AccediGiovani morti per niente È solo l’ultima “buetta“ di Torre del Lago trascurata; che col tempo, ed il maltempo, si è però trasformata in un cratere. E proprio come una carie non curata, ha tolto il sorriso ad un paio di automobilisti che, finiti nella voragine, hanno rimediato danni ai loro mezzi. Ma tornando a via Gramsci, a seguito delle segnalazioni sono prontamente intervenuti gli agenti della Municipale, che con gli operai del cantiere comunale hanno lavorato sotto l’acqua per ripristinare l’asfalto stendendo una “pezza“ d’emergenza. Robin Srl Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif Applausi per il debutto a Torre del Lago per Anna Pirozzi 3 agosto 2024 – Il 70° Festival Puccini su volontà del direttore artistico Pier Luigi Pizzi propone un calendario di sei titoli in cui si ricompone l’ordine cronologico di titoli del compositore lucchese (con l’eccezione di una Madama Butterfly a settembre che però è considerata un fuori programma); si viene quindi a realizzare un arco che dalle Willis conduce direttamente all’ultima pagina di cui sono state scelte le versioni originali anche con questa fiaba cinese dai natali veneti si cerca di seguire il più possibile le orme dell’autore preferendo fermare l’esecuzione al lamento funebre per Liù A questo proposito bisogna sottolineare una cosa (benché il mito sia già stato ampiamente sfatato): Puccini non ha lasciato l’opera incompleta perché la morte gli tolse di mano la penna ma perché si arrestò proprio alla scena della morte di Liù e rimase quasi un anno con “solo” quel duetto finale da scrivere per portare a casa un titolo definitivamente compiuto A trattenerlo non furono né la malattia né la morte ma le magagne di un libretto molto carente sul versante drammaturgico; in particolare il nodo che Puccini non riuscì a sciogliere era quello del famoso sgelamento di Turandot: per tre atti viene mostrata come principessa di morte e di gelo e poi eccola già pronta ad alzare il gran pavese di un finale disneyano in cui (for reasons) l’amore trionfa Turandot non ammette di essere sgelata o umanizzata per l’essenza stessa del personaggio esistono agli appunti sul duetto “Principessa di morte” e poco oltre ma appare oltremodo significativo che la partitura e il canto e piano siano assolutamente completi e coincidenti fino al medesimo punto: «Liù con quell’ottavino appeso come una flebile luce nella notte Nel progetto originale senz’altro non era stato concepito come finale ma non si può dire che nella formulazione prescelta dal compositore questo momento non abbia un senso di cesura fortissimo tutti uditi nel corso degli anni al Festival Puccini questo non-finale è senza dubbio quello che possiede la maggior potenza teatrale quello più emozionante e anche più coerente con l’opera stessa perché al netto delle intenzioni del libretto di Adami e Simoni Giacomo Puccini ha esplicitamente creato un microcosmo teatrale e musicale più vicino all’immaginario dell’Oriente che non delle Fiabe teatrali di Gozzi: una dimensione da rituale tragico e crudele con le figure divine dell’Imperatore e della lontana Particolarmente efficace la resa di questo finale a cui sarebbe bello potersi abituare per la scelta di mostrare una lenta processione dietro al corpo di Liù dopo la fine della musica con il corteo di silhouette che sfila lentamente di fronte al silenzio del pubblico a firma di Pier Luigi Pizzi dalla regia alle scene passando per i costumi; al netto di qualche somiglianza molto specifica con la Turandot di Robert Wilson del 2018 per il Teatro Real di Madrid l’apparato visivo possiede una grande eleganza e sembra essere lo spettacolo più curato (e più riuscito) della stagione Il ledwall e la pedana rotante che hanno caratterizzato l’intera edizione sono proposti con una maggior raffinatezza in particolare le rotazioni della pedana vengono sfruttate con intelligenza in combinazione con la presenza di un camminamento soprelevato con la sezione centrale mobile: la presenza stessa delle impalcature viene posta in rapporto alle regioni monocromatiche del ledwall creando una piccola foresta di rettangoli bordati di nero à la manière di Mondrian mentre quando il ledwall mostra due sovrapposizioni di colore è abbastanza istintivo lasciar correre il pensiero alle tele di Rothko Funzionali le luci di Massimo Pizzi Gasparon e di miglior qualità i video di Matteo Letizi con la solita presenza delle coreografie di Gheorghe Iancu: si può discutere sulla scelta di includere personaggi della commedia dell’arte che in effetti costituiscono un gustoso riferimento all’originale gozziano ma di fatto Puccini se n’è completamente discostato non esiste un vero e proprio impianto registico ma più una proposta visuale il punto è che in questo caso la proposta funziona molto bene e probabilmente anche grazie alla natura particolarissima del titolo dei suoi toni freddi e cerimoniali; un rigore quasi religioso che trova un felice contrappunto con una scena tanto essenziale quanto efficace peraltro con alcuni guizzi davvero felici: il già citato corteo funebre avvolto dal silenzio una principessa di gelo fisicamente distante dal mondo terreno e pure con un velo che non ci consente nemmeno di ammirarla nella sua umanità Il direttore Renato Palumbo si muove nella stessa direzione del progetto visivo di Pizzi: a un impianto scenico fiabesco e irreale Palumbo risponde con una direzione volta a sottolineare i colori e le molte raffinatezze di una partitura in cui Puccini si decide una volta per tutte a evocare scopertamente il Novecento Ecco che si mette in luce l’accorta scrittura delle percussioni nella sospensione del «Silenzio» delle ancelle la rapida scansione di semicrome con acciaccature in controtempo del tamburo una sorta di eco barbarica del distopico «tempo delle favole» evocato nella didascalia iniziale Ma nella direzione di Palumbo si dà molto risalto anche alla chiarezza della trama orchestrale e se in qualche frangente poteva esserci un tratto più sanguigno i momenti in cui l’Orchestra del Festival Puccini ha dato il meglio di sé sono stati quelli più intimi e delicati rispettivamente preparati da Roberto Ardigò e Chiara Mariani hanno avuto qualche lieve incertezza nelle quadrature dei tempi ma nel complesso si registra una prova molto superiore a quanto ascoltato nelle scorse serate del Festival ma una selezione più accurata non pare di eccessivo sforzo Bene Davide Piaggio come Principe di Persia e adeguate le due ancelle di Greta Buonamici e Maria Salvini Ben centrati e dai timbri diversificati Ping Pang e Pong: nel trio i due tenori Luigi Morassi e Saverio Pugliese ma su tutti svetta l’ottimo baritono Pietro Spagnoli a cui è stato felicemente assegnato anche il ruolo del Mandarino Impeccabile nella dizione e nella correttezza del fraseggio Spagnoli conferisce al proprio personaggio uno spessore tale da elevarlo ben al di sopra del ruolo di contorno per cui Ping è stato concepito e soprattutto gli infonde una personalità netta e ben leggibile già udito nei panni di Geronte di Ravoir nella Manon Lescaut In questo titolo impersona un convincente Timur e Concetti evita eccessi di qualunque tipo: niente tratti caricaturali piuttosto una intensa luce di umanità fatta trasparire attraverso raffinate cesellature della linea vocale e un evidente ossequio per la partitura In questa Ur-Turandot senza finale il personaggio di Liù acquisisce un peso maggiore del solito visto che la scena “conclusiva” è tutta sua quindi non è retorico domandarsi se non era possibile avere un’interprete più caratterizzante di Chunxi Hu non c’è mai un momento in cui reclama il palco per sé La tecnica è solida e sia i filati sia i piani ben eseguiti ne sono testimoni pertanto dispiace dire che questa è una Liù che non resta nella memoria La nota più dolente del cast è costituita dalla scelta di affidare la parte di Altoum a un controtenore Preferiamo archiviare questa decisione come facezia davvero fuori luogo e non fornire giudizio su Danilo Pastore di cui si è comunque ammirata la notevole confidenza con il palco e la grazia nel gesto scenico Deludente anche l’assegnazione del ruolo di Calaf: in un’edizione particolarmente funestata dalla scelta di tenori di poco spessore (Bohéme) o addirittura cattivi (Manon Lescaut) anche in questo caso ci si è affidati a uno degli habitue di Torre del Lago: al netto di un bel timbro e di un’emissione conosciuta come generosa Amadi Lagha ha sempre mostrato in modo palese i propri limiti sia nell’interpretazione sia nel fraseggio (per non dire nel solfeggio) quindi si può sollevare per lo meno qualche perplessità sull’appropriatezza dell’assegnazione Ai limiti conosciuti si aggiunge una certa fatica nel registro acuto – con un «Nessun dorma» classificabile come prudente peraltro troncato di netto nella puntatura finale – e anche qualche difficoltà nel sostegno dei fiati Di notevole caratura Anna Pirozzi nel ruolo del titolo la sua figura di staglia diafana e quasi divina così distante dal piano umano da essere percepita come più irraggiungibile che mai; Pirozzi raggiunge questo risultato con pochissimi tratti di rara efficacia dominando di fatto la scena a ogni ingresso o apparizione Vocalmente raggiunge un risultato incredibile vale a dire l’ottenimento di una dizione intellegibile persino in alcune delle frasi più impervie La scrittura vocale di Turandot è un grido continuo sin da «In questa reggia” eppure il soprano riesce a proporre un’articolazione del suono intelligente e molto musicale su tutta la gamma: i pochissimi gravi sono sempre eleganti e salendo si produce in un timbro di freddo metallo «come quella spada» che è Turandot applaudito senza riserve (e anche senza attendere la fine dell’aria) suggellato dalla consegna del 55° Premio Puccini Il pubblico caloroso e a volte un po’ troppo entusiasta ha ben accolto la produzione; il dato più interessante è l’effetto assolutamente positivo registrato da questo finale-non-finale che nell’opinione di chi scrive – come già anticipato sopra – dovrebbe essere proposto con più costanza anche all’infuori dei revival per il centenario della morte del compositore con un bonifico sul nostro conto Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Brescia.Registrazione n 1/2015 del 26/01/2015© 2015 L'ape musicale Questo sito fa uso esclusivamente di cookie tecnici ma alcune applicazioni possono prevedere cookie di terze parti Proseguendo nella navigazioni acconsenti all'utilizzo di cookie. 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Una stella di lucente grandezza. Una persona eclettica che – dopo trent’anni passati nelle cucine, da Chamonix a Miami – ha deciso di mettere a frutto le sue qualità di cuoco a Porto Pino.  Dico cuoco perché è l’espres... More » Published 4 minuti ago -  “Il lavoro viaggia con noi”:  300 cv inviati, 7 imprese che selezioneranno personale e 9 scuole con 800 studenti all’appuntamento col Truck dei consulenti del lavoro il 9 maggio a Palermo Silvestri e Alessi: “Grazie al Siisl in Sicilia 18.126 assunti e 41.361 ... More » Published 5 ore ago - 13 bookmarks Published 20 ore ago - 30 bookmarks Published 20 ore ago - 24 bookmarks Published 21 ore ago - 20 bookmarks © 2025. Giornale L'Ora Direttore Responsabile Dall'Acqua Roberto OnG Roma n° 079336 ___________________ Registrazione al tribunale di Palermo By using this site you agree to the use of cookies, more info. In seguito ai funerali di Papa Francesco di sabato 26 aprile 2025 gli organizzatori del 2° “Le Vele Classiche di Puccini” il raduno di barche d’epoca in programma il 26 e 27 aprile sul Lago di Massaciuccoli presso il Circolo Velico Torre del Lago Puccini hanno comunicato alcune variazioni al programma previsto Per onorare il lutto la prima regata prevista per sabato 26 è stata infatti annullata A partire dalle 8.30 è comunque previsto l’arrivo e iscrizione dei partecipanti cui seguirà alle ore 12 il briefing armatori con l’illustrazione del nuovo programma Alle 20.30 verrà mantenuta la cena dei regatanti e degli accompagnatori (raccolta adesioni durante le iscrizioni del mattino) Decisamente intensa la giornata di domenica 27 aprile Dalle ore 9.30 alle 12 l’esposizione “Ogni barca una storia” mostrerà a visitatori e partecipanti le barche d’epoca e classiche presenti a Torre del Lago tra le quali il barchino del padule da caccia e il navicello la “Fanciulla del Lago” scafi tipici della zona usati anche dal Maestro Giacomo Puccini A fare da cornice in abbigliamento d’epoca presso il Parco della Musica del Gran Teatro Pucciniano il gruppo storico “Il Ventaglio d’argento” Qui sarà possibile votare la barca che si aggiudicherà il premio “La Fanciulla di Puccini” presso la sala conferenze della casa-museo Puccini si svolgerà la conferenza “Navigando nel Tempo: La storia delle barche a vela dal 1800 ad Oggi” consigliere dell’ASDEC (Associazione Scafi d’Epoca e Classici) presidente della Fondazione Museo Barca Lariana del Lago di Como Alle 10.30 la conferenza “La barca del Maestro Puccini prende forma” rivelerà il processo costruttivo di una tipica imbarcazione del lago sempre presso la sala conferenze della casa-museo Puccini la violinista Ester Saccenti e il pianista Piotr Yanchuk suoneranno le musiche del Maestro e suoi coetanei grazie all’iniziativa “Inseguendo la veleggiata” sarà possibile imbarcarsi sul battello/motonave per una gita sul Lago di Massaciuccoli (solo su prenotazione scrivendo a regate@cvtlp.it e fino ad esaurimento posti) La manifestazione si concluderà alle 16.30 presso la sala conferenze della casa-museo Puccini con la cerimonia di premiazione della veleggiata e l’assegnazione dei premi speciali INFORMAZIONI E ISCRIZIONI www.cvtlp.it – E-mail: regate@cvtlp.it ; Georges Loupakis +39 335 5412357  ×  quattro  =  36 .hide-if-no-js { display: none !important; } Cookie policy L’idea di riqualificare Piazza del Popolo a Torre del Lago Puccini potrebbe rappresentare il primo tassello di un piano ambizioso per valorizzare un percorso di trasformazione dei luoghi “mitici” della città artistico e anche turistico in grado di attrarre visitatori e riattivare il tessuto economico locale I “luoghi iconici” rappresentano il primo punto di contatto tra i turisti e la storia la cultura e l’identità di una città Sono spazi capaci di raccontare il passato e questi luoghi possono diventare motori di sviluppo turistico e culturale con il suo legame indissolubile con Giacomo Puccini è stata scelta da Forza Italia a Viareggio come punto di partenza per questa visione La riqualificazione di Piazza del Popolo che noi proponiamo prevede una scultura monumentale interattiva che raffigura Puccini seduto al pianoforte Un luogo fulcro di un’esperienza immersiva e coinvolgente dove tutti potranno ascoltare le celebri arie pucciniane tramite pulsanti digitali e ammirare le facciate delle abitazioni decorate con un gigantesco pentagramma dove le note delle opere del Maestro si illumineranno di notte al ritmo della musica La trasformazione della piazza che io penso ribattezzata “Piazza del Popolo di Giacomo Puccini” sarà il simbolo di una sinergia tra arte capace di rendere questo luogo unico e memorabile Il progetto include anche un’esperienza immersiva lungo il Viale Puccini denominata “Una passeggiata con Giacomo Puccini” che condurrà i visitatori alla scoperta della villa del Maestro totem multimediali con QR code permetteranno di ascoltare la voce di Puccini che narra la storia delle sue opere La riqualificazione di Piazza del Popolo rappresenta un’opportunità concreta utile anche per rilanciare l’economia locale incentivando la riapertura di attività commerciali oggi chiuse e creando nuovi spazi dedicati all’accoglienza turistica Il progetto di Torre del Lago Puccini dovrebbe essere solo l’inizio This is an example of a Vimeo video embedded via WPZOOM Video Widget Connessi all'Opera Inutile dire che l’emozione ti stringe nel momento in cui mentre l’ottavino suona una nota acutissima e il resto dell’orchestra sprofonda nelle zone più gravi della partitura il coro sussurra la parola “poesia” Siamo al finale di Turandot così come Giacomo Puccini l’ha conclusa Ma siamo anche a Torre del Lago e le spoglie del Maestro riposano poco lontano Difficile non pensarci mentre solisti e coro si avviano mestamente verso l’uscita del palco accompagnando Liù in un corteo funebre lento e cadenzato abitato solo dall’eco delle ultime note e dai rumori lontani del lago anche Turandot si unisce alla triste processione direttore artistico dell’edizione del centenario dalla scomparsa di Puccini torna all’estremo capolavoro del compositore con uno spettacolo astratto e sobrio ove semplicità e sofisticazione vanno di pari passo non certo una dannunziana “favola bella” che si celebra tra le scenografie geometriche del grande palco del teatro all’aperto I movimenti di solisti e coro sono studiati ma senza che l’efficacia teatrale ne venga compromessa Tutt’altro: ne viene invece esaltata la dimensione rituale di un racconto che ha poco di realistico e il distacco di Turandot prendono così consistenza in una scena pulita colore che – in barba a ogni superstizione- il maestro ama particolarmente La presenza di un gruppo di bravi ballerini sulle coreografie insieme barbare ed eleganti di Gheorghe Iancu conferisce forza a diversi momenti del dramma Le luci di Massimo Gasparon e i video di Matteo Letizi che si limitano spesso a larghe campiture di colore puro sono in perfetta armonia con la concezione registica mentre la Cina della vicenda è solo evocata da pochi Premesso che l’esecuzione è amplificata (e questo non facilita una valutazione adeguata di voci e strumenti) dal podio Renato Palumbo affronta la complessa partita dall’alto della sua solida professionalità I tempi sono talvolta dilatati per consentire un più lirico involo al canto ci pare che il direttore prediliga delicati colori pastello a una più spigolosa grafia novecentesca Il coro – guidato da Roberto Ardigò - Un maggior numero di coristi avrebbe tuttavia giovato all’imponenza richiesta dalla scrittura pucciniana Apprezzabile il contributo del Coro di voci bianche del Festival Inserisci il tuo indirizzo mail per ricevere le notifiche di nuovi articoli Scopri i nostri video su attualità,enogastronomia In calendario dal 9 novembre al 22 dicembre concerti proiezioni di film che si svolgeranno tra Torre del Lago Puccini e Viareggio ma che toccheranno anche altre località della Toscana come Siena Montecatini fino alle Terre di Giuseppe Verdi Sarà un “Mese Pucciniano” ricco e intenso quello che si svolgerà dal 9 novembre al 22 dicembre nell’anno che ha visto il mondo intero rendere omaggio a Giacomo Puccini in occasione dell’anniversario dei 100 anni dalla scomparsa Il ricchissimo programma messo a punto dalla Fondazione Festival Pucciniano e dall’Amministrazione Comunale di Viareggio con il supporto e il contributo del Comitato Nazionale per le Celebrazioni Pucciniane e realizzato in collaborazione con la Fondazione Simonetta Puccini per Giacomo Puccini si snoderà lungo i mesi di novembre e dicembre per concludersi con il tradizionale Concerto di Capodanno La rassegna offrirà al pubblico l’opportunità di rivivere le emozioni delle opere pucciniane e di approfondire l’immenso patrimonio culturale lasciato in eredità dal compositore toscano di cui si celebrano in questi mesi due anniversari: la scomparsa il 29 novembre e la nascita il 22 dicembre “Ci avviamo alla conclusione di questo 2024,– ha sottolineato l’assessora alla cultura della Città di Viareggio Sandra Mei- che ha celebrato il genio di Giacomo Puccini a 100 anni dalla sua morte Un 2024 che la Città di Viareggio ha voluto celebrare grazie anche al Comitato Nazionale per le Celebrazioni con straordinarie iniziative: un Belvedere restituito alla sua naturale bellezza ed un Festival Puccini una degna conclusione di questa “festa della Città” per uno dei suoi più illustri cittadini durante la quale tutti hanno sentito forte il desiderio di far sentire il proprio affetto e il proprio impegno per onorare Puccini e valorizzare le radici culturali della città che ha saputo unire generazioni e anime diverse in un abbraccio collettivo dimostrando quanto Viareggio sia profondamente legata alla figura di Puccini e quanto sia fiera di condividere questa eredità con il mondo.” “Sono felice di annunciare il Mese Pucciniano – ha dichiarato Fabrizio Miracolo presidente della Fondazione Festival Pucciniano– un’occasione speciale per celebrare Giacomo Puccini e la sua eredità artistica con una serie di concerti incontri con interpreti e proiezioni in anteprima dai cittadini di Viareggio e Torre del Lago a tutta la Toscana con l’intento di avvicinare il genio di Puccini al nostro territorio con artisti di fama internazionale che ci permetteranno di vivere da vicino l’intensità e la bellezza della sua musica Invito tutti a partecipare e a unirsi a noi in questa grande celebrazione” Il Mese Pucciniano prenderà il via il 9 novembre con un concerto lirico che vuole rendere omaggio ad una persona di cui ricorrono nel 2024 i 100 anni dalla nascita che ha trasformato la sua passione per la musica e per Puccini in una missione personale al servizio in particolare del Festival Puccini L’anniversario del 29 novembre prevede una vera e propria “maratona pucciniana” che vedrà Torre del Lago al centro di questo sentito tributo al Maestro che prenderà avvio la mattina sul nuovo piazzale Belvedere (ore 10.30) con la deposizione della corona e la Santa Messa officiata dal S.E il vescovo di Lucca monsignor Poalo Giulietti Alle ore 12.30 la proiezione presso l’Auditorium Simonetta Puccini della mitica pellicola di Sandro Bolchi lo sceneggiato televisivo in cinque puntate del 1973 dedicato alla vita del compositore e che ha come protagonista uno straordinario Alberto Lionello; per poi spostarsi nel pomeriggio nella Chiesa di San Giuseppe dove sarà eseguita la “Messa a quattro voci” di Giacomo Puccini composizione comunemente conosciuta come “Messa di Gloria” scritta nel 1880 dal ventiduenne Puccini e composta come tesi di laurea per l’Istituto Musicale Pacini di Lucca Interpreti di questa spirituale partitura saranno l’Orchestra del Teatro Nazionale di Tirana e ilCoro del Festival Puccini diretta dal Maestro Toufic Maatouk solisti Raffaele Abete (tenore) e Armando Likaj (baritono) La celebrazione proseguirà poi la sera con un intenso programma organizzato dalla Fondazione Simonetta Puccini e che prevede nell’Auditorium Simonetta Puccini (ore 20.15) la proiezione del documentario Giacomo Puccini I paesaggi dell’anima; alle ore 21.15 la diretta del concerto dal Teatro alla Scala Giacomo Puccini 1924-2024 ore 23.00 la proiezione del documentario Il codice Puccini Inoltre per l’intera giornata del 29 novembre il piazzale Belvedere sarà animato dalla musica del Maestro filodiffusa Nel programma non mancheranno poi altre interessanti proiezioni come l’anteprima del docufilm di Alessandro Tofanelli “Ferruccio Pagni pittore del Lago” sceneggiatura: Barbara Baroni e Alessandro Tofanelli in collaborazione con Fondazione Simonetta Puccini la presentazione della pubblicazione dedicata a Ferruccio Pagni un catalogo che è un altro regalo della città a Torre del Lago ai suoi paesaggi così come ben affrescati da Ferruccio Pagni e rappresentati nella mostra a lui dedicata “Incanto Pucciniano” ancora visitabile a Villa Paolina Ben tre i nuovi eventi espositivi che accompagneranno questa celebrazione: nel Foyer del Gran Teatro la mostra di costumi “In quelle trine morbide” con i bellissimi costumi di scena della Fondazione Cerratelli; sempre nel grande spazio del foyer del Teatro una Mostra di materiale Filatelico Numismatico e Storico proveniente da collezioni private dei soci del Circolo Filatelico “Giacomo Puccini” La Galleria di Arte Moderna renderà omaggio al Maestro con la mostra Puccini e Viareggio ideata in collaborazione con l’Associazione Terra di Viareggio che si articola in una sezione documentale sui rapporti tra il Maestro e la città con materiale selezionato dal Centro Documentario Storico di Viareggio e in “Un’interpretazione pittorica” del pittore viareggino Marco Dolfi Altre tappe di questo omaggio al Maestro saranno Montecatini dove grazie alla collaborazione tra la Fondazione Festival Pucciniano e il Comune di Montecatini con la direzione artistica di Fabrizio Moschini si svolgeranno il concerto Turandot e i suoi finali e un incontro/conferenza “Turandot Liù e le altre” e Siena dove sarà messa in scena Tosca e dove troveremo protagonista l’Orchestra del Festival Puccini Le celebrazioni faranno tappa anche a Bruxelles grazie alla collaborazione del Club Soroptimist Viareggio Versilia che ha organizzato in collaborazione con il Club di Bruxelles Sablon il 12 dicembre una serata omaggio al Maestro e che vedrà protagonisti gli artisti del Festival Puccini Tra gli eventi si segnala il concerto benefico del 20 dicembre che vede protagonisti Andrea Tofanelli due artisti della Terra di Puccini da sempre impegnati nella promozione del territorio e della musica e che offriranno l’incasso del Concerto all’Istituto comprensivo di Torre del Lago Musica / Redazione Il violoncellista il 14 giugno sarà in concerto nella Sala Mehta, grazie a una coproduzione tra Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e Amici della Musica di Firenze Debutto italiano per Keiko Devaux con l’ORT diretta da Diego Ceretta e l’Accademia Chigiana, in programma anche Casella e Čajkovskij. Dal 7 maggio a Firenze, repliche a Cascina, Siena e Carrara Il cantautore livornese torna a Firenze il 9 maggio con un concerto che mescola risate e commozione, accompagnato dai Musica da Ripostiglio per uno spettacolo teatrale pieno di personaggi indimenticabili e racconti di vita tragicomica Musica Andrea Carboni e il suo anti-pop fuori dal tempo, in viaggio tra "Passanti, mostri e fantasmi" L'esordio solista di Giulio Maria: il rock come "semina" dell'anima Dolcenera: "Non si può tornare indietro sui diritti delle donne" Lo-Fi Le Fusa la superband nata quasi per caso che ha vinto il Rock Contest 2024 "Tradizione in Movimento": Il Musicus Concentus porta la grande musica a Firenze A Simone Cristicchi il Pegaso d'oro della Regione per il suo profondo legame con la Toscana Cultura / Elisabetta Vagaggini Innovazione / Chiara Bianchini Innovazione / Redazione Avrebbe dovuto cantarla Mia Martini a Sanremo Una lunga chiacchierata con Drupi che parla a 360 gradi degli inizi il sistema contemporaneo che mette al centro il personaggio e non i pezzi Su Sanremo però non ha dubbi: "Carlo Conti ha sempre scelto canzoni che erano canzoni per rimanere sempre aggiornato sulle ultime news della tua regione Questo sito utilizza cookie tecnici e cookie di profilazione di terze parti. 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I campi obbligatori sono contrassegnati * Δdocument.getElementById( "ak_js_1" ).setAttribute( "value", ( new Date() ).getTime() ); “Nonostante l’atmosfera rattristata dalle esequie per la recente scomparsa di Papa Francesco siamo contenti di avere concluso la seconda edizione delle Vele Classiche di Puccini e riconfermato l’evento come uno tra i più importanti e partecipati appuntamenti nazionali dedicati principalmente alle derive storiche a vela” Così hanno dichiarato Massimo Bertolani e Rodolfo Collodi rispettivamente presidente e vicepresidente del Circolo Velico Torre del Lago Puccini Va dunque in archivio un’edizione che ha visto la partecipazione di 26 imbarcazioni molte delle quali pezzi unici e in parte associate alla Vela Classica del Garda La prevista prova di sabato 26 aprile 2025 è stata annullata in segno di rispetto per le esequie di Papa Francesco Dopo la regata di domenica l’imbarcazione Nemo III un Classe U varato dal cantiere Baglietto nel 1938 si è aggiudicata la vittoria nella categoria ‘Derive’ costruita dal cantiere palermitano Puleo nel 1961 è stato assegnato al Flying Fifteen Elvira del 1963 leggendario progetto dell’inglese Uffa Fox Ex aequo per il premio ASDEC (Associazione Scafi d’Epoca e Classici) attribuito alla barca appartenuta alla stessa famiglia dal maggior numero di anni conferito al Dinghy Mirror Betulla del 1980 e Nemo III Ex aequo anche per il Premio Glamour del Museo della Barca Lariana andato al Finn Princess del 1966 e al Dinghy 12’ Carlo III del 1973 armatore Nimbus Surfing Club) 3° Carlo III (1973 Classe Barche a chiglia: 1° Isca 4368 (1961 è stato premiato come armatore più anziano mentre il Circolo Velico Torre del Lago Puccini ha voluto consegnare un riconoscimento al Consigliere ASDEC Alex Mazzoni al presidente della Fondazione Museo Barca Lariana Ferdinando Zanoletti e al perito navale Gino Ciriaci zainetti e biglietti per assistere all’opera pucciniana Manon Lescaut sono stati estratti a sorte tra i partecipanti Posto d’onore in banchina per “La fanciulla del lago” il navicello di metà Ottocento un tempo impiegato per i trasporti commerciali da Massaciuccoli fino al mare oggi restaurato grazie al prezioso contributo dell’Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli presieduto da Lorenzo Bani che non ha voluto fare mancare la propria presenza alla manifestazione Questa imbarcazione a fondo piatto costruita in quercia impiegata per il film di Benvenuti “La fanciulla del lago” e successivamente restaurata dal cantiere Checchi di Massarosa i partecipanti hanno assistito alla conferenza “Le Derive e la loro evoluzione dal 1800 attraverso il 1900” a cura di Alex Mazzoni dell’ASDEC Un’occasione non solo per ripercorrere la storia di queste piccole barche dagli albori ai nostri giorni ma anche per annunciare che il socio del CVTLP Georges Loupakis armatore del Flying Junior Perseo e delegato all’organizzazione del raduno assumerà per l’ASDEC l’incarico di esperto di derive classiche È seguita la conferenza all’aperto “La barca del Maestro Puccini prende forma” tenuta da Angelo e Nicola Checchi dell’omonimo cantiere navale che ha raccontato il processo costruttivo di un barchino del padule in legno di castagno e cipresso impiegato per la caccia e pesca Presso la casa-museo di Puccini si è svolto il concerto della violinista Ester Saccenti e del pianista Piotr Yanchuk che hanno suonato le arie de La Bohème e della Tosca La visita alla casa-museo di Giacomo Puccini ha permesso di scoprire quanto sia il Maestro che il figlio Antonio siano stati armatori di splendidi yacht a motore tutti nominati Cio-Cio-San dal nome della protagonista di Madama Butterfly Nel corso della manifestazione i momenti conviviali sono stati vivacizzati dalla presenza del gruppo storico in costume d’epoca Ventaglio d’Argento La seconda edizione delle “Vele Classiche di Puccini” è stata organizzata dal Circolo Velico Torre del Lago Puccini Patrocinatori dell’evento sono stati la Regione Toscana Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli La manifestazione si è svolta con il supporto di: Pietro Lencioni Rappresentanze INFORMAZIONI Circolo Velico Torre del Lago Puccini Via delle Torbiere 1 – Torre del Lago 55049 Viareggio (LU) 7  −   =  1 .hide-if-no-js { display: none !important; } Ecco il cartellone del 71° Festival Pucciniano di Torre del lago con cinque titoli operistici e un galà con protagonista Anna Netrebko RegistaAlfonso SignoriniDirettore d'orchestraRenato PalumboCastTurandot Olga Maslova (02 e 14 agosto); Anna Pirozzi (25 luglio); da definire (22 agosto Il principe ignoto (Calaf) Gregory Kunde (25 luglio 2 agosto), Yusif Eyvazov (22 agosto 5 settembre), Dario Di Vietri (14 agosto) Timur Michele Pertusi (25 luglio 14 e 22 agosto), Rosa Feola (2 agosto), Elisa Balbo (5 settembre) 2 e 14 agosto), Stefano Marchisio (22 agosto Direttore d'orchestra Michelangelo Mazza RegistaEttore Scola/ Marco Scola di Mambro Mimì Nino Machaidze (19 e 26 luglio); Maria Novella Malfatti (7 agosto) Rodolfo Vittorio Grigolo (19 e 26 luglio); Carlo Raffaelli (7 agosto) Musetta Sara Blanch (19 e 26 luglio); Claudia Belluomini (7 agosto) Floria Tosca Aleksandra Kurzak (18 luglio), Eleonora Buratto (1° agosto), Carmen Giannattasio (9 agosto), Valentina Boi (29 agosto) Mario Cavaradossi Roberto Alagna (18 luglio), Michael Fabiano (1° agosto) Jonathan Tetelman(9 agosto), Franceso Meli (29 agosto) Il Barone Scarpia Luca Salsi (18 luglio), Mikołaj Zalasiński (1 e 9 agosto) il Cavaliere Renato Des Grieux Luciano Ganci Dal podio, Jacopo Sipari di Pescasseroli segue con diligenza il canto, indugiando sulle pagine di più estenuata decantazione del sentimento, ma il ritmo narrativo non è sempre incisivo. Va precisato che l’amplificazione non consente di cogliere pienamente le coordinate di una lettura che avremmo comunque voluto più varia sotto il profilo agogico e dinamico. Torre Del Lago, 9 dicembre 2024 – Ritorna – e taglia così il traguardo della terza edizione – il “Tuffo di Capodanno 2025 a Torre del Lago Puccini”. L’iniziativa è partita su richiesta di alcuni cittadini ed è stata organizzata dalla Misericordia della frazione pucciniana in collaborazione con il Carneval Puccini e i Donatori di Sangue Fratres di Torre del Lago, oltre che con il supporto e il patrocinio del Comune. “Sarà un “tuffo storico”, con premi per il migliore costume vintage maschile e femminile – spiegano gli organizzatori –; il tuffo si svolgerà in prossimità del Bagno Stella Sud, davanti alla rotonda sulla Marina di Torre del Lago; lo start sarà dato alle 11 dalla maschera ufficiale della frazione pucciniana Gambe di Merlo che scandirà il conto alla rovescia e accompagnerà i coraggiosi tuffatori presenti, sulle note immortali di ’Nessun Dorma’ del maestro Giacomo Puccini”. L’iscrizione – al costo di 10 euro – è comprensiva di assicurazione, cuffia personalizzata e ristoro finale al Bagno Stella Sud, mentre il ricavato andrà in beneficenza alla Misericordia di Torre del Lago Puccini. Per info e iscrizioni, chiamare al numero 0584/351 110 dalle 8.30 alle 18.30 dei giorni feriali. Il Festival Puccini chiude il 2024 con un evento speciale esterno al cartellone della 70^ edizione una ripresa della Madama Butterfly nell’allestimento di Vivien Hewitt 31 agosto 2024 – Il cartellone del 70° Festival Puccini si è felicemente concluso completando quell’ideale arco nell’universo operistico pucciniano nato dalle Willis e dall’Edgar proseguito in ordine cronologico fino a Tosca e che infine ha compiuto un balzo fino alla fiaba cinese Tuttavia il teatro all’aperto di Torre del Lago concede al suo pubblico un «evento speciale» chiamiamolo pure fuori programma: Madama Butterfly che torna ancora una volta nell’ideazione scenica di Vivien Hewitt Un’ideazione che non riesce a convincere: questa arena desolata tutto sa fuorché di Oriente indipendentemente dall’ambientazione nel mondo reale o meno Le scene di Kan Yasuda non sono suggestive sono semplicemente spoglie; si capisce l’intenzione di lavorare sull’essenziale e si può ben dire che questo vocabolo trova una felice consonanza con la partitura pucciniana tuttavia una scena per potersi definire essenziale deve presentare qualcosa mentre sull’enorme palco non c’è assolutamente nulla all’infuori di un gruppo scultoreo in marmo (materiale invero tipicamente giapponese) e una bianchissima discesa Meglio nel secondo atto quando arriva la grande struttura in pietra a tre colonne a cui se ne aggiunge una seconda a due e già così la scena acquista una sua presenza e una sua caratterizzazione: c’è davvero poco materiale scenografico e di certo siamo lontanissimi dai presepi zeffirelliani ma aggiungendo solo queste due strutture si può rilevare come la scena diventi viva e la presenza di grandi superfici renda pure possibile effettuare un uso suggestivo delle luci di Gianni Paolo Mirenda Non migliorano la situazione i costumi di Regina Schrecker molto poco nipponici finanche grotteschi (Goro subisce il trattamento peggiore degradato da nakodo a parcheggiatore abusivo) In generale l’apparato visivo è molto spento complice anche la mancanza di una effettiva lettura drammaturgica Si ha la sensazione di assistere a un’ambientazione che differisce dal libretto solo per la mancanza di riferimenti precisi al mondo reale ma che questa decisione non abbia influito in alcun modo sull’interpretazione del testo; difatti questa è una Butterfly normalissima dove non si aggiunge nulla di quello che dovrebbe essere il lavoro del regista Diverse le discontinuità nella realizzazione musicale La direzione di Jacopo Sipari di Pescasseroli interviene molto sulla partitura da una parte proponendo una marcatura importante delle dinamiche dall’altra cambiando il verso di alcune forcelle sostituendo dei forti con dei piani fino ad accorciare alcuni pedali strumentali (ad esempio il rivolto di mi maggiore di flauti clarinetto e clarinetto basso sulle parole «Lo zio bonzo nol sa»); la ratio da intendersi è quella di ricavare un’interpretazione stilizzata – volendo anche cameristica – per avvicinarsi alla cultura giapponese ma forse c’è una via meno traumatica nei confronti della partitura e in ogni caso l’operazione sembra più adatta a un teatro chiuso Ad ogni buon conto Sipari si segnala per la scelta di tempi adeguati sia al canto sia alla drammaturgia offrendo sostegno ai solisti e unitarietà fra buca e palco L’Orchestra del Festival Puccini non è al massimo della forma e l’incipit fugato è il testimone di scarsa coesione ma la sua prestazione è in crescendo segnatamente dalla scena nuziale fino a un completo riallineamento al secondo atto peraltro con alcuni passi particolarmente riusciti: i gesti aviani di sedicesimi dei legni all’ingresso di Yamadori che di solito non conoscono questo rilievo l’intero preludio alla seconda parte del secondo atto il bel disegno di sestine di viole e violoncelli sotto a «Le sa quella Dea le parole che appagan gli ardenti desir?» così come gli splendidi soli del trio violino viola e violoncello all’entrata di Cio Cio-san Ancora una volta il Coro non è all’altezza delle aspettative e nella grande scena del primo atto – in particolare nei vari bisticci tra le sezioni – si avverte una netta instabilità C’è da dire che come al solito il coro a bocca chiusa è ben eseguito e sortisce un grande effetto però il livello dimostrato in questa occasione e nelle date dell’edizione odierna del Festival non può che destare qualche perplessità Le discontinuità si ravvisano anche in un cast costruito non nel miglior modo possibile Complessivamente i ruoli di contorno registrano una prova positiva da Maria Salvini (La madre) a Greta Buonamici (La zia) passando per la non scontata presenza di Yakusidè interpretato da Rocco Sharkey mentre Nicholas Ori è forse un po’ troppo cresciuto per vestire i panni di Dolore Validi anche Alessandro Ceccarini (L’ufficiale del registro) ed Enzo Ying (Il commissario imperiale) con un’incisiva presenza – soprattutto vocale – dello Zio bonzo ritratto con efficacia da Gaetano Triscari; all’interno del gruppo dei comprimari spiccano senz’altro il Principe Yamadori un’occasione per Italo Proferisce di far sfoggio di un timbro brunito e di una solida linea vocale e l’ottima Claudia Belluomini che tratteggia una Kate Pinkerton dove canto e recitazione sono dello stesso Manuel Pierattelli maneggia con cura il suo Goro proponendo un mezzano cinico per vocazione untuosamente servile verso coloro che hanno denaro tuttavia una buona idea attoriale non compensa le evidenti difficoltà di emissione e di intonazione Si vuole pensare alla proverbiale cattiva serata resta il fatto che una prova del genere è molto difficile da giudicare Spinosissima la questione delle due figure associate ai protagonisti: Sharpless e Suzuki esulano con decisione dalla cornice angusta del comprimario e per essere compresi nella loro essenza devono essere necessariamente accostati al loro personaggio di riferimento creando così una geometria non euclidea in cui Sharpless si associa a Pinkerton come Suzuki a Cio Cio-san Se Butterfly non può (o non sa) concedersi degli autentici cedimenti emotivi Suzuki può dar voce – almeno in parte – a quegli insanabili turbamenti dell’animo che la sua padrona non esterna in modo compiuto; Sharpless è invece l’estremo opposto di Pinkerton e in effetti Sergio Bologna ha scelto correttamente di connotare il console con tratti asciutti e maturi dallo stampo morale nobile ma anche paterno nei confronti di Cio Cio-san Quello che manca a Bologna sono il carisma e la capacità di tener testa – in termini baritonali – al protervo dongiovannismo del tenore in breve la forza di porsi quale dialettico netto contrasto ad esso; inoltre sfugge totalmente l’altra caratteristica del personaggio ossia la capacità di superare contrasti e incomprensioni fra le due culture con la presunta superiorità dell’Occidente sull’Oriente Anche lo strumento vocale ha i suoi limiti e se da un lato si può contare su un fraseggio curato dall’altro c’è la sgradevole tendenza ad aprire i suoni nel registro acuto cosa che inficia sensibilmente anche la dizione Anna Maria Chiuri si dimostra consapevole delle molte insidie celate sotto lo yukata di Suzuki; molto appropriato il fervore con cui celebra riti immutabili e remotissimi unica fra i personaggi mostratici a perpetuare il dolore antico di una civiltà millenaria Chiuri si distingue – come la stessa Butterfly – nella funzionale declinazione del cosiddetto «canto di conversazione» e per il contegno recitativo che dà voce all’emotività senza sbavature macchiettistiche Anche in questo caso c’è però un elemento fondamentale che non si è rivelato nel corso della rappresentazione vale a dire l’unione quasi simbiotica fra Cio Cio-san e Suzuki: senza questa la spirale che conduce alla catastrofe non si carica della necessaria energia per la deflagrazione finale e il dramma non viene offerto in tutta la sua potenza Poco entusiasmante Vincenzo Costanzo; il suo Pinkerton può contare su una buona presenza fatta eccezione per qualche gesto scenico opinabile (dopo aver corso a perdifiato per tutta la scena non è un granché restarsene in un angolo a gridare «Butterfly!» senza muovere un dito) Il «ma intanto finor non m’hai detto che m’ami» viene gestito con una certa intenzione ma questa non riesce a filtrare nel canto; in più il timbro ha indubitabilmente un bel colore e nel registro grave la vocalità non perde mai l’appoggio ma non appena si sale un po’ è difficile non percepire la fatica ah» dove l’interiezione corrisponde a un sol per scendere al fa sul «vien!» pertanto ci si trova ancora nel registro comodo muovendosi pure per grado congiunto senza parlare dei respiri presi anche inopinatamente Eventuali danni nella puntatura finale del duetto sono stati scongiurati dal soprano che ha sparato un do acuto così ben piazzato da coprire in toto il tenore La puntatura al finale del primo atto è solo un dettaglio della ragguardevole prova di Valeria Sepe nel ruolo del titolo concede davvero poco all’istinto emotivo e proprio per questo gli squarci patetici acquisiscono un impatto straordinario ad esempio l’aria del secondo atto avrebbe potuto allentare un poco le maglie della corazza si osserva inoltre che nel registro grave il suono tende a perdere di rotondità; resta il fatto che Sepe ha gestito un ruolo monstre come questo con grande intelligenza proponendo un’interpretazione coerente con la partitura e l’allestimento con un’attenzione al dettaglio del fraseggio in relazione alla parola scenica i filati trattati con gusto e la generosa apertura verso l’acuto in cui il suono si arricchisce di armonici: Sepe ha una evidente facilità in questa regione della gamma e forse proprio per questo non indugia in manierismi ed eccessi vari piuttosto preferisce confermare il controllo sullo strumento per mantenere le molte frecce al suo arco al servizio dell’idea musico-drammaturgica Al termine di quest’ultima prima del 2024 non è mancato l’apprezzamento del pubblico Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Brescia.Registrazione n. 1/2015 del 26/01/2015© 2015 L'ape musicale. Tutti i diritti riservati Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito. Sarà allestito a partire dalla prossima settimana il cantiere per il primo lotto dei lavori di riqualificazione della Marina di Torre del Lago. Il progetto, curato dall’ingegner Alberto Landucci, si propone di valorizzare l’area insistendo sulla sua componente ambientale, sulla relazione col mare e l’arenile, superando l’attuale concenzione da turismo mordi-e-fuggi per rendere il lungomare fruibile tutto l’anno da parte degli abitanti di Torre del Lago. Il primo atto del percorso di riqualificazione passerà dal marciapiede lato est, che sarà ampliato passando da 200 a 350 centimetri di larghezza, livellato verso l’alto – il transito delle auto verso i parcheggi sarà garantito da alcune rampe – e soprattutto alberato con essenze mediterranee, in modo da ricavare dei punti ombra indispensabili per la stagione calda. A corredo, sarà installata una nuova illuminazione. Anna Netrebko riceverà venerdì 20 dicembre a Torre del Lago il 56° Premio Puccini Anna Netrebko sarà a Torre del Lago venerdì 20 dicembre per ricevere il premio Puccini il massimo riconoscimento della Città di Viareggio e della Fondazione Festival Pucciniano assegnato ogni anno a interpreti artisti e personalità del mondo dell'opera che si siano distinte per la loro interpretazione promozione o contributo all'opera di Giacomo Puccini e alla cultura lirica in generale ha studiato canto al Conservatorio di San Pietroburgo prima di intraprendere una sfolgorante carriera conquistando i palcoscenici dei teatri d’opera più prestigiosi dal  Metropolitan Opera di New York al Teatro alla Scala di Milano nel quale vanta ben sette inaugurazioni di stagione dall'Opéra di Parigi,alla Royal Opera House di Londra e all'Arena di Verona di Puccini Anna Netrebko ama dire “ha scritto partiture straordinarie per soprano”.  La cerimonia di consegna venerdì 20 dicembre alle ore 18 nell’Auditorium Enrico Caruso A tracciare il profilo dell’artista il critico e giornalista Alberto Mattioli La cerimonia sarà introdotta da momenti musicali che vedranno interpreti il violinista Domenico Pierini e la pianista Silvia Gasperini Torre del Lago (Lucca), 18 marzo 2025 – La motonave Burlamacca, di proprietà del Comune di Viareggio (Lucca), ormeggiata nelle acque del lago di Massaciuccoli di fronte al Belvedere Puccini a Torre del Lago, a causa del forte vento che ha rotto gli ormeggi, ha sbattuto contro la banchina del piazzale inaugurato da poco, causando danni al rivestimento in pietra e all'imbarcazione. Sul posto sono intervenuti personale del Comune e la polizia municipale, coadiuvati anche da alcuni soci del Circolo velico Versilia, per contenere i danni, dato che il battello continuava a sbattere violentemente contro il bordo del Belvedere. il secondo titolo del cartellone 2024 del Festival Puccini di Torre del Lago 13 luglio 2024 - Proseguendo ordinatamente la cronologia delle opere di Giacomo Puccini al Festival di Torre del Lago approda Manon Lescaut il primo successo di livello internazionale del giovane compositore. Prima ancora che l’orchestra entri in buca si percepisce nettamente che la serata non si svolgerà sotto i migliori auspici infatti sul palco troviamo il solito ledwall con la piattaforma rotante (non è che le opere di questa stagione saranno tutte così o quasi?) e una copia del Ratto di Proserpina del Bernini su un piedistallo: almeno stavolta non si potrà dire che la scena sia completamente vuota scene e luci sono a firma di Massimo Pizzi Gasparon e in effetti tutto è nel più puro stile dell’altro Pizzi con i video che almeno in questo caso si muovono seppur con dei risvolti particolarmente kitsch (il fronte temporalesco che accompagna Des Grieux è così didascalico da diventare macchiettistico) la regia è sostituita dalla ormai proverbiale sfilata di costumi e tra il terzo e il quarto atto bisogna aspettare svariati minuti che i macchinisti smontino a vista le scene Ci sono però due cuspidi cui chi scrive non aveva mai assistito: la prima è lo spostamento del celebre Intermezzo all’intervallo tra terzo e quart’atto invece che tra secondo e terzo collocazione innaturale e illogica perché è scritto per il colore del terzo atto e ne anticipa alcuni temi e motivi Si preferisce tacere sulla scelta di inserire due pur validi ballerini (Debora Di Giovanni e Sebastian Andersen coreografati da Gheorghe Iancu): non ha alcun rapporto con la drammaturgia e se esiste solo come riempitivo allora non ha ragione di esistere La seconda vetta della serata è quel capolavoro rosa shocking del secondo atto una sorta di locura direttamente dalla terza stagione di Boris: crinoline rosa che incorniciano un letto doratissimo – quando «alcova dorata» è preso alla lettera – ancora sotto lo sguardo di Proserpina Un boudoir dell’eccesso che cristallizza in un unico momento tutte le esagerazioni gli horror vacui e i nonsense di questo allestimento se l’azione si svolga nel mondo reale oppure no se nell’uso di certi costumi ci sia un intento ironico oppure no ma soprattutto non si capisce mai dove si voglia condurre lo spettatore che in questo delirio forse onirico non è in grado di individuare una vera direzione Il senso di déjà vu è rafforzato anche dall’Orchestra del Festival Puccini che si è dimostrata piuttosto fredda e con equilibri precari (gli ottoni a tratti scomparivano all’udito) nel primo atto ma sin dall’inizio del secondo hanno saputo ricompattarsi: il cambiamento non è stato da poco e ha portato con sé bilanciamenti adeguati alcuni colori niente affatto male e anche una bella esecuzione del sopracitato Intermezzo dove hanno spiccato l’amalgama generale e i passi a solo ben eseguiti dagli archi Nel primo atto è tornato lo scollamento che si era presentato nell’Edgar della serata inaugurale investendo però questa volta il Coro; meglio rispetto ad appena ventiquattr’ore prima ma anche nel titolo odierno la precisione non è sempre rispettata e spesso si presentano delle vistose oscillazioni di tempo Beatrice Venezi si trova a fronteggiare una partitura di rilevante complessità Intensa e con alcune riuscite intuizioni sui colori orchestrali (eccettuando lo scollamento di cui sopra) Venezi ha garantito una tenuta drammatica sostenuta e anche una certa compattezza dell’orchestra che trova riuscite particolarmente felici nel rovente concertato del secondo atto nel terzo atto e in un quarto atto che rappresenta senza dubbio il vertice della serata Il cast dei solisti è meglio assemblato di quello del dittico Willis/Edgar a cominciare dai validi comprimari Eugenio Maria Degiacomi (Oste/Comandante di Marina) Francesco Lombardi (Sergente degli Arcieri) Molto corretto e dotato di un bel timbro l’Edmondo interpretato da Matteo Roma mentre Saverio Pugliese (Maestro di ballo/Lampionaio) caratterizza egregiamente i due ruoli affidatigli. Andrea Concetti dà vita a un Geronte lontano dalla tradizione del ruolo di vecchio bavoso piuttosto lo tratteggia in modo cinico e altero un’interpretazione efficace quanto la sua prova vocale che è stata pure eseguita con grande cura. Ottimo Nicola Farnesi come Lescaut: se da una parte è effettivamente più giovane di Manon lo scrupolo del fraseggio e la verve rendono la sua presenza una nota di pregio tale da poter soprassedere sull’anagrafica Data prova ben più che positiva speriamo di poterlo ascoltare nuovamente Le dolenti note suonano sui due protagonisti L’inizialmente previsto Francesco Pio Galasso per l’impervia parte di Des Grieux è stato sostituito da Andeka Gorrotxategi tenore dotato di un timbro straordinariamente scuro (quello del baritono Farnesi è persino più chiaro) omogeneo su tutto il registro ma che sul versante tecnico non apre rosee prospettive: l’emissione risulta piuttosto sforzata e quindi sovente davvero inelegante nonché faticosa ci sono persino problemi di tenuta che lo costringono a respirare tra le sillabe Nei momenti in cui qualcosa dovrebbe emergere anche solo per legge delle probabilità tutto si arresta di fronte a una figura davvero poco carismatica con poche idee musicali e soprattutto con una dizione terrificante Non di molto migliore Alessandra Di Giorgio nel ruolo del titolo Se da un lato può contare su uno strumento senza dubbio generoso di sostanza nei gravi e nei centri; anche nel suo caso ci sono alcune incongruenze sul fraseggio e sulla dizione (il grande duetto del secondo atto è stato a tratti incomprensibile) ma va sottolineato che – al contrario del collega – Di Giorgio possieda abbastanza intelligenza musicale da saper maneggiare con successo le situazioni in cui il suo personaggio deve sapersi imporre al pubblico in particolare nel terzo e quarto atto (quest’ultimo ben eseguito) caratterizzando tutto con una riuscita musicalità si può dire che questo Festival del centenario non sia iniziato nel migliore dei modi sebbene vada riconosciuto alla programmazione di aver avuto il coraggio di portare tre rarità a Torre del Lago: anche Manon Lescaut qui è considerabile merce rara dato che in quasi un ventennio sul lago di Massaciuccoli ha conosciuto appena tre allestimenti Con il rispetto dovuto ai teatri di provincia dato che riescono ad assolvere alle loro funzioni seppur con fondi limitati e che spesso ci regalano sorprese liete come inaspettate nel momento in cui si corrono dei rischi proponendo titoli poco frequenti nella propria area d’influenza bisognerebbe puntare almeno sulla qualità musicale; un buon cast e un’orchestra e coro che abbiano lavorato a sufficienza fanno davvero la differenza ed è un peccato che proprio su questo ci si sia incagliati Finalmente un’operazione del Centenario che può avere senso Nel festival dedicato a Giacomo Puccini nel centenario della morte si allestiscono i due titoli con cui il compositore ha iniziato la sua carriera operistica Le Willis va infatti in scena al Teatro del Verme di Milano il 31 maggio 1884: Puccini ha 26 anni ha appena finito gli studi al conservatorio di Milano e su consiglio del maestro Amilcare Ponchielli ha presentato quest’opera su libretto di Ferdinando Fontana a un concorso indetto dalla Casa editrice Sonzogno anche per avere un minimo ritorno economico si adopera quindi per far vedere la luce a quest’opera organizzando una rappresentazione privata davanti al mondo musicale milanese che conta che diventa quindi lo sponsor principale della già menzionata prima al Dal Verme Seguono poi rimaneggiamenti (come l’aggiunta delle arie per i protagonisti) per Torino e per la Scala dove l’opera viene presentata nella forma in cui viene solitamente eseguita col titolo Le Villi Se Le Villi un piccolo posto nel repertorio se lo sono ormai guadagnato il grande problema di quest’opera risiede nel libretto dello stesso Fontana che subito dopo Le Villi si mette al lavoro per mettere in versi il dramma La coupe e les lèvres di Alfred de Musset una figura molto nota tra gli Scapigliati per il suo stile di vita e per la sua poesia Tuttavia questo dramma filosofico col suo intreccio farraginoso bizzarro e pieno di colpi di teatro un po’ fini a sé stessi non era stato pensato per essere recitato e Fontana non dimostra particolare abilità nel renderlo una viva materia teatrale: i personaggi rimangono dei monoliti nel loro simbolismo con l’eccezione di Edgar che risulta quasi bipolare nella sua sfaccettatura pur elaborando della musica a tratti interessante capisce abbastanza presto che il suo percorso con Fontana deve finire L’opera in quattro atti vede la prima alla Scala il 21 aprile 1889 cosa che induce Ricordi a chiedere modifiche sostanziali: la nuova versione in tre atti debutta nel 1892 a Ferrara ma Puccini continua a rimetterci mano fino al 1905 quando dopo il poco più che modesto successo scrive la famosa dedica sullo spartito canto e piano donato a Sybil Seligman “E Dio ti GuARdi da quest’opera” Oggi l’opera si conosce fondamentalmente nella versione 1892 in tre atti (le poche incisioni hanno sempre scelto questa edizione) ed è quindi occasione unica poter ascoltare la prima versione in quattro atti pur assai tagliata per farla stare in una durata consona anche in funzione dell’accoppiata con Willis Sorge quindi una domanda spontanea: se Edgar dura così tanto anche in questa versione tagliata perché non concedergli l’onore di una serata intera e fare Willis accoppiata a qualcos’altro che sia una delle opere del Trittico o un atto unico dello stesso periodo La domanda acquista ancora più senso se si considera che lo spettacolo anche così inizia alle 21.15 e dura quasi quattro ore comprensive di intervalli Domande da porre al direttore artistico di quest’anno Cosa fa questa grande gloria del teatro italiano con questi due titoli non proprio frequentati che inaugurano il festival ostruendo la visione sul lago che è una delle cose più suggestive quando si vede uno spettacolo in questo posto (ma agevolando ovviamente i cambi scena) e lì sopra proietta ambientazioni realizzate con una grafica che risulterebbe datata persino per le prime versioni del sistema Windows Si potrebbe pensare che almeno è stato fatto un lavoro sugli interpreti e invece la staticità regna sovrana insieme alle solite pose vetuste da opera Se a ciò si aggiunge il simbolismo da patronato di cui è costellata la regia con Tigrana vestita di rosso perché è la peccatrice Edgar che si slaccia la camicia quando fa il dissoluto e se la allaccia quando invece incarna il bravo promesso sposo siamo dalle parti del cliché operistico di base ma questo non è sicuramente il modo giusto per cercare di risollevare un’opera che ha bisogno del massimo sforzo per farsi apprezzare dal pubblico come ha già dimostrato anche Tobias Kratzer nel 2018 a Sankt Gallen ma lì il merito è della tenuta drammatica più convincente che offre la partitura ma sostanzialmente non ci discostiamo da quanto detto prima riguardo a Edgar Le cose non vanno molto meglio sul versante musicale ma non sembra credere molto a queste partiture Le fa sostanzialmente funzionare senza disastri e senza grandi guizzi interpretativi se non esasperare i rimandi a Carmen che si trovano nei vari interventi di Tigrana troviamo un’Orchestra del Festival pucciniano un po’ distratta ma sostanzialmente compatta Il cast è tutto vocalmente all’altezza dei ruoli affrontati si ha la sensazione che i cantanti non abbiano piena comprensione di cosa stiano cantando L’assoluta star della serata è Lidia Fridman impegnata nel doppio ruolo protagonista di Fidelia in Edgar e di Anna ne Le Willis omogenea e dotata di un timbro metallico particolare ma affascinante Come però avvenuto nel concerto mutiano di poche settimane fa traspare una certa inerzia interpretativa che la porta a non differenziare particolarmente i vari stati d’animo dei personaggi Vero che Fidelia ha una certa monotonia di partenza ma nel personaggio di Anna si dovrebbe sentire almeno uno scarto tra la sua versione reale e quella da Willi cosa che invece non avviene a parte qualche frase nelle invettive contro Roberto In Edgar le fa da contraltare la Tigrana di Ketevan Kemoklidze il cui timbro brunito e il modo di fraseggiare la rendono un vero alter-ego malefico di Carmen Oltre a una salda vocalità in quello che è forse l’unico grande ruolo per mezzosoprano scritto da Puccini Kemoklidze si dimostra la più disinvolta in scena anche se costretta a pose abbastanza stereotipate da seduttrice Vassily Solodkyy dimostra una ammirevole tenuta nel ruolo di Edgar che coniugati al suo timbro non chiarissimo laddove il personaggio risulta a tratti un po’ generico Vincenzo Costanzo mette invece in evidenza una vocalità ideale per il ruolo di Roberto ne Le Willis e dispiace quasi non poter ascoltare anche l’aria vista la bella voce schiettamente tenorile e la linea salda Vittorio Prato disegna un Frank quasi comprensivo cesellando molto bene le sue arie e i suoi interventi Lo stesso si può dire del Guglielmo Wulf di Giuseppe De Luca che mette in mostra una voce brunita e ben timbrata nell’unico vero pezzo solistico de Le Willis Chiude il cast il più che corretto Gualtiero di Luca Dall’Amico Delude la (parzialmente) nuova produzione di Tosca del Festival Puccini in particolare per allestimento e trio protagonista TORRE DEL LAGO (LU) 9 agosto – Insieme alle rarità di Edgar e delle Willis o ancora della Turandot rappresentata con il (non) finale pucciniano il 70° Festival Puccini avanza alcune proposte più seducenti per il pubblico più vasto: Tosca rientra sicuramente fra queste e in effetti nell’anno del centenario l’adattamento del dramma di Sardou sta conoscendo un numero elevatissimo di messe in scena Una spiegazione di questa insistenza si può avere dalla semplice osservazione della platea di Torre del Lago Trovandosi collocata fra le due belle produzioni di Bohème e Turandot di cui abbiamo già scritto era inevitabile avere buone aspettative su questa Tosca considerando pure il fatto che in recenti anni il titolo ha sempre riscosso apprezzamenti da parte di pubblico e critica nei diversi allestimenti Tutto ci si poteva aspettare fuorché una produzione largamente insufficiente nel senso che l’apparato scenografico – con qualche defezione – deriva direttamente dalla famosa “Tosca fascista” recensita nel 2022 sempre a firma di Pier Lugi Pizzi uno spettacolo a sua volta germinato da un allestimento creato per le Terme di Caracalla non esiste altro modo per definire la Tosca più sepolcrale di sempre: gli unici colori ammessi sono il bianco e il grigio si osserva che nelle foto contenute nel libretto della stagione il ledwall presenta le solite immagini ma a colori cosa che pare esorcizzare almeno in parte l’aria fredda da ossario quindi è normale interrogarsi sul perché di questo cambiamento assai poco felice bianco e nero ritornano continuamente nei costumi come quello davvero poco appropriato di Tosca (ci fosse un velo sarebbe un ottimo abito da sposa) fino alle sezioni femminili del coro che per qualche motivo sono vestite tutte a lutto stretto Come già scritto nelle precedenti recensioni è risaputo che gli allestimenti firmati da Pizzi non abbiano un solido impianto registico ma si tende a chiudere un occhio sulla lacuna perché di solito la sfilata di costumi avviene in una bella cornice: in questo caso non c’è nulla di positivo nemmeno nella scenografia e mancando una regia vera e propria l’opera affonda già prima di “Recondita armonia” Di tutta la passione e l’intensità di cui Tosca è intrisa non resta niente di vivo tra i marmi e le luci inerti la direzione di Daniele Callegari è ottima C’è molta attenzione al gusto della scrittura – quindi niente divagazioni veriste – e soprattutto pone la massima cura nel non sovrastare mai i solisti una cautela davvero apprezzabile in una situazione non ideale per il canto come quella di un palco all’aperto Callegari si segnala per la scelta di tempi comodi per il canto come per la recitazione per l’impeccabile sostegno alle voci e per il buon equilibrio ottenuto fra palco e buca L’Orchestra del Festival Puccini risponde compatta al gesto di Callegari producendo quello che forse è il miglior risultato da parte della buca nelle cinque produzioni della stagione; in particolare si osservi come l’energia e il piglio sanguigno che mancano totalmente nella scena siano invece presenti nelle giuste proporzioni nella trama orchestrale Il Coro preparato da Roberto Ardigò è più centrato rispetto ad altre serate tuttavia non si può non osservare come quest’anno la compagine corale sia molto al di sotto del livello udito nelle edizioni passate un dato incomprensibile per chi scrive; meglio il Coro di voci bianche diretto da Chiara Mariani in grado di ritagliarsi il proprio spazio nel primo atto sorvolando sul non buonissimo (ma marginale) pastorello di Francesca Presepi i comprimari sono nettamente superiori ai personaggi principali Bene il carceriere di Alessandro Ceccarini mentre Gianluca Failla e Luigi Morassi incarnano in modo assai convincente Sciarrone e Spoletta Ottimo Alessandro Abis nelle vesti di Angelotti e dispiace di non poterlo ascoltare in un ruolo più esteso; Andrea Concetti già recensito in occasione di Manon Lescaut e Turandot è un sagrestano di lusso: anche nel suo caso è davvero difficile accontentarsi di udirlo solo nel primo atto dato che a Concetti bastano pochissimi tratti per elevare di rango il proprio personaggio tanto da far dimenticare di avere a che fare con una parte breve L’assegnazione dei tre ruoli principali è un evidente errore di casting in quanto nessuno dei tre è davvero idoneo per la propria parte Non siamo ai livelli tragici della Manon Lescaut ma il risultato è analogo visto che anche qui l’opera non riesce mai a ingranare già ascoltato a Torre del Lago in una Fanciulla del West di cui si ha ancora un buon ricordo in questo frangente sembra abbia perso un po’ di smalto Il timbro è piuttosto chiaro e senz’altro piacevole ma ci sono evidenti difficoltà nel sostegno e appare anche una certa tendenza ad aprire molto i suoni Resta una qualche facilità nel registro acuto e nella recitazione riserva alcune felici intuizioni Poco convincente anche Erika Grimaldi nel ruolo del titolo Lo strumento ha delle pregevolezze come i bei filati tuttavia l’interpretazione è quasi priva di ricerche sul colore: l’unico momento in cui si investe un po’ di più in questo senso è il “Vissi d’arte” che viene chiuso con un paio di messe di voce ben pensate e ben eseguite strategicamente vicine alla zona applausi (che il pubblico non manca di tributare ben felice) Complessivamente la realizzazione musicale è buona mentre il profilo recitativo è apparso poco solido in particolare il gesto scenico rischiava di sembrare un poco goffo e forse non sufficientemente ponderato: i due ingressi e l’uscita dopo il colloquio con Scarpia nel primo atto o ancora l’incontro con Cavaradossi nel terzo che propone uno Scarpia signorile ma con qualche caduta di stile e in questo senso è impossibile non pensare alle pose involontariamente comiche assunte alla conclusione del finale primo atto ma non è affatto inappropriato per il personaggio per il taglio interpretativo prescelto; piuttosto quello ritratto da Jenis è un barone Scarpia davvero poco malvagio in più manca tutto quel contorno di ipocrisia e viscidità che caratterizza i suoi incontri con Floria Tosca In breve: un antagonista che non è carismatico perde la sua funzione In ogni caso si registra un’accoglienza calorosa da parte del pubblico con molti applausi a scena aperta con una particolare attenzione per la protagonista Corrado; Orchestra e Coro del Puccini Festival senza voler stilare una classifica fra i titoli dell’autore sterile esercizio che in questa occasione lasciamo ad altri forse interessati ad aspetti che hanno poco a che fare con la musica è in ogni caso un’opera che crea immediatamente una sensazione di familiarità e di appartenenza Le vicende narrate vengono personalizzate diventando colonna sonora di esperienze personali Si potrebbe obiettare che in fondo Puccini non sia stato l’unico a narrare storie di vita che rivelano sogni Puccini riesce però a creare quella magia che solo grazie alla genialità ed anche forse per una serie di coincidenze fortunate certe volte è accaduta nella storia del melodramma Oggi pare assurdo pensare che per problemi ed ostacoli legati alla concessione dei diritti abbiamo corso il rischio di non poter ascoltare La Bohème Musetta diventano immortali perché immortali sono i valori che rappresentano All’ascoltatore rimane la facoltà di scegliere in quale di essi identificarsi riconoscente con l’autore per aver in qualche modo sonorizzato la propria vita con temi e melodie che rimangono scolpiti nell’anima e nel cuore La componente teatrale e letteraria e la narrazione sono fondamentali ma trovano un loro limite proprio nella parola che è indispensabile per esprimere concetti anch’essa un linguaggio che supera i limiti del linguaggio verbale Con queste riflessioni grande era l’attesa per la prima della Bohème alla 70° edizione del Festival Puccini a Torre del Lago che quest’anno coincide con le celebrazioni del centenario della morte dell’autore Diciamo subito che le aspettative non state deluse con la direzione di Michelangelo Mazza e la regia costumi e disegno luci di Massimo Gasparon ha regalato al folto pubblico che ha riempito le gradinate del suggestivo teatro all’aperto sulle sponde del lago che è in fondo quello che ci si aspetta da Bohème con perfetta scelta di attribuzione dei personaggi in base alle caratteristiche timbriche: Mimì — Carolina Lopez Moreno Schaunard — Gianluca Failla e Colline — Adolfo Corrado Michelangelo Mazza ha diretto con mano sicura l’Orchestra del Festival (con molti giovani fra le file anche in questo caso è importante rilevarlo ed è sempre un piacere vederli) evidenziando le ricercate armonie e le complesse dinamiche che da sempre rappresentano gli ostacoli più impegnativi da superare per garantire la buona riuscita dell’esecuzione ha il privilegio di poter “leggere” l’opera nella riduzione per pianoforte ed è proprio in questa versione che si svelano e si possono gustare le raffinate armonie riesce a far percepire l’elegante gusto armonico pucciniano è grazie alle capacità del direttore che non si limita a condurre in qualche modo l’ensemble strumentale dal principio alla fine ma lo rende protagonista anch’esso ed indispensabile supporto per la narrazione La soddisfazione del pubblico è stata evidente con meritati applausi dopo le arie più celebri e soprattutto al termine con le numerose chiamate sul palcoscenico come abbiamo avuto modo di considerare in una piacevole conversazione nell’intervallo con il direttore artistico del Festival capolavori come Bohème così come altri titoli pucciniani ma anche di altri compositori sono capolavori in quanto tali ed hanno bisogno di essere affrontati con umiltà togliendo forse un po’ di polvere ed utilizzando accorgimenti tecnici che la moderna tecnologia ci consente ma sempre nel rispetto della contestualizzazione esattamente come fatto per questo allestimento La Bohème è stata definita la prima opera pop per la passione ed entusiasmo da subito manifestato dal pubblico e Non è forse un caso che il più grande compositore di musical del nostro tempo che ha elevato questo genere ai livelli qualitativi e di popolarità dei migliori melodrammi ottocenteschi abbia più volte detto che il suo punto di riferimento è sempre stato Puccini Si può essere o non essere d’accordo su quest’affermazione ma una cosa è certa: dopo aver ascoltato Bohème ci si rende conto che la nostra vita sarebbe un po’ più vuota senza Puccini Una reale e suggestiva luna piena che è comparsa alle spalle della scenografia durante la rappresentazione accessorio perfetto che la natura ha voluto donare al pubblico ha accompagnato l’uscita degli spettatori In attesa di altre emozioni che questo cartellone sicuramente ci regalerà per assistere agli spettacoli del Festival Puccini di Torre del Lago Grazie alla collaborazione tra Unicoop Firenze e Fondazione Festival Puccini di Torre del Lago un’opportunità unica per ascoltare le più belle e famose opere del Maestro toscano nel grande teatro all’aperto di Torre del Lago che ospita la 70esima edizione del Festival Per questa edizione straordinaria il direttore artistico Pier Luigi Pizzi propone sei nuovi allestimenti di capolavori pucciniani rappresentati al Gran Teatro all’aperto in ordine cronologico secondo la loro prima esecuzione seguendo così il percorso del compositore e la sua crescita artistica e molte date per poter assistere e ascoltare La Bohème La Bohème – Opera che consacra definitivamente Puccini in Italia e all’estero: prima opera veramente “torrelaghese” nasce in un contesto goliardico che vede il compositore quotidianamente al centro di un gruppo di artisti (alcuni pittori macchiaioli si erano stabiliti sulle sponde del lago di Massaciuccoli poco prima dello stesso Puccini) in tutto e per tutto simile a quello raccontato nell’opera.Quando: alle 20.30 Tosca – L’opera più drammatica di Puccini portata in scena in una nuova versione dell’allestimento di Pier Luigi Pizzi che lo vedrà confrontarsi con il capolavoro pucciniano in cui crudeltà e sadismo fanno da sfondo alla storia d’amore e morte ambientata a Roma nel 1800.Quando: alle 20.30 Turandot – L’ultima opera di Puccini con cui debuttò alla Scala la sera del 25 aprile 1926 che si impone trionfalmente fino all’uscita delle spoglie di Liù; in quel momento il direttore d’orchestra poggiò la bacchetta sul leggio dicendo: «Qui finisce l’opera il pubblico del festival potrà rivivere la stessa emozione.Quando: alle 20.30 Madama Butterfly – L’opera sarà riproposta al pubblico in uno dei suoi più fortunati allestimenti quello del progetto “Scolpire l’opera” con le scene dello scultore giapponese Kan Yasuda per la regia di Vivien Hewitt e i costumi di Regina Schrecker.Quando: alle 20.30 Per prenotare la propria partecipazione gratuita? Basta prenotarsi on line sul coopfi.info/under30 Le descrizioni delle opere sono a cura di Edi Ferrari Le notizie della tua Cooperativa, una volta alla settimana. Guarda un esempio Iscrizione Albo delle Società Cooperative e mutualità prevalente: A104272 (Cat Founded in 2005 at the behest of Simonetta Puccini the Simonetta Puccini Foundation for Giacomo Puccini was established with the aim of preserving and spreading the memory of the composer protecting the cultural and artistic heritage linked to his figure the Foundation has worked to promote awareness of Puccini’s works and places through events and has actively collaborated with local entities precisely to enhance the Villa Museo in Torre del Lago where Puccini spent more than two decades and gave life to many of his most famous works Among the rooms of the villa are the precious Förster piano on which Puccini composed some of his immortal melodies portraits of the composer at different stages of his life honors he received over many years of his career sometimes spreading his music in the open air such as photographs and plant purchase invoices it is now possible to restore the garden to its original beauty respecting Puccini’s love and care for it The entire operation has a total cost of 300,000 euros the Simonetta Puccini Foundation has launched a fundraising drive with an initial step with a goal of 120,000 euros that added to an initial contribution of 80,000 euros already provided by the Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca will allow for the restoration work necessary to make the garden accessible to the public: preparing the ground as well as eliminating architectural barriers to allow everyone to visit this special place Once the first goal of 120,000 euros has been reached the Foundation will relaunch the fundraising with a second step with a goal of 220,000 euros thus reaching the total sum of the cost of the work which is necessary to finish the restoration and restore the garden to its splendor the Foundation has provided special thanks that allow each donor to take home a piece of history 10€ or more: Entry in the list of supporters published in the garden brochure and on the Villa Museo app with invitation to all Simonetta Puccini Foundation events 25€ or more: Puccini Garden map and exclusive shopper to be picked up at the Villa Puccini Bookshop supporter listing and invitation to events 35€ or more: Photograph of Giacomo Puccini from the Archives invitation to events and membership among supporters 70€ or more: Exclusive concert for supporters in Auditorium 100€ or more: Invitation for two to the concert in the Auditorium 200€ or more: Anastatic copy of an autographed music sheet 500€ or more: Stay in the Puccini Suite for two Here is the Eppela campaign page to join the collection and become part of Puccini history https://www.eppela.com/tuttiifior Fino al 7 settembre nel Gran Teatro alla aperto sul Lago di Massaciuccoli in scena sette opere del Maestro toscano un evento speciale per Madama Butterfly nell’allestimento firmato da Barbara Hewitt e lo spettacolo di Roberto Bolle Per celebrare Giacomo Puccini a 100 anni dalla scomparsa il Festival Puccini di Torre del Lago alla sua 70ª edizione presenta un cartellone che ripercorre la parabola artistica del compositore lucchese Firma il cartellone di questa edizione straordinaria Pier Luigi Pizzi con la proposta di sei nuovi allestimenti di capolavori pucciniani rappresentati in ordine cronologico secondo la loro prima esecuzione: Le Willis-Edgar A queste si aggiunge un evento speciale dedicato a Madama Butterfly per celebrare i 120 anni dalla nascita dell’Opera Il regista Pier Luigi Pizzi, a 94 anni da compiere a giugno, firma con il suo stile inconfondibile la regia, la scenografia e i costumi di un cartellone a dir poco impegnativo: 17 serate d’opera nella cornice unica del Gran Teatro all’aperto sulle sponde del Lago Massaciuccoli “Abbiamo voluto che il Festival del Centenario fosse una sintesi del suo genio creativo – ha spiegato Pier Luigi Pizzi – messi in scena in ordine cronologico secondo la loro nascita seguendo il percorso del compositore e la sua crescita artistica rimasta incompiuta e da noi proposta come lui ce l’ha lasciata” che sono allestite nella struttura aperta del Gran teatro Giacomo Puccini Torre del Lago un unico dispositivo scenico con un grande ledwall sullo sfondo è classica ma con un filo estetico che elimina “le incrostazioni della peggiore tradizione e ogni sospetto di museografia” Uno stile lineare e cromaticamente uniforme seguendo lo stile delle regie di Pizzi degli ultimi anni Pizzi firma dunque la regia di Le Willis e Edgar Il giorno dopo toccherà a Manon Lescaut diretta da Beatrice Venezi In questo caso la regia è di Massimo Gasparon che ha firmato anche La Bohème che andrà in scena dal 20 luglio con la direzione di Michelangelo Mazza sarà rappresentata dal 26 luglio (direttore Daniele Calegari) mentre il 3 agosto toccherà a Turandot con la regia di Pizzi e sul podio Renato Palumbo Due sono gli eventi speciali il 31 agosto va in scena Madama Butterfly nell’allestimento firmato da Barbara Hewitt e diretto da Jacopo Sipari di Pescasseroli e il 17 luglio Roberto Bolle and Friends Il decimo tour mondiale di Laura Pausini regalerà ai fan uno show straordinario di due ore: Erio (semifinalista di X Factor 2021) aprirà la data labronica This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful Strictly Necessary Cookie should be enabled at all times so that we can save your preferences for cookie settings we will not be able to save your preferences This means that every time you visit this website you will need to enable or disable cookies again Pier Luigi Pizzi ripropone al Festival Puccini di Torre del Lago la sua Tosca già andata in scena due anni or sono e lo fa con alcune lievi modifiche a uno spettacolo che Si tratta di una lettura volta “semplicemente” a illustrare l’azione senza particolari preoccupazioni nel cercare significati altri dietro quanto raccontato dalla trama e prescritto dal libretto Ma anche per fare questo ci vuole mestiere Se poi si aggiunge il consueto gusto per l’eleganza scenica la precisione delle luci (affidate a Massimo Gasparon) Le principali differenze rispetto all’allestimento già visto riguardano sostanzialmente la presenza dell’enorme schermo a led sul fondo il barocco tripudiante di Sant’Andrea della Valle si stempera nella voluta pulizia e linearità delle scenografie con la grande cupola a fare da ardita prospettiva dietro una candida riproduzione a grandezza naturale della Pietà di Michelangelo l’affresco del Trionfo di Bacco e Arianna di Carracci viene spento nei suoi colori lussureggianti per una scena che è bianca – nelle porte rinascimentali poste sui lati nell’abito di Tosca – e nera nelle divise dell’ufficiale pontificio e dei suoi appena avvivate dall’oro delle decorazioni Spicca solo il rosa delicato (“rosa Tiepolo” direbbe Roberto Calasso) del manto di Tosca pietoso omaggio della protagonista alla salma di Scarpia con le candele poste ai lati e il Crocifisso sul petto sul palco resta la sola scalinata già presente negli altri due mentre sullo schermo il cielo cupo di Roma fa da sfondo all’immancabile iconica immagine di Michele Arcangelo intento a riporre la spada nel fodero Daniele Callegari pone la sua intelligenza musicale a servizio di una lettura capace di una pregevole tensione teatrale ricchezza di colori e bella sensibilità nel disegnare le diverse atmosfere del dramma per La bohème al Festival Puccini di Torre del Lago e la successiva Manon Lescaut sono stati molto al di sotto delle aspettative per questo attesissimo Festival Puccini contesa da una parte dal centesimo anniversario della morte del sor Giacomo e dall’altra dalla ricorrenza tonda della 70^ edizione un sollievo – che La bohème incassi un risultato di segno opposto e per due motivi precisi: l’ideazione scenica e il cast costumi e luci è firmata da Massimo Pizzi Gasparon e propone i tre elementi che ormai conosciamo fin troppo bene cioè il bianco caratteristico che ormai potrebbe essere depositato come Bianco Pizzi il ledwall e la piattaforma girevole; quello che cambia è il loro uso La presenza del ledwall è molto meno invasiva e da succedaneo tout court della scenografia si trasforma in un fondale davanti al quale è posta una bianchissima costruzione che il cabaret della barriera d’Enfer e naturalmente la soffitta di Rodolfo (la «bianca cameretta» era quella di Mimì senza se e senza ma: tutto è concorre positivamente allo svolgersi della narrazione e i movimenti della scenografia non fanno altro che accompagnare in modo riuscito le transizioni da un quadro all’altro Ci sono alcuni punti deboli e il principale è costituito dal fatto che la regia non offra una lettura del testo ma si limiti a (in)seguire il libretto: anche nello spettacolo più tradizionale esiste un ampio margine per proporre una visione personale e senza uscire da una rappresentazione realistica; ad ogni buon conto quello realizzato da Pizzi Gasparon è uno spettacolo gradevole di disimpegno e con qualche piacevole guizzo da Broadway come le splendide coreografie di Gheorghe Iancu Se il vostro interesse è una serata di riuscito intrattenimento a teatro Non particolarmente convincente la direzione di Michelangelo Mazza Nella globalità assicura un efficace sostegno al canto e una buona coesione fra palco e buca ma il suo gesto manca di verve e persino il finale del secondo atto risulta stranamente spento In questo ha avuto il suo peso anche la scelta di tempi davvero troppo lenti e sebbene gli esempi siano in numero consistente dolce svegliare alla mattina” staccato a un tempo così seduto da mettere in difficoltà le voci Ne consegue anche poca freschezza da parte dell’orchestra tuttavia corretta nel complesso; più solido il coro preparato da Roberto Ardigò rispetto ai due titoli precedenti e buona prova da parte del coro di voci bianche diretto da Viviana Apicella La cosa migliore di questa produzione è però il cast dei solisti tanto per il valore dei singoli interpreti quanto per l’affiatamento che arriva in platea Convincenti i comprimari Alessandro Ceccarini (Un doganiere) Italo Proferisce (Alcindoro/Sergente dei doganieri) e Saverio Pugliese (Parpignol) con un’attenzione speciale per Stefano Marchisio e il suo riuscitissimo Benoit Efficace e ben centrato lo Schaunard di Gianluca Failla mentre Adolfo Corrado impersona un Colline dai tratti delicati e dotato di una linea di canto davvero curata Meritati applausi anche per Sara Cortolezzis: la sua è una Musetta sensuale gioca con la frivolezza ed è innegabile che si diverti a tenere Marcello in scacco ma quello che la contraddistingue sono le preziosità del fraseggio e la squisita musicalità unita a un controllo tecnico meraviglioso di cui gli impeccabili pianissimi sono forse la spia più evidente Alessandro Luongo torna a vestire i panni di Marcello superando quanto già visto – e udito – da lui in questo teatro Potendo contare su un’efficiente proiezione del suono e una perizia nel canto che eleva il suo Marcello per lo meno allo stesso rango dei due protagonisti Luongo investe molto sul lato umano del proprio personaggio e questa caratterizzazione ulteriore fa davvero la differenza portandolo ad acquisire uno spessore importante Anche il protagonista maschile comporta un nuovo ritorno che si può considerare a buon diritto un Rodolfo navigato e in effetti il risultato è apprezzabile; Rivas è molto a suo agio nella parte e inoltre è dotato di uno strumento dal colore chiaro tipico del tenore lirico e di un bello squillo due caratteristiche che gli consentono di produrre uno sfavillante do acuto in unisono con quello del soprano all’interno del quartetto maschile è forse il meno convincente e per La bohème del centenario pucciniano magari si sperava in un tenore di spessore dopo il successo dello scorso anno come Cio Cio-san stavolta si presenta al pubblico come una Mimì dal timbro rotondo e pieno su tutta la gamma peraltro molto solida nel registro centrale All’ottima esecuzione vocale si abbina una prova attoriale pienamente riuscita; se è frequente trovare delle Mimì che entrano in scena solo al terzo atto quella di López Moreno si impone all’attenzione del pubblico sin dal primo ingresso: intensa nell’intenzione e di grande fascino nella gestualità scenica Calda accoglienza da parte del pubblico per uno spettacolo riuscito e che si spera segni l’effettivo decollo di questa edizione Yacht Club Rimini: i giovani aspiranti skipper attesi alla Scuola Vela Estiva Cala dei Sardi: nasce la Scuola Nautica, un nuovo punto di riferimento per la formazione... Formazione Istruttori I° Zona FIV: aggiornato il programma del primo semestre Canottieri Garda Salò: al via i corsi vela per adulti Confindustria Nautica: Ufficiale di 2A Classe, varato il decreto attuativo Confindustria Nautica e ISYBA riconosciute enti di formazione per il corso di Mediatore... In Rotta per l'Eccellenza: L’Associazione Marittimi Tirreno Centrale guida i Corsi... Ferretti Group con l'Università di Bologna per i futuri professionisti della nautica... Aperte le iscrizioni alla seconda edizione l’unico raduno per barche d’epoca sulle note del Maestro Giacomo Puccini in programma dal 26 al 27 aprile 2025 a Torre del Lago L’unico raduno per barche d’epoca sulle note del Maestro Giacomo Puccini in programma dal 26 al 27 aprile 2025 a Torre del Lago è organizzata dal Circolo Velico Torre del Lago Puccini di Viareggio imbarcazioni a chiglia fissa e a vela latina barche in vetroresina e di valore storico costruite prima del 1980 repliche di vele classiche e d’epoca che rispettino lo spirito della tradizione Le imbarcazioni potranno essere ospitate gratuitamente presso gli ormeggi del Circolo Organizzatore per la durata della manifestazione La veleggiata di sabato prevede la circumnavigazione del lago mentre quella di domenica si svolgerà lungo un percorso a triangolo una cena equipaggi e altre attività in corso di pianificazione Sconto del 10% sulle iscrizioni pervenute entro il 15 marzo 2025 DERIVE IN LEGNO E VELE D’EPOCA SUL LAGO DI MASSACIUCCOLI  un Flying Junior costruito in legno dal Cantiere Galetti nel 1972 (Foto P Navigare su un lago con un perimetro di circa 10 chilometri di coste all’interno del parco naturale di Migliarino Ammirare dalle sue acque l’ottocentesca villa edificata sulle rive e appartenuta al celebre compositore operistico Giacomo Puccini Ritrovarsi con altri appassionati e armatori di barchestoriche soprattutto di derive d’epoca in legno Tutto questo sarà possibile il 26 e 27 aprile 2025 in occasione della seconda edizione di “Le Vele Classiche di Puccini” veleggiata per barche tradizionali che si svolgerà sul lago di Massaciuccoli,a 15 minuti dal centro di Viareggio Il porticciolo del Circolo Velico Torre del Lago Puccini La manifestazione è organizzata dal Circolo Velico Torre del Lago Puccini (www.cvtlp.it) Patrocinatori dell’evento la Regione Toscana ASDEC (Associazione Scafi d’Epoca e Classici) La manifestazione si svolgerà con il supporto di: Pietro Lencioni Rappresentanze LE IMBARCAZIONI AMMESSE AL 2° “LE VELE CLASSICHE DI PUCCINI” Un catboat in navigazione sul Lago di Massaciuccoli (Foto A A “Le Vele Classiche di Puccini” saranno ammesse a partecipare le seguenti imbarcazioni costruite in legno: derive imbarcazioni a deriva fissa con un pescaggio massimo di 1,5 metri repliche di vele classiche o d’epoca costruite in conformità al progetto originale Potranno iscriversi anche le imbarcazioni in vetroresina costruite prima del 1980 e quelle i cui progetti rivestono un valore storico Dinghy 12' in regata sul Lago di Massaciuccoli (Foto P Al Comitato Organizzatore sarà demandato il compito di accettare ogni singola domanda di partecipazione alla regata Trattandosi di un evento il cui scopo è quello di condividere la passione per le barche storiche e trascorrere due giornate all’insegna del fair-play e della serenità Alle imbarcazioni che si iscriveranno entro il 15 marzo 2025 verrà applicato uno sconto del 10% sulla quota di partecipazione (sia per la barca che per l’equipaggio) Anche i gozzi a vela latina potranno partecipare a "Le Vele Classiche di Puccini" (Foto P Di seguito il link per formalizzare l’iscrizione alla seconda edizione di “Le Vele Classiche di Puccini”www.cvtlp.it/events/le-vele-classiche-di-puccini-2025 La quota di iscrizione comprendela partecipazione alledue conferenzein programma l'aperitivo e lapremiazionedi domenica,varo e alaggiocon gru (previa segnalazione nella scheda di iscrizione),l'ormeggiopresso il porticciolo del circolo per le notti di venerdì e sabato (previa segnalazione nella scheda di iscrizione),gadgetdell'evento L'iscrizione è gratuita per bambini di età inferiore ai 14 anni Per eventuali accompagnatori non iscritti alla regata la partecipazione alle manifestazioni collaterali è gratuita mentre il costo per la cena è di 30 euro a persona CHI VINCERÀ “LA FANCIULLA DI PUCCINI” Una deriva modello Tosca in navigazione (Foto A Nel corso della cerimonia di premiazione di domenica pomeriggio 27 aprile verranno premiate la prima classificata in tempo reale tra le imbarcazioni a chiglia seconde e terze classificate in tempo compensato in tutte le categorie Si aggiudicherà il premio “La fanciulla di Puccini” l’imbarcazione che avràdimostratoil miglior connubio tra bellezza Tra i riconoscimenti speciali il Premio Glamour messo in palio dal Museo della Barca Lariana la più importante collezione europea di barche storiche con sede a Pianello del Lario sul Lago di Como Associazione Scafi d’Epoca e Classici fondata nel 1987 attribuirà un premio alla barca che sia appartenuta alla stessa famiglia dal maggior numero di anni previa verifica della documentazione che possa attestarne la lunga proprietà Altri premi verranno estratti a sorte tra tutti i partecipanti Via delle Torbiere 1 - Torre del Lago 55049 Viareggio (LU) www.cvtlp.it - E-mail: regate@cvtlp.it Iscrizioni online  Domenica 27 aprile 2025 si è conclusa in Toscana sul Lago di Massaciuccoli la seconda edizione di “Le Vele Classiche di Puccini” Torna dal 22 al 25 maggio 2025 alle Grazie di Porto Venere “Le Vele d’Epoca dell’Alto Tirreno - Trofeo Valdettaro”... Torna dal 16 al 18 maggio 2025 presso Marina Genova il porto turistico internazionale di Genova Sestri Ponente la terza edizione del Classic Boat Show,.. “100 vele per 100 anni – Vela&Motori Cup Alassio 2025” è la nuova manifestazione in programma dall’8 all’11 maggio.. Ecco il programma completo della seconda edizione di “Le Vele Classiche di Puccini” l’unico raduno per barche d’epoca sulle note.. Palma: questi sono i luoghi dove di solito si può trovare il grande schooner blu mentre corre,.. Costruito al limite massimo del rating previsto dal Cruising Club of America dal quale dipendono regate come la Newport-Bermuda e che pone come massima.. © Copyright 2011-2025 - Nautica Report - Reg Tribunale di Roma n.314 - 27-12-2013 - Editore Carlo Alessandrelli - Un marchio Wave Promotion srls - P.Iva: 12411241008 La giovinezza come un “tempo perduto” che Perché il teatro è quella finzione sovente artificiosa che ci fa credere vero ciò che palesemente non lo è Parte da questo assunto il nuovo allestimento de La bohème che Massimo Gasparon firma per il Festival Puccini di Torre del Lago Uno spettacolo dal tono raffinato ed estetizzante – del quale cura non solo la regia ma anche le scene i costumi e il disegno luci – in un insieme di stringente coerenza e innegabile fascino Niente soffitte scrostate e abiti sdruciti per questi ragazzi che in fondo giocano a fare gli artisti squattrinati “figli di papà” un po’ snob e con le spalle coperte Abbiamo invece una soffitta parigina candida ed elegante nella quale addirittura sopra il camino si scorge una composizione di bottiglie e vasi che potrebbe essere uscita dal pennello di un Morandi (Giorgio come la giovinezza vissuta in purezza dai protagonisti “età di inganni e d’utopie” dove “si crede L’efficace scenografia girevole posta al centro del palco consente anche rapidi cambi di scena ed è particolarmente riuscito il momento del finale del primo Quadro quando Mimì e Rodolfo cantano le ultime battute del loro magnifico duetto mentre la scena gira e prepara l’arrivo del Cafè Momus La presenza di un gruppo di bravi danzatori sulle ariose coreografie di Gheorghe Iancu consente di dare ulteriore vivacità al secondo Quadro molto ben risolto da Gasparon sotto il profilo registico (le masse corali e i figuranti sono ben coordinati) L’enorme schermo a led che fa da sfondo grazie al disegno video di Matteo Letizi – in assoluta coerenza con l’impostazione estetizzante del regista – nel primo e nell’ultimo Quadro apre lo sguardo sui “cieli bigi” della Parigi di Haussmann illuminati da una grande luna piena che peraltro si intravede anche dall’ampia finestratura della soffitta Letizi adotta la prospettiva degli ampi boulevard della Ville Lumière per poi nel terzo Quadro trasportare idealmente il pubblico in un parco parigino con un lungo filare di alberi candidi di neve che Gasparon annuncia essere “volutamente sopra le righe” anche per l’armonico accostamento dei colori e rimandano all’Ottocento della vicenda Domenica 22 dicembre la presentazione dei lavori compiuti dall’ente parco di San Rossore: poi si potrà partecipare ai primi tour sul lago a bordo dell’imbarcazione storica Restaurato il navicello di Giacomo Puccini barca in legno a fondo piatto ottocentesca tipica del lago di Massaciuccoli rimasto ferito per un incidente con la propria auto dalla Piaggetta fino alla sua villa a Torre del Lago di proprietà dell’Ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli sarà esposto e disponibile per visite guidate sul lago domenica 22 dicembre alle 10 presso la terrazza Belvedere a Torre del Lago Puccini a Viareggio in occasione delle celebrazioni dell’anniversario della nascita del grande compositore Sarà presente il sindaco di Viareggio Giorgio del Ghingaro “Completamente restaurato nella parte materica – spiega il presidente del Parco Lorenzo Bani - il navicello è stato dotato di un motore elettrico e sarà esposto nel Parco della musica del Gran Teatro Giacomo Puccini Sarà utilizzato per visite guidate ed iniziative come ulteriore strumento di promozione del territorio in un luogo dove natura Si tratta di una barca in legno ottocentesca utilizzata nel film di Paolo Benvenuti “La fanciulla del lago” 10 metri di lunghezza per 2,5 metri di larghezza è una barca a fondo piatto tipica del lago utilizzata prevalentemente per il trasporto dei materiali del padule come falasco Oggi di proprietà dell’Ente Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli che ha finanziato i restauri L’esposizione e la disponibilità per le visite guidate avvengono grazie alla collaborazione con Canoa Kayak Versilia Storie / Clara D'Acunto Unico autorizzato alla produzione di cannabis terapeutica, l'istituto di via Reginaldo Giuliano è un punto di riferimento nazionale. Rifugio antiaereo nel 1944, fu teatro della strage nazifascista di Castello dove vennero fucilate 12 persone Come si evolvono i flussi migratori e come le associazioni dei connazionali all'estero rafforzano il legame con la terra di origine: la fotografia nell'indagine della Fondazione Migrantes curata da Delfina Licata Storie / Marta Mancini Il cane è di un'anziana che segue il laboratorio dedicato alle persone con demenza di via dell'Anconella. La sua presenza ha rallegrato tutto il gruppo Storie Orizzonti, storie di rigenerazione urbana e sociale: “Abitare la valle del Serchio” Rigenerazione urbana a Seggiano nel segno di San Bernardino con il progetto "oleoSanber" Orizzonti, storie di rigenerazione urbana e sociale: “Nuove Ca.Se” Sesto Fiorentino e Calenzano Storie di Sport. Rari Nantes Florentia: campioni di inclusione e successi nella pallanuoto paralimpica Storie di Sport. Dal parquet al grande schermo: "Livorno a Due" celebra la storica rivalità tra Libertas e Pielle Paolo Campinoti si racconta a Siena, dall'azienda in valdelsa alle vittorie in MotoGp La puntata inaugurale è dedicata alla provincia di Lucca e presenta tre progetti di rigenerazione urbana significativi: due nel comune di Coreglia Antelminelli e uno a Bagni di Lucca Aperte le iscrizioni a “Le Vele Classiche di Puccini” l’unico raduno per barche d’epoca sulle note del Maestro Giacomo Puccini in programma dal 26 al 27 aprile 2025 a Torre del Lago è organizzata dal Circolo Velico Torre del Lago Puccini di Viareggio repliche di vele classiche e d’epoca che rispettino lo spirito della tradizione mentre quella di domenica si svolgerà lungo un percorso a triangolo una cena equipaggi e altre attività in corso di pianificazione DERIVE IN LEGNO E VELE D’EPOCA SUL LAGO DI MASSACIUCCOLINavigare su un lago con un perimetro di circa 10 chilometri di coste all’interno del parco naturale di Migliarino Ammirare dalle sue acque l’ottocentesca villa soprattutto di derive d’epoca in legno Tutto questo sarà possibile il 26 e 27 aprile 2025 in occasione della seconda edizione di “Le Vele Classiche di Puccini” veleggiata per barche tradizionali che si svolgerà sul lago di Massaciuccoli La manifestazione è organizzata dal Circolo Velico Torre del Lago Puccini (www.cvtlp.it) Patrocinatori dell’evento la Regione Toscana ASDEC (Associazione Scafi d’Epoca e Classici) LE IMBARCAZIONI AMMESSE AL 2° “LE VELE CLASSICHE DI PUCCINI”A “Le Vele Classiche di Puccini” saranno ammesse a partecipare le seguenti imbarcazioni costruite in legno: derive repliche di vele classiche o d’epoca costruite in conformità al progetto originale Al Comitato Organizzatore sarà demandato il compito di accettare ogni singola domanda di partecipazione alla regata Trattandosi di un evento il cui scopo è quello di condividere la passione per le barche storiche e trascorrere due giornate all’insegna del fair-play e della serenità Alle imbarcazioni che si iscriveranno entro il 15 marzo 2025 verrà applicato uno sconto del 10% sulla quota di partecipazione (sia per la barca che per l’equipaggio) COME ISCRIVERSIDi seguito il link per formalizzare l’iscrizione alla seconda edizione di “Le Vele Classiche di Puccini”: https://www.cvtlp.it/events/le-vele-classiche-di-puccini-2025/ La quota di iscrizione comprende la partecipazione alle due conferenze in programma l’aperitivo e la premiazione di domenica varo e alaggio con gru (previa segnalazione nella scheda di iscrizione) l’ormeggio presso il porticciolo del circolo per le notti di venerdì e sabato (previa segnalazione nella scheda di iscrizione) CHI VINCERÀ “LA FANCIULLA DI PUCCINI”?Nel corso della cerimonia di premiazione di domenica pomeriggio 27 aprile verranno premiate la prima classificata in tempo reale tra le imbarcazioni a chiglia Si aggiudicherà il premio “La fanciulla di Puccini” l’imbarcazione che avrà dimostrato il miglior connubio tra bellezza Associazione Scafi d’Epoca e Classici fondata nel 1987 Iscrizioni online: https://www.cvtlp.it/events/le-vele-classiche-di-puccini-2025/ direttore@ilnautilus.it L’unico raduno per barche d’epoca sulle note del Maestro Giacomo Puccini in programma il 26 e 27 aprile 2025 a Torre del Lago in Toscana l’unico raduno per barche d’epoca sulle note del Maestro Giacomo Puccini in programma il 26 e 27 aprile 2025 a Torre del Lago Chiunque avrà accesso al Circolo Velico Torre del Lago Puccini per ammirare l’esposizione delle barche partecipanti assistere alle conferenze sulla storia della vela e sul restauro delle imbarcazioni in legno votare “La Fanciulla di Puccini” ascoltare il concerto al tramonto con le arie del famoso compositore e visitare la sua casa-museo Alle due veleggiate in programma potranno partecipare le derive barche in vetroresina e di valore storico costruite prima del 1980 e le repliche di vele classiche e d’epoca che rispettino lo spirito della tradizione Un evento di straordinario interesse sia per gli sportivi che per eventuali accompagnatori CULTURA E MUSICA AL 2° “LE VELE CLASSICHE DI PUCCINI” Le derive d'epoca sul Lago di Massaciuccoli Dopo il grande successo della prima edizione nel 2024, realizzata in occasione del centenario della morte del celebre compositore Giacomo Puccini, dal 26 al 27 aprile 2025 il Circolo Velico Torre del Lago Puccini (www.cvtlp.it) in Toscana sulle rive del Lago di Massaciuccoli a 15 minuti dal centro di Viareggio organizza la seconda edizione dell’unico raduno di barche d’epoca sulle note del celebre Maestro operistico famoso in tutto il mondo delegato del Circolo per la Sezione Imbarcazioni Classiche e per l’organizzazione dell’evento “la manifestazione si candida a diventare il più grande raduno nazionale di derive storiche ma un modo per ricordare e celebrare la tradizione nautica proprio come avveniva in passato quando le derive affollavano le acque” vice presidente del CVTLP: “Qui sport cultura e marineria si fondono all’interno di un ecosistema naturalistico di inestimabile valore il Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli che ospita un’elevatissima varietà di specie faunistiche e floristiche” Sarà proprio in questo contesto che verrà accolta una flotta di imbarcazioni appartenenti alla categoria delle derive (Flying Junior piccoli cabinati a chiglia fissa ed eventuali vele latine e barche in vetroresina costruite prima del 1980 alle quali si aggiungeranno una serie di eventi volti a fare conoscere le bellezze del luogo il Gran Teatro all’aperto e la casa-museo del Maestro Puccini La sede del Circolo Velico Torre del Lago Puccini sul Lago di Massaciuccoli a 15 minuti dal centro di Viareggio (Foto P La seconda edizione delle “Vele Classiche di Puccini” è organizzata dal Circolo Velico Torre del Lago Puccini dove confluiranno le imbarcazioni iscritte Città di Viareggio e Viareggio Porto 2020 Una deriva classica in navigazione sul Lago di Massaciuccoli Arrivo delle imbarcazioni presso il Circolo Velico Torre del Lago Puccini Ore 13.00: Partenza della prima veleggiata Ore 14.00: Gita in battello o navicello (su prenotazione a regate@cvtlp.it) Ore 16-20: Esposizione imbarcazioni e votazioni per il premio “La Fanciulla di Puccini” Ore 16.30: Conferenza "Navigando nel Tempo: La storia delle barche a vela dal 1800 ad Oggi" di Alex Mazzoni e Ferdinando Zanoletti Ore 18.30: Concerto al tramonto tra le barche della violinista Ester Saccenti e del pianista Piotr Yanchuk Ore 20.00: Cena regatanti (eventuali accompagnatori su prenotazione a regate@cvtlp.it) Ore 09.30-11.30: Visita alla casa-museo del Maestro Puccini (su prenotazione a regate@cvtlp.it) Ore 11.00: Conferenza “La barca del Maestro Puccini prende forma” del maestro d’ascia Nicola Checchi Ore 13.00: Partenza della seconda veleggiata Ore 16.30: Premiazione della veleggiata e assegnazione del premio “la Fanciulla di Puccini” presso il Gran Teatro all’aperto Ecco il link per l’iscrizione a “Le Vele Classiche di Puccini”: ISCRIZIONI La quota comprende la partecipazione alle due conferenze l'ormeggio presso il porticciolo del circolo per le notti di venerdì e sabato (previa segnalazione nella scheda di iscrizione) www.cvtlp.it - E-mail: regate@cvtlp.it Iscrizioni online Freya è una goletta in legno lunga 18 metri varata nel 1981 su disegni del Maestro della progettazione classica Carlo Sciarrelli Da Puccini al Jazz; la grande musica, oggi, sarà protagonista assoluta sulle rive del lago di Massacciuccoli. Doppio appuntamento al Gran Teatro di Torre del Lago, con la consegna del premio Puccini ad Anna Netrebko e per finire il concerto di Natale che rivisita, in chiave Jazz, tutte le melodie delle feste. Si spalanca dunque il sipario dell’Auditorium Caruso, dove alle 18 Netrebko – soprano che ha calcato i palchi più prestigiosi del mondo – riceverà il 56° premio Puccini, il massimo riconoscimento della Città di Viareggio e della Fondazione Festival Pucciniano assegnato ogni anno a interpreti, artisti e personalità del mondo dell’opera lirica, che si siano distinte per la loro interpretazione, promozione o contributo all’opera di Giacomo Puccini. La cerimonia sarà introdotta da momenti musicali che vedranno interpreti il primo violino Domenico Pierini, spalla dell’Orchestra del Festival Puccini protagonista di una carriera che lo ha visto collaborare con i più grandi direttori d’orchestra, e la pianista e direttrice d’orchestra Silvia Gasperini. A tracciare il profilo dell’artista, forte di una emissione vocale in grado di esprimere l’intera gamma emotiva delle eroine pucciniane, sarà il musicologo e scrittore Alberto Mattioli. A seguire, dalle 21, il trombettista Andrea Tofanelli e il pianista Riccardo Arrighini, con la partecipazione straordinaria del corpo musicale G.Pardini, porteranno in scena il “Natale in Jazz“, un concerto benefico con le più belle musiche natalizie rivisitate dai maestri, il cui ricavato sarà interamente devoluto all’associazione “Quelli che non... “ Dal 1997 il primo quotidiano on line di Firenze Per la prima volta i libretti e le opere del Maestro Giacomo Puccini saranno accessibili anche per i non vedenti grazie a un accordo con la Stamperia Braille della Regione Toscana Entra nel vivo il Festival Puccini di Torre del Lago che fino al 7 settembre nella suggestiva cornice del teatro all’aperto sul lago di Massaciuccoli proporrà un’edizione straordinaria mettendo in scena tutte le opere del compositore toscano in ordine cronologico Il cartellone a cura di Pier Luigi Pizzi vedrà: Le Willis-Edgar A queste si aggiunge un evento speciale dedicato a Madama Butterfly per celebrare i 120 anni dalla nascita dell’Opera e un evento speciale con Roberto Bolle and Friends “Nell’anno del centenario di Giacomo Puccini la Regione Toscana ha voluto sostenere con entusiasmo le molte iniziative che in vario modo celebrano il nostro grande compositore fiore all’occhiello della proposta culturale della Toscana per celebrare uno dei suoi massimi cittadini che amava definirsi toscano” ha dichiarato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani “Un Festival – ha continuato Giani – che per la sua settantesima edizione ha proposto un cartellone straordinario con ben sei nuove produzioni operistiche ed originali affidandosi alla maestria di uno dei più grandi artefici del teatro musicale Un Festival dunque ricco nella sua proposta artistica ma anche inclusivo Mi fa particolarmente piacere segnalare l’impegno della Fondazione Festival Pucciniano nel rendere la musica di Puccini accessibile a tutti un progetto che ha coinvolto anche la Stamperia Braille della Regione che ha realizzato in braille i libretti delle opere di Puccini e ha anche organizzato l’esposizione di materiali in suo possesso in una mostra apposita che racconta questo artista come forse finora non era avvenuto mettendo al primo posto l’accessibilità e l’inclusività Una cifra in linea perfetta con la vocazione di Puccini stesso se si pensa a quanto nella sua vita si sia battuto per raggiungere il grande pubblico che ha amato e ama le sue eroine capaci di suscitare sentimenti universali in cui tutti ci riconosciamo” Gli utenti non vedenti del Festival potranno anche chiedere una copia in braille del libretto d’Opera relativo all’Opera per la quale si saranno prenotati La Stamperia Braille metterà infatti a disposizione 5 copie per ogni Opera in scena (Le Willis-Edgar copie che potranno essere richieste direttamente all’organizzazione del Festival verranno esposti materiali in possesso della Stamperia Braille dalle stampe antiche e contemporanee di tutti i libretti d’opera pucciniani e di altro materiale musicale braille fino alle storiche matrici metalliche relative ad arie d’opera di Puccini in formato classico e in formato speciale Verrà inoltre allestito uno spazio dove poter consultare liberamente testi in braille relativi alle Opere di Puccini e dove poter accedere a materiale informativo sulle attività della Stamperia Braille (brochure materiale stampato nelle versioni in nero e in braille Le celebrazioni del centenario dalla morte di Giacomo Puccini arrivano fino ai Giochi Olimpici di Parigi Grazie a un accordo siglato tra la Fondazione Festival Pucciniano e l’Associazione Mondiale della Stampa Sportiva sarà adottato il “Nessun Dorma” da Turandot come inno ufficiale dell’Associazione Mondiale della Stampa Sportiva e anche colonna sonora del Congresso in programma a Parigi il prossimo 6 agosto Saranno proprio i musicisti dell’Orchestra del Festival Puccini e il tenore Amadi Lagha gli interpreti del brano che sarà utilizzato per la manifestazione ufficiale di celebrazione del Centenario della fondazione dell’AIPS la mattina del 6 agosto durante i Giochi Olimpici presso il quartier generale UNESCO a Parigi a cui interverranno oltre ai rappresentanti delle Istituzioni francesi il Comitato Olimpico e il “Gotha” dello sport e del giornalismo mondiale Fino al 7 settembre nel Gran Teatro alla aperto sul Lago di Massaciuccoli in scena sette opere del Maestro toscano, un evento speciale per Madama Butterfly nell'allestimento firmato da Barbara Hewitt e lo spettacolo di Roberto Bolle Cultura / Redazione Dal 7 luglio al 29 novembre 2024 si potranno ammirare per la prima volta gli abiti originali realizzati alla storica Casa d’Arte Cerratelli per le protagoniste femminili de La Bohème, Manon Lescaut, Tosca e altri capolavori Cultura / Raffaella Galamini Il concerto sotto le stelle ha rappresentato il clou delle celebrazioni per i 100 anni della morte del maestro lucchese Cultura La Toscana al Salone del Libro di Torino: 46 editori, 75 eventi e due treni per i lettori toscani "Oltre Pinocchio" in mostra a Pescia l'omaggio di Venturino Venturi al celebre burattino "Resistenze, femminile plurale": il Consiglio regionale ricorda le donne della Resistenza Toscana Corto Maltese e le rotte del sogno: l’arte di Hugo Pratt in mostra a Siena La Villa del Poggio Imperiale a Firenze: da residenza medicea a scuola internazionale Il sapere in rete: gli studenti raccontano la scienza sul portale cultura.toscana.it Rufina e Figline Valdarno alla rievocazione della Passione di Cristo a Grassina e a San Zeno La cerimonia è stata introdotta da Daniele Maffei, a seguire lo spettacolo 'Puccini a casa dì e con Stefano Massini accompagnato dagli artisti del Festival Puccini, soprano Marina Medici, tenore Lorenzo Papasodero, al pianoforte Silvia Gasperini. A seguire spettacolo laser show musicale sul lago di Puccini. A tagliare il nastro il sindaco Giorgio Del Ghingaro e la soprintendente Angela Accordon. Dopo tanta attesa e non poche polemiche è arrivato dunque anche il giorno tanto atteso soprattutto dagli abitanti di Torre del Lago. L'amministrazione comunale, con in testa il primo cittadino, è soddisfatta del risultato della riqualificazione che ha interessato anche diversi spazi verdi, la statua del maestro che campeggia nel nuovo Belvedere guardando verso il lago di Massaciuccoli. In programma nei prossimi giorni diversi appuntamenti con esibizioni di scuole di ballo e concerti. Se dal lago di Massaciuccoli la Befana arriverà sul Belvedere Puccini a bordo del “dragone“, al Varignano si presenterà invece in piazza Donatori di Sangue accompagnata da Mou e Pollicino, due minipony impegnati nella pet-therapy. Ad accoglierle, sul porticciolo del Belvedere Puccini, ci sarà il corpo musicale “Giuseppe Pardini“ che suonerà le tradizionali canzoni dell’Epifania. Le befane faranno poi un giro sul Belvedere a bordo di un carretto caratteristico, messo a disposizione dell’associazione sportiva “Unicorno“, e si fermeranno sotto la grande stella luminosa per salutare, raccontare storie e regalare una calza a tutti i bambini presenti. In caso di pioggia la manifestazione sarà ospitata nel foyer del Gran Teatro. E come già anticipato; a portare la “vecchina“ al Varignano – attesa oggi per le 15 in piazza Donatori di Sangue insieme a due minipony – è invece l’associazione “Agape“; che per i bambini ha preparato un ricco banchetto tra calze, caramelle, merende e cioccolato caldo. Un ritorno, e un non rinnovo degli atti e contratti di concessione, che risponde, da parte del Comune, all’interesse pubblico di garantire una gestione equa e unitaria dell’area e della rimodulazione della sosta, dell’offerta come della sua gestione, che sia funzionale al raggiungimento di una funzionalità, in primis, pubblica. Con un investimento di 2,4 milioni di fondi Pnrr è stato realizzato il nuovo belvedere proprio di fronte alla villa di Giacomo Puccini: all’inaugurazione anche uno spettacolo di Stefano Massini È stato inaugurato ieri sera dall’amministrazione comunale di Viareggio il nuovo Belvedere Puccini a Torre del Lago, proprio di fronte alla villa dove visse e compose il maestro Giacomo Puccini, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla morte. L’intervento ha interessato 9mila metri quadri di superficie è durato sette mesi e ha visto un investimento totale di 2,4 milioni di euro provenienti dai fondi del Pnrr A tagliare il nastro sono stati il sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghiangaro e la soprintendente Angela Accordon è soddisfatta del risultato della riqualificazione che ha interessato anche diversi spazi verdi la statua del maestro che campeggia nel nuovo Belvedere ,guardando verso il lago di Massaciuccoli La cerimonia di inaugurazione del Belvedere Puccini si è tenuta in una data non casuale visto che ieri in tutto il mondo si celebrava la Giornata della musica ed è iniziata alle 18 all’auditorium Enrico Caruso con il concerto dei Sette tenori Alle 21 il taglio del nastro con accompagnamento musicale di Riccardo Arrighini dal pianoforte del maestro da Villa Puccini e Andrea Tofanelli alla tromba e l’accensione delle luminarie lungo viale Puccini e Teatro La cerimonia è stata introdotta da Daniele Maffei a seguire lo spettacolo “Puccini a casa di” e con Stefano Massini accompagnato dagli artisti del Festival Puccini A seguire lo spettacolo laser show musicale sul lago di Massaciuccoli Attualità / Redazione La delibera approvata dalla Giunta regionale. Il presidente Giani: "La città avrà finalmente una struttura che mancava dal dopoguerra". I lavori termineranno entro il 2027 Dalla Regione un contributo straordinario in conto capitale fino a 200 milioni di euro a favore dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale Ben 250 ragazzi di Saffi e Buontalenti hanno partecipato allo speciale percorso formativo promosso per avvicinarsi all'arte culinaria Attualità Vertenza Beko, l'ultimo baluardo per salvare il manifatturiero a Siena Mobilità e infrastrutture: il bilancio della Toscana al Festival dell’Identità Mostra Internazionale dell'Artigianato: a Firenze la vetrina globale delle arti e dei mestieri Tramvia: approvato il progetto definitivo per la tratta Peretola–Sesto Fiorentino Siena sogna in grande: vittoria e progetto per una Toscana da Serie A “Forum Giovani Amministratori Toscana”, voci e visioni della nuova classe dirigente under 35 Tutto l'elenco dei toscani e delle toscane che hanno ottenuto la carta olimpica e che dalla fine di luglio voleranno a Parigi Realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri Ufficio per lo Sport Lunedì 10 marzo alle 11 al Gran Teatro Puccini di Torre del Lago avrà luogo la presentazione della 75ª Viareggio Cup (17-31 marzo) e della 6ª Viareggio Women’s Cup (17-21 marzo): nell’occasione saranno resi noti i vincitori dei premi e le manifestazioni collaterali Sarà anche ufficializzato il nome del calciatore che leggerà il giuramento di apertura della manifestazione credits dpsonline* È possibile che una nuova edizione venga organizzata l'anno successivo Domenica 23 marzo a Torre del Lago Puccini Per le vie della piccola località toscana più di 100 ambulanti esporranno animali da cortile e non solo Per tutta la durata della manifestazione infatti ci saranno eventi dimostrativi e iniziative dedicate a grandi e bambini sarà dato alla gastronomia con le ricette tipiche della zona Sarà anche presente la maschera ufficiale di Torre del Lago: Gambe di Merlo La Fiera di San Giuseppe è organizzata dalla Confraternita di Misericordia di Torre del Lago Puccini Le bancarelle saranno allestite nelle strade principali del paese Sagre Toscane pubblica gratuitamente manifestazioni di organizzatori in tutta la regione vi consigliamo di contattare gli organizzatori per verificare che tutto si svolga come da programma Sagre Toscane non può essere ritenuta responsabile di modifiche o inadempienze degli organizzatori editoriale e digitale e vorresti unirti al nostro team Scrivici per proporre la tua candidatura! Responsabile: Confraternita di Misericordia di Torre del Lago Puccini Visualizza i dati di contatto SagreToscane.com è una produzione di Trigem © 2012-2025 tutti i diritti riservati La serata inaugurale dell’edizione del centenario al Festival Puccini offre una proposta interessante ma la realizzazione desta alcune perplessità Per Torre del Lago il 2024 porta due ricorrenze di rilievo: il centesimo anniversario della morte di Giacomo Puccini ma anche la 70^ edizione del Festival sul lago di Massaciuccoli intitolato al compositore per cui è lecito avere delle aspettative tanto sulla proposta quanto sulla realizzazione stessa la serata inaugurale ha attirato davvero molto l’attenzione con l’inedito dittico Le Willis/Edgar (di fatto poi ribaltato nell’esecuzione per esigenze puramente tecniche) che unisce quelli che sono sia i primi due lavori operistici pucciniani sia i due titoli meno eseguiti di tutto il suo catalogo Le Villi qualche sporadica apparizione la compiono che appunto reca il titolo Le Willis: l’ultima su questo palco risale 2019 mentre al Giglio di Lucca solo due anni fa rarità assoluta se lo si vuol vedere su un palcoscenico e che Torre del Lago manca dal 2008 giusto – che un festival interamente consacrato a un compositore punti anche sulle rarità specialmente se si può contare sul pretesto offerto da una ricorrenza come quella tonda dei cent’anni; l’unico interrogativo che ci si può porre è se sia una scelta funzionale quella di proporre i due titoli insieme Con il senno di poi ci sentiamo di rispondere di no Edgar (con l’accento sulla a) è proposto nella prima versione in quattro atti ma curiosamente è stata tagliata così tanto e così estensivamente che ci si domanda per quale motivo scomodarsi a riesumare la versione scaligera del 1889 quando esiste la terza versione quella 1892 per il Comunale di Ferrara rivista nel 1905 in cui i tagli esistono ma per lo meno sono di Puccini e prevedono pure un aggiustamento della trama per venire incontro alle conseguenze della soppressione di così tante regioni della partitura Da un punto di vista strettamente musicale i tagli operati in questa sede non sono nemmeno malvagi e la partitura sta in piedi senza troppi traumi ma la drammaturgia ne esce distrutta: già non si tratta dell’opera più riuscita – né di Puccini né tout court – ma agire in questo modo significa uccidere anche quelle pur poche cose che il titolo ha da offrire Se la scure censoria è stata animata dalla pruderie di non eccedere con il minutaggio per la compresenza delle Willis bastava non creare nessun dittico; Edgar può stare benissimo da solo e le Willis come accaduto due anni fa al Satyricon di Maderna in virtù della durata contenuta potevano essere ospitate nell’Auditorium Caruso L’allestimento – come al solito uno e trino – di Pier Luigi Pizzi non migliora affatto la situazione: se l’opera è debole sarebbe il caso che la regia provasse ad aiutare la causa ma non si può pretendere molto dalla sfilata di costumi per buona che possa essere la fattura di questi illuminati dalle solite luci immobili e glaciali di Massimo Pizzi Gasparon L’impianto scenico propone l’enorme ledwall già ammirato (e con altri esiti) lo scorso anno nel dittico Il Tabarro/Il castello di Barbablù davanti al quale è posta una piattaforma girevole senza alcun elemento scenografico a colmare in qualche modo la vastità desolata del palcoscenico che essendo stato costruito per le opere en plein air è pure di dimensioni importanti Gli unici elementi che rimandavano a un fondale scenografico erano le immagini del ledwall tutte di una fissità sconfortante a eccezione di un incendio in bassa risoluzione alla fine del primo atto Sulla componente visiva non c’è altro da dire se non che sarebbe stato bello vedere una regia; anche pessima ma se non altro quella non è una vera opera piuttosto una sorta di cantata scenica (ancor più delle Villi) e la mancanza di una qualsiasi idea è meno evidente La direzione di Massimo Zanetti non è malvagia Va detto che l’Edgar ridotto a patchwork è stato causa di molti problemi nel corso delle prove e se bisogna pensare a portare a casa lo spettacolo non c’è molto tempo per dedicarsi a nient’altro il primo atto è stato piuttosto freddo e con qualche scollamento (pur circoscritto) con il palco tuttavia la situazione è migliorata a partire dal secondo e l’Orchestra del Festival Puccini ha trovato un suo equilibrio e una sua coesione abbastanza da garantire una buona tenuta fino all’una del mattino Stranamente il Coro e il Coro di voci bianche rispettivamente preparati da Roberto Ardigò e Viviana Apicella hanno sortito un effetto tutt’altro che positivo i singoli componenti slegati gli uni dagli altri entrate molto incerte; sottolineiamo la stranezza dell’evento perché solitamente le loro prestazioni sono assai migliori di quanto udito stasera: che sia dovuto a un numero insufficiente di prove o che sia stata la proverbiale “serata no” non possiamo saperlo ci si augura che si tratti solo di un banale incidente di percorso non necessarie in Edgar ma che detengono di diritto il loro spazio nelle Willis in cui si è potuta ammirare come solista la ballerina Debora Di Giovanni Poco entusiasmante anche la prova dei solisti inficiata da alcune scelte di cast poco felici forse dal timbro un po’ troppo giovane ma comunque ben centrato; Vittorio Prato (Frank) esibisce una linea vocale sicura e nitida con un fraseggio molto ben curato; pur risultando – stranamente – non molto incisivo fornisce quella che è stata la miglior prova vocale della serata Ketevan Kemoklidze come Tigrana è molto bene in parte sul versante attoriale con una presenza sanguigna e sensuale mentre su quello canoro può contare su uno strumento piuttosto solido (anche se i gravi non sempre sono ben appoggiati) Vasyl Solodkyy dimostra alcune criticità nel ruolo del titolo da una certa incertezza nel registro acuto che porta a un piccolo sciovolone alla fine del primo atto a una tenuta non sempre solidissima anche se qualche intenzione sia drammaturgica sia coloristica denota un certo mestiere Restano perplessità – già espresse altrove – sulla proprietà dell’associare la sua voce al repertorio del sor Giacomo ma in questi due titoli scritti da un Puccini non Puccini anche il suo timbro caratteristico può trovare una collocazione senza troppi turbamenti morali la sua Fidelia convince senz’altro più con la recitazione che col canto mentre nelle Willis riesce a fornire un quid in più forse anche per maggior congenialità del titolo in sé si segnalano positivamente il buon Guglielmo Gulf di Giuseppe De Luca e anche il Roberto di Vincenzo Costanzo: sulla recitazione di quest’ultimo si potrebbero avere alcune perplessità (una su tutte il colore tenue scelto per il personaggio) ma di sicuro iniziare a recitare dopo la mezzanotte non dev’essere la situazione più comoda per proporre un piglio attoriale più passionale hanno consegnato una calza piena di dolci ai bambini Folla di famiglie e bambini sul Belvedere Puccini di Torre del Lago per l’arrivo della Befana in canoa calze e ricca di felicità per bambini e bambine una volta arrivate al moletto che ospita anche il traghetto per le escursioni sul lago sono montate sul calesse condotto da un asinello di un allevamento locale e hanno fatto il giro della piazza Successivamente si sono sedute sul trono consegnando a tutti i bambini una calza piena di dolci offerta dai Fratres donatori di sangue di Torre del Lago A Viareggio Carnevale e Befana vanno a braccetto: nel pomeriggio presente Presente anche il corpo musicale Giuseppe Pardini La tua pubblicità sul giornaleRichiedi informazioni La sua storia è di incredibile sapore e forse anche tra le meno conosciute. E’ la villa che nel 1907 il cavalier Vittorio Lieber, allora console svizzero a Livorno, fece costruire a Torre del Lago per la moglie Fanny (da qui l’originario nome della magione, Villa Fanny poi conosciuta anche come Villa Enrica o Villa Parodi). Era poco distante da quella del compositore Giacomo Puccini che quindi non mancava di partecipare alle occasioni di incontro che si consumavano tra quelle mura, tra registi e musicisti che dissertavano di arte e costumi spostandosi tra i salotti e l’immenso parco circostante di quel gioiello vicino al lago di Massaciuccoli. La nuova proprietà sarebbe intenzionata ad avviare in tempi rapidi un recupero conservativo quanto più fedele all’epoca, esaltando sia la poderosa parte esterna che quei particolari interni che spaziano dall’art noveau al liberty e che resero celebre quella dimora, sin dalla sua costruzione, negli ambienti eleganti del tempo. Villa Enrica pertanto tornerà a riacquisire il fascino di un luogo simbolo della Versilia.