo collaborazionista dei tedeschi
La benemerenza conferita nel 1924 è stata cassata dal Consiglio comunale: “Un anticipo di 25 aprile”
Il sindaco Cagnini: “Le idee rappresentate da quella onorificenza non hanno più spazio nell’Italia e nella Salò di oggi”
hanno deliberato l’annullamento del riconoscimento
È un atto simbolico potente perché Salò (BS) è stata la capitale della Repubblica sociale italiana dopo l’armistizio dell’8 settembre ’43
dove si stabilì il governo collaborazionista dell’Italia occupata
La mozione presentata la sera di mercoledì 26 febbraio 2025 al parlamentino locale dal consigliere Tiberio Evoli è stata approvata con i dodici voti della maggioranza mentre tre eletti appartenenti a liste civiche hanno votato contro e uno si è astenuto
Così la cittadina che si affaccia sul lago di Garda ha tagliato definitivamente i ponti con un feroce passato
approvando la mozione di revoca del titolo onorifico conferito a Mussolini nel 1924
Un annullamento che rimarca il cambio di amministrazione avvenuto lo scorso anno dopo vent’anni di governo di centrodestra
“Potevamo portare il caso in aula per il 25 aprile ma abbiamo anticipato i tempi”
hanno spiegato i consiglieri di maggioranza che hanno firmato la mozione
Non è la prima volta che Salò si misura con un provvedimento simile
la proposta era stata presentata già due volte
ma in sedute “tormentate” non era stata approvata
E anche ora agli applausi della sala si è sovrapposto qualche fischio arrivato dai banchi di “Difendi Brescia”
vicina a Fratelli d’Italia (che dalla sua ha intitolato la sede gardesana a Giorgio Almirante) parlando di “atto puramente ideologico e inutile”
La cittadinanza onoraria era stata conferita al duce
dal commissario prefettizio Salvatore Punzo
poiché il Consiglio comunale era stato sciolto l’anno prima
le violenze e le intimidazioni contro avversari politici
che avevano portato alla marcia su Roma non si erano affatto fermate
“Le idee rappresentate dalla cittadinanza onoraria a Mussolini non hanno più spazio nell’Italia e nella Salò di oggi – ha detto il ventinovenne sindaco Francesco Cagnini –
Questa è un’iniziativa portata avanti da un’amministrazione guidata da una persona nata 50 anni dopo la Liberazione
che non può quindi in nessun modo vedere questo passaggio come una contrapposizione ideologica
che riafferma i valori di amore verso la libertà e la democrazia
veri cardini della nostra Carta costituzionale
Alla luce dei valori costituzionali e democratici che
Benito Mussolini non merita alcuna onorificenza dal Comune di Salò
La revoca è un passaggio che non merita ulteriori parole
Andava semplicemente ed evidentemente fatta”
Dopo Salò il caso cittadinanza potrebbe riaprirsi anche a Brescia
la città della Strage di Piazza della Loggia
dove una proposta a firma del consigliere Pd Andrea Curcio è ferma dallo scorso 28 ottobre
Molti altri Comuni, grandi e piccoli, hanno da tempo revocato la cittadinanza onoraria, come in più occasioni vi abbiamo raccontato
altri ancora lo hanno fatto in questi giorni
Il 22 febbraio a revocare Mussolini dal pantheon degli illustri è stata Opi (L’Aquila) con decisione presa dal Consiglio comunale
approvando all’unanimità una mozione presentata dal sindaco Antonio Di Santo
Nel documento deliberato si ricorda che “dopo il 1924
il regime fascista instaurò un sistema di governo basato sulla soppressione delle libertà fondamentali
l’eliminazione delle opposizioni e l’imposizione di leggi totalitarie
Furono sciolti tutti i partiti e le associazioni contrarie al regime”
Stampato il 06/05/2025 da Patria indipendente alla url https://www.patriaindipendente.it/servizi/mussolini-revocato-a-salo-per-600-giorni-capitale-rsi/
Periodico dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Servizi
Valerio Strinati
istituita il 5 aprile 1945; il 9 marzo 1946 l’ultimo dibattito; un importante momento della vita istituzionale italiana nel processo di transizione dal regime fascista all’ordinamento repubblicano
Costituzione Democrazia Memoria
Guido Calvi
12 dicembre 1969: un evento che sconvolse il Paese
Le responsabilità dei neofascisti e dei servizi deviati
Memoria Neofascismo Stragi
Giampiero Cazzato
La stragrande maggioranza delle leggi avanzate dal potere esecutivo e non dal legislativo
La cenerentola dei disegni di legge di iniziativa popolare
Bicameralismo Costituzione Democrazia Politica Società
Pentagramma
Chiara Ferrari
Con le corde della sua chitarra ha scritto pietre miliari nella storia della canzone popolare e di protesta
ispirati da un’idea di canzone politica per niente docile e accomodante
ma foriera di tesi invise alla cultura dominante
ecco cosa ci ha detto l’autore di “Per i morti di Reggio Emilia”
divenuto talmente famoso da far pensare a un testo anonimo nato dal popolo
Ci guidavano le stelle
Jorge Bergoglio dai confini della terra ha portato al cuore di questo nuovo Impero di cui conosciamo il giogo di guerra e discriminazione le ragioni della speranza
per i pronunciamenti a contrasto di razzismo
le prese di posizione sulle tragedie dell’immigrazione
lo scempio delle guerre ormai massacro di civili
soprattutto bambini (quanto ha detto su Gaza e Ucraina ha visto reazioni bestiali)
Ha così mostrato chiaramente una logica fondamentale del Vangelo: se quanto vivi e testimoni della tua fede non produce conflitto vuol dire che non la stai vivendo sul piano concreto
Inchieste Servizi
Ecco una mappa interattiva realizzata anche grazie al contributo dei lettori di Patria
parte di un’inchiesta che con il loro aiuto punta a smascherare un’operazione politica e culturale mirata a fare entrare dalla finestra un’ideologia che la Storia ha fatto uscire dalla porta principale
Vi continueremo a raccontare il personaggio e gli scheletri di cui poco o niente si sa
ma sono ben stipati nel suo personale armadio della vergogna
Intervisteremo sindaci per chiedere conto della scelta toponomastica
e lanciamo fin da subito a tutte le cittadine e a tutti i cittadini una proposta: attiviamoci insieme per dedicare ogni strada non intitolata al repubblichino fucilatore di partigiani
a un uomo o una donna delle istituzioni democratiche e antifasciste
KLER.CSK “Non sprecate il mio sacrificio”
Anpi Video
Le tappe salienti dell’impegno dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia si intrecciano strettamente con la vita della Repubblica
Il video è stato realizzato da Silvia Folchi
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Un violento frontale avvenuto intorno alle 12.30 di oggi, venerdì 18 aprile, ha provocato gravi ripercussioni fisiche per due bambine di 8 e 11 anni che stavano viaggiando a bordo dell'auto dello zio insieme al fratellino di 6 anni, i quali sono tutti finiti in ospedale a seguito dell'intervento dei sanitari.
L'allarme è stato lanciato dopo che la vettura condotta dall'uomo, 39 anni, si è scontrata frontalmente con un veicolo proveniente dalla direzione opposta lungo viale Europa: un impatto tremendo che ha provocato gravi traumi cranici alle due bimbe, le quali sono state trasportate d'urgenza in codice rosso presso l'ospedale Civile pediatrico di Brescia: in base alle prime informazioni, entrambe sarebbero in condizioni critiche ma non in pericolo di vita.
Meno gravi invece le ferite riportate dallo zio e dal fratellino, i quali sono stati trasferiti in codice giallo presso l'ospedale di Desenzano, mentre sarebbe rimasto illeso il 62enne al volante dell'altra auto coinvolta nello schianto.
Sul posto, oltre ai soccorritori giunti a bordo di tre ambulanze e un'auto medica, sono intervenuti anche i vigili del fuoco per estrarre dalle lamiere la famiglia, mentre gli agenti della Polizia Locale hanno predisposto la chiusura dell'intero tratto così da permettere lo svolgimento delle operazioni in sicurezza, generando così importanti disagi a livello viabilistico sul territorio.
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il Comune di Salò revoca la cittadinanza onoraria a Benito MussoliniEra stata conferita il 23 maggio 1924
Dodici voti a favore della mozione presentata dalla maggioranza di centrosinistra
una delle quali vicina a Fratelli d'Italia
Benito Mussolini non è più cittadino onorario del Comune di Salò
Ci sono voluti 100 anni e un’amministrazione del centrosinistra
alla guida della cittadina sul Lago di Garda
per approvare una mozione che chiude i conti con un passato i cui valori
“non hanno più spazio nell’Italia di oggi”
Il Consiglio comunale di quella che fu la capitale della Repubblica sociale italiana
durante gli ultimi anni della Seconda guerra mondiale
si è schierato con la mozione del consigliere Tiberio Evoli
una delle quali vicina a Fratelli d'Italia
“La maggioranza ha deciso di revocare una cittadinanza onoraria che il governo fascista impose a centinaia di Comuni come il nostro
È trascorso un secolo da quel 23 maggio 1924
una ventina di giorni prima dell'omicidio Matteotti
L’assemblea comunale di Salò era stata sciolta: fu il commissario prefettizio Salvatore Punzo a firmare il conferimento della cittadinanza onoraria all'allora capo del governo
di Gianfrancesco Turano
di Simone Alliva, Reggio Emilia
_____________________________di CARLO DI LADISLAO *
uno degli eventi più drammatici e complessi del XX secolo
non avevano avuto la possibilità di scegliere pienamente il loro destino
questi ragazzi sono stati forgiati da un conflitto che li ha catapultati in un mondo dove la giustizia e l’ingiustizia sembravano perdere ogni confine
dove il bianco e il nero delle ideologie si mescolavano in un grigio confuso
cercava di cogliere la verità delle loro azioni
L’osservazione di Pasolini che “anche i giovani
ma una riflessione profonda sull’umanità di quei ragazzi
la guerra non fa altro che mettere in luce la sofferenza di chi ne è vittima
indipendentemente dalla parte in cui si schiera
non si limitò a giudicare superficialmente
ma cercò di penetrare il cuore di un’epoca complessa e di raccontare la realtà attraverso gli occhi di chi l’aveva vissuta in modo diretto
Molti dei giovani che si arruolarono nella Repubblica Sociale Italiana (RSI) erano
figli di un’epoca travolta dall’indottrinamento fascista e dalla disperazione della guerra
Non avevano mai conosciuto una libertà piena
e spesso la loro adesione al fascismo e alla RSI era dettata più dalla necessità di appartenere a un gruppo che dalla consapevolezza politica
non erano nemmeno coscienti delle atrocità che la loro parte stava commettendo
semplicemente i “nemici”; erano piuttosto le vittime di un sistema che li aveva manipolati
che li aveva spinti a prendere una posizione senza capire appieno le tragiche conseguenze delle loro azioni
Nel suo celebre Poesie a Casarsa e in altre opere
il poeta e regista italiano non si fermò alla superficie delle cose
di esplorare le ragioni che si celavano dietro ogni gesto
anche quelle più dolorose e incomprensibili
anche quando questa si rivelava dolorosa e ambigua
ha cercato di restituire a questi giovani la loro umanità
ma senza neanche ridurli a semplici “mostri”
ci invita a riflettere su quanto sia importante guardare oltre la superficie e cercare le sfumature della realtà
Se c’è qualcosa che la storia ci insegna
è proprio questa: che nessuna guerra è mai nera o bianca
dalle ideologie e dalla violenza che la storia impone
spingere a una riflessione più profonda: possiamo davvero considerare “sbagliata” una generazione che ha vissuto in un contesto di violenza
dobbiamo riconoscere che anche in quei giovani repubblichini c’era una purezza tragica
una speranza che è stata spezzata dalla guerra e che oggi dovremmo cercare di preservare dalla dimenticanza
Pasolini ci invita a non semplificare mai la realtà
a non cadere nella trappola di ridurre ogni cosa a una guerra tra “buoni” e “cattivi”
ma a guardare la Storia con occhi più complessi
più capaci di comprendere il dolore e la sofferenza che ha attraversato ogni parte di quella generazione
quando pensiamo ai partigiani e ai repubblichini
dovremmo ricordare che entrambi erano giovani
sebbene abbiano combattuto su fronti opposti
la loro giovinezza rimane un terreno comune
un richiamo alla necessità di costruire un futuro di pace
lontano dalle divisioni che la guerra ha imposto
© 2024 Consul Press - Tutti i diritti riservati.Testata registrata presso il Tribunale di Roma, N° 87 del 24/4/2014.Editore: Associazione Culturale "Pantheon" - Direttore Responsabile: Sveva MarchettiSede: Via Arno, 88 - 00198 Roma (RM) - Posta elettronica: info@consulpress.euCellulare: (+39) 339 3747339
per visitare la mostra dedicata al grande artista al MuSa e rigenerare corpo e spirito con i percorsi benessere e la buona cucina dell’A-Rosa Lago di Garda
Il Garda in questa stagione è un’esplosione di profumi e colori e lungo la sponda lombarda sono i limoni e gli ulivi a farsi notare
segno di un clima dolce che protegge la natura e ne fa un luogo dove rigenerarsi
Una delle passeggiate più belle è quelle del Lungolago Zanardelli a Salò
l’ampiezza dell’insenatura e la mostra mercato Flora Botanica che si terrà dal 15 al 18 maggio di quest’anno
Grafica d’arte con la curatela di Federica Bolpagni ed Elena Ledda,in collaborazione con la Klimt Foundation di Vienna
La mostra raduna oltre 70 opere grafiche attraverso cui è possibile ripercorrere le fasi salienti che hanno scandito la produzione del padre nobile della Secessione viennese
L’omaggio e la proposta non sono casuali. Klimt venne sul Lago di Garda una prima volta nel 1903
durante un viaggio a tappe nelle città italiane
e ne rimase evidentemente colpito perché dieci anni dopo trascorse l’estate a Malcesine realizzando tre opere
tre paesaggi che raffigurano la costa occidentale del lago
Merita una visita anche il vicino Vittoriale
Qui si può effettuare una full immersion in un mondo passato non privo di fascino. Avendo tempo, si può mettere in agenda una visita a Brescia
La rosa è il fiore che accoglie gli ospiti in arrivo all’A-Rosa Lago di Garda
5 stelle con 99 camere in una struttura a terrazze immersa nel verde
Vedere il lago e Salò da qui è un’immagine da cartolina
Succede uscendo dalle camere: in terra un tappeto d’erba
intorno il verde e al mattino un risveglio di campane lontane e uccelli vicini
D’altra parte questo resort-giardino ospita ben 130 tipi diversi di piante
con una selezione studiata di varietà locali
La sensazione è di stare sempre all’aperto e alla luce
che invita a uscire e a godere del giardino
ma non si abbandona la luce che entra da grandi vetrate nella piscina interna
illumina quelle esterne riscaldate e l’idromassaggio all’aperto
basta uscire dall’albergo e prendere il sentiero che scende fino a incrociare il percorso sul lungolago in direzione Salò: in mezz’ora si raggiunge il centro storico
Tanti poi gli sport che si possono praticare in zona: dall’e-biking al trekking al tennis e se si preferiscono yoga e pilates all’interno dell’albergo
Oltre alla palestra: nella struttura c’è una sala attrezzata per allenarsi
lo si capisce arrivando nel Remedy Bar della Spa che serve bevande detox
Per i trattamenti i prodotti sono quelli del brand di nicchia Vinoble Cosmetics
dove le botaniche vengono abbinate ai principi naturali dell’uva
E per chi la spa vuole viverla in modo totale ci sono le dieci camere Wellness Superior dotate di vasca idromassaggio all’aperto
Una volta fuori si è subito in direzione del percorso benessere con quattro tipi di saune (alle erbe
esfoliante e preceduta da un peeling al caffè
la vasca di reazione e una fontana di ghiaccio
L’attenzione all’ambiente si ritrova nell’impianto di trigenerazione e nell’uso di un materiale certificato come la biopietra
che nella bioedilizia viene utilizzato per rivestire le superfici: è traspirabile e in grado di migliorare l’efficienza energetica ed acustica
avviene attraverso l’uso di sale con un processo di elettrolisi
ampio e con un bancone che invita a sperimentare i cocktails
ma si può anche salire in terrazza dove delle coloratissime 500 sono state recuperate e dotate di tavolino all’interno
Una base d’appoggio per deporre il cocktail e ammirare il lago dal punto più alto dell’hotel
Per rimanere in tema green si può ordinare un gin Tassoni
ottenuto da 9 botaniche: bacche di ginepro
Per il vino invece si va nella sala degustazione
c’è il Qb Duepuntozero in cucina lo chef Alberto Bertani
Menu degustazione e proposte alla carta da far girar la testa: casoncello ripieno di luccio alla Portesina
peperone crusco & olio piccante e fra i dolci la torta di rose con salsa alla vaniglia
Testo di Anna Scarano|Riproduzione riservata © Latitudeslife.com
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ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa decisione
“capitale” della Repubblica Sociale Italia negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale
ha revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini
Dodici i voti a favore della mozione presentata da Tiberio Evoli
consigliere della maggioranza di centrosinistra
una delle quali vicina a Fratelli d’Italia
La cittadinanza onoraria era stata conferita al Duce nel maggio del 1924 dal commissario prefettizio Salvatore Punzo
«Per noi la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini è un passaggio che non merita alcuna parola»
ha detto nel suo intervento il sindaco di Salò
L’annuncio dell’approvazione della mozione è stata accolta con applausi
«La decisione del Consiglio comunale di Salò di revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è un atto puramente ideologico e inutile
Invece di perdere tempo con revisionismi storici deprecabili
l’amministrazione dovrebbe occuparsi delle vere emergenze della città: crisi economica
degrado urbano e manutenzione delle infrastrutture»
commenta il gruppo di estrema destra “Difendi Brescia”
«Nessun provvedimento locale potrà mai cancellare i 600 giorni della Repubblica sociale italiana
che resta un fatto storico indelebile - aggiunge -
Invitiamo il Comune a concentrarsi su problemi concreti e a non alimentare divisioni ideologiche sterili»
Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici
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23 aprile 2025 • 17:38Il libro di Carlo Spartaco Capogreco
I campi di Salò (Einaudi) è un importante tassello verso la conoscenza delle responsabilità italiane della persecuzione ebraica
Lo storico analizza e fornisce una mappatura del sistema messo in piedi dalla Repubblica Sociale Italiana
In quella storica occasione il presidente francese ammise apertamente le responsabilità della Francia e dei francesi nella shoah e nella persecuzione degli ebrei
superando di fatto la precedente lettura che spostava queste accuse verso i tedeschi e i maggiorenti di Vichy
non abbiamo ancora avuto una tale presa di coscienza anche se la storiografia ha certificato le gravi responsabilità italiane nella Shoah e nella deportazione razziale e politica; il mito degli “italiani brava gente” e quello del “cattivo tedesco” ancora riscuotono successo
e questi cliché non hanno permesso comprendere che le nostre responsabilità partono dal fascismo ma arrivano ben oltre
I campi di Salò edito recentemente da Einaudi è un ulteriore importante tassello verso la conoscenza delle responsabilità italiane della persecuzione ebraica
Lo storico dell’università della Calabria nel testo analizza il sistema di campi di concentramento e prigionia istituito per gli ebrei dalla Repubblica Sociale Italiana (Rsi) tra il 1943 e il 1945
portando un faro di conoscenza verso luoghi spesso dimenticati dal grande pubblico
come ci tiene a sottolineare lo stesso autore
è quello di fornire al lettore – ma anche alla comunità scientifica – la mappatura generale dei “campi provinciali” voluti dal fascismo di Salò
Lo sguardo sulla cartina ci mostra a colpo d’occhio come lo stato fascista
avesse messo la persecuzione degli ebrei tra i punti centrali della sua azione tanto da essere considerato «uno dei primi motivi conduttori della “rinascita” fascista»
Il secondo quello di colmare un vuoto su questa tipologia di campi che fino ad oggi non era mai stata esplorata nella sua totalità
ma esclusivamente trattata attraverso studi di singoli casi
L’analisi generale ci consente invece di trarre considerazioni più complessive su questo fenomeno rimasto colpevolmente ai margini della ricerca storica
Esiste quindi una certa continuità diretta
che per gli ebrei ha significato un cambio di paradigma
la prigionia in quei campi si è trasformata dalla persecuzione dei diritti a quella delle vite
Se prima dell’8 settembre 1943 le minacce di concentramento in campi specifici non vennero mai attuate
neanche per gli ebrei stranieri che si sarebbero dovuti allontanare dall’Italia dopo dell’introduzione delle leggi razziali del 1938
con lo scoppio del secondo conflitto mondiale
invece sotto Salò le politiche antisemite fecero uno scatto in avanti
fino a quel momento utilizzato soprattutto in chiave di repressione del dissenso
divenne una vera e propria misura antisemita
usata per rendere concreto il nuovo stereotipo dell’ebreo “nemico interno”
L’internamento ebraico della Rsi colpì oltre novemila ebrei italiani e stranieri
tutti perseguitati ora esclusivamente per morivi razziali
che aveva una forte sintonia con il precedente istituto del confino di polizia
fino all’8 settembre 1943 nello stato fascista non corrispose ad alcun piano di eliminazione fisica degli ebrei
La situazione mutò radicalmente dopo la svolta dell’8 settembre quando avvenne la resa italiana nei confronti degli Alleati: da quel momento fino alla fine della guerra la penisola fu divisa in due
a nord la neonata Repubblica di Salò messa sotto tutela dall’occupazione tedesca con l’operazione Achse
La ferocia di quello che avvenne durante i 20 mesi di vita del Rsi
e si materializza con l’istituzione di una rete di campi provinciali per ebrei
amministrati direttamente dalle autorità fasciste repubblicane italiane
Due sono le date fondamentali della persecuzione ebraica nel territorio di Salò
il 14 novembre quando fu emanato il Manifesto di Verona dove furono sanciti i principi costitutivi della Repubblica sociale
tra cui il punto 7 dove gli ebrei erano indicati come «stranieri nemici
5 firmata da Buffarini Guidi che imponeva agli ebrei la prigionia in appositi «campi di concentramento provinciali»
e il sequestro dei loro beni mobili e immobili
Capogreco individua diversi tipi di campi presenti in Italia centro settentrionale: i campi di internamento per ebrei: creati per concentrarli prima della deportazione verso Auschwitz e altri lager nazisti
Tra i tanti censiti sicuramente tra i più noti e conosciuti ci fu quello di Fossoli
direttamente dai tedeschi come centro di raccolta prima della deportazione verso i lager nazisti
Altri campi importanti per le strategie persecutorie dei tedeschi e dei fascisti
Bolzano e la Risiera di San Sabba a Trieste
la vita non era semplice: a seconda del luogo potevamo trovare situazione diverse come sovraffollamento
nonostante sapessero a cosa andavano incontro i deportati
Ancora oggi la narrazione ufficiale dell’Italia democratica attribuisce la responsabilità principale delle deportazioni ai nazisti
minimizzando il ruolo dei fascisti italiani
contribuendo a creare un negazionismo storico che minimizza il ruolo della Rsi nelle persecuzioni
tutte le responsabilità fasciste rispetto a questi crimini non emersero mai per vari motivi
dal nuovo posizionamento geopolitico del nostro paese dopo la fine della guerra
dall’assenza di condanne dovute all’amnistia Togliatti o più semplicemente la naturale voglia di girare pagina della popolazione civile: tutto questo ha però provocato un enorme amnesia su quello che i fascisti avevano fatto durante il periodo della Repubblica di Salò
arrivata rinforzata fino all’ottantesimo anniversario del 25 aprile 1945
è anche alla base del fatto che oggi può essere criticato il Manifesto di Ventotene
cuore antifascista della moderna Europa contemporanea
e non il Manifesto di Verona dove fu sostanzialmente data via libera alla Shoah in Italia
Internamento ebraico e Shoah in Italia (Einaudi 2025
euro 30) è un libro di Carlo Spartaco Capogreco
Si è sfiorata la tragedia nella mattinata di ieri
quando un uomo di 75 anni si è immerso nelle gelide acque del Garda intorno alle ore 10
Provvidenziale è stato infatti l'intervento della Guardia di Finanza
quando due unità navali che stavano pattugliando la costa del Golfo di Salò hanno notato l’uomo in acqua: una volta avvicinatisi sono infatti riusciti a recuperarlo e portarlo a bordo con l’aiuto di un salvagente
Le condizioni dell’uomo sono da subito erano critiche
in quanto in evidente stato di ipotermia e sotto shock
ma dopo essere stato trasportato in ospedale a Montichiari i sanitari sono riusciti a stabilizzarlo
tant'è che il ricovero è avvenuto in codice verde
il supermercato del centro riapre con il marchio DesparSimone BotturaQuattro mesi fa la chiusura
ora sono in corso i lavori di ammodernamento
L’intenzione è quella di ultimarli entro Pasqua2' di letturaI manifesti che annunciano la prossima apertura del supermercato - © www.giornaledibrescia.itAARiduciIngrandisciIl vecchio market di via San Bernardino a Salò riapre i battenti
I manifesti affissi all’esterno della struttura annunciano la «prossima nuova apertura»
soprattutto quelli più anziani che non hanno la possibilità di prendere l’auto per recarsi negli altri supermercati
torneranno a poter fare la spesa in centro storico
Una comodità che mancava dal 30 settembre scorso, quando l’Italmark di via San Bernardino
storico punto vendita aperto dall’allora Italfrutta nel 1969
chiuse i battenti suscitando il rammarico di molti
che sottolineò il valore sociale del punto vendita
«Siamo evidentemente felici – il commento del sindaco Francesco Cagnini – della notizia di una prossima apertura con una nuova gestione del punto vendita
avendone sempre sottolineato il valore sociale
al servizio soprattutto della comunità dei residenti
in occasione della notizia della chiusura del supermercato
ci eravamo subito attivati e spesi in un incontro con la proprietà
invitandola a valutare le proposte che andassero nella direzione di mantenere un presidio con le medesime caratteristiche merceologiche
Cosa che oggi è avvenuta e ulteriormente confermata anche da un primo incontro con i nuovi gestori che ci hanno anticipato che l’intenzione è di aprire già a Pasqua
a seguito di alcuni lavori di ammodernamento»
Una buona notizia per molti residenti. Va detto che a Salò c’è un certo fermento sul fronte delle strutture della grande distribuzione. Alla rotonda di Cunettone, lungo la Sp 25 per Puegnago, si lavora a pieno regime nel cantiere che sta edificando un nuovo supermercato che aprirà con il marchio Lidl
con una superficie di 1.950 metri quadrati
Andrà ad aggiungersi all’Aldi aperto nel 2019 a poca distanza
Ci saranno così tre supermercati nel raggio di pochi decine di metri
che si aggiungono peraltro ai due già presenti a ridosso del centro di Salò
Da segnalare che sulla Sp 25 sono in corso
in funzione del nuovo supermercato e per migliorare il servizio alla frazione di Cunettone
lavori di rifacimento e potenziamento della rete dell’acquedotto
Per questa ragione fino al 14 febbraio lungo la Provinciale è istituito un senso unico alternato regolato da un impianto semaforico
La mozione era stata presentata dal capogruppo della maggioranza di centrosinistra del consiglio Tiberio Evoli ed era sostenuta anche dal sindaco Francesco Cagnini che in passato
A Mussolini la cittadinanza onoraria era stata conferita il 23 maggio 1924 non dal consiglio comunale
ma dal commissario prefettizio Salvatore Punzo
che era stato mandato a Salò nel 1919 per fondare la sezione locale del Partito Fascista (nel frattempo il fascismo aveva preso il potere in Italia
Fino al 2024 Salò era stata governata per vent’anni dal centrodestra
che non aveva mai valutato la revoca e poi l’aveva respinta quando era stata avanzata dalla minoranza
Questa era infatti la terza volta che veniva proposta la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini
ma solo la prima da quando c’è un sindaco di centrosinistra
La prima mozione era stata presentata ad aprile del 2019 dal consigliere Stefano Zane
ma non era stata inserita nel programma del consiglio comunale per via delle imminenti elezioni amministrative
Il centrodestra vinse di nuovo e a gennaio del 2020 la minoranza presentò una seconda mozione
che all’epoca aveva 23 anni ed era consigliere comunale
La proposta fu respinta con 14 voti contrari e 3 favorevoli
Al tempo la maggioranza si oppose definendo la proposta «strumentale e anacronistica»
sostenuto da gruppi di cittadini e associazioni locali
insiste da anni sulla necessità di cambiare la percezione dall’esterno di Salò prendendo anche formalmente le distanze dal suo passato
eletto a giugno del 2024 con oltre il 40 per cento delle preferenze
dice che il suo comune ha saputo andare oltre il fascismo seguendo lo stesso percorso del resto d’Italia dopo la Liberazione
– Leggi anche: Che posto è Salò
La Repubblica Sociale Italiana non ebbe una vera capitale, ma Salò e i paesi vicini del Garda ne divennero il centro perché qui si insediarono alcuni dei ministeri più importanti, il comando delle forze armate tedesche e lo stesso dittatore Benito Mussolini, formalmente a capo della RSI.
Il velivolo più elementare e familiare nell’esperienza comune è un pezzo di storia dell’aviazione e un modello ancora utile per lo sviluppo di aerei senza motore
16 libri su morti che ritornano: zombie, principesse avvelenate, eroici pirati e rockstar immortali
Li ha scelti il Guardian andando oltre Shoreditch e Kreuzberg, per fuggire alla ressa dei centri storici in posti come Praga, Varsavia e Parigi
La qualità dell'aria è migliorata, e si sente, ma nelle acque e nei terreni circostanti le cose sono peggiorate
Il sindacato interno dice che sono stati inseriti troppi dipendenti poco competenti e senza concorso
Riccardo Claris è stato accoltellato durante una rissa nata da una lite sul calcio: è stato arrestato un tifoso dell'Inter
Ha riaperto tra molte proteste da poco più di un mese è c’è già stata una rivolta, su cui però non vengono date informazioni
Chi SiamoPrivacyGestisci le preferenzeCondizioni d'usoPubblicitàIl Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano
419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980
in onda domenica 16 marzo alle 12.20 su Rai 1
limoni e Il Vittoriale2' di letturaAnche Sirmione tra le tappe di Linea VerdeAARiduciIngrandisciLa puntata di Linea Verde
andrà alla scoperta della storia e delle tradizioni del Lago di Garda
Il lago più grande della penisola italiana che
Peppone Calabrese e Livio Beshir inizieranno il loro cammino da Sirmione, una sottile striscia di terra che si estende per 4 km nel cuore della sponda bresciana del Lago di Garda. Da lì Peppone intraprenderà un viaggio nella natura e nelle tradizioni di questo splendido territorio. A Manerba del Garda
incontrerà un pescatore che lo coinvolgerà in una battuta di pesca e parlerà dell'importanza di questa attività che ha sempre rappresentato una grande fonte di reddito e sostentamento per gli abitanti del lago
assisterà alla preparazione di uno dei piatti tipici del territorio
mentre sulle colline di Salò incontrerà una famiglia che ha deciso di trasferirsi sul lago per allevare animali e produrre vari tipi di formaggio
Livio racconterà alcuni personaggi della storia
dell'arte e della letteratura che tanto hanno amato questi luoghi
Un post condiviso da Linea Verde Rai (@lineaverderai)
per raccontare la vita del celebre poeta e scrittore Gabriele d'Annunzio
scoprirà le caratteristiche dei limoni Madernina
Margherita Granbassi salirà invece sul Treno del ricordo che
la porterà fino a Roma per ripercorrere idealmente il viaggio compiuto dagli esuli istriani
a Sirmione dove canteranno alcune canzoni in dialetto bresciano insieme al musicista Charlie Cinelli
Il sindaco deve decidere se portarla in Consiglio2' di letturaBenito MussoliniAARiduciIngrandisciTorna d’attualità
la proposta di revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini
con la maggioranza che ha manifestato l’intenzione di porre la mozione che chiede di annullare il decreto di conferimento del titolo di cittadino onorario al duce all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale
L’ordine del giorno sarà reso noto solo domani
Per sapere se il sindaco Francesco Cagnini sottoporrà la questione all’attenzione dell’aula già alla prossima seduta bisogna dunque attendere ancora
Le voci della proposta avanzata nella riunione dei capigruppo sono circolate in fretta
riaccendendo un dibattito mai sopito sull’opportunità di recidere
con un atto simbolico del Consiglio comunale
quel legame con il fascismo che il nome di Salò inevitabilmente evoca
Il decreto di conferimento della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini è datato 23 maggio 1924
ma il commissario prefettizio Salvatore Punzo
inviato nella cittadina gardesana nel 1919 per fondare la sezione del partito fascista
Del decreto, rimasto chiuso e dimenticato nel faldone con le deliberazioni 1924-1927 per decenni, si tornò a parlare nel 2019
quando il consigliere del gruppo di minoranza Scelgo Salò Stefano Zane
presentò una mozione chiedendo la revoca della cittadinanza come «gesto dal grande significato simbolico» dal parte del Consiglio comunale del sindaco Giampiero Cipani
La richiesta fu portata una prima volta in Consiglio l’8 aprile 2019
L’Amministrazione Cipani giudicò «pregiudiziale» l’iniziativa
«Siamo in campagna elettorale e il tema crea inutili tensioni
La questione sarà affrontata dopo le amministrative di maggio»
Così, dopo le elezioni del 2019, nel gennaio 2020, la mozione venne riproposta dalla nuova minoranza del gruppo Salò Futura, sottoscritta da Giovanni Ciato, Manuela Zaminato e dal giovane consigliere Francesco Cagnini, oggi primo cittadino. La mozione fu respinta con 14 voti contrari
che definì la richiesta «strumentale e anacronistica»
vennero illustrate dall’allora capogruppo Gualtiero Comini: «Quale sarebbe di fatto l’utilità di un provvedimento di questo genere
Mussolini rimase così cittadino onorario di Salò
Il sindaco Francesco Cagnini: "La revoca andava semplicemente fatta
A distanza di un secolo dall'assegnazione
Benito Mussolini non è più cittadino onorario di Salò
il consiglio comunale ha ufficialmente revocato il riconoscimento concesso nel 1924
chiudendo simbolicamente un capitolo ingombrante della memoria collettiva
tristemente legata agli anni della Repubblica Sociale Italiana
si è espressa mercoledì 26 febbraio con un voto che ha sancito la fine di un lungo dibattito
Dodici i consiglieri favorevoli alla mozione presentata da Tiberio Evoli
esponente della maggioranza di centrosinistra che
guida il comune dopo due decenni di amministrazioni di centrodestra
Non è stato un percorso privo di ostacoli: era già la terza volta che il tema approdava in consiglio
Ma questa volta il verdetto è stato chiaro: Salò volta pagina
spezzando un legame simbolico con il suo vergognoso passato fascista
"Potevamo portare il caso in aula per il 25 aprile ma abbiamo anticipato i tempi"
spiegano i consiglieri di maggioranza che hanno firmato la mozione
"Le idee rappresentate dalla cittadinanza onoraria a Mussolini non hanno più spazio nell'Italia e nella Salò di oggi - ha detto il sindaco
Questa è un'iniziativa portata avanti da un'amministrazione guidata da un sindaco nato 50 anni dopo la liberazione del 1945
che non può quindi in nessun modo vedere questo passaggio come una contrapposizione ideologica
che riafferma i valori di amore verso la libertà e la democrazia
Con la revoca ribadiamo i principi e i valori costituzionali che dovrebbero essere condivisi da tutti
più volte ribaditi anche di recente dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e che sono altamente 'civici'
E ancora: "Alla luce dei valori costituzionali e democratici che
Benito Mussolini non merita alcuna onorificenza dal Comune di Salò
La revoca è un passaggio che non merita ulteriori parole
giustificazioni né tantomeno giudizi
Andava semplicemente ed evidentemente fatta"
"La nostra costituzione poggia su basi antifasciste e quindi direi che è arrivato il momento per compiere questo passo"
ha detto nei giorni scorsi l'ex ministro della Giustizia Marta Cartabia quando dall'altra parte della provincia bresciana
ha partecipato ad un altro momento di comunità: il riconoscimento della cittadinanza onoraria a Manlio Milani
marito di una delle otto vittime di Piazza della Loggia e instancabile presidente della Casa della memoria di Brescia. É giunta l'ora - dunque - che anche la città
che ancora porta le ferite della bomba neofascista
chiuda per sempre i conti col passato: la cittadinanza onoraria a Mussolini è un'ignominia che va cancellata al più presto.
La figura professionale che si richiede dovrà coordinare sia la Fondazione che il Museo3' di letturaGli interni del MuSa - © www.giornaledibrescia.itAARiduciIngrandisciUn nuovo direttore generale per il MuSa di Salò
La Fondazione Opera Pia Carità Laicale e Istituto Lodroniano
in esecuzione della delibera del Consiglio del 30 gennaio
ha pubblicato un bando per la selezione della nuova figura
che dovrà coordinare sia la Fondazione sia il MuSa
gestito in convenzione con il Comune di Salò
intende intraprendere un percorso di crescita orientato alla valorizzazione del patrimonio culturale della città
Le linee guida del mandato si ispirano a una visione che considera la cultura uno strumento essenziale per rafforzare il tessuto comunitario
con particolare attenzione alle esigenze dei giovani e all’i per visitatori nazionali e internazionali
Il bando, scaricabile dal sito del Museo di Salò e da quello del Comune di Salò
prevede che una Commissione di valutazione
istituzioni culturali e amministrazione pubblica e presieduta dal presidente della Fondazione
da compilare tramite il modulo allegato al bando
dovranno essere presentate entro le 12.30 del 22 marzo
Tra i requisiti minimi per l’ammissione figurano: laurea
o titolo equivalente conseguito anche all’estero
con preferenza per indirizzi legati alla conservazione e valorizzazione dei beni culturali o con un orientamento manageriale
organizzazione o coordinamento di progetti culturali
con particolare riferimento a musei e istituzioni affini
Buona conoscenza della lingua italiana e inglese
ulteriori titoli di studio (specializzazioni
che includano l’esperienza nell’organizzazione di mostre
Saranno apprezzati anche i contributi accademici
la partecipazione a convegni di settore e le pubblicazioni relative al campo museale
Il Museo di Salò ospita collezioni che spaziano dall’Età Romana al XXI secolo e rappresenta un punto di riferimento per il territorio
Nel 2024 il museo ha registrato oltre 17.600 ingressi
iniziative temporanee e un’attiva offerta didattica rivolta alle scuole
Il MuSa riaprirà al pubblico sabato 22 marzo
con orari di apertura dal martedì alla domenica
Fondata sulla tradizione che affonda le radici nella Compagnia della Carità Laicale del 1595
la Fondazione ha saputo coniugare la gestione di un patrimonio storico e culturale con l’innovazione
promuovendo sinergie significative con il Comune di Salò
Dall’avvio del Piano Integrato di Recupero degli anni ’90 alla trasformazione in fondazione nel 2004
l’ente ha consolidato il suo ruolo nella valorizzazione degli immobili comunali e nella gestione del MuSa
contribuendo in modo determinante allo sviluppo culturale del territorio
Con questo nuovo bando la Fondazione si propone di «individuare una figura di eccellenza
capace di condurre una strategia pluriennale volta a potenziare ulteriormente l’offerta culturale
rafforzare l’identità locale e stimolare collaborazioni sia sul piano territoriale che nazionale»
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Militano guiderà le attività produttive dello stabilimento di Salò
«Siamo lieti di accogliere all’interno del Gruppo Lunelli una figura di rilievo come Luca Militano
con l’obiettivo di rafforzare e rendere sempre più efficienti i nostri processi produttivi
nel rispetto della tradizione e dei valori che ci contraddistinguono» ha dichiarato Simone Masè
Tassoni conferma il proprio impegno a investire nella crescita della struttura industriale e nella valorizzazione
di un brand storico del Made in Italy».Nel suo nuovo incarico
profondamente legata al territorio gardesano e all’inconfondibile identità Tassoni
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Le due imbarcazioni stavano pattugliando la costa del Golfo quando lo hanno visto annaspare
Ora è ricoverato in ospedale per lo shock e il principio di ipotermia
Nella mattinata di giovedì 10 aprile si sono registrati attimi di grande tensione nelle acque di Salò
Un uomo di 75 anni è stato salvato dall’annegamento grazie all’azione coordinata di due equipaggi della Guardia di Finanza.L’allarme è scattato pochi minuti dopo le 10: l’uomo è stato visto annaspare da alcuni militari della Sezione Operativa Navale
che proprio in quel momento stavano battendo la costa del golfo di Salò
Immediatamente le due imbarcazioni si sono avvicinate e hanno lanciato in acqua i salvagenti.Il 75enne è stato infine issato a bordo e trasportato d’urgenza a riva: a quel punto sono subentrati i soccorritori di un’ambulanza mandata dal 112
È stato portato all’ospedale di Montichiari
dove sarebbe ancora ricoverato per lo shock e il principio di ipotermia
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Scontro tra gli ultras del Trento e quelli della Feralpisalò
due ore prima del fischio d'inizio del match tra i padroni di casa e il Trento
I tifosi della squadra ospite e quelli della Feralpisalò si sono incontrati – e poi scontrati – in piazza Vittoria
Momenti di paura per commercianti e passanti: le sedie e gli arredi dei dehors dei locali sarebbero stati lanciati dagli ultras
e alcuni petardi sarebbero esplosi durante la rissa
La chiamata al numero unico per le emergenze è scattata pochi minuti prima delle 13 di oggi
Sul posto sono intervenuti i carabinieri e la polizia locale
La situazione è tornata alla normalità nel giro di pochi minuti: l’arrivo dei militari e degli agenti ha riportato la calma tra le due tifoserie
"Episodi incresciosi causati da alcuni tifosi ospiti"
si legge in una nota ufficiale diffusa dalla Feralpisalò che esprime "profonda indignazione per gli atti vandalici che hanno danneggiato la città e turbato la serenità della comunità locale"
Il club "sottolinea di aver preventivamente informato le forze dell’ordine sugli spostamenti dei tifosi ospiti
nell’ottica di garantire la sicurezza e il regolare svolgimento dell’evento sportivo" e auspica che "i responsabili vengano identificati e che simili episodi non si ripetano in futuro
ribadendo il proprio impegno per un tifo sano e rispettoso"
la città veneta diventò centrale dopo l’8 settembre 1943
anche per la logistica delle deportazioni verso la Germania
Una mostra ricorda gli eventi salienti della Resistenza e della Liberazione veronese
tra funzionari che rifiutarono di segnalare gli ebrei
la reazione dei militari italiani dopo l’armistizio e le formazioni partigiane in provincia
Nel palazzo di Castelvecchio a Verona, dove si è tenuto il primo congresso del Partito fascista repubblicano e si è svolto il processo ai gerarchi che sfiduciarono Mussolini nella seduta del Gran Consiglio, è stata allestita la mostra “Fascismo
inaugurata il 14 marzo in vista dell’ottantesimo della Liberazione e visitabile fino al 27 luglio
In questo edificio il Comune di Verona, in collaborazione con l’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea
ha realizzato l’esposizione per ricordare alcuni eventi del regime fascista e della lotta partigiana che avvennero nella città
decorata con la medaglia d’oro al valor militare per la guerra di Liberazione
“Durante il ventennio Verona non ha avuto un ruolo particolare nel contesto nazionale
anche se i fascisti locali mettevano in evidenza un primato cronologico
definendosi il ‘fascio terzogenito’ -spiega ad Altreconomia Federico Melotto
curatore della mostra e presidente dell’Istituto per la storia della Resistenza-
Dopo la fondazione della sezione di Milano il 23 marzo del 1919
seguita il giorno successivo da quella di Torino e Genova
il 25 marzo fu costituito proprio il gruppo di Verona
Nonostante Mussolini vi avesse svolto parte del servizio militare
Verona non ricevette grande attenzione né una sua visita
in cui fece molti riferimenti alla situazione internazionale
Hitler nella conferenza di Monaco ribadì la sua volontà di controllare i territori europei abitati da popolazioni d’origine tedesca e procedette all’annessione della regione dei Sudeti”
Da questo avvenimento incomincia la mostra che ripercorre gli anni della Resistenza veronese tramite documenti
filmati d’epoca e allestimenti multimediali
Verona divenne importante durante la Repubblica di Salò poiché era sede di alcuni uffici
come il ministero delle Comunicazioni e il Tribunale militare territoriale
ma anche come snodo ferroviario del Nord Italia e per la Germania
Soprattutto in città si tenne il Congresso del partito fascista repubblicano del 14-15 novembre 1943
in cui fu redatto il “Manifesto di Verona”
il piano programmatico e ideologico del nuovo regime
Tra l’8 e il 10 gennaio 1944 invece ci fu il processo ad alcuni dei gerarchi “traditori” del Gran consiglio che durante la seduta del 24-25 luglio 1943
il cui verbale originale è visibile all’interno della mostra
votarono una mozione di sfiducia contro Mussolini e per affidare il comando dell’esercito al re Vittorio Emanuele
Storia del Partito nazionale fascista a Verona’ edito da Donzelli-
L’altro evento rilevante avvenne nella caserma di Santa Marta
dove il reggimento Pasubio guidato dal colonello Eugenio Spiazzi rifiutò di cedere le armi ai tedeschi
Entrambi gli episodi si sono conclusi con una resa degli italiani
però nei mesi successivi la lotta partigiana si strutturò tramite la nascita del Comitato di liberazione nazionale locale e la creazione delle prime formazioni che andarono in montagna”
In città erano presenti vari uffici dell’esercito nazista
tra cui il Comando generale della polizia di sicurezza delle SS
al cui interno era attivo l’Ufficio tedesco per le questioni ebraiche comandato dal gerarca Friedrich Boßhammer
alla cui figura viene dedicato un pannello d’approfondimento
Ospitato nel Palazzo dell’Ina in corso Porta nuova
questo ufficio ha coordinato parte della deportazione degli ebrei italiani verso i campi di sterminio
“Da Verona sono partiti almeno sette convogli con 2.182 individui
tra cui antifascisti e combattenti della Resistenza
Le persone d’origine ebraica deportate dalla provincia sono state 659
di cui oltre la metà non è più ritornata -riporta Melotto-
Conosciamo vari episodi di famiglie che hanno fornito protezione agli ebrei
ma soprattutto dai documenti abbiamo individuato che alcuni funzionari della questura
quando dovevano verificare la presenza o meno di ebrei
riportavano sistematicamente che non li trovavano
Secondo la ricerca dello storico Olinto Domenichini
un gruppo di 266 persone riuscì per questo motivo a evitare la deportazione”
La mostra di Castelvecchio include anche il progetto “I luoghi della memoria”
una mappa delle zone della città significative per la storia della Resistenza
A Verona erano presenti almeno dieci luoghi di detenzione
tra cui il palazzo dell’Ina dove fu incarcerato nell’inverno del 1945 anche Ferruccio Parri
primo presidente del Consiglio del dopoguerra
Nel luglio del 1944 avvenne l’assalto al carcere degli Scalzi da parte di sei militanti dei Gruppi d’azione patriottica (Gap) che riuscirono a entrare armi in pugno nella struttura e a liberare il sindacalista Giovanni Roveda
L’esposizione ricorda alcune importanti figure storiche legate a Verona tramite quattro isole multimediali
in cui la proiezione olografica di un attore impersona e restituisce la voce del gerarca Galeazzo Ciano
dell’ufficiale nazista Friedrich Boßhammer e di due figure della Resistenza locale
lo scultore antifascista Vittore Bocchetta e la partigiana Rita Rosani
Nata a Trieste da una famiglia di ebrei cecoslovacchi e maestra elementare
Rosani si unì a una formazione partigiana attiva in Valpolicella
dove nel settembre 1944 durante un rastrellamento condotto dall’esercito nazista morì a 24 anni
ricevendo la medaglia d’oro al valore militare
“Nel territorio della provincia erano attive delle formazioni nelle colline e nelle montagne attorno a Verona
ma anche nelle zone di pianura c’erano dei piccoli gruppi legati ai Gap che agirono con atti di sabotaggio o di piccolo terrorismo
Erano molto mobili per potersi adattare a un contesto in cui era difficile nascondersi
ma diedero il loro contributo alla lotta partigiana”
La liberazione di Verona avvenne il 26 aprile 1945 con l’entrata dell’esercito anglo-americano in città
con i nazisti in fuga che minarono i ponti sull’Adige per rallentarne l’avanzata
La ritirata tedesca è stata caratterizzata da due stragi a poca distanza l’una dall’altra
avvenute nella zona di Montorio e nel paese di San Martino Buon Albergo
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Per chi vive in provincia di Brescia Salò è un bel posto che d’estate si riempie di turisti stranieri. Tutto il resto d’Italia associa più facilmente il nome “Salò” al fascismo, e in particolare alla “Repubblica di Salò”
come venne chiamata a un certo punto la Repubblica Sociale Italiana (RSI)
il regime fascista controllato dalla Germania nazista che governò l’Italia settentrionale dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943
avvenuta il 28 ottobre del 1922 e ricordata come l’inizio della presa del potere fascista in Italia
Ogni anno a Salò il 28 ottobre un gruppo di nostalgici organizza una cena commemorativa in un ristorante del paese. Negli anni passati uscirono anche video e fotografie di quello che avveniva durante la cena
con i partecipanti che facevano saluti fascisti e usavano altre simbologie associate a quel periodo: fecero un po’ di scalpore
ma non hanno mai impedito che la cena si ripetesse negli anni successivi
uno degli organizzatori della manifestazione
che è stata un evento inusuale per il paese e aveva l’obiettivo di prendere le distanze sia dai nostalgici che da un’idea riduttiva di Salò appiattita sul suo passato
In paese non si parlava di fascismo e antifascismo così apertamente da un pezzo
Salò è un comune di diecimila abitanti oggi conosciuto in Lombardia e all'estero soprattutto per essere una meta turistica
Con il suo golfo è uno dei posti più noti e suggestivi del lago di Garda
Si trova a mezz’ora di macchina da Brescia
ma è facilmente raggiungibile sia da Verona in poco più di un'ora che da Milano
Si sviluppa tra il monte San Bartolomeo e il lago
sulla costa ovest del Garda: è il primo comune della cosiddetta Riviera dei Limoni (si chiama così perché a lungo la coltivazione dei limoni ha caratterizzato la costa e alcune limonaie d’epoca sono ancora visitabili)
che proseguendo verso nord comprende anche Gardone Riviera
Chi vive a Salò ne parla come di un paese tranquillo
L’unica nota davvero dolente per gli abitanti è il traffico sulla Gardesana Occidentale
la strada statale che collega tutti i paesi del lato ovest del lago di Garda
spesso intasata durante i weekend e d’estate
una delle priorità dell'amministrazione comunale è trovare un equilibrio tra la città pensata per i turisti e quella per i residenti
Andrea Maggioni è il titolare dello storico bar Italia sul lungolago ed è anche coordinatore di Confesercenti della Lombardia orientale per il lago di Garda
a differenza di altri comuni gardesani vicini
non ci sono molti alberghi e questo fa sì che le presenze
siano inferiori rispetto ad altri paesi del lago («a stagione Salò ne fa 240mila
Gli imprenditori stanno però cercando di rafforzare l’offerta
campeggi e residence con molti servizi interni per accontentare i gusti dei turisti tedeschi
americani e canadesi (questi ultimi in grande aumento sul Garda bresciano negli ultimi anni)
ma non vogliamo diventare un posto che vive quattro mesi all’anno»
investire anche sulla comunità di residenti
che tiene peraltro attivi i 256 esercizi commerciali
La storia del paese è antica: lo si vede dalla conformazione medievale del borgo e poi dalle tracce lasciate dalle trasformazioni urbanistiche successive
come i bassorilievi sulle facciate dei palazzi che ritraggono il leone di San Marco
simbolo della Repubblica di Venezia che qui dominò dal 1426 alla fine del Settecento
In una domenica di bel tempo le persone a passeggio per il centro del paese sono parecchie
Si fermano a fare colazione o a bere un pirlo in tarda mattinata (lo spritz da queste parti si chiama così) e a guardare le vetrine dei negozi tra le viuzze interne
altri entrano a visitare il Duomo e il MuSa
il museo civico situato alle spalle del lungolago
appena oltre la strada che delimita il centro
Pochi ricordano che Salò in passato era conosciuta anche come “Magnifica Patria”
o che fu la città natale di uno dei più importanti liutai del Cinquecento considerato l'inventore del violino per come lo conosciamo oggi
Quando si parla di questo posto si tende subito a ricordare invece la Repubblica di Salò
all’apparenza non ha lasciato strascichi in paese: in giro non si incontrano
simboli o insegne che abbiano a che fare la RSI o che la rievochino in qualche modo
Pozzan specifica che la manifestazione di domenica
a cui hanno partecipato circa duecento persone
non è stata però una semplice protesta contro la cena dei nostalgici
«Salò ha dato un importante contributo alla Resistenza e soprattutto non è solo il suo passato: vorremmo che si sapesse anche questo
Chi contesta l’antifascismo è gente che non capisce che il mondo è andato avanti»
si possono citare le gite dei nostalgici al Vittoriale degli Italiani
il complesso di edifici fatto costruire tra il 1921 e il 1938 dal poeta Gabriele D’Annunzio a Gardone Riviera
su cui si è molto insistito anche per opportunità»
La manifestazione antifascista in piazza Vittoria a Salò
ma Salò e i paesi vicini del Garda ne divennero il fulcro perché qui si insediarono alcuni dei ministeri più importanti
il comando delle forze armate tedesche e lo stesso dittatore Benito Mussolini
formalmente a capo della RSI (e ancora cittadino onorario di Salò)
Mussolini era appena stato liberato dai paracadutisti tedeschi dal Gran Sasso
dove era finito dopo il 25 luglio del 1943
quando venne sfiduciato e arrestato in seguito ad alcune pesanti sconfitte subìte in guerra dall'Italia e allo sbarco in Sicilia delle forze alleate
dove incontrò alcuni gerarchi fascisti che erano scappati dall’Italia
che puntava così a governare i territori italiani occupati militarmente dall’esercito tedesco
La sera del 18 settembre Mussolini annunciò la nascita della RSI su Radio Monaco
parlando di uno Stato «nazionale e sociale»
Il governo della RSI era decentrato in varie città del Nord Italia: tra gli altri
il ministero delle Finanze e quello della Giustizia avevano sede a Brescia
mentre a Venezia c’era il ministero dei Lavori pubblici
Salò e il lago di Garda furono scelti come sede di ministeri e uffici strategici
era molto vicino: l’esercito nazista aveva infatti occupato la provincia di Trento
un comune a nord del lago di Garda che dista meno di cinquanta chilometri da Salò e trenta chilometri da Gargnano
Alcuni cimeli celebrativi di Benito Mussolini al MuSa di Salò
che non evidenziava abbastanza il ruolo subordinato di Mussolini alla Germania
Caterina Cannizzaro dell'ANPI Medio Garda ha aggiunto che il fatto che esista una sezione dedicata alla RSI a Salò è problematico perché non fa che rafforzare l’associazione tra fascismo e il paese
Finora comunque la sezione sta piacendo: per il MuSa ha dato anzi un contributo decisivo all'aumento dei visitatori del museo (15.208 da fine marzo
a oggi contro i 13.372 nello stesso periodo dello scorso anno)
«È una pagina di storia che si lega ineluttabilmente nell’immaginario e nella riflessione storiografica a Salò
La RSI è inoltre fondamentale per capire il Novecento italiano
perché il neofascismo che poi sfociò nel terrorismo nero durante gli anni Settanta si ispirò alla RSI più che al Ventennio
Pertanto o si lascia quel periodo a nostalgici e neofascisti
o lo si affronta in modo critico e storiografico»
«D’altronde ancora oggi uno dice Salò e si pensa alla RSI: di cos’altro avremmo dovuto parlare?»
Dice che il suo comune ha saputo andare oltre il fascismo seguendo lo stesso percorso del resto d’Italia dopo la Liberazione
Cagnini ha 28 anni ed è stato eletto lo scorso maggio con la lista Civica Salò prendendo il 40,47 per cento delle preferenze
La giunta guidata da Cagnini si è insediata dopo vent’anni di amministrazione di centrodestra con l’ex sindaco Giampiero Cipani
Il modo in cui li conosciamo oggi ha a che fare con proibizionismo, femminismo e buone maniere
Storia di come una peculiarità che non notiamo quasi più abbia avuto una grande utilità quando le monete erano fatte di metalli preziosi
Chi fa le leggi? E chi giudica i cittadini? E che cosa dicono i Patti Lateranensi? Una guida per capire come vanno le cose in una monarchia assoluta elettiva
Chi SiamoPrivacyGestisci le preferenzeCondizioni d'usoPubblicitàIl Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano, 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980
AccediLa piccola 5th Avenue
ha creato scompiglio tra i tavolini dei bar della piazza lanciando petardi
quando i trentini si sono accorti di tifosi della Feralpi tra le persone sedute ai tavolini dei bar
La confusione per fortuna è durata poco e i tifosi ospiti hanno poi proseguito la passeggiata fino allo stadio e non si sono
«Feralpisalò condanna con fermezza gli incresciosi episodi avvenuti nel centro di Salò prima del match contro il Trento
Il club esprime profonda indignazione per gli atti vandalici che hanno danneggiato la città e turbato la serenità della comunità locale»
Nella nota diffusa si legge inoltre che la società gardesana ha «preventivamente informato le forze dell’ordine sugli spostamenti dei tifosi ospiti
nell’ottica di garantire la sicurezza e il regolare svolgimento dell’evento sportivo
quanto accaduto prima della partita rappresenta un episodio grave e deprecabile
lontano dai valori di sportività e rispetto che il calcio dovrebbe promuovere»
Il club inoltre auspica «che i responsabili vengano identificati e che simili episodi non si ripetano in futuro
ribadendo il proprio impegno per un tifo sano e rispettoso»
Così ha deciso mercoledì sera il Consiglio comunale
approvando la mozione presentata dal capogruppo di maggioranza Tiberio Evoli
L’aula si è così espressa: 12 voti favorevoli alla revoca della cittadinanza onoraria
quelli dei consiglieri della maggioranza della Civica Salò del sindaco Francesco Cagnini
Erminia Bonfanti e Massimiliano Frau) e un astenuto (Giovanni Ciato)
marito di una delle otto vittime di Piazza della Loggia e instancabile presidente della Casa della Memoria di Brescia
«Potevamo portare il caso in aula per il 25 aprile ma abbiamo anticipato i tempi» viene spiegato dai consiglieri di maggioranza che hanno firmato la mozione che il sindaco Francesco Cagnini
sfidando i tentativi delle opposizioni di allungare i tempi della seduta e far saltare l’ordine del giorno
Ma nel paese gardesano dove Fratelli d’Italia ha intitolato a Giorgio Almirante la sede locale
l’era del Duce questa volta si chiude davvero
E dopo Salò il caso cittadinanza potrebbe aprirsi anche a Brescia
dove è ferma dallo scorso 28 ottobre una mozione a firma del consigliere Pd Andrea Curcio
revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini: si vota oggiLa Redazione WebQuesta sera alle 20 il Consiglio comunale nel quale si voterà la mozione presentata dal capogruppo di maggioranza Tiberio Evoli2' di letturaBenito Mussolini durante un discorsoAARiduciIngrandisciIl Consiglio comunale di Salò deciderà stasera se revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini
Non è la prima volta che a Salò si effettua questo tentativo: l’8 aprile 2019 la mozione del consigliere di minoranza Stefano Zane non venne neppure messa in votazione; mentre nel gennaio 2020 la mozione venne riproposta dalla nuova minoranza del gruppo Salò Futura di Giovanni Ciato (sottoscritta anche dal giovane consigliere comunale 23enne Francesco Cagnini
arrivò in Consiglio ma fu respinta con 14 voti contrari e 3 favorevoli
Il 26 febbraio potrebbe dunque diventare una data a suo modo storica: la chiusura di un cerchio che sulle sponde del lago di Garda si è aperto più di cent’anni fa e si intreccia – giusto per dare più rilevanza a tutta la vicenda – anche con la Repubblica Sociale Italiana, nota appunto come Repubblica di Salò
La cittadinanza onoraria venne conferita al duce il 23 maggio 1924
In quel caso non fu il Consiglio comunale ad attribuirla
Lunedì 17 febbraio in una riunione dei capigruppo del Consiglio comunale di Salò il consigliere di maggioranza Tiberio Evoli ha manifestato l’intenzione di porre una mozione che chiede di annullare il decreto di conferimento del titolo di cittadino onorario al duce
Una decisione che da subito ha scatenato reazioni diverse
riaccendendo il dibattito attorno a Mussolini e al fascismo
Il giorno successivo il sindaco di Salò Francesco Cagnini e la presidente del Consiglio comunale Roberta Ghirardi hanno dato seguito alla proposta avanzata da Evoli
Nel frattempo l’Amministrazione ha deciso di non rilasciare né commento né dichiarazioni
La cittadinanza onoraria a Mussolini è già stata revocata in molti Comuni
ma per la valenza storica e simbolica che possiede Salò
in questo caso la decisione avrebbe un peso specifico sicuramente diverso
quotidiano di informazione registrato al Tribunale di Brescia al n° 07/1948 in data 30 novembre 1948.