hanno notato un giovane che aveva appena commesso una rapina e stava tentando di fuggire Un episodio di rapina è stato sventato a Striano grazie all’intervento di due poliziotti che non erano in servizio uno dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e l’altro del Commissariato di San Giuseppe Vesuviano hanno sentito delle urla provenire da un supermercato e sono intervenuti Gli agenti lo hanno inseguito e hanno contattato i colleghi del Commissariato di San Giuseppe Vesuviano che sono intervenuti e hanno bloccato il ragazzo Il 17enne è stato trovato in possesso di una pistola replica e di circa 1660 euro Gli agenti hanno accertato che il ragazzo aveva commesso la rapina minacciando con la pistola Servizi giornalistici video e testuali 24 ore su 24 dall'Agro Nocerino Sarnese Valle dell'Orco e Valle Metelliana e Salerno Nord Impara come descrivere lo scopo dell'immagine (si apre in una nuova scheda) Lascia vuoto se l'immagine è puramente decorativa due poliziotti fuori servizio hanno bloccato un 17enne rumeno durante una rapina in un supermercato di Striano sorprendendo il giovane nel tentativo di nascondere una pistola replica senza tappo rosso .  con il supporto del Commissariato di San Giuseppe Vesuviano il ragazzo è stato fermato e trovato in possesso di 1.660 euro sottratti minacciando i presenti con l’arma È stato arrestato per rapina aggravata .  Utilizziamo i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione offrirti pubblicità o contenuti personalizzati e analizzare il nostro traffico Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito Utilizziamo inoltre cookie di terze parti che ci aiutano nell’analizzare come utilizzi questo sito web memorizzare 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Nella puntata sugli Angelucci riciclati i dossieraggi del finanziere Il ruolo dei cronisti (indagati) del "Domani" Dove finisce il dossieraggio e dove iniziano le inchieste giornalistiche di informatori pentiti e di pentiti che informano Di certo nessuno può pensare che ad alimentare il giornalismo d'inchiesta siano funzionari infedeli che impacchettano informazioni riservate alle quali hanno accesso per spedirle a domicilio in redazione o almeno nessuno può ritenere che questo sistema sia accettabile Tutto nasce da un’inchiesta della procura di Perugia che ha indagato 16 persone. I due principali accusati sono un tenente della Guardia di Finanza per anni alla direzione nazionale antimafia Nei loro confronti si ipotizzano i reati di accesso abusivo a sistemi informatici Per altri fatti Striano risponde di accesso abusivo e violazione di segreto in concorso con altri indagati tra i quali alcuni suoi colleghi o conoscenti tre dei quali del quotidiano Domani – a cui Striano avrebbe passato le informazioni riservate – accusati di concorso in accesso abusivo ai sistemi informatici la procura di Perugia ha presentato nuovi atti per sostenere la necessità del provvedimento di custodia cautelare mentre le difese hanno contestato l’utilizzabilità del nuovo materiale La prossima udienza è prevista per il 12 novembre mentre Laudati avrebbe avuto un ruolo di coordinamento Tra i nomi consultati figurano ministri del governo politici come Giuseppe Conte e Matteo Renzi ma anche celebrità del mondo dello sport e dello spettacolo.  Striano avrebbe potuto consultare quei file in relazione a indagini per riciclaggio in relazione a organizzazioni mafiose o terroristiche Non si spiega tuttavia il perché di ricerche di determinate persone che niente hanno a che fare con queste ipotesi di reato Nel corso dell’inchiesta i numeri di accessi e documenti scaricati al vaglio della procura sono aumentati Se inizialmente le indagini avevano messo nel mirino oltre 30 mila documenti scaricati da Striano tra il 2021 e il 2022 nell’informativa della Guardia di Finanzia presentata all'udienza di martedì sono menzionati circa 200mila documenti scaricati a partire dal 2019 sui possibili conflitti di interesse del neo-ministro Crosetto ha risposto presentando un esposto per chiedere alla procura di indagare sull’accesso ai dati Attraverso la denuncia il ministro della Difesa chiedeva di verificare chi e come fosse stato in grado di raccogliere quelle informazioni non a conoscenza di chiunque.  Inizialmente l’indagine è condotta dalla procura di Roma dove Crosetto ha presentato l'esposto e dove sarebbero avvenuti i reati oggetto di indagine la procura di Roma è riuscita a risalire alla fonte dei giornalisti di Domani e agli strumenti utilizzati per accedere alle informazioni Ecco quindi saltare fuori il nome di Pasquale Striano Come ricostruito lo scorso marzo sul Corriere da Giovanni Bianconi: Il 21 novembre la pm titolare del fascicolo chiede al sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati e nel giro di un mese — dopo altre acquisizioni sui telefoni dell’ufficiale — gli accertamenti sono terminati L’inchiesta ha risposto alla richiesta del ministro di trovare i responsabili della «fuga di notizie» che lo riguardava e la pm Giammaria propone al procuratore aggiunto con delega ai reati informatici di notificare a Striano l’avviso di conclusione delle indagini che anticipa la richiesta di rinvio a giudizio L’aggiunto però suggerisce di convocare prima l’indagato mentre nel frattempo le analisi condotte sugli strumenti sequestrati al finanziere confermano gli innumerevoli accessi ora al centro dell’inchiesta.  una volta che gli indagati siano venuti a conoscenza degli atti processuali e delle accuse a loro carico non ci sia più rischio di inquinamento delle prove fino al momento della richiesta di arresto non vi era stata alcuna "discovery" degli atti e che gli indagati non erano stati informati degli esiti delle indagini Questo contraddice l'assunto del GIP secondo cui gli indagati avrebbero avuto accesso parziale o totale agli atti processuali il procuratore ha espresso preoccupazioni riguardo alla possibilità che Striano tramite contatti e relazioni articolate che ha dimostrato di avere possa continuare a commettere reati analoghi anche indirettamente siano stati rilevati elementi di rischio legati all'eventuale cancellazione di chat e messaggi da parte di Striano elemento che potrebbe ostacolare la completa ricostruzione delle dinamiche e dei contatti avuti dal tenente la Procura di Perugia ha già delegato specifici accertamenti tecnici per il recupero di eventuali chat cancellate ritenendo che tali dati potrebbero rivelarsi fondamentali per l'indagine Uno degli elementi dell’inchiesta è il potenziale coinvolgimento di strutture esterne e di altri personaggi, filone che vede indagato anche un funzionario dei Servizi segreti, “una persona vicina al luogotenente Pasquale Striano”, come riporta l’ANSA Fonti del governo hanno riportato all’ANSA che l’uomo non ha incarichi operativi dell'AISE (l'Agenzia per la sicurezza esterna) Nella richiesta di arresto firmata da Cantone che Striano avesse contatti con un uomo (non indagato) che percepisce redditi dal Comando generale dei Carabinieri e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Questo contatto avrebbe chiesto informazioni riservate su un monsignore della Santa Sede suggerendo un utilizzo delle informazioni ottenute al di fuori dei canali istituzionali e ufficiali Sui “collegamenti di Striano con il Vaticano”, scrive Sulla Stampa Giuseppe Legato: Striano li ha effettuati a partire da luglio 2019 quando cioè non vi era discovery sull’attività investigativa del Promotore della giustizia della Santa Sede Sono dunque «di gran lunga antecedenti al primo atto di indagine» della giustizia inquirente pontificia ovvero alle prime perquisizioni datate 1 ottobre 2019 la Procura ha basato questa accusa su un incastro di date quelle in cui Striano ha cercato il nome di Crosetto nella banca dati L’ipotesi dei PM è che da accessi non autorizzati provenisse materiale poi usato dai giornalisti Domani ha però smentito che le informazioni su Crosetto citate negli articoli provenissero da una segnalazione di operazione sospetta dell’antiriciclaggio Un’altra contestazione a Striano riguarda l’invito di 300 documenti presenti nel sistema informativo della DNA a Tizian di undici file a Trocchia e di cinque a Vergine “negli atti di indagine però non c’è nessun riferimento al contenuto di questi documenti o il collegamento con le inchieste pubblicate” negli anni da Tizian che tra il 2019 e il 2022 ha lavorato per l’Espresso e in seguito per Domani si tratterebbe di documenti relativi a inchieste e atti della magistratura quindi accessibili anche agli avvocati delle difese Milello ha per esempio citato la propria esperienza “anche come vittima di autentici dossieraggi abusivi” "Mi paiono difficilmente compatibili con la logica della deviazione individuale Credo ci siano molti elementi che confliggano con l'idea di un'azione concepita e organizzata da un singolo ufficiale ipoteticamente infedele Uno dei punti centrali della Procura di Perugia sarà comprendere la figura e il sistema di relazioni di Striano” parlare di dossieraggio è al momento fuorviante In genere si parla di “dossieraggio” in riferimento a una raccolta di informazioni riservate fatta su commissione e a fini ricattatori ma finora la Procura di Perugia non ha spiegato quali siano le motivazioni che hanno spinto Striano a effettuare un numero abnorme di accessi al sistema informatico (numeri “mostruosi” secondo Cantone) come ribadito in più occasioni anche dal direttore di Domani Emanuele Fittipaldi i giornalisti sono indagati sulla base di notizie che sono state pubblicate e che lo stesso Guido Crosetto (dal cui esposto è partito il caso) non ha ritenuto false o diffamatorie.  Sugli aspetti deontologici e di diritto concernenti la professione giornalista e il rapporto con le fonti, la Corte dei diritti dell’uomo tutela il diritto di cronaca anche attraverso il ricorso a fonti non ufficiali Ciò significa quindi che la segretezza delle fonti è un elemento imprescindibile.  Come evidenziato dalla giurista Vitalba Azzollini, da questo punto di vista l’indagine a carico di Tizian e degli altri giornalisti può creare “un cortocircuito”. Scrive Azzollini: serve non solo l’induzione o l’istigazione ma anche la consapevolezza del giornalista che quelle che sta chiedendo siano informazioni sulle quali c’è un obbligo di segreto ma sul soggetto cui quest’ultimo si rivolge Per tutelarsi dal rischio di possibili accuse il giornalista sarebbe quindi costretto a verificare che le informazioni cui ha accesso non siano coperte da vincoli di segretezza Ma in questo caso si tratterebbe di informazioni accessibili a chiunque Un giudice può chiedere a un giornalista di rivelare una fonte in base a sole tre condizioni: l’indispensabilità della rivelazione per provare il reato contestato; l’impossibilità di accertare altrimenti la notizia in possesso del giornalista; la stretta proporzionalità tra il vincolo professionale e la necessità di accertare i fatti ai giornalisti non è stato chiesto di rendere nota la fonte impiegata per gli articoli L’imputazione dei giornalisti parte dall’assunto che la loro fonte sia il finanziere e che essi abbiano concorso con lui nella rivelazione indebita di segreto Per difendersi dall’accusa di aver spinto la fonte a rivelare informazioni coperte da segreto essi dovrebbero necessariamente rivelare la fonte stessa dato che non ricorre l’eccezione prevista da c.p.p. essi dovrebbero rinunciare al diritto di difesa Immagine in anteprima: frame video TG3 via Facebook Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati * Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Δdocument.getElementById( "ak_js_1" ).setAttribute( "value", ( new Date() ).getTime() ); 27 gennaio 2025 • 20:45La decisione del Riesame: dopo due anni di indagini da parte della procura guidata da Raffaele Cantone il fascicolo trasloca da Perugia nella Capitale Il caso era nato dopo la denuncia del ministro Guido Crosetto che cercava le fonti delle notizie pubblicate da questo giornale contro cui la procura umbra potrebbe far ricorso in Cassazione Nel frattempo il fascicolo verrà assegnato ai magistrati romani che valuteranno gli atti di indagine compiuti Dopo due anni di indagini da parte della procura guidata da Raffaele Cantone avviato a seguito di una denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto con relativa assegnazione al magistrato competente ha escluso la sussistenza delle esigenze cautelari relative al pericolo di inquinamento probatorio rigettando le argomentazioni espresse nell’appello del pubblico ministero – hanno dichiarato gli avvocati di Laudati Andrea e Maria Elena Castaldo – In particolare ha ritenuto inesistente il requisito dell’urgenza» Più in particolare al tenente della Gdf e all’ex giudice antimafia si contesta l’accesso abusivo alle banche dati contenenti anche le segnalazioni di operazioni sospette Accuse mosse nell’ambito dell’inchiesta partita proprio dalla denuncia di Crosetto che ha chiesto alla procura di Roma di individuare le fonti delle notizie pubblicate da Domani è stata presentata dopo che questo giornale aveva pubblicato una notizia sui conflitti di interessi del ministro per via dei compensi milionari ricevuti da Leonardo e altre aziende del settore delle armi fino a pochi giorni prima dell’insediamento nel governo Meloni Alle inchieste è seguita la reazione del numero uno del dicastero di via Venti Settembre: con un esposto ha chiesto di indagare per cercare le fonti dei giornalisti Ed è così che nel registro degli indagati sono stati iscritti anche i tre giornalisti di questo giornale Accusati di concorso in accesso abusivo e rivelazione di segreto e “colpevoli” di aver pubblicato fatti veri e di interesse pubblico motiva in modo dettagliato il rigetto dell’appello non ci sarebbe bisogno di “soddisfare talune delle esigenze” cautelari per “l’intervenuto pensionamento” ma anche perché gli “addebiti ascritti concernono condotte risalenti nel tempo “ In più i giudici sottolineano “l’assenza di condotte (anche) astrattamente inquinanti successive a quelle stigmatizzate nella richiesta cautelare di maggio 2024” La decisione di rigettare la richiesta della procura di Perugia in relazione ai domiciliari si fonda non solo sul fatto che gli addebiti riguardino presunte condotte “risalenti nel tempo a cui non sono seguite attività inquinanti” E cioè sul fatto che lo stesso Striano “non è più in servizio attivo in quanto in congedo per malattia sin dal 6 marzo 2024” Inoltre “in data 21 ottobre 2024 – si legge nel provvedimento dei giudici – è stato riconosciuto temporaneamente non idoneo al servizio con contestuale invito a visita collegiale presso il dipartimento di medicina legale di Roma” si è pronunciato anche sulla competenza territoriale riconosciuta in capo alla procura capitolina A questo proposito i giudici citano la recente sentenza della Cassazione motiva il riesame citando i giudici di legittimità che risponde all’esigenza di “evitare che il rapporto di colleganza e normale frequentazione nascente dal comune espletamento delle funzioni nello stesso plesso territoriale possa inquinare sarebbero stati informati di «anomalie» nelle attività del finanziere Pasquale Striano Ma la relazione redatta da Russo alla quale nessuno avrebbe dato seguito non risulterebbe né firmata né ufficializzata insieme al citato verbale sulle sommarie informazioni rese da Russo lo scorso 6 novembre e alle lettere in cui l’ex procuratore della Dna parlerebbe di «differenze di poteri» del gruppo di Striano e di come il tenente della Gdf si sarebbe mosso più liberamente rispetto all’organizzazione che lui presidiava con Cafiero de Raho che ribadisce di «non aver mai ricevuto segnalazioni di Giovanni Russo riguardanti Striano» Una laurea in giurisprudenza e un diploma all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico Un passato da redattore nei giornali locali Collabora con il servizio cultura de L’Osservatore Romano Segui tutte le inchieste del Fatto Quotidiano È tornata alla Procura di Roma l’inchiesta sui presunti accessi abusivi ai sistemi informatici operati dal finanziere Pasquale Striano in concorso con l’ex pm della Dna alle banche dati delle forze dell’ordine e non solo Hai bisogno di ulteriori informazioni? Compara tutti i piani I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi Ogni mattina l’informazione di MilanoFinanza Attiva le Newsletter per approfondire i temi importanti La maison che fa capo al colosso del lusso francese Lvmh ha varato un nuovo dipartimento industriale con l’obiettivo di garantire la continuità a lungo termine del suo storico savoir-faire a guidare questa divisione sarà Giorgio Striano in qualità di chief industrial officer Il manager italiano classe 1971 supervisionerà tutte le attività industriali della griffe e riporterà direttamente a Delphine Arnault «Giorgio ha una vasta esperienza industriale internazionale nella produzione di alta qualità Ha trascorso la maggior parte della sua carriera in EssilorLuxottica dove ha ricoperto il ruolo di direttore operativo supervisionando numerosi team e siti produttivi in tutto il mondo» ha dichiarato l’azienda francese in un comunicato ha diretto importanti operazioni industriali in particolare in Asia per cinque anni e negli Stati Uniti per oltre tre anni Giorgio ha iniziato la sua carriera in Procter & Gamble» A riportare a Striano sarà Nicolas Carré, che entrerà a far parte della maison a partire dal 1° dicembre come director for leather goods ruolo in precedenza di Patrice Guillemin, ora promosso a direttore dei progetti industriali che a sua volta farà riferimento a Striano Anche Carré farà parte del comitato esecutivo «Nicolas ha trascorso 23 anni in Louis Vuitton Ha ricoperto con successo diverse posizioni nei dipartimenti industriali della maison in Francia dove dal 2020 è direttore industriale responsabile della pelletteria e degli accessori» è stato in particolare group development manager per le collezioni di pelletteria femminile e direttore dello storico atelier d’Asnières» Delphine Arnault ha commentato: «Sono convinta che l’esperienza di Giorgio Striano e Nicolas Carré nel campo delle operazioni industriali sarà una risorsa importante per continuare la nostra eccellenza realizzando prodotti Dior di altissima qualità È più che mai importante sostenere i nostri diversi processi produttivi in ogni fase della lavorazione supervisionando tutte le attività della maison l’artigianalità e l’eccezionale savoir-faire di Dior» Per salvare la news è necessario fare la login Il tribunale del riesame di Perugia ha chiuso un'udienza particolarmente delicata sulla competenza territoriale nell’inchiesta che punta a far luce su presunti accessi abusivi alle banche dati della Direzione nazionale antimafia(Dna). Al centro delle accuse ci sono Antonio Laudati, ex sostituto procuratore della Dna, e Pasquale Striano figure di rilievo coinvolte in un'indagine che potrebbe avere importanti ripercussioni Il nodo principale riguarda la richiesta di arresti domiciliari per entrambi non scioglie solo il dubbio sulla competenza territoriale ma condiziona direttamente l’evoluzione di un caso che ha già attirato l’attenzione degli ambienti giudiziari e della politica il collegio si è riservato 45 giorni per decidere ha scelto di attendere il pronunciamento del riesame prima di procedere con la trasmissione del fascicolo alla Procura di Roma L’attività investigativa resta dunque ferma almeno fino alla conclusione delle festività natalizie ha descritto il quadro come fermo: "La situazione è congelata e in una fase di stallo" Il legale ha inoltre spiegato che l’assenza di una proroga delle indagini da parte del gip complica ulteriormente l’iter investigativo: "Penso che non possano fare attività d'indagine perché non c'è stata proroga da parte del gip" La questione della proroga è centrale Castaldo ha specificato: "Il giudice non ha deciso né sulla proroga né sulla retrodatazione dell'iscrizione nel registro degli indagati di Laudati" La situazione attuale affonda le radici nella decisione del giudice per le indagini preliminari di Perugia Il gip aveva dichiarato l’incompetenza della Procura umbra e accolto l’istanza avanzata dai difensori di Laudati La richiesta si fonda su una sentenza della Cassazione che individua nella Procura di Roma la competenzaper le indagini che coinvolgono magistrati della Dna "È andata come auspicavamo e avevamo indicato Il gip ha accolto l’eccezione di incompetenza territoriale e trasmesso immediatamente tutti gli atti a Roma dove riprenderà il procedimento" E ancora: "Ha accolto sulla base di un principio che la Cassazione ha indicato ed è stato oggetto della nostra eccezione al riesame Valutiamo molto positivamente questo passaggio perché avevamo già indicato che Perugia non è competente" la Procura di Perugia ha preferito fermarsi e attendere la pronuncia del tribunale del riesame aveva chiarito la linea dell’ufficio subito dopo la decisione del gip. "Una decisione non vincolante e per questo prima di trasmettere gli atti attenderemo la pronuncia del tribunale del riesame anche se la trasmissione appare l’approdo naturale" aveva spiegato Cantone. "Quella del gip era una decisione che ritenevamo probabile e non ci stupisce Ora attenderemo la pronuncia del riesame e poi decideremo come comportarci" nessuna nuova attività investigativa verrà compiuta La scelta di aspettare il riesame si configura come una mossa cautelativa per evitare ulteriori incertezze procedurali Se il tribunale del riesame confermasse l’incompetenza territoriale gli atti verrebbero trasferiti definitivamente alla Procura di Roma Anche su questo punto, Castaldo ha precisato: "Abbiamo tra l’altro depositato un precedente della Procura del capoluogo umbro che in un caso analogo si era espressa per la competenza di Roma" L’attesa durerà dunque 45 giorni durante i quali il procedimento resta fermo L’esito del riesame potrebbe definire non solo la questione della competenza ma anche riaprire il capitolo delle misure cautelari richieste contro Laudati e Striano la vicenda è congelata in attesa della decisione finale del tribunale Registrato al n.12/2015 del 21 gennaio 2015 Tribunale di Roma poi ha lavorato per il gruppo industriale milanese Manuli Rubber prima di entrare nel colosso italo-francese dell'occhialeria EssilorLuxottica dove ha trascorso gran parte della sua carriera gestendo grandi operazioni industriali in particolare in Asia e negli Stati Uniti Promosso a direttore delle operazioni del gruppo nel 2021 Striano ha supervisionato numerosi team e siti produttivi in ​​tutto il mondo che chiedeva la custodia cautelare degli arresti domiciliari per l’ex sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati e il finanziere Pasquale Striano indagati nell’inchiesta sui presunti accessi abusivi alle banche dati Il Tribunale ha escluso la sussistenza delle esigenze cautelari relative al pericolo di inquinamento probatorio spiegano gli avvocati Andrea Castaldo e Maria Elena Castaldo il Riesame «ha significativamente sottolineato come sia la circostanza del pensionamento del dottor Laudati sia quella dell’assenza di condotte potenzialmente manipolative del quadro probatorio escludano in radice il requisito dell’urgenza tale da giustificare l’adozione della misura cautelare Riteniamo - aggiungono gli avvocati - che la decisione di oggi rappresenti un’ulteriore riprova della piena legittimità dell’operato del consigliere Laudati e nell’esprimere piena fiducia nel lavoro dei giudici siamo convinti che le ulteriori fasi del procedimento consentiranno di chiarire tutti gli aspetti della vicenda» Il Riesame ha anche disposto il trasferimento degli atti a Roma come già aveva stabilito il gip nei mesi scorsi: la disciplina di attribuzione della competenza territoriale per i procedimenti riguardanti i magistrati della Direzione nazionale antimafia si applica solo nel caso in cui il magistrato coinvolto sia stato applicato a una Direzione distrettuale antimafia Cantone, nei mesi scorsi, ha depositato un documento secondo il quale nel 2020 i vertici della Procura nazionale antimafia - all’epoca dei fatti guidata dall’attuale deputato 5 Stelle Federico Cafiero de Raho - sarebbero stati informati circa presunte anomalie nelle attività di Striano dall’allora procuratore aggiunto Giovanni Russo con una relazione in cui venivano segnalate presunte interferenze del finanziere addetto al gruppo segnalazioni operazioni sospette sulle attività di altri gruppi di investigatori Sarebbe stato l’attuale procuratore nazionale Giovanni Melillo a seguito di un lavoro di ricognizione interno alla Dna sulle attività di Striano a rintracciare la relazione redatta da Russo fra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 Russo avrebbe segnalato una serie di “condotte anomale” e “interferenze” di Striano su altri gruppi di lavoro di investigatori alle sue dipendenze non aveva mai fatto menzione di tale documento A dare manforte a questa versione quella del luogotenente dell’Arma dei Carabinieri Gennaro Maurizio Salese che ha raccontato di aver saputo da Russo di aver saputo che aveva informato de Raho ha respinto in maniera ferma tutte le accuse Striano accedeva da una postazione presso il Nucleo di polizia valutaria quando avevo lasciato da diversi mesi la Procura nazionale e mi era succeduto il procuratore Melillo Questo dimostra ancora di più come l’attacco alla mia persona sia un attacco della maggioranza all’avversario politico - ha spiegato de Raho al Fatto Quotidiano - Comune e associazioni di Striano piantano il seme del sociale dove la valorizzazione delle eccellenze del territorio fa rima con le iniziative per l’integrazione e l’inclusione Si chiama «Impiantiamo» il progetto che nasce a Striano con l’obiettivo di esaltare il pomodoro San Marzano Dop è stata promossa dalla Pro Loco di Striano APS in collaborazione con le associazioni del territorio Cittadinanza Attiva e Colibrì ABA con il supporto dell’Assessore all’Agricoltura Luigi Rega Le associazioni cureranno tutta la parte pratica con l’obiettivo di favorire l’inclusione dei ragazzi speciali il raccolto poi sarà protagonista della tradizionale sagra che ogni anno viene organizzata dal Comune Tutto sarà possibile anche grazie all’impegno dei privati un’azienda metterà a disposizione il terreno da mettere a disposizione dei «contadini del sociale» L’appuntamento è fissato per mercoledì domani pomeriggio in Via Rivolta 40 presso un terreno sociale concesso in comodato gratuito dall’Azienda Agricola Cordella Pasquale Un appezzamento di seminativo irriguo che diventa simbolo concreto di agricoltura condivisa ragazzi e ragazze speciali coltiveranno il pomodoro San Marzano dop tipico del territorio strianese: le piantine saranno curate con amore e dedizione fino alla raccolta quando i frutti del lavoro verranno trasformati in deliziosi barattoli da un’azienda del territorio I pomodori che nasceranno da questo progetto saranno i veri protagonisti della prossima Sagra del Pomodoro A prendere parte all’appuntamento anche i responsabili delle associazioni di valorizzazione del San Marzano Dop e le istituzioni locali presidente del Consorzio del Pomodoro San Marzano DOP; Luigi Barbati assessore all’agricoltura per il Comune di Striano La giornata prevede la piantumazione collettiva del Pomodoro San Marzano DOP patrimonio agricolo e identitario del nostro territorio nel segno della convivialità e della promozione delle eccellenze enogastronomiche © 2023 Comune di Napoli - Tutti i diritti riservati Il grillino: "Una macchinazione" La storia dei presunti dossieraggi si intreccia a doppio filo con l'inizio del governo giallorosso M5s-Pd di Giuseppe Conte Un documento di cui l'ex numero due della Direzione nazionale antimafia Giovanni Russo (oggi al Dap) avrebbe riconosciuto la paternità davanti ai pm di Perugia Raffaele Cantone e Laura Reale che da mesi chiedono l'arresto del tenente Pasquale Striano il memoriale (anticipato dall'agenzia Lapresse) potrebbe essere la prova decisiva per blindare l'indagine Da alcune condotte «anomale» del finanziere romano vedi le indagini illegittime di Striano sul ministro della Difesa Guido Crosetto poi spiattellate al quotidiano il Domani è nata l'inchiesta sulla presunta centrale dei dossieraggi per accesso abusivo e rivelazione di segreto A riesumarlo e a consegnarlo a Perugia sarebbe stato Giovanni Melillo grazie a un'indagine interna sulle falle nelle banche dati Risalirebbe a quando Russo coordinava il Servizio contrasto patrimoniale e si dogliava delle troppe «invasioni» del tenente Striano dell'Ufficio Sos (Segnalazione di operazione sospetta) in indagini non sue Tra le stranezze che Russo avrebbe segnalato a Federico Cafiero de Rao ci sarebbe il vizietto di Striano di mettere le mani in incartamenti e indagini assegnati ad altri colleghi Per capire se Striano mangerà il panettone ai domiciliari bisognerà aspettare il prossimo 17 dicembre quando il Riesame deciderà sulla competenza territoriale di Perugia illegittima secondo il legale di Striano Massimo Clemente e secondo l'avvocato Andrea Castaldo difensore dell'ex pm antimafia Antonio Laudati capo di Striano oggi a riposo ma considerato da Cantone complice dei dossieraggi nelle quali i due avvocati hanno evocato la nullità di alcuni atti d'indagine e la retrodatazione dell'iscrizione nel registro degli indagati di Laudati chiedendo di spostare le indagini a Roma in base a una recente sentenza della Cassazione sulla competenza nelle inchieste sui magistrati Possibile che de Raho non sapesse di questo memoriale Tirato per la giacchetta il grillino si dice vittima di una macchinazione: «Mai ricevuto relazioni o segnalazioni le note su comportamenti anomali o scorretti non restano nel cassetto ma vanno firmate come è successo in passato quando «sono state allontanati con denuncia alla Procura competente» appartenenti al gruppo ricerche che si erano macchiati di «comportamenti anomali o irregolari» Giovani con disabilità saranno coinvolti nella coltivazione del pomodoro San Marzano dop Il Carnevale Strianese si conferma uno degli eventi più attesi dell’anno pronto a regalare emozioni e divertimento dal primo al 4 marzo 2025 la numero 41 dello storico appuntamento col divertimento a Striano con protagonisti assoluti i carri allegorici frutto di un lungo lavoro artigianale basato su innovazione e tradizione e le scuole di danza i maestri cartapestai hanno lavorato su tre carri allegorici ispirati a temi di grande attualità: intelligenza artificiale Il periodo di costruzione e realizzazione delle opere è iniziato già da diverse settimane e culminerà con le spettacolari sfilate previste nei quattro giorni di festa Si inizia sabato 1 marzo con il taglio del nastro alle ore 15 e la maschera ufficiale del Carnevale Strianese Poi si andrà avanti fino a martedì 4 marzo con un programma ricchissimo che prevede anche il coinvolgimento dei più piccoli e delle scuole Non mancherà l’intrattenimento con le esibizioni di Rosario Toscano e degli artisti strianesi Virginia Sorvillo Holy Color Party con Dj Salvatore Adiletta e la voce di Rosario Arzeo (3 marzo) Cinzia Cordella col maestro di ballo Giuseppe Pellegrino i Gemelli Diversi (4 marzo) presso l’area del Parco Verde Il Carnevale Strianese è una manifestazione di grande richiamo cultura e tradizione in un’atmosfera unica Un’occasione imperdibile per vivere la magia del Carnevale e immergersi in un vortice di colori Il Carnevale Strianese beneficia del patrocinio del Comune di Striano e della Città Metropolitana di Napoli ed è completamente gratuito Sui canali social del Carnevale Strianese è possibile consultare il programma completo.  Associazione Nazionale Comuni ItalianiVia dei Prefetti, 46 – 00186 RomaTel: 06680091Fax 06/68009202Mail: info@anci.it – PEC: anci@pec.anci.it Massimiliano GirolamiTel: 06680091Mail: rdp@anci.it hanno forzato la porta d’ingresso della banca per accedere all’interno Un furto è stato messo a segno nella notte a Striano i carabinieri della sezione radiomobile sono intervenuti in via Risorgimento 81 presso la sede della Banca Popolare Vesuviana hanno forzato la porta d’ingresso dell’istituto di credito per accedere all’interno rubandone la cassettiera contenente denaro si sono dileguati senza lasciare tracce evidenti L’entità dei danni è ancora in fase di valutazione ma il furto ha destato preoccupazione tra i residenti della zona che hanno segnalato un aumento degli episodi di microcriminalità negli ultimi tempi Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Torre Annunziata che stanno analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza e raccogliendo elementi utili per identificare i responsabili del colpo TuttoSanità Nella mattinata ieri personale della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Castellammare di Stabia in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata su conforme richiesta di questa Procura della Repubblica ha proceduto al sequestro dello stabilimento della società TGS s.r.l. che effettua la lavorazione della “galvanica elettrolitica” il cui rappresentante legale è ritenuto responsabile del delitto di inquinamento ambientale (art 452 bis c.p.) e dei reati di scarico abusivo di reflui industriali e di illecito smaltimento e deposito incontrollato di rifiuti speciali pericolosi (artt che si è avvalsa della collaborazione tecnica di un chimico in qualità di ausiliario di polizia giudiziaria e coordinate dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata hanno permesso di accertare che l’azienda in assenza delle prescritte autorizzazioni e in assenza di un preventivo e adeguato trattamento depurativo effettuava lo scarico abusivo delle acque reflue industriali provenienti dal ciclo lavorativo dell’opificio con un notevole superamento dei limiti fissati dal decreto legislativo n le analisi di laboratorio hanno rilevato la presenza di metalli pesanti (zinco invece di essere presenti solo nel “circuito chiuso” utilizzato dall’opificio nel sottosuolo e all’interno del corpo ricettore finale (pubblica fognatura) cagionando un grave danno all’ambiente derivato dalla contaminazione del processo galvanico Le articolate attività investigative poste in essere hanno permesso di accertare che la condotta abusiva di scarico dei reflui industriali ha determinato una compromissione significativa e misurabile delle acque del ricettore finale (pubblica fognatura) in ragione anche della permeabilità dei terreni contaminati con un diffuso stato di contaminazione dell’intera area interessata per il notevole superamento dei valori soglia Nel corso degli accertamenti sono emersi anche uno smaltimento illecito e un abbandono incontrollato dei rifiuti liquidi pericolosi prodotti dall’attività svolta nello stabilimento industriale Nel corso dell’esecuzione del sequestro si è accertato che le vasche del circuito chiuso tracimavano e i reflui ivi presenti cadevano al suolo con conseguente ulteriore compromissione delle matrici ambientali Oltre ad apporre i sigilli al predetto opificio i militari operanti hanno notificato la comunicazione di garanzia all’amministratore della società interessata anche per l’illecito amministrativo dipendente dai reati di cui all’art con riguardo ai profili di responsabilità individuati commessi anche nell’interesse della società Il provvedimento cautelare reale eseguito in data odierna resosi necessario al fine di evitare la compromissione ulteriore dell’ambiente circostante e del fiume Sarno si inserisce in una più ampia e articolata attività investigativa condotta da tempo dalla Guardia Costiera dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale e dai Carabinieri Forestali sotto il continuo coordinamento di questa Procura della Repubblica al fine di individuare e sanzionare gli scarichi abusivi dei reflui industriali recapitanti direttamente ed indirettamente nel fiume Sarno nei suoi tributari e nella pubblica fognatura © 2018 Tutto Sanità - News in tempo reale - Tutti i Diritti Riservati - Powered By per migliorare la navigazione e raccogliere informazioni sull'utilizzo del sito Se vuoi saperne di più o negare il consenso ad alcuni o tutti i cookie puoi visitare le pagine dedicate in questo sito scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie Visualizza l'informativa completa sulla privacy aggiornata gdpr 679/2016 nella pagina dedicata in questo sito La task force per la sicurezza ambientale in tutta la provincia di Napoli è partita mesi fa Negli ultimi mesi i militari dell’Arma impegnati nella battaglia per la tutela del territorio dall’allarme inquinamento si è intensificata concentrandosi soprattutto nei centri di raccolta per i rifiuti delle città In questa settimana i militari del Noe di Napoli insieme ai carabinieri di Torre Annunziata e funzionari dell’Asl Napoli 3 sud sono intervenuti presso l’isola ecologica di Striano Un lungo sopralluogo e diverse anomalie riscontrate da parte degli uomini in divisa che hanno passato al setaccio l’impianto in cui lavorano i dipendenti della ditta rifiuti – la Dm Technology – e controllato la documentazione per la verifica di tutte le attività effettuate all’interno del centro di raccolta Le attenzioni da parte degli uomini in divisa si sarebbero concentrate soprattutto nella zona in cui sono situate le vasche di raccolta dei materiali da differenziare Qui sarebbero emerse delle anomalie che saranno oggetto di approfondimenti da parte degli uomini in divisa del Noe e dei militari oplontini coordinati dalla procura della Repubblica di Torre Annunziata a cui a breve sarà trasmesso il fascicolo dei controlli effettuati nella giornata di ieri Lo stabilimento per il momento resterà chiuso al pubblico anche per consentire all’azienda di effettuare una serie di interventi necessari probabilmente legati proprio alle prescrizioni da parte delle forze dell’ordine Non è escluso che ulteriori controlli verranno effettuati nei prossimi giorni a occuparsene potrebbero essere proprio gli uomini del Nucleo operativo ecologico di Napoli intervenuti in via delle Industrie Intanto dal Comune fanno sapere che il servizio di raccolta dei rifiuti non si fermerà Il calendario per il conferimento della spazzatura resta attivo mentre ci saranno comunicazioni in seguito per lo smaltimento degli ingombranti che prima veniva effettuato portando i materiali presso il centro di raccolta di via delle Industrie e che ora viste le anomalie che hanno portato all’intervento del Noe andrà incontro a modifiche con l’ipotesi di un servizio porta a porta anche per quello spiegano da palazzo Filippetto Marino dove la notizia ha colto di sorpresa anche i vertici della squadra di governo locale In serata la ditta Dm Technology che gestisce il servizio di raccolta rifiuti sul territorio di Striano con un avviso alla cittadinanza ha comunicato la «temporanea chiusura» dell’isola ecologica «Per consentire interventi di miglioramento del servizio offerto – si legge – Siamo al lavoro per rendere il sistema di raccolto più efficiente e rispondere sempre meglio alle esigenze della comunità» Secondo la procura di Perugia, gli accessi non autorizzati del tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano alle banche dati della Direzione nazionale antimafia (Dna), su cui si sta indagando da oltre un anno sono molti di più di quelli ipotizzati in un primo momento Sui media ci si riferisce a questa inchiesta come al “caso dossieraggio” anche se non si sa se l’accesso alle banche dati e ai documenti riservati servisse effettivamente a un dossieraggio cioè una raccolta di documenti a fini ricattatori durante un’udienza del tribunale del riesame per la richiesta di arresti domiciliari nei confronti di Striano e dell’ex sostituto procuratore della Dna Antonio Laudati la procura ha infatti sostenuto che Striano avrebbe scaricato circa 200mila documenti tra il 2019 e il 2020 mentre finora si era parlato solo dei circa 30mila scaricati tra il 2021 e il 2022 Si tratterebbe quindi di almeno 230mila documenti in quattro anni: un numero enorme e ritenuto ingiustificato per il lavoro di Striano allora L’inchiesta in questione era iniziata da un esposto che il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva fatto in seguito a un articolo del quotidiano Domani che conteneva informazioni molto riservate sul suo conto Striano e Laudati sono ritenuti responsabili di accessi illeciti a banche dati per ottenere informazioni compromettenti su membri del governo Secondo la procura anche il numero di queste persone sarebbe molto più ampio di quanto si pensava La richiesta di arresti domiciliari nei confronti di Striano e Laudati era stata fatta dalla procura di Perugia lo scorso maggio ma era stata respinta a luglio dal giudice per le indagini preliminari (gip) Nel ripresentare la richiesta al tribunale del riesame la procura ha portato come prova dei numerosi accessi di Striano due informative della Guardia di Finanza e una nota prodotta dal gruppo SOS (segnalazioni di operazioni sospette) della Direzione nazionale antimafia Di questo gruppo Striano fece parte fino al 23 novembre del 2022 quando il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo chiese la sua rimozione dopo che si era saputo degli accessi alle banche dati Dalle prove presentate emerge tra le altre cose che Striano scaricò oltre 10mila file in un giorno: una quantità enorme e non giustificabile con attività di quotidiana amministrazione se si pensa che altri addetti con lo stesso ruolo non arrivano a questo numero neanche in quattro anni di lavoro Durante l’udienza il pubblico ministero Raffaele Cantone ha ribadito l’ipotesi che un numero così grande di documenti sia motivato anche da altri scopi oltre a quello emerso finora di passare informazioni ai giornali Sulla base di quanto emerso la procura di Perugia ha chiesto nuovamente gli arresti domiciliari per Striano e Laudati motivati dal rischio di inquinamento delle prove – Leggi anche: Le ultime novità sull’inchiesta di Perugia e il “dossieraggio” Non più di tanto, scrive il New York Times: trasportano molti batteri, ma non più di quelli che si trovano su altri oggetti con cui entriamo in contatto ogni giorno 16 libri su morti che ritornano: zombie, principesse avvelenate, eroici pirati e rockstar immortali Se ne vendono milioni ogni giorno, ci sono più di 400 gusti (!), si comprano in boutique di lusso e si regalano agli amici tornando da un viaggio La qualità dell'aria è migliorata, e si sente, ma nelle acque e nei terreni circostanti le cose sono peggiorate Il sindacato interno dice che sono stati inseriti troppi dipendenti poco competenti e senza concorso Riccardo Claris è stato accoltellato durante una rissa nata da una lite sul calcio: è stato arrestato un tifoso dell'Inter Ha riaperto tra molte proteste da poco più di un mese è c’è già stata una rivolta, su cui però non vengono date informazioni Chi SiamoPrivacyGestisci le preferenzeCondizioni d'usoPubblicitàIl Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano, 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980 Giletti svela il documento con cui Russo avvisò l’allora procuratore Antimafia oggi deputato 5s A parlare della lettera è stato Giovanni Russo, oggi a capo delle carceri, allora «vice» di Cafiero alla Dna, che ha spiegato alla Commissione parlamentare Antimafia di avere segnalato già nel 2020 al suo capo le anomalie dell’ufficio di Laudati e Striano. Interrogato a Perugia, Cafiero ha negato di avere ricevuto quella lettera. «Tale comportamento - scrive ancora Russo - presunta plurimi profili di gravità, in quanto lo Striano ha avuto accesso a pratica non assegnatagli e ha potuto decidere in totale autonomia di sottrarla al normale ciclo di lavorazione», «attraverso una sorta di autoassegnazione». La conclusione di Russo è netta: chiede al procuratore nazionale «un immediato allontanamento dell’ufficiale in questione», nonché di «riaffermare le modalità sicure per la gestione degli approfondimenti investigativi». entrambi indagati nell'inchiesta sulla divulgazione di informazioni riservate e sugli accessi abusivi ai sistemi informatici in uso alle forze dell'ordine e alla banca dati della Direzione nazionale antimafia La decisione sull'arresto il 12 novembre L'accusa insiste perché potrebbe ancora reiterare il reato I numeri degli accessi abusivi da parte del tenente Pasquale Striano che lo stesso Procuratore di Perugia Raffaele Cantone (foto) aveva già definito «mostruosi» Dalle indagini sono emersi altri 200mila documenti che il finanziere avrebbe scaricato in modo abusivo dalle banche dati della Dna le riservatissime Segnalazioni di operazioni sospette che arrivano dall'unità antiriciclaggio di Bankitalia Duecentomila documenti corrisponderebbero a circa 20mila accessi abusivi - un accesso può portare anche a dieci file - eseguiti da Striano senza alcuna giustificazione di servizio Ieri all'udienza del Tribunale del Riesame i pm umbri hanno depositato i nuovi atti per ribadire le esigenze cautelari per il finanziere e per l'ex magistrato Antonio Laudati all'epoca coordinatore del gruppo in cui operava Striano ma che è accusato solo di alcuni episodi di ricerche illecite e non di tutte quelle fatte dal tenente Ma per i magistrati entrambi vanno arrestati perché potrebbero inquinare le prove In una prima fase era stato lo stesso Cantone a rivelare in audizione in Commissione parlamentare antimafia che dal 2019 al 2022 Striano aveva scaricato 33.528 file dalle banche dati della Dna di cui solo una minima parte era stata mandata a tre cronisti del Domani Ma le indagini non si sono fermate e hanno scoperchiato quello che lo stesso magistrato aveva definito un «verminaio» Si scopre dunque che le ricerche sono state molte di più negli anni in cui Striano operava all'interno della Superprocura ora diretta da Giovanni Melillo che ha cacciato il finanziere e ne ha rivoluzionato la gestione oltre ai 172 già emersi durante la prima fase delle indagini quanti di questi riguardano ancora esponenti politici dell'attuale maggioranza La Procura mantiene il massimo riserbo sui «bersagli» di Striano ma tra le persone finite nelle ricerche del tenente potrebbero esserci altri esponenti delle istituzioni non è chiaro se collocati a livello governativo Striano infatti aveva cercato informazioni riservate su ministri dell'attuale governo e sui politici in gran parte del centrodestra Sono ancora in corso verifiche sui destinatari di questa nuova montagna di materiale scoperta dai pm Ieri in udienza sono emersi anche altre migliaia di file scaricati da Striano dalle banche dati della Guardia di finanza Resta da capire il motivo di tutte queste ricerche I pm vogliono capire se abbia operato per conto di possibili mandanti Tutti gli accertamenti patrimoniali su eventuali utilità ricevute hanno finora dato esito negativo Cookie policy Podcast FOCUS Newsletter i dossier di Striano e lo scandalo Tronchetti Provera sono esempi di come l'abuso di potere e l’uso illecito di informazioni riservate possano incidere profondamente sulla fiducia delle istituzioni del sistema giudiziario e del settore privato i dossier di Striano e lo scandalo Tronchetti Provera sono esempi di come l’abuso di potere e l’uso illecito di informazioni riservate possano incidere profondamente sulla fiducia delle istituzioni Nell’indagine su Equalize, la società investigativa milanese ha messo in piedi un mercato nero di dossier e spionaggio che ha coinvolto importanti figure pubbliche e private tra cui il Presidente della Repubblica e altri politici e imprenditori di rilievo La società avrebbe avuto accesso abusivo a dati sensibili contenuti nei sistemi delle forze di polizia dell’Agenzia delle Entrate e di altre autorità operando attraverso agenti infedeli e tecnici informatici in grado di aggirare le misure di sicurezza dei sistemi di controllo La vendita di informazioni avrebbe fruttato milioni di euro rivelando una pericolosa carenza di sicurezza nelle infrastrutture digitali che dovrebbero proteggere i cittadini e le istituzioni Il caso Equalize rappresenta una minaccia alla sicurezza e alla privacy mettendo in discussione l’efficacia delle misure di sicurezza dei dati e sottolineando la vulnerabilità delle istituzioni alle infiltrazioni da parte di soggetti privati La vicenda è grave non solo dal punto di vista della sicurezza nazionale ma solleva anche importanti questioni etiche poiché dimostra che l’accesso a informazioni riservate può essere monetizzato e utilizzato per influenzare processi decisionali pubblici e privati con il rischio di compromettere la democrazia stessa Palamara rappresenta un esempio emblematico di come il potere possa essere utilizzato per interessi personali influenzando la giustizia e minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni giuridiche con conseguenze profonde per la credibilità della magistratura italiana pur riguardando un contesto prettamente aziendale Tronchetti Provera ha autorizzato una rete di intercettazioni per proteggere la propria posizione e quella dell’azienda giornalisti e concorrenti in modo illecito Questo caso ha portato alla luce la pericolosa connessione tra potere economico e abuso di strumenti di sorveglianza mettendo in discussione l’etica aziendale e la responsabilità delle grandi imprese nel rispettare la privacy e la legalità Sebbene il fine sia stato differente rispetto a Palamara i mezzi utilizzati evidenziano una strumentalizzazione dei dati riservati per interessi di dominio e controllo economico minando la fiducia pubblica e rivelando come il settore privato possa abusare delle proprie risorse per influenzare il contesto industriale e proteggere i propri interessi i tre casi rappresentano una minaccia alla trasparenza delle istituzioni democratiche e un segnale preoccupante della vulnerabilità dei sistemi di sicurezza delle nomine giudiziarie e della gestione dei dati personali Equalize mostra come società private possano infiltrarsi nei sistemi di dati pubblici per generare profitti mettendo in pericolo la riservatezza delle figure istituzionali e rendendo difficile il controllo delle informazioni riservate evidenzia la fragilità della magistratura italiana nei confronti di pressioni politiche e interessi personali sollevando preoccupazioni su quanto sia facile per figure di potere alterare l’equilibrio di un sistema che dovrebbe garantire imparzialità e giustizia Il caso Telecom dell’epoca Tronchetti Provera mette in luce come il settore privato possa abusare delle intercettazioni per mantenere il proprio controllo economico evidenziando un deficit di responsabilità morale nel rispetto delle norme e dei diritti degli individui tutti e tre i casi sono emblematici di un abuso di fiducia e di un uso distorto delle informazioni con l’obiettivo di rafforzare il potere personale e di influenzare scelte politiche e industriali Equalize ha violato il diritto alla privacy dei cittadini per perseguire profitti economici sfruttando l’assenza di regolamentazioni adeguate e di controlli di sicurezza dimostrando che il profitto può facilmente superare il rispetto dei diritti umani fondamentali Palamara ha danneggiato l’integrità del sistema giudiziario utilizzando il suo ruolo per manipolare le decisioni e favorire i propri interessi minando la fiducia dei cittadini nella giustizia e dando l’impressione che le istituzioni possano essere corrotte Il caso Telecom-Tronchetti Provera ha messo in discussione l’etica aziendale dimostrando che il settore privato può essere disposto a sacrificare la privacy e la sicurezza per proteggere i propri interessi e il proprio dominio industriale questi tre casi mostrano come il potere e le informazioni sensibili possano essere abusati in modo sistematico per influenzare e controllare la politica evidenziando la necessità di riforme strutturali che garantiscano maggiore trasparenza e responsabilità nelle istituzioni e nel settore privato In definitiva questi tre casi evidenziano chiaramente la vulnerabilità dei sistemi informatici italiani soprattutto quelli legati alla sicurezza nazionale alle istituzioni giudiziarie e al settore privato Ogni caso mette in luce come informazioni sensibili possano essere intercettate estratte o manipolate anche all’interno di infrastrutture che dovrebbero essere protette.Non solo: questi esempi sottolineano l’importanza di migliorare la sicurezza informatica sia nel settore pubblico che privato È necessario potenziare le misure di controllo interno e rendere più stringenti i protocolli di accesso ai dati sensibili per evitare che attori interni o esterni possano compromettere la privacy e la riservatezza i tre casi riflettono una mancanza di preparazione e di investimento nella cybersecurity necessaria per proteggere infrastrutture e dati cruciali per la stabilità politica Ma esiste anche un altro elemento che non può essere taciuto.Questi tre casi rivelano una mancanza di senso dello Stato e mostrano come gli interessi personali e il potere possano compromettere la sicurezza e l’integrità delle istituzioni il comportamento degli individui coinvolti è stato caratterizzato da una gestione egoistica e opportunistica delle informazioni riservate senza alcuna considerazione per la sicurezza dello Stato o il rispetto delle norme di riservatezza Qui vediamo come figure legate ad apparati di sicurezza e di intelligence abbiano preferito monetizzare le informazioni anziché proteggere gli interessi pubblici emerge una visione individualista della magistratura dove l’uso della propria posizione per manipolare le nomine dimostra come l’interesse personale possa prendere il sopravvento sul dovere verso il sistema giudiziario e sulla garanzia di equità e imparzialità Palamara non ha agito per il bene del sistema giuridico o dello Stato ma per costruire una rete di potere personale Questo mette in discussione la fiducia nella giustizia perché quando i magistrati perseguono i propri interessi viene meno l’obbligo morale di servire i cittadini e le leggi dello Stato Per quanto riguarda il caso Tronchetti Provera e Telecom Italia lo sfruttamento delle intercettazioni per proteggere la propria posizione aziendale rivela una tendenza a privilegiare gli interessi economici rispetto al rispetto della legge e della privacy altrui Qui emerge una mancanza di etica aziendale e di responsabilità sociale in cui la protezione degli interessi personali e della leadership aziendale ha prevalso sugli obblighi verso lo Stato e la collettività la mancanza di senso dello Stato ha portato a un uso distorto del potere e delle risorse la fiducia nel sistema giudiziario e la trasparenza nel settore privato La visione egoistica e la priorità data agli interessi personali rispetto al bene pubblico mostrano quanto sia necessario promuovere una cultura di responsabilità e senso civico per garantire che le istituzioni operino per il bene comune e non per vantaggi individuali Non va dimenticato il caso di Pasquale Striano che emerge come uno degli scandali più gravi di accesso abusivo a banche dati riservate Striano avrebbe utilizzato le proprie competenze e contatti all’interno delle forze di sicurezza per accedere illegalmente a informazioni riservate e sensibili vendendo o utilizzando questi dati per scopi personali o di potere Questo caso è simile a quello di Equalize per il metodo di accesso abusivo alle informazioni: anche in Equalize si sfruttavano agenti compiacenti per penetrare banche dati statali come il Sistema di Indagine (Sdi) della polizia e altre banche dati governative al fine di ottenere informazioni a scopo di ricatto o manipolazione il contesto differisce in quanto Striano ha agito principalmente da solo sfruttando le proprie posizioni senza il coinvolgimento diretto di un’organizzazione strutturata come Equalize Una differenza significativa rispetto al caso Palamara è il tipo di abuso Mentre Striano e i suoi contatti abusavano delle informazioni digitali e dei sistemi di dati statali per raccogliere dossier Palamara non agiva direttamente su banche dati digitali ma piuttosto influenzava il sistema delle nomine giudiziarie per mantenere il controllo sul Consiglio Superiore della Magistratura Anche qui il movente è il potere personale ma l’approccio è diverso: il caso Palamara riflette un abuso di posizione istituzionale mentre Striano dimostra una violazione sistematica della privacy e della sicurezza dei dati il caso Tronchetti Provera e Telecom Italia si avvicina a quello di Striano per l’obiettivo finale di raccogliere informazioni riservate su individui per difendere interessi personali o di potere il contesto è strettamente aziendale: le intercettazioni erano utilizzate per proteggere la posizione di Tronchetti Provera all’interno dell’azienda mentre Striano ha agito all’interno del sistema statale mettendo in discussione la sicurezza e la fiducia dei cittadini verso le forze dell’ordine è emblematico della vulnerabilità dei sistemi informatici e del rischio di abuso da parte di chi dovrebbe invece garantirne la sicurezza La sua vicenda rappresenta una grave violazione del senso di responsabilità verso lo Stato e pur trovando analogie nei metodi o nei fini mostra una maggiore fragilità nelle misure di controllo interne al settore pubblico rispetto al privato L’annuncio di Microsoft sui data center e il successo di DeepSeek sembrano segnalare un cambiamento … Mentre in Cina la corsa all’intelligenza artificiale si intensifica negli Stati Uniti Donald Trump licenzia … La nomina di Rubio nel ruolo che fu di Waltz appare come un tentativo di … Che cosa si dice e che cosa non si dice su lavoro Leggi il numero completo del quadrimestrale di Start Magazine Marzo – Giugno2025 Start Magazine è il magazine online dedicato all'innovazione ed alla crescita Start Magazine vuole parlare di crescita e sviluppo dopo anni spesi a parlare di crisi e vuole farlo partendo da una delle parole chiave più importanti: l'innovazione Fanno parte del nostro network editoriale: Sentito dall'Antimafia un colonnello della Gdf: "Passava tutto dal Procuratore" il tenente della Guardia di finanza che confezionava dossier illegali dai computer della Dna Una risposta chiara arriva finalmente ieri davanti alla Commissione parlamentare antimafia impegnata da mesi a cercare di far luce sulla centrale di dossieraggio E dice: «Tutte le funzioni promanavano come incarichi dal procuratore nazionale tramite il consigliere Laudati» il pm antimafia finito anche lui sotto inchiesta Il problema è che il «procuratore nazionale» di cui parla il colonnello nella sua testimonianza ha un nome: Federico Cafiero de Raho oggi deputato 5 Stelle e vicepresidente dell'Antimafia All'epoca dei dossieraggi era lui a guidare la Dna ma oggi giura di non essersi accorto di niente e di non avere avuto alcun ruolo nell'ufficio della coppia Laudati-Striano Ora la deposizione di Rebechesu lo chiama in causa direttamente e appare destinata a rinfocolare le accuse di conflitto di interessi che il centrodestra muove da tempo a Cafiero anche se ieri in aula non si è fatto vedere A rendere delicata la posizione di Cafiero c'è un altro passaggio della testimonianza del colonnello Rebechesu rivela ai deputati: non era solo Striano a passare ai giornalisti amici il contenuto delle segnalazioni «Abbiamo rilevato pubblicazioni sugli organi di stampa di contenuti per sintesi ma anche di contenuti virgolettati con dei passaggi ripresi integralmente rispetto al testo delle segnalazioni» ma neanche di questo sembra che si fosse accorto «Su questi aspetti ritengo opportuno procedere per audizione riservata» sta puntando in profondità nei meccanismi dei dossieraggi anche per il forte impegno della sua presidente Chiara Colosimo con una lettera che la accusa di essere «incompatibile» col suo ruolo per come sta dirigendo i lavori su un altro tema cruciale l'uccisione nel 1992 del pm Palo Borsellino e della sua scorta Nel complicato universo dei parenti delle vittime di mafia a chiedere la cacciata della Colosimo è un circuito legato a doppio filo alla vecchia gestione della Procura di Palermo specializzata nella caccia di livelli occulti più o meno verosimili Questo circuito si ritrova a fare i conti con i guai in cui sono finiti alcuni suoi miti: gli ex magistrati Giuseppe Pignatone e Gioacchino Natoli sorpreso a combinare con Natoli la sua audizione in Commissione La linea dura della Colosimo viene definita «una vergogna di uno Stato che ritiene di poter allontanare i suoi più valorosi servitori» Gli sms del finanziere ai cronisti del Fatto: "Gli input mi arrivano da fonti esterne" C'è un passaggio nelle carte dell'inchiesta della Procura di Perugia sul presunto dossieraggio che vede indagati l'ex magistrato della Dna Antonio Laudati e il finanziere Pasquale Striano che riporta alcuni messaggi scambiati da Striano con alcuni giornalisti dopo la notizia dell'indagine sto cercando di reggere ma se continuo così non ce la faccio più» sembrerebbe anche rivelare anche il modus operandi dei presunti accessi abusivi alle banche dati riservate che gli contesta il procuratore Raffaele Cantone Per i pm Striano sarebbe non solo l'autore di «migliaia di accessi abusivi» ma avrebbe trasmesso poi molti dei dati acquisiti «ai giornalisti» I magistrati stanno cercando di verificare tutti i mandanti esterni dietro i documenti cercati e consultati da Striano in modo illegittimo E lui in una delle chat con un cronista del Fatto con cui ha confidenza sembra spiegare che tutti gli input delle ricerche sulle banche dati della Dna e non solo non dall'interno della struttura: «Ricordati che gli input vengono sempre da fonti esterne dice il tenente in un messaggio vocale inviato al cronista nel marzo 2024 Si riferisce agli input delle presunte ricerche abusive Di fatto sembra escludere un coinvolgimento di Laudati che è indagato ma i pm gli contestano pochi episodi di accessi abusivi a cui lui si dice comunque estraneo Oggi l'udienza al Tribunale del Riesame Finora l'ex pubblico ministero Antonio Laudati e il tenente della Guardia di finanza Pasquale Striano si sono sempre rifiutati di rispondere alle domande dei pm che li accusano di avere impiantato una macchina da dossier all'interno della Procura nazionale antimafia Oggi arriva l'appuntamento che potrebbe indurre i due a cambiare linea difensiva: davanti al tribunale del Riesame di Perugia si tiene l'udienza in cui il capo della Procura locale ribadirà la sua richiesta di mettere Laudati e Striano agli arresti i due potrebbero decidersi a spiegare finalmente quanto accadeva davvero negli uffici dove smistavano le segnalazioni di operazioni sospette provenienti dalla Banca d'Italia diventate alimento per gli scoop antigovernativi del quotidiano il Domani ma anche per altre operazioni finora non emerse Nel luglio scorso il giudice preliminare di Perugia aveva respinto la richiesta di arresti pur riconoscendo la sussistenza di «plurimi perchè nè Laudati nè Striano potevano commettere altri reati sostenendo che entrambi gli imputati stavano cercando in ogni modo di inquinare e nascondere le prove la mail inviata a una lunga serie di soggetti istituzionali che sembrava chiamare in causa nella sua attività è stato avvertito in tutta la zona del Vesuviano e nel Nolano Un terremoto di magnitudo 2.5 della scala Richter è avvenuto nella zona a Striano alle 6.40 di stamattina Particolarmente profondo - secondo i rilevamenti dell'Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) l'epicentro La scossa di terremoto è stata avvertita in tutta la zona del Vesuviano e nel Nolano Se il 2024 si era chiuso con gli annunci nell’ultimo consiglio comunale per i numerosi finanziamenti ottenuti il 2025 per l’amministrazione comunale di Striano non si è aperto nel migliore dei modi In fumo i soldi per la riqualificazione di via Monte nell’ambito del progetto “Scuola Viva” il Comune di Striano è stato escluso dall’elenco delle città destinatarie dei finanziamenti addio ai fondi destinati all’adeguamento sismico ed efficientamento energetico del plesso scolastico della scuola media D’Avino di via Monte Si tratta di un plesso da sempre al centro di campagne elettorali e promesse di riqualificazione da parte della politica Stavolta è la «politica» ad aver fatto flop A sottolineare il buco nell’acqua fatto dall’amministrazione Gerli è l’ex primo cittadino Antonio Del Giudice che rammenta: «Purtroppo questi sono i risultati di chi ha venduto soltanto fumo in questi mesi alla comunità Per Striano tutta si tratta di una bella batosta perché sappiamo tutti quanto siano necessari i lavori alla scuola media di via Monte» spiega il vice coordinatore regionale di Fratelli d’Italia «Sarebbe bastato seguire quanto fatto dall’amministrazione che ha preceduto quella attuale da sindaco insieme ai consiglieri che mi hanno sostenuto abbiamo ottenuto e utilizzato milioni di euro per le scuole di Striano anche perché nell’ultima seduta il sindaco sembrava essere il “salvatore” di questa città ed è stato smentito pochi giorni dopo Di questo mancato arrivo dei fondi come gruppo di “Striano prima di tutto” siamo dispiaciuti speravamo nell’opera di risanamento delle scuole Prendiamo atto di quanto non è stato fatto dal sindaco Giulio Gerli d’altronde non è stato nemmeno capace di finire sul pagellone dei sindaci di Metropolis Il consiglio comunale di Striano ha approvato i progetti riguardante la realizzazione di una strada di collegamento tra via Poggiomarino e via Orto delle fabbriche e l’eliminazione della strettoia in via Cesare Battisti e via Risorgimento Si tratta di due interventi destinati a modificare in maniera importante la viabilità cittadina inseriti tra i punti più significativi del programma dell’amministrazione diretta dal sindaco Giulio Gerli insieme al cosiddetto “collo di bottiglia” tra via Palma e via Monte Ecco perché all’assemblea di ieri hanno partecipato molti cittadini interessati ai progetti e alle indiscutibili ripercussioni sulla vivibilità di Striano La nuova strada tra via Poggiomarino e via Orto delle fabbriche e l’eliminazione della strettoia in via Cesare Battisti e via Risorgimento porteranno infatti vantaggi sia al traffico veicolare che pedonale I due progetti prevedono la demolizione di manufatti e altri interventi dopo la procedura di esproprio a privati che il sindaco Giulio Gerli ha ringraziato per la disponibilità al confronto e al dialogo Gerli ha parlato in particolare di «rivoluzione culturale» portata avanti nel nome della concertazione e della condivisione delle idee e delle proposte Il sindaco ha anche sottolineato che i due progetti rappresentano i primi passi di un più ampio percorso volto a valorizzare tutto il paese e a renderlo più a misura d’uomo e di bambino sono allo studio soluzioni di riqualificazione ed ha ringraziato tutta l’amministrazione comunale per la collaborazione e la volontà comune di portare avanti il programma: «Ogni giorno giriamo in lungo e in largo per Striano accogliamo proposte: con questo metodo intendiamo andare avanti e immaginare insieme una nuova città Il gruppo bellunese dell'eyewear ridisegna la dirigenza operativa affidando le redini a Schinetti, manager formato internamente all’azienda da Francavilla, storico collaboratore di Del Vecchio. Subentrerà a inizio di dicembre a Giorgio Striano. Federico Buffa, in azienda dal ‘07, assume il ruolo di responsabile di ricerca e sviluppo 10 ottobre 2024 • 21:30La procura di Bari accelera le indagini per capire il movente dell’ex funzionario che avrebbe compiuto quasi 6mila accessi abusivi Ma i dati dei conti correnti sono più intrusivi delle Sos fino agli uomini dell’Arma e della Guardia di Finanza Ma ciò che è certo è che a esser state violate sono informazioni altamente sensibili La procura di Bari – al lavoro in queste ore per identificare chi abbia subito sbirciate sui conti – sta cercando di rispondere anche a questa domanda A cosa servivano le informazioni carpite dal funzionario licenziato in tronco dal gruppo bancario guidato da Carlo Messina all’epoca impegnato in delicate attività investigative che aveva accesso alle banche dati dell’antimafia tra cui quella sulle segnalazioni di operazioni sospette (sos) ossia quei documenti in cui un istituto bancario segnala come anomale operazioni finanziarie di tutti i cittadini inclusi quelli esposti politicamente; l’ex dipendente di Intesa sotto inchiesta ma si intrufolava nei conti correnti in assenza di qualsivoglia alert antiriciclaggio restituisce una movimentazione “completa” del suo titolare che possono fare gola a vari tipi di mercato Dove un’informazione può valere moltissimo dovrà capire se è questo il caso dell’ex dipendente vista la mole gigantesca di conti correnti “spiati” Contattato da questo giornale il gruppo Intesa ha spiegato che l’evento «è stato individuato dai propri sistemi di controllo» e che «la banca è costantemente impegnata a evolvere i sistemi nell’ottica di garantire la massima protezione dei dati della clientela» Banca che immediatamente ha denunciato l’accaduto al Garante per la privacy L’indagine della procura di Bari è invece partita dalla querela di un correntista di Bitonto avvertito dal direttore della sua filiale relativamente a una mole sospetta di accessi sul relativo conto Tra i conti correnti nel mirino del dipendente che ha effettuato migliaia di accessi abusivi ci sono anche quelli dei ministri Daniela Santanchè e Guido Crosetto e del capo della procura nazionale antimafia è il principale sponsor di Cantone attivo sul fronte dell’inchiesta di Perugia sugli accessi abusivi che sarebbero stati compiuti da Striano Non resta che attendere la fine dell’indagine barese per dare una spiegazione ai quasi 7mila accessi ai conti correnti realizzati tra il 21 febbraio del 2022 e il 24 aprile del 2024 effettuati su oltre tremilacinquecento clienti portafogliati di 679 filiali di Intesa Sanpaolo che ha moltissime ombre e su cui adesso saranno gli investigatori a dover fare chiarezza dal 4 all’8 gennaio 2025 ci saranno ben 5 giorni di festa con la 35 edizione della Sagra della salsiccia e friarielli nei 5 giorni previsti una bella festa in onore del  Santo Patrono L’evento è organizzato dalla Parrocchia di S Giovanni Battista di Striano in Via Municipio I partecipanti troveranno il tipico panino con salsiccia e friarielli un buon bicchiere di vino e una degustazione di prodotti nostrani Maggiori informazioni – Sagra della salsiccia e friarielli a Striano © Napoli da Vivere 2025 – riproduzione riservata – Questo articolo è un contenuto originale di Napoli da Vivere e pertanto protetto da copyright La sua copia è vietata e la sua riproduzione anche parziale deve essere autorizzata L'azienda è accusata di inquinamento ambientale scarico abusivo di reflui industriali e illecito smaltimento di rifiuti speciali pericolosi il personale della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Castellammare di Stabia su decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata ha eseguito il sequestro dello stabilimento della società TGS s.r.l. L’azienda è accusata di inquinamento ambientale Le indagini hanno rivelato che l’azienda scaricava abusivamente acque reflue industriali contenenti metalli pesanti (zinco violando i limiti stabiliti dal Testo Unico Ambientale Il rilascio non trattato di questi reflui ha causato una grave contaminazione del suolo danneggiando l’ambiente e compromettendo le acque del fiume Sarno Ulteriori accertamenti hanno evidenziato lo smaltimento illecito e l’abbandono incontrollato di rifiuti pericolosi con gravi danni alle matrici ambientali circostanti sono stati riscontrati sversamenti di reflui pericolosi dal circuito industriale aggravando ulteriormente la contaminazione è stata notificata una comunicazione di garanzia all’amministratore dell’azienda per le responsabilità amministrative connesse agli illeciti ambientali 17.09.2024 – Ivo Pincara] – L’interlocutore accertato di Pasquale Striano – il Luogotenente della Guardia di finanza presso la Direzione nazionale antimafia (Dna) il pm antimafia Antonio Laudati e ai giornalisti di Domani per gli accessi abusivi alla banca dati della Dna e contatti con i servizi segreti – sarebbe un funzionario dell’Aise che a Striano passò una delle Sos provenienti dalla Banca d’Italia Tema della Sos: attività ricollegabili al Vaticano scrive Luca Fazzo su Il Giornale del 7 settembre 2024 C’è un evidente collegamento tra gli accessi abusivi agli Sos del luglio/agosto 2019 e l’inchiesta vaticana che ha portato al processo Becciu che autorizzavano l’Ufficio del Promotore di Giustizia vaticano ad adottare solo in questo procedimento misure cautelari “anche al di fuori di casi previsti dalla legge” e intercettazioni telefoniche Dal luglio 2019 il Promotore di Giustizia e il Corpo della Gendarmeria vaticani erano quindi in gran segreto proprio alla ricerca di informazioni sui soggetti attenzionati nemmeno per gli indagati: la prima perquisizione è dell’ottobre 2019 Una mera coincidenza è statisticamente impossibile Ora si inizia a capire che l’Ufficio del Promotore di Giustizia e il Corpo della Gendarmeria vaticani probabilmente si sono rivolti a qualcuno dell’Aise L’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF) della Santa Sede non ha accesso alle Segnalazioni di operazioni sospette (Sos) delle Unità di Informazione Finanziaria (AIF) dei Paesi aderenti al Gruppo d’azione finanziaria (Gafi) e a Moneyval (il Comitato di esperti sulla valutazione delle misure antiriciclaggio e sul finanziamento del terrorismo organismo di monitoraggio permanente del Consiglio d’Europa) perché lo Stato della Città del Vaticano non è compliance per l’antiriciclaggio in withe list per la fiscalità e in black list per antiriciclaggio Quindi nel 2019 gli investigatori vaticani erano “ciechi” sotto questo profilo nel marzo 2022 su Viale: questi sono i nomi finora noti È evidente che chi ha chiesto queste informazioni a Striano non agiva per un interesse personale Nel luglio 2019 l’interesse era collegabile solo alle indagini vaticani segrete appena iniziate indirizzate al Cardinale Angelo Becciu note solo ad un pugno di persone in Vaticano Sembra inoltre che Striano abbia fatto attribuire un lavoro in Vaticano a tale Matteo Cristina Striano nel 2021 sarebbe stato in possesso di una tessera servizi per usufruire di servizi in Vaticano la presenza in Vaticano di funzionari della Guardia di finanza che collaborano con i funzionari del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano Forse il filo rosso che emerge in questo affare porterà ai mandanti all’interno dello Stato della Città del Vaticano del complotto ai danni di Becciu Premesso che le Sos e tutta questa faccenda degli accessi illeciti collegati al Vaticano ci fanno sorridere possiamo affermare senza temere una smentita che il nucleo del problema non va cercato nell’Aise o in un operatore come Striano ma va cercato all’interno dello Stato della Città del Vaticano Appare evidente che le notizie che arrivano a Fittipaldi non le passa Striano le passa direttamente a Fittipaldi qualcuno all’interno del Vaticano Negli ultimi anni il Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano ha istituito un proprio ufficio presso l’ex casa del Giardiniere – nei Giardini vaticani zona Osservatorio – nel quale per circa due anni durante il periodo del processo 60SA/Becciu hanno operato due sottufficiali della Guardia di finanza italiana in abiti borghesi in questo ufficio ha fatto depositare molto materiale informatico del processo 60SA/Becciu Lo scriviamo cosi per ricordarvi che la struttura esiste ed è stata utilizzata anche da Didi come sito gestito e presidiato dalla Gendarmeria vaticana dove vengono ancora attualmente tenuto in custodia materiale posto sotto sequestro Lunedi 21 aprile 2024 ore 14.30 – Palazzo San Macuto (Aula V piano) – Emiliano Fittipaldi è stato convocato e audito in Commissione bicamerale antimafia su dossieraggio politici e mondo economico [QUI] nel corso della sua audizione alla Commissione bicamerale antimafia rispondendo alle domande di deputati e senatori argomenta su quanto emerso dall’indagine della procura di Perugia guidata dal Dott Raffaelo Cantone e cioè che Pasquale Striano era in contatto con alcuni giornalisti di Domani (Giovanni Tizian ai quali passava documenti ed esiti di consultazioni provenienti da Sos che le Sos che Striano passa a Tizian e ai suoi colleghi di Domani non hanno nulla a che fare con quello che da dentro il Vaticano arriva a Fittipaldi ai tempi de L’Espresso prima che Fittipaldi fosse nominato Direttore di Domani Se c’è una domanda da farsi per quel particolare periodo citato perché tutto ciò distoglie la lente da ciò che andrebbe indagato veramente Le date sono importanti e il fatto centrale è la disposizione “ad uso interno” che fa perdere la poltrona all’allora Comandante del Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano protocollata da sds (Commissario Stefano De Santis stretto collaboratore del Promotore di Giustizia vaticano Viene fatta trapelare al di fuori delle mura vaticane chiaramente da fonti interne e giunge ai giornalisti de L’Espresso che montano lo scoop giornalistico che fa dimettere Giani stesso a seguito del commento sulle foto dei dipendenti della Santa Sede fatto proprio da Papa Francesco che definisce il tutto con un perentorio “peccato mortale” Cosa c’entrano le Sos o Striano o l’Aise con Giani e con la sua disposizione ad uso interno passata a Fittipaldi e pubblicata su L’Espresso affinché il Papa avesse il famoso “nero su bianco” per prendere una decisione Cosa c’entrano le Sos o Striano o l’Aise con quel famoso “nero su bianco” ancora inedito che il 24 settembre 2020 al Domus Sanctae Marthae decreta la caduta del Cardinale Angelo Becciu In entrambi i casi la risposta è la medesima: le Sos Striano e l’Aise con Giani e Becciu non c’entrano nulla diversamente da quello che qualcuno vuole farci credere Come mai viene posto l’interrogativo sul perché Striano era informato sulla perquisizione dell’ottobre 2019 e non viene chiesto perché a L’Espresso viene letteralmente “passata” la disposizione ad uso interno firmata da Giani per montare lo scandalo con lo scopo di colpire Giani non c’entrano nulla… e parliamo di ottobre 2019 L’elefante che si vuole coprire lo vede pure un bambino con il lecca lecca in mano era necessario colpire prima e mettere fuori gioco Giani nell’ottobre 2019 Le menti raffinatissime interne al Vaticano hanno pianificato bene tutto Oggi queste menti raffinatissime ci vogliono far credere che i servizi segreti italiani hanno la responsabilità di questa storia i responsabili della caduta di Giani e di Becciu poi si trovano all’interno al Vaticano e si stanno adoperando per creare un bel depistaggio dove in tanti ci cascano La prova provata del complotto contro Giani è il fatto che non vi è stata alcuna indagine sul famoso “corvo” interno al Corpo della Gendarmeria che avrebbe fatto trapelare la disposizione Chi dovrebbe fare questa indagine è il successore di Giani Se all’interno della Gendarmeria c’è un corvo che fa trapelare documenti all’esterno La prova provata del complotto contro Becciu sono i codici sorgente dell’articolo su L’Espresso con contro Becciu (poi risultato una calunnia) Lo diciamo ormai da anni e continuiamo a dirlo Le medesime menti raffinatissime che vogliono Becciu fuori dal Conclave un anno prima hanno messo fuori dal Vaticano in entrambi i casi tutto viene fatto nella stessa modalità con documenti e notizie passate a L’Espresso notizie da “nero su bianco” che generano una reazione di pancia di Papa Francesco Che fa cadere la teste di Giani e poi mette fuori dal Conclave Becciu Ritornando all’audizione di Fittipaldi in Commissione bicamerale antimafia è interessante la sua risposta ad una domanda specifica su chi secondo lui sono i mandanti del passaggio delle Sos e su dove sono finiti i documenti estrapolati dalle Sos Al minuto 1.53.00 Fittipaldi afferma di non sapere nulla in merito dicendo che è stato escluso che Striano abbia avuto contatti con Stati esteri potrei dire che il mandante di Striano è Papa Francesco in riferimento alle dichiarazioni del Promotore di Giustizia vaticano a Il Tempo (marzo e settembre 2024) è chiaro che si tratta delle “indagini a specchio” come quelle che faceva la banda di magistrati corrotti per sapere che cosa avevano in mano gli altri inquirenti Non è comunque previsto alcun “coordinamento investigativo” tra Italia e lo Stato della Città del Vaticano Raffaele Cantone facesse sapere qualcosa al Promotore di Giustizia vaticano Alessandro Diddi commetterebbe una rivelazione di segreto d’ufficio questo serve per sapere cosa sanno gli inquirenti italiani:MARTEDÌ 17 SETTEMBRE 2024 17.51.45 ++ Incontro a Perugia tra Cantone e autorità vaticane ++Aperto fascicolo anche da Promotore Giustizia su accessi abusivi (ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO 17 SET – Si è svolto oggi presso gli Uffici della Procura di Perugia un incontro tra il Procuratore Raffaele Cantone il Promotore di Giustizia dello Stato della Città del Vaticano Alessandro Diddi e il Comandante del Corpo della Gendarmeria Vaticana “L’incontro – spiega il Vaticano – si è reso necessario per concordare l’avvio di un’attività di collaborazione tra i due Uffici giudiziari a seguito dell’apertura di un fascicolo sui presunti accessi abusivi compiuti durante lo svolgimento delle indagini nell’ambito della nota inchiesta riguardante l’acquisto del palazzo di Londra” 2024-09-17T17:37:00+02:00 TU ANSA per CAMERA23 A pagina 153 del documento Accordi di assistenza giudiziaria Gli accordi internazionali di cooperazione giudiziaria penale si legge: “Città del Vaticano (per il trattato di assistenza giudiziaria per il quale è stata redatta e trasmessa la bozza del testo proposto la controparte ha poi comunicato di non voler nemmeno avviare il negoziato nonostante aveva precedentemente preso l’iniziativa seppur con riferimento a un accordo limitato alle videoconferenze).A che titolo il Promotore di Giustizia e il Comandante del Corpo della Gendarmeria vaticani si presentano ad un Procuratore della Repubblica italiano per “coordinarsi” con lui nelle indagini Manco il negoziato ha aperto lo Stato della Città del Vaticano E adesso chiedono e ottengono collaborazione Il CPP non prevede alcun coordinamento con entità estere Lo possono prevedere accordi internazionali che con lo Stato della Città del Vaticano non sono mai stati conclusi Dossier e caso Becciu. Diddi: “Asse tra Procure sulle spiate in Vaticano”di Rita CavallaroIl Tempo, 14 settembre 2024 Il fascicolo in Vaticano è aperto e stiamo valutando se chiedere un coordinamento investigativo al procuratore Raffaele Cantone che mentre noi stavamo svolgendo indagini coperte dal massimo riserbo qualcuno seguiva illecitamente le tracce di ciò che stavamo facendo cercando i nominativi delle persone coinvolte Il Promotore di Giustizia dello Stato Vaticano spiega a Il Tempo l’attività di indagine partita ormai dal marzo scorso da quando è emerso che gli spioni dell’Antimafia avevano effettuato accessi abusivi alle banche dati sui protagonisti dello scandalo del palazzo di Londra sfociato poi nel processo al Cardinale Angelo Becciu I nuovi atti dell’inchiesta della Procura di Perugia scoppiata a seguito di uno scoop del giornalista Emiliano Fittipaldi che rivelava di una trattativa tra la Segreteria di Stato e il finanziere Raffaele Mincione per l’acquisto del palazzo di Sloane Avenue Un’operazione che gettava ombre su circa 650 milioni di fondi extrabilancio della Segreteria di Stato Per la gestione di quei fondi il Cardinale Becciu è stato processato e condannato a cinque anni e sei mesi di reclusione Nello stesso periodo in cui la Gendarmeria stava portando avanti le indagini il finanziere a capo del gruppo Sos della Dna finito al centro dell’inchiesta dossieraggio per aver effettuato migliaia di intrusioni illegali al sistema analisti in concorso con l’ex pm Antonio Laudati e i giornalisti di Domani tutti accusati di accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione del segreto aveva rivelato il filo rosso tra gli spioni dell’Antimafia e le trame vaticane riportando una serie di intromissioni illecite effettuate da Striano sui protagonisti dell’affare di Londra già prima della rivelazione di «approfondimenti della magistratura vaticana» sul caso Becciu e della pubblicazione del «documento segretissimo» ottenuto secondo quanto dichiarato poi dallo stesso Fittipaldi davanti al Tribunale della Santa Sede da Massimo Massinelli collaboratore di Mincione «Una lettura successiva degli accessi effettuati da Striano» si legge nelle nuove carte dell’inchiesta di Perugia «fornisce di certo una chiave di lettura delle possibili ragioni che possono aver indotto Striano ad effettuare gli stessi che pure effettivamente risultano essere stati eseguiti da Striano in data antecedente alla pubblicazione degli articoli» I nuovi elementi raccolti dagli inquirenti di Perugia ora potrebbero suscitare l’interesse degli investigatori vaticani e dare slancio al fascicolo parallelo dei magistrati del Papa La conferma dei pm: contatti tra 007 e StrianoLa Procura di Perugia ha avuto riscontro dei rapporti tra il luogotenente e i servizi segretidi Luca FazzoIl Giornale, 7 settembre 2024 Nel circuito perverso di dossieraggi e di scoop insediato nella Direzione nazionale antimafia solo un tassello mancava a rendere il quadro perfetto: i servizi segreti Nel verbale di interrogatorio di Guido Crosetto il Ministro della Difesa che con la sua denuncia ha dato il via all’inchiesta si parla espressamente del ruolo che pezzi degli apparati di intelligence avrebbero avuto nella raccolta di informazioni intorno a lui interrogato come vittima dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone racconta di avere riferito i suoi timori a due tra i massimi esponenti del settore degli 007: Alfredo Mantovano Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Autorità delegata alla sicurezza l’organismo di controllo dei «servizi» Quali attività abbiano svolto Mantovano e Belloni per approfondire i timori di Crosetto non è per ora dato sapere anche perché si tratta verosimilmente di accertamenti coperti dal segreto di Stato Ma la Procura di Perugia ha ritenuto doveroso scavare su questo versante andando a cercare casi di contatto tra Pasquale Striano indagato insieme all’ex pm Antonio Laudati per gli accessi abusivi alla banca dati della Dna Mentre foraggiava con decine e decine di atti riservati gli articoli dei suoi amici del giornale Il Domani Striano dava una mano anche alle «barbe finte» L’interlocutore accertato sarebbe un funzionario dell’Aise una delle Segnalazioni di operazioni sospette provenienti dalla Banca d’Italia e concentrate nell’ufficio in Dna di Striano e del pm nazionale Antonio Laudati Ora il verbale di Crosetto fa parte delle migliaia di pagine depositate dalla procura di Perugia alla Commissione Antimafia E così si comincia a capire meglio a cosa si riferisse il giudice perugino Elisabetta Massini quando nell’ordinanza che rifiutava l’arresto (chiesto da Cantone) di Striano e Laudati citava rapporti dei due indagati con «soggetti all’interno di organismi istituzionali» avevano fatto sapere fonti vicine agli inquirenti Ora il cerchio si completa: e viene alla luce il legame tra Striano e l’Aise L’episodio accertato è per ora uno solo e lo 007 in contatto con Striano viene definito di livello «non alto» Ma è chiaro che se si scopre che la «macchina da dossier» interna alla Dna era a disposizione anche dei servizi segreti soprattutto: per quale motivo e per colpire quali bersagli gli uomini dei servizi segreti invece di utilizzare direttamente le loro banche dati preferivano passare per il canale deviato Il «divieto di divulgazione» con cui la Procura di Perugia ha accompagnato l’invio delle carte alla Commissione Antimafia per ora regge abbastanza ma è chiaro che prima o poi i documenti dell’inchiesta (che non sono più segreti essendo stati messi a disposizione degli avvocati di Striano e Laudati) entreranno in circolazione E sarà interessante capire quante altre tracce concrete salteranno fuori a conferma di quanto Crosetto e altre vittime dei dossieraggi hanno sempre temuto: che a manovrare fughe di notizie e rivelazioni giornalistiche fossero anche pezzi di apparati dello Stato Il Vaticano chiamò Striano per dare la caccia a BecciuDopo le lettere del Papa ai “promotori di giustizia” della Santa Sede, il finanziere ha spiato tre personaggi vicini al cardinaledi Luca FazzoIl Tempo, 18 marzo 2024 Tre lettere firmate semplicemente «Francesco» su carta intestata con lo stemma papale: portano le date del 2 luglio Sono le lettere con cui Bergoglio dà il via libera con pieni poteri ai «promotori di giustizia vaticani» perché diano la caccia con ogni mezzo agli affari di Giovanni Becciu che autorizza i pm di San Pietro a utilizzare fonti banche dati in modo praticamente illimitato Ora tornare a leggere quelle lettere di Papa Francesco – soprattutto le prime due quelle del 2 e del 5 luglio – può aiutare a capire quanto accade dopo quando un ordine di scavare sugli amici di Becciu arriva a destinazione sul tavolo più impensabile: quello di Pasquale Striano luogotenente della Guardia di finanza in servizio da tempo alla Dna con i «promotori di giustizia» vaticani che aprono una indagine dai contorni oggettivamente fumosi intorno alla vicenda dei dossier: una inchiesta dove non è facile dire se al Vaticano interessi più capire o cautelarsi Sui fatti di luglio 2019 la sequenza appare eloquente Il 2 luglio il Papa mette sotto la lente di ingrandimento il finanziamento chiesto allo Ior per coprire una speculazione edilizia a Londra e contemporaneamente ordina al Promotore di Giustizia Alessandro Diddi di monitorare lo Ior «adottando direttamente ove necessario in deroga alle vigenti disposizioni Bergoglio emana un secondo «rescriptium ex audientia» dando al Promotore la possibilità di intercettare con ogni mezzo comunicazioni utenze specificando che tali poteri potranno essere esercitati nei confronti di soggetti le cui attività di comunicazione siano utili per lo svolgimento delle indagini» Di come vengano eseguiti dai pm vaticani gli accertamenti indicati da Bergoglio ci sono alcune tracce nel processo concluso con la condanna del cardinale della sua amica Cecilia Marogna e di altri nove imputati Ma ora si sa con certezza che nei giorni successivi ai primi rescriptium del Pontefice un ordine di scavare arriva sul tavolo del luogotenente Striano che si dà subito da fare: tra il 19 luglio 2019 e il 22 luglio fa accertamenti su tre personaggi che verranno poi indagati e condannati insieme a Becciu e alla Marogna: il finanziere Raffaele Mincione il minutante della Segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi Successivamente Striano farà interrogazioni anche su altri personaggi del «caso Becciu» ovvero la Marogna e il testimone Luciano Capaldo Ma sono iniziative che Striano assume quando il caso è ormai scoppiato e i nomi da scrutare possono essergli arrivati da chiunque Invece il 2 e il 5 luglio quei tre nomi non li conosce nessuno ha preso troppo sul serio l’ordine di Francesco di non andare troppo per il sottile Il Promotore di Giustizia Alessandro Diddi ieri spiega a Il Tempo che l’apertura del fascicolo «è un atto dovuto» davanti a un «fatto che merita approfondimento» Ma forse interesserà anche a lui sapore come l’ordine di scavare sugli amici di Becciu sia arrivato fino agli spioni dell’Antimafia Nei dossier anche i nomi dell’inchiesta su BecciuDai file di Perugia emergono accessi su personaggi coinvolti nel caso di cui è protagonista il cardinaledi Luca FazzoIl Giornale, 16 marzo 2024 Una centrale di dossieraggio a disposizione non solo dei giornalisti amici ma anche di poteri forti e sommersi: Vaticano compreso Nella brutta storia della struttura che all’interno della Direzione nazionale antimafia smistava atti segreti prelevati illecitamente dalle banche dati con le segnalazioni della Banca d’Italia emerge una pista che porta direttamente alla vicenda che ha scosso negli ultimi anni la Santa Sede l’inchiesta sul Cardinale Angelo Becciu e sui personaggi che ruotavano intorno a lui a partire dall’ex fonte dei servizi segreti Cecilia Marogna Becciu è stato condannato a cinque anni e mezzo di carcere Ma la genesi e la conduzione dell’inchiesta continuano a essere in buona parte circondati dal segreto dai file della Procura di Perugia che indaga sullo scandalo dei dossier emergono interrogazioni significative compiute da Pasquale Striano il luogotenente della Guardia di finanza al centro dell’indagine Il 19 luglio 2019 Striano fa un accertamento su «Mincione Raffaele» Ora sono nomi noti: Mincione è un finanziere Tirabassi è un funzionario amministrativo del Vaticano e sono stati tutti condannati insieme al Cardinale Becciu e alla Marogna Ma nel luglio 2019 i loro nomi sono sconosciuti al pubblico Saliranno alla ribalta delle cronache giudiziarie solo il 2 ottobre successivo quando il Promotore di Giustizia vaticano fa scattare le perquisizioni che fanno uscire l’inchiesta allo scoperto Chi e perché chiede nel luglio a Striano di fare gli accertamenti su Mincione Difficile pensare a un giornalista della cerchia di Striano e del suo capo Il canale con la stampa su questo versante si attiverà solo successivamente: a marzo 2020 Striano preleva e passa al giornalista Giovanni Tizian i dati di Cecilia Marogna E c’è da notare che già a ottobre 2019 le carte dell’inchiesta vaticana approdano praticamente in diretta sulle pagine de L’Espresso firmate dall’attuale direttore di Domani Emiliano Fittipaldi nessun amico giornalista aveva motivi concreti per chiedere a Striano accertamenti sul broker Così l’unica spiegazione è che la richiesta a Striano sia venuta direttamente dall’interno del Vaticano dove già prima dell’estate aveva iniziato l’accerchiamento giudiziario intorno a Becciu Il 5 luglio il Papa firma un Rescriptum autorizzando la gendarmeria a «utilizzare strumenti tecnologici» per intercettare le attività degli indagati Una rogatoria verso l’Italia avrebbe avuto tempi lunghi Rivolgendosi direttamente alla «centrale dossier» insediata dentro la Dna si sarebbero risparmiati tempo e fatica Ma sorge un’altra domanda: chi può avere consigliato agli inquirenti vaticani la «scorciatoia Striano» Di certo c’è che il materiale fornito da Striano ovvero le Sos (segnalazioni di operazioni sospette) provenienti dalla Banca d’Italia e custodite nel Sidda diventano un pezzo importante dell’indagine su Becciu e dintorni a ottobre l’Espresso scrive che l’inchiesta nasce proprio dalle segnalazioni di Bankitalia evidentemente: le Sos arrivano Oltretevere per via breve quando i Promotori di Giustizia sono però già sulle tracce del cardinale Potrebbe essere ora il Procuratore di Perugia Raffaele Cantone a chiedere spiegazione ai colleghi vaticani aprendo un’inchiesta parallela sul caso: un modo per farsi consegnare da Cantone quel che ha in mano No agli arresti per gli indagati sul caso del presunto dossieraggio che si sarebbe verificato all'interno della Direzione nazionale antimafia dove sarebbero state spiate informazioni sensibili di decine di esponenti politici dell'attuale maggioranza per ragioni estranee ai compiti della Dna Il Tribunale del Riesame di Perugia ha respinto il ricorso della Procura guidata da Raffaele Cantone che si era opposta alla decisione del giudice delle indagini preliminari di non sottoporre agli arresti domiciliari il tenente della guardia di finanza Pasquale Striano che era in servizio nell'ufficio Sos (Segnalazioni di operazioni sospette) della super Procura con un inevitabile allungamento dei tempi delle indagini gestione illecita di rifiuti ed emissioni in atmosfera non autorizzate: sono alcuni dei reati che vengono contestati a una azienda dolciaria “bio” di Striano in provincia di Napoli I Carabinieri Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica di Napoli e del Gruppo di Torre Annunziata hanno notificato un sequestro emesso dal gip su richiesta dell’ufficio inquirente coordinato dal procuratore Nunzio Fragliasso che ha determinato la chiusura dello stabilimento industriale e il fermo totale degli impianti e dei processi produttivi La società IDAV spa si occupa della produzione confezionamento e vendita di frutta candita marmellate e confetti con marchio “bio” e nello stabilimento che si estende su una superficie di circa 81mila metri quadrati è stata rilevata anche la presenza di numerose difformità edilizie è emerso dagli accertamenti a cui hanno preso parte anche i tecnici dell’Arpac attraverso bypass finivano in parte nel vicino canale Rio Foce e in parte sul suolo e nel sottosuolo provocando viene sottolineato in una nota a firma del procuratore Fragliasso un “diffuso stato di contaminazione per le matrici ambientali del suolo delle acque superficiali e delle acque sotterranee” e il pericolo di “alta mortalità per gli organismi viventi” Nei campioni delle acque di scarico dell’azienda è stata riscontrata la presenza di metalli pesanti come il rame Dai controlli effettuati lo scorso settembre è anche emerso che le acque reflue del lavaggio di prodotti arsi dalle fiamme in un rogo verificatosi il precedente mese di luglio Al legale rappresentante della società viene contestato anche il reato di impedimento del controllo: avrebbe intralciato ed eluso in controlli delle forze dell’ordine I controlli a tutela del fiume Sarno disposti dalla Procura di Torre Annunziata sono stati finora 317 (dei quali 176 con esito di non conformità) di altrettante aziende o impianti produttivi 191 denunce e due arresti per una serie di reati in materia ambientale tra cui anche quello di inquinamento ambientale riferito all’intero bacino idrografico del Sarno comprensivo anche delle attività coordinate dalla Procure della Repubblica di Avellino e Nocera Inferiore di 560 controlli (297 dei quali con esito non conforme) 86 sanzioni amministrative irrogate per un importo complessivo di 316.945 euro 339 persone denunciate in stato di libertà e 7 persone arrestate per una pluralità di reati in materia ambientale Nell’inchiesta della procura di Perugia sui presunti accessi abusivi alle banche dati della Direzione nazionale antimafia e la conseguente rivelazione di informazioni riservate è indagato anche un uomo dell’AISE (Agenzia informazione e sicurezza esterna) È una delle maggiori novità emerse sull’inchiesta che da quando se n’è cominciato a parlare a marzo scorso ha avuto sviluppi più marginali relativi alle modalità delle indagini Si parla di oltre 7.000 a varie banche dati il procuratore di Perugia Raffaele Cantone e la sostituta procuratrice Laura Reale scrivono che l’uomo avrebbe chiesto a Striano informazioni su un sacerdote assai influente Striano si sarebbe raccomandato di tenerle riservate perché altrimenti avrebbero potuto risalire a lui dalla loro conversazione emerge una certa familiarità Striano lavorava all’ufficio che si occupa delle cosiddette SOS le segnalazioni di operazione sospetta: sono le segnalazioni che le banche sono tenute a fare alla Banca d’Italia quando notano movimenti sospetti sui conti correnti bonifici provenienti dall’estero e in generale operazioni che non rientrano nelle abitudini di un certo correntista (sono segnalazioni che servono a individuare potenziali operazioni connesse al riciclaggio di denaro o comunque alla criminalità organizzata) le segnalazioni sul sacerdote riguardavano un assegno di 148mila euro e cospicui movimenti di contanti Ci sarebbe poi almeno un altro contatto tra Striano e il funzionario in cui il primo avrebbe offerto al secondo un file «che nessuno ha» con «le 500 imprese italiane rette dai russi» Buona parte dell’inchiesta si sta concentrando sui motivi che hanno spinto Striano a fare tutti questi presunti accessi illeciti Molte delle informazioni ottenute venivano inviate ai giornali ma Cantone non ritiene verosimile che Striano agisse solo per fare favori ai cronisti Nella richiesta di arresti domiciliari scriveva che erano in corso accertamenti su eventuali mandanti Peraltro visto che non si sa quali fossero le ragioni degli accessi c’è chi sostiene che sia improprio parlare di “dossieraggio” che prevede una raccolta di documenti a fini ricattatori Cantone a inizio settembre ha annunciato di voler inviare gli atti dell’inchiesta alla commissione parlamentare Antimafia in polemica con il gip che gli ha respinto la richiesta Secondo la procura infatti Striano e Laudati avrebbero potuto continuare a commettere i reati di cui erano accusati e per questo chiedevano al tribunale di metterli in custodia cautelare – Leggi anche: Chi è Pasquale Striano Negli anni Trenta le migrazioni nel Canale di Sicilia andavano in direzione opposta a quelle di oggi: lo racconta "Mare aperto", il libro di Luca Misculin Chi fa le leggi? E chi giudica i cittadini? E che cosa dicono i Patti Lateranensi? Una guida per capire come vanno le cose in una monarchia assoluta elettiva Che cosa dice la scienza di uno dei gesti più diffusi al mondo e allo stesso tempo più socialmente condannati Chi SiamoPrivacyGestisci le preferenzeCondizioni d'usoPubblicitàIl Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980 La vicenda più eclatante quella del finanziere indagato a Perugia Ma il cyberspionaggio ormai è diffuso Perché anche se il cyberspionaggio non è certo un'esclusiva dell'ultimo anno i casi di dossieraggi e pesca a strascico nelle banche dati negli ultimi mesi si sono addirittura accavallati Se prima a tenere banco era il caso di Pasquale Striano il tenente della Gdf al centro dell'inchiesta della procura di Perugia sui presunti accessi abusivi a informazioni riservate e sui cosiddetti «dossieraggi» messi in piedi su politici e vip scoperchiata dopo una denuncia del ministro della Difesa l'hacker siciliano difeso da Gioacchino Genchi che per anni prima dalla sua Isola e poi dal quartiere romano della Garbatella dove s'era trasferito ha violato i server del ministero della Giustizia accedendo alle caselle email delle toghe di mezza Italia: aveva le password di almeno 46 magistrati inquirenti Di poche settimane fa è poi il caso di Vincenzo Coviello che a suo dire per «curiosità personale» avrebbe frugato tra i dati e i conti di oltre 3.500 clienti e tra questi anche sette presidenti del consiglio Meloni compresa e altri importanti politici e personalità istituzionali Risale al 2007 la scoperta da parte della procura di Milano (che indagava sulla extraordinary rendition di Abu Omar del 2003) del cosiddetto «archivio di via Nazionale» una banca dati romana con migliaia di dossier su magistrati Ma il funzionario del Sismi che occupava quell'ufficio Pio Pompa fu assolto (come pure l'ex capo dell'intelligence militare Nicolò Pollari) nel 2017 perché «il fatto non costituisce reato» Il libro affronta la corruzione come il male del secolo e dell’umanità ed è stato premiato al Gran Premio Internazionale del Leone d’Oro di Venezia nel 2024 nella Sala Consiliare del Comune di Striano sarà presentato il libro “Il Virus della Corruzione” scritto dal Colonnello dei Carabinieri affronta la corruzione come il male del secolo e dell’umanità ed è stato premiato al Gran Premio Internazionale del Leone d’Oro di Venezia nel 2024 per il suo prezioso lavoro di sensibilizzazione contro la corruzione si immerge in un mondo spesso distante dalla realtà quotidiana invitando il lettore a riflettere su un problema sociale che incide profondamente organizzato dall’Associazione Nazionale Carabinieri in Congedo con la collaborazione del Comune di Striano sarà anche un momento di ricordo in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno dedicata alle vittime innocenti delle mafie L’incontro si terrà nella sala intitolata al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo interverranno rappresentanti delle forze dell’ordine L’ingresso è libero e tutta la cittadinanza è invitata a partecipare Associazione Nazionale Comuni ItalianiVia dei Prefetti, 46 – 00186 RomaTel: 06680091Fax 06/68009202Mail: info@anci.it – PEC: anci@pec.anci.it Il titolare della T.G.S. Srl di Striano, azienda specializzata nella galvanica elettrolitica, è posto agli arresti domiciliari con l’accusa di aver violato i sigilli posti dalla Guardia Costiera. L’ordinanza di custodia cautelare è emessa dal GIP del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura oplontina, ed eseguita dal personale della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia. Secondo le indagini, l’opificio avrebbe scaricato abusivamente acque reflue industriali senza un adeguato trattamento depurativo. Le analisi di laboratorio hanno rivelato la presenza di metalli pesanti come zinco, cromo e rame nel suolo, nel sottosuolo e persino nella rete fognaria pubblica, causando un grave danno ambientale. Le intercettazioni inedite del finanziere indagato per le intrusioni: "Le cose che abbiamo fatto insieme addebitate tutte a me" per presunti accessi abusivi alle banche dati della Direzione nazionale Antimafia e Antiterrorismo e la conseguente rivelazione di documenti segreti e veri e propri dossier su vip e politici A dare il via alle indagini la denuncia del ministro della Difesa uno dei principali bersagli dell'attività dei presunti spioni Ma con lui ci sarebbero i ministri del governo Meloni Gilberto Pichetto Fratin così come il presidente della Federazione gioco calcio Gabriele Gravina l’imprenditore Fabrizio Centofanti (già conosciuto per il Palamaragate) l’ex assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato il sottosegretario della Lega Claudio Durigon il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari l’ex vice presidente del Csm Michele Vietti sarebbero state inviate per email ai giornalisti del Domani Giovanni Tizian Gli invii coprirebbero un arco temporale di tre anni e mezzo Poche settimane fa la è stato arrestato un giovane hacker al termine di una indagine coordinata dalla Direzione nazionale Antimafia e dal pool reati informatici della Procura di Napoli è accusato di aver violato ripetutamente i sistemi informatici del ministero della Giustizia e di diverse aziende di rilevanza nazionale Gli investigatori sostengono che Miano abbia avuto accesso alle comunicazioni di 46 magistrati di diverse procure italiane compresi alcuni magistrati che stavano indagando sul suo conto militari della Guardia di Finanza e agenti di polizia giudiziaria avrebbe violato le comunicazioni dei procuratori di Perugia Firenze e del procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri Da chiarire ancora gli scopi di tali attività lo avrebbe fatto per capire cosa la magistratura avesse in mano contro di lui Si vocifera già che una volta definita la sua posizione processuale Miano potrebbe essere assoldato dai nostri Servizi segreti: l’Italia vorrebbe evitare che un giorno un hacker così esperto finisca per lavorare per altri Paesi Sempre ad ottobre viene indagato dalla procura di Bari il cinquantaduenne Vincenzo Coviello un ex dipendente della filiale Agribusiness di Bisceglie (gruppo Intesa) per accessi abusivi - oltre seimila - ai conti correnti di vip Tra le persone di interesse dell’uomo licenziato in tronco (decisione impugnata) ci sarebbero la premier Giorgia Meloni il vicepresidente esecutivo in pectore della Commissione Ue Raffaele Fitto E ancora i governatori Michele Emiliano (Puglia) e Luca Zaia (Veneto) il procuratore di Trani Renato Nitti e il capo della Dnaa Giovanni Melillo L’uomo ha dichiarato di aver agito «per mera curiosità » E nel procedimento disciplinare si è difeso producendo anche la relazione di uno psicologo che attesta il suo essere affetto da “Disturbo di adattamento misto” ovvero disturbi emotivi e della condotta E arriviamo appunto a qualche giorno fa e sull’ennesima presunta scoperta di rete di dossieraggio in Lombardia Tra le accuse contestate c’è l'associazione per delinquere finalizzata all'accesso abusivo a sistema informatico rivelazione del segreto d'ufficio e corruzione Stando alle ipotesi della Dda di Milano sarebbero oltre 800mila le persone che potrebbero essere state spiate con accessi abusivi alle banche dati Al momento si tratterebbe di una banda di spioni composta anche da dipendenti dello Stato infedeli dedita a rubare dati riservati a beneficio di clienti provenienti dal mondo dell'economia che conta figlio del fondatore di Luxottica e tra gli indagati eccellenti avrebbe fatto inoculare un trojan illegale nel cellulare della fidanzata per vedere con chi messaggiava E sempre a suo favore era stato confezionato ad arte un dossier nei confronti del fratello Claudio Ad essere oggetto di dossieraggio anche Ignazio La Russa e i suoi figli A chiedere approfondimenti sulla seconda carica dello Stato socio di maggioranza della società di investigazioni Equalize srl al centro dell'inchiesta e presidente della fondazione Milano Fiera Un’agenzia di pratiche auto per gestire le estorsioni: lo hanno scoperto i carabinieri a Striano dove hanno arrestato un elemento di spicco della criminalità locale proprio mentre riceveva una tangente da un imprenditore In manette per estorsione aggravata dal metodo mafioso Antonio Giugliano elemento di spicco dell’omonimo clan operante nel territorio di Poggiomarino Era all’interno di un’agenzia di pratiche auto di Striano ed è stato sorpreso in flagranza dai militari del nucleo investigativo di Torre Annunziata mentre riscuoteva 4500 euro in contanti da un imprenditore locale Durante la perquisizione effettuata nel locale sono stati sequestrati oltre 37mila euro in contante ritenuto provento illecito i carabinieri hanno scoperto che l’agenzia era gestita anche per fornire supporto all’attività estorsiva di Giugliano è finito in manette per concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso Nelle sue disponibilità ulteriori 5mila in contanti e 20mila euro di assegni.Anche il 40enne è finito in carcere.